NURAGHE LOSA
Avevo contattato Pina prima di partire, referente di Paleotur, l'ente che gestisce questo parco archeologico, per sapere se il nostro pernottamento in camper nel parcheggio dell'area archeologica potesse disturbare o meno, mi aveva detto che era possibile sostare, ma in alternativa c'era anche un punto sosta presso il paese di Ghilarza, un'area comunale dove c'è anche carico e scarico. Noi preferiamo il parcheggio del sito nuragico, comodo per il mattino successivo e ritrovarsi già sul luogo e risparmiare tempo.
Giornata di pioggia, la nostra prima, qui in terra sarda. Cerchiamo tra una tregua e l'altra di questo maltempo di poter organizzare al meglio le visite previste per oggi.
Iniziamo con questo luogo, per l'appunto il NURAGHE LOSA, uno tra i monumenti più rappresentativi di queste vere e proprie icone dell'architettura dell'isola, questo risalente all'età del Bronzo, il periodo degli eroi delle antiche civiltà mediterranee (1600-1200 a.C.).
Alla biglietteria ci accoglie Pina, dai lineamenti e dalla parlata tipica sarda, ci da il benvenuto in questo luogo di grande fascino, ma soprattutto ci racconta della civiltà nuragica, un excursus storico di questo popolo che costruì questi singolari edifici con forme che sono mutate nel tempo, dalla pianta iniziale a monotorre, per poi raggiungere evoluzioni più complesse chiamate “trilobate”, per poi progredire fino ad ottenere quasi delle fortezze con più torri.
Il NURAGHE LOSA, se lo si potesse guardare dall'altro, ha una forma inconfondibile, ovvero un trapezio possente, solido e piatto, formata da vani spaziosi.
Ci incamminiamo per visitarlo. Curioso e interessante guardarlo da fuori, tante pietre sovrapposte che da oltre 3000 anni stanno lì a formare questi spessi muri, affascinante e mistico entrare all'interno, in queste torri, alcune buie perché chiuse e la struttura a secco autoportante, dove le pietre sovrapposte, ognuno con il proprio peso fa da collante all'altra, per formare queste camere. Alcune sono invece senza soffitto e lasciano intravedere il cielo, oggi cupo e tenebroso.
Prossima tappa, che dista pochissimi chilometri, è il Complesso Nuragico di Santa Cristina.