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SARDEGNA IN CAMPER

La penisola del Sinis

sardegna penisola sinis def

Il nostro viaggio “low cost” in camper nel selvaggio west di questa incantevole isola.


Di Marzia Mazzoni

Il fascino delle isole... Ne sono da sempre attratta!
Ti fanno sentire lontano da tutto, ognuna con una propria identità, ognuna con la propria storia, una propria connotazione. E grazie a questa tipicità ed isolamento, si ha la sensazione di “staccare la spina” maggiormente, di lasciare pensieri e stress sulla terraferma e che il mare riesca a sciacquare i nostri stress e le negatività, facendoci approdare sull'isola come una persona nuova, pronta a nuove avventure e scoperte.
Chissà se anche a voi siete attratti dalle isole come me?!?
Un viaggio nelle isole, soprattutto quelle più lontane dalla terraferma, va organizzato e pianificato soprattutto per la gestione del traghetto, cosa da non sottovalutare anche l'aspetto che riguarda il budget e le prenotazioni, viaggiando anche con mezzi di una certa dimensione, come camper e auto/caravan è importante organizzarsi al meglio.
La Sardegna è una meta ambita, sognata e desiderata, un'isola di grande fascino e attrattiva soprattutto a chi ama il mare, però lontana dal continente, mediamente necessitano dalle 6 alle 10 ore di traghetto, ma non solo, anche i costi hanno un certo peso nella scelta di questa vacanza, perché variano sensibilmente dal periodo di prenotazione e partenza/arrivo.
Ci sono anche tante false credenze che una vacanza in SARDEGNA sia dispendiosa, noi ci siamo stati quest'anno in CAMPER e possiamo affermare che è stata una delle vacanze meno costose rispetto a tante altre. Ecco allora qualche nostro suggerimento.

8 CONSIGLI PRIMA DI PARTIRE

Sconti, convenzioni, riduzioni è la parola d'ordine per risparmiare sul costo del traghetto. È necessario, per non spendere una follia, tenere d'occhio le promozioni delle varie compagnie. Noi, prenotando in luglio e usufruendo di una campagna sconti riservata ai camper abbiamo speso A/R in 3 + camper – passaggio ponte € 289,10 (compresa assicurazione). Sì è vero che siamo partiti di martedì e ritornati di lunedì, che era fine agosto/inizi settembre, però il messaggio che vi vogliamo dare è quello di non essere angosciati di prenotare a gennaio, ma bensì di essere attenti e tenere in considerazione tante varianti prima di prenotare il traghetto.

Acquisti. Sfatiamo la falsa credenza che la “Sardegna sia cara”... Dipende. La zona che abbiamo scelto noi, selvaggia e ricca di natura, non è quella dei VIP! È è consigliabile quando si va a fare la spesa prediligere alimenti e prodotti isolani, rispetto a quello che arrivano dal continente. Un esempio? La carne, il pane, i vini, la birra, dolci, pasta ecc. sono di ottima qualità e a prezzi interessanti.

Rispetto. Una parola che noi viaggiatori dovremmo sempre tenere ben presente, non solo qui in Sardegna, ma in ogni viaggio per non risultare “invasori e invadenti”. Queste zone di rara bellezza hanno equilibri fragili. La penisola del Sinis si presta molto alla sosta libera, anche se la ricettività con strutture come campeggi, aree attrezzate è presente, così il consiglio che vi diamo è quello di tenere in considerazione tante varianti, prima di sostare e pernottare ovunque.
Per quanto riguarda invece le spiagge, vi renderete conto che i cartelli apposti all'entrata vi ricorderanno che mantenere la bellezza del luogo, basta veramente poco (e secondo noi, non ci sarebbe nemmeno la necessità di scriverlo, dovrebbe essere un dovere morale!).

Dialogare e e conversare con il popolo sardo che ha tanto da raccontare. Vogliamo sfatare la credenza che i sardi siano chiusi e schivi, in questa nostra esperienza abbiamo invece incontrato persone molto propense a raccontare e a raccontarsi e a mettere a disposizione consigli e suggerimenti. Un consiglio: fatevi travolgere dalle loro bellissime feste, un misto di tradizioni, religiosità e celebrazioni dal fascino unico, la genuinità delle persone vi farà sentire parte integrante dell'evento, insomma “uno di loro”!

Evitare, se possibile, di andare in Sardegna le settimane centrali di Ferragosto, il bello di questa terra è viverla fuori stagione o per lo meno, non nel periodo di massima ressa.

Gastronomia. Unica e soprattutto curiosa e di grande fascino, non ha tradizioni di piatti di mare, perché la vocazione gastronomica è principalmente pastorale e agricola. I nomi dei piatti cambia a seconda della zona (porceddu, maialino, maialetto ne è un esempio!). Anche il pane ha un gran fascino, da carassau che diventa guttiau ma poi troverete anche il pane fressa di Ovodda e lì riempirete il carrello del supermercato di tutto questo per provare, sperimentare e gustare. Per non parlare dei dolci, che sembrano usciti dalle mani di sapienti merlettaie, perché oltre ad essere buoni sono anche bellissimi da vedere, sembrano pizzi, ricami... vere e proprie opere d'arte!

Natura, colori e profumi, da respirare a pieni polmoni. Qui nella penisola del Sinis la natura è padrona incontrastata, una zona consigliata a chi sa apprezzarla e non ama vacanze mondane e con “fronzoli e svaghi”, qui nel “selvaggio west”, sarà la natura la vera compagna di viaggio delle vostre vacanze. NON dimenticatevi di portare: maschere subacquee, pinne, sandalini da scogli e le biciclette!

Ajò! La tipica esclamazione sarda... Ma tutta la lingua è molto inusuale, sembra che tutto termini con una U o una S, si cerca di districarsi tra questi nomi, simili e diversi tra loro, anche il nome delle spiagge, non facili da ricordare, ma ognuna racchiude un messaggio. Una lingua che ha origini nata dalla fusione del latino dei conquistatori romani con le parlate locali, influenze spagnole, portoghese, rumeni e francesi. Fatevi coinvolgere da questi suoni e da questi nomi.

E allora lanciamo il nostro mantra: PRONTI, PARTENZA... VIA!

 


 

LIVORNO-OLBIA

livorno olbia pronti partenza via

Dormiamo presso l'area camper stop dell'Agricampeggio Lago Le Tamerici di Coltano (PI), dista circa 18 chilometri dal porto, ci sembra la soluzione ottimale per essere tranquilli e immersi nella natura, piuttosto che scegliere di fermarsi in un parcheggio.
Al porto è necessario essere un paio di ore prima dell'orario di partenza, quindi per noi alle ore 8.00 visto che alle ore 10.00 si salpa. La vacanza inizia da qui. Essere in fila per l'imbarco e ammirare le grandi navi che accolgono nella loro “grande pancia” vetture e mezzi di ogni tipo per portarle in chissà quale destinazione... Una viaggiatrice nel DNA come me, non resta indifferente a questo via e vai, perché si ritrova già a sognare mete future, pianificare viaggi e il bello è proprio questo, fantasticare sempre! Sognare costa poco e non inquina...
Il nostro viaggio di andata a fine agosto ci vede a bordo del traghetto in compagnia di pochissimi altri viaggiatori, tanti spazi a nostra disposizione dove potersi sistemare per trascorrere 8 ore di navigazione, che poi in definitiva diventano anche 9 ore e 20 minuti.
Giocare a carte, leggere, passeggiare, ammirare il mare e in effetti le ore passano senza nemmeno accorgersene.
Al porto di OLBIA veniamo accolti dai gabbiani, da nuvole che colorano il cielo, dandogli ancora più fascino e l'odore acre di carburanti emanato dai vari traghetti che vanno e vengono dal porto che copre il profumo del mare, purtroppo...
Il camper esce dalla stiva della nave e noi ci catapultiamo in questa terra sarda. Puntiamo il satellitare verso la prima tappa di questa vacanza...

Però ora possiamo gridare:

SIAMO IN SARDEGNA!

Per raggiungere Oristano, la provincia della Penisola del Sinis, la zona prescelta per le nostre vacanze, percorriamo la SS 131 DEN, una superstrada che “taglia in due” la Sardegna e scorre veloce in un'entroterra disabitato e di grande fascino. Abbiamo pianificato di fermarci durante questo tragitto in un paio di luoghi di grande interesse storico. Nel primo sostiamo nel parcheggio anche per il pernottamento, visto che lo raggiungiamo in tarda serata.


 

NURAGHE LOSA

nuraghe losa

Avevo contattato Pina prima di partire, referente di Paleotur, l'ente che gestisce questo parco archeologico, per sapere se il nostro pernottamento in camper nel parcheggio dell'area archeologica potesse disturbare o meno, mi aveva detto che era possibile sostare, ma in alternativa c'era anche un punto sosta presso il paese di Ghilarza, un'area comunale dove c'è anche carico e scarico. Noi preferiamo il parcheggio del sito nuragico, comodo per il mattino successivo e ritrovarsi già sul luogo e risparmiare tempo.
Giornata di pioggia, la nostra prima, qui in terra sarda. Cerchiamo tra una tregua e l'altra di questo maltempo di poter organizzare al meglio le visite previste per oggi.
Iniziamo con questo luogo, per l'appunto il NURAGHE LOSA, uno tra i monumenti più rappresentativi di queste vere e proprie icone dell'architettura dell'isola, questo risalente all'età del Bronzo, il periodo degli eroi delle antiche civiltà mediterranee (1600-1200 a.C.).
Alla biglietteria ci accoglie Pina, dai lineamenti e dalla parlata tipica sarda, ci da il benvenuto in questo luogo di grande fascino, ma soprattutto ci racconta della civiltà nuragica, un excursus storico di questo popolo che costruì questi singolari edifici con forme che sono mutate nel tempo, dalla pianta iniziale a monotorre, per poi raggiungere evoluzioni più complesse chiamate “trilobate”, per poi progredire fino ad ottenere quasi delle fortezze con più torri.
Il NURAGHE LOSA, se lo si potesse guardare dall'altro, ha una forma inconfondibile, ovvero un trapezio possente, solido e piatto, formata da vani spaziosi.
Ci incamminiamo per visitarlo. Curioso e interessante guardarlo da fuori, tante pietre sovrapposte che da oltre 3000 anni stanno lì a formare questi spessi muri, affascinante e mistico entrare all'interno, in queste torri, alcune buie perché chiuse e la struttura a secco autoportante, dove le pietre sovrapposte, ognuno con il proprio peso fa da collante all'altra, per formare queste camere. Alcune sono invece senza soffitto e lasciano intravedere il cielo, oggi cupo e tenebroso.

Prossima tappa, che dista pochissimi chilometri, è il Complesso Nuragico di Santa Cristina.

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COMPLESSO NURAGICO DI SANTA CRISTINA

pozzo santa cristina

La biglietteria ci informa che la prossima visita guidata partirà alle ore 12.30, decidiamo di non attendere tale orario, il cielo è minaccioso e si prevede un nuovo temporale, quindi ci incamminiamo all'interno di questo parco archeologico composto da:

  • novenario cristiano di Santa Cristina del 1200 (Wikipedia: i novenari, nella tradizione popolare e sacra della Sardegna, sono luoghi nei quali le popolazioni di diversi paesi di un'area si riuniscono, per nove giorni prima della festività religiosa, attorno ad un santuario in aperta campagna, facendo vita comunitaria nelle cumbessias o muristenes, piccoli locali costruiti attorno alla chiesa dedicata al santo), caratterizzato dalla chiesetta e piccole costruzioni 
  • il villaggio nuragico del XIV sec. a.C. (vi consigliamo di curiosare dentro e fuori ai resti di questi antichi edifici) 
  • il Santuario nuragico del XI-IX sec. a.C.
Quest'ultimo conosciuto anche come il POZZO SACRO DI SANTA CRISTINA, considerato come un vero e proprio tempio. Curiosa la forma, singolare tutto ciò che ruota attorno a questo luogo, mistico e di grande interesse, tutt'ora protagonista e sotto ai riflettori di vari studiosi da tutto il mondo a cui dedicano ricerche per le varie spiegazioni a cui si possono interpretare l'uso a cui era destinato, ma soprattutto anche tante “magiche” connotazioni attribuitegli.
Il web, YouTube e scritti dedicano tante informazioni sul Pozzo di Santa Cristina, se volete approfondire l'argomento troverete tanto materiale e se siete come me, curiosi e affascinati da questi luoghi storici, verrete letteralmente inghiottiti da tutte queste spiegazioni che vi porteranno a comprendere il fascino dell'antichità e i suoi misteriosi simbolismi.
Ringrazio di cuore, la travel blogger Giuseppina di bimboinspalla.com per avermi segnalato questa come tappa imperdibile e gliene sono grata perché è veramente un luogo di grandi suggestioni.

Il nostro consiglio è quello di prendervi tempo, sia per leggere informazioni su questo luogo, ma soprattutto per ammirarlo in tutte le sue sfaccettature, dalla scala trapezoidale che ti porta nel ventre della terra, ma anche il foro del pozzo dove la luna ogni 18 anni e 6 mesi (lunistizio maggiore) si specchia nel fondo perpendicolarmente, invece negli equinozi di primavera e d'autunno, il sole illumina il fondo del pozzo, fino a toccare l'acqua, passando per il vano scale.

Un luogo davvero speciale!

Il nostro viaggio prosegue, lasciando questo magico posto e raggiungiamo ORISTANO. Piove. Ci fermiamo così al centro commerciale Porta Nuova in via Cagliari per riempire la cambusa e qui la Sardegna ci entra dritta dritta con i suoi prodotti tipici locali e la gastronomia. Un'affascinante esposizione di abiti tradizionali ed evocazioni storiche, feste e manifestazioni ben rappresentate al primo piano di questo ipermercato ci catapultano già in questa nuova terra tutta da scoprire.

cartina penisola sinis20191004 09592897

[credits mappa progetto ORIST'AMO - Esperienza Grafica]


La provincia di ORISTANO, sulla cartina turistica, indica 10 sentieri/percorsi trekking/ippovie e ben 80 spiagge... Un bel respiro e non facciamo prenderci dal panico e dall'ansia di vederle tutte: pura UTOPIA!

In queste 2 settimane (scarse) cercheremo di vedere le più belle, le più significative e anche di riposarci in questo “selvaggio west”.

La nostra prima tappa è Is Arenas.

  01 - Sardegna - Complesso Santa Cristina - novenario Cristina.jpg 02 - Sardegna - Complesso Santa Cristina - villaggio nuragico.jpg 03 - Sardegna - Complesso Santa Cristina - villaggio nuragico.jpg 04 - Sardegna - Complesso Santa Cristina - villaggio nuragico.jpg 05 - Sardegna - Complesso Santa Cristina - villaggio nuragico - interno nuraghe.jpg 06 - Sardegna - Complesso Santa Cristina - villaggio nuragico.jpg 07 - Sardegna - Complesso Santa Cristina - pozzo santa Cristina - dettaglio.jpg 08 - Sardegna - Complesso Santa Cristina - pozzo santa Cristina.jpg 09 - Sardegna - Complesso Santa Cristina - pozzo santa Cristina - dettaglio gradinata.jpg 10 - Sardegna - Complesso Santa Cristina - pozzo santa Cristina.jpg 11 - Sardegna - Oristano  prodotti tipici.jpg 12 - Sardegna - Oristano - abiti tradizionali.jpg 13 - Sardegna - Oristano - abiti tradizionali.jpg 14 - Sardegna - Oristano - abiti tradizionali.jpg

 

IS ARENAS

sardegna spiaggia is arenas

Ci sistemiamo nel campeggio omonimo, che in questo periodo (fine agosto) applica la tariffa € 25,00 ad equipaggio. Pini, acacie, eucalipti, una zona bellissima per gli amanti della natura.
Il mare si raggiunge con l'accesso diretto dal campeggio, con una piccola passeggiata che si percorre su una passerella su una duna caratterizzata da tantissimi gigli marini e ai nostri occhi l'effetto WOW della prima spiaggia di questa nostra vacanza in Sardegna è assicurato!
Una lunga spiaggia di sabbia dorata (circa 6 chilometri) e un mare da favola che cambia colore a seconda della luce del giorno, spazia dal blu intenso al verde smeraldo, interrotto solo dal colore delle conchiglie color nocciola sulla battigia. Lo spazio non manca, il lungo arenile è a disposizione di noi villeggianti, soprattutto dal fatto che qui le spiagge sono LIBERE!

La spiaggia di Is Arenas ci da il benvenuto con un affascinante tramonto, il primo di una lunga serie di questa vacanza.

Decidiamo di fermarci qua 3 notti, perché a piedi abbiamo pianificato di raggiungere altre spiagge.

  01 - Sardegna - Camping Is Arenas.jpg 02 - Sardegna - Camping Is Arenas.jpg 02bis - Sardegna - Camping Is Arenas.jpg 03 - Sardegna - Camping Is Arenas - blocco servizi.jpg 04 - Sardegna - Camping Is Arenas - lavabi.jpg 05 - Sardegna - Camping Is Arenas - spazio giochi.jpg 06 - Sardegna - Camping Is Arenas - ristorante pizzeria.jpg 07 - Sardegna - Camping Is Arenas - campo giochi.jpg 08 - Sardegna - spiaggia Is Arenas.jpg 09 - Sardegna - spiaggia Is Arenas - gigli marini.jpg 10 - Sardegna - spiaggia Is Arenas.jpg 11 - Sardegna - spiaggia Is Arenas.jpg 12 - Sardegna - spiaggia Is Arenas.jpg 13 - Sardegna - spiaggia Is Arenas - tramonto.jpg

 

SA CAPANNA e S'ARCHITTU

sarchittu

Dalla spiaggia di Is Arenas, Lorenzo ed io raggiungiamo queste due bellezze costiere che si trovano verso nord. È una bella camminata di circa 12 chilometri andata e ritorno, ci portiamo anche i sandalini da scogli perché il percorso è misto, un breve tratto è anche sulla strada statale.

Sa Capanna è l'insenatura sotto alla torre del Pozzo (conosciuta anche come Su Puttu) che racchiude un mare bellissimo, la sorpassiamo per raggiungere quella che è la vera attrazione naturale in questa zona: S'Archittu.

È l'arco naturale alto circa 15 metri scavato nei sedimenti calcareo-marnosi che le hanno dato la curiosa forma della lettera greca omega. Ci fermiamo nella spiaggia di fronte ammirando questo affascinante arco che si staglia nelle bianche falesie e da contrasto sono i colori del mare e delle canoe/kayak colorate che percorrono in lungo e in largo questo tratto di costa.

Nella camminata di ritorno verso Is Arenas ci fermiamo ad immortalare gli innumerevoli gigli marini che caratterizzano le dune in queste spiagge di rara bellezza.

  01 - Sardegna - da Is Arenas verso Sa Capanna.jpg 01bis - Sardegna - Torre del Pozzo.jpg 02 - Sardegna - Sa Capanna.jpg 03 - Sardegna - spiaggia di Sa Capanna.jpg 04 - Sardegna - Sa Capanna e Torre del Pozzo.jpg 05 - Sardegna - Torre del Pozzo - scorcio.jpg 06 - Sardegna - spiaggia S'Archittu.jpg 07 - Sardegna - verso l'arco di S'Archittu.jpg 08 - Sardegna - Arco di S'Archittu.jpg 09 - Sardegna - Arco di S'Archittu.jpg

 

Verso IS BENAS

verso is benas

Vorremmo raggiungere questa caletta che si trova a sud da Is Arenas. Camminiamo sul bagnasciuga, il pomeriggio è piacevole e la temperatura gradevole. I piedi in alcuni tratti affondano nella sabbia e così ci rendono la percorrenza un po' più difficoltosa rispetto alla passeggiate precedente (vedi Sa Capanna e S'Archittu), purtroppo non siamo riusciti a raggiungere Is Benas, ma ci siamo andati vicini.
In compenso ci siamo goduti questo tratto della spiaggia di Is Arenas in piena tranquillità, centinaia di metri senza incontrare persone, solo noi e la natura incontaminata e di grande fascino.
Ci imbattiamo, in questa nostra passeggiata “on the beach” verso sud, in alcuni bagnanti nudisti e quindi il nostro consiglio è quello di non scandalizzarsi, perché da quello che si legge in rete è inserita nella lista delle spiagge “no tessili” della Sardegna e quindi cosa ormai assodata di frequentazione da chi ha scelto questo tipo di esposizione al sole.

Dopo aver lasciato il Camping Is Arenas, la nostra prossima tappa è Su Pallosu. 

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SU PALLOSU e la spiaggia dei gatti

su pallosu

Questa è una tappa d'obbligo per chi ama i gatti, ebbene sì perché Su Pallosu è diventata famosa come la “spiaggia dei gatti”, perché qui si trova una colonia felina gestita da Andrea Atzori e dalla moglie Irina. L'accesso è consentito previa prenotazione (cell. 3408842834 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – offerta libera) è vietato a chi possiede altri animali, ai bambini inferiori ai 6 anni ed entrare con cibo nelle mani.
Ci accoglie Andrea Atzori, figlio di Giovanni Atzori, detto Gianni che fu maestro elementare, figura politica oristanese e uomo di cultura, ma soprattutto fu uno dei primi pescatori subacquei di questa zona, esplorando i fondali, ma una cosa che lo ricorda in particolar modo è la lavorazione di svariati materiali quali l'ossidiana e i coralli. Tutto questo per dirvi che la visita alla colonia felina di Sa Pallosu è un'esperienza di conoscenza del territorio perché all'interno oltre a conoscere i 45 gatti che vivono attualmente qui e Andrea li presenta uno ad uno con il proprio nome e tipicità e carattere, ci racconta anche della Penisola del Sinis. Un piccolo museo che raccoglie e parla di un territorio di rara bellezza e soprattutto dove la natura la fa da padrona.

E così in questa visita scopriamo alcune caratteristiche curiose dei gatti e dei loro comportamenti, alcuni di loro ci vengono incontro facendosi accarezzare, altri invece restano nelle loro postazioni, ignari della nostra presenza.

Andrea ci accompagna fino alla spiaggia, visto l'orario (ore 11.30) i gatti non sono lì, infatti ci spiega che vanno liberamente quando ne hanno voglia, maggiormente al mattino presto o verso sera.
Una visita molto interessante e di grande fascino. Da qui in avanti siamo nella Penisola del Sinis.

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PENISOLA DEL SINIS


Il Sinis una parola palindroma, formata da 5 lettere che racchiudono ciò che realmente è:


Spiagge
Incontaminate
Natura
Incontrastata
Selvaggia

Siamo nell'area marina protetta Penisola del Sinis – Isola Mal di Ventre e le spiagge che andremo a raccontarvi lasciano attoniti e ognuna regala emozioni indimenticabili.




SA MESA LONGA

sa mesa longa

Lasciamo il camper nell'ampio parcheggio dove si trovano altri mezzi. Incastonata tra le falesie di Capo Mannu e il litorale di su Pallosu, questa baia è una piscina naturale racchiusa da basse falesie, il fascino è dato dai colori che spaziano dal giallo ocra della sabbia, di grana fine, al rosso-rosato della battigia, dalle bianche falesie e dal nero degli scogli. È davvero un incanto questa spiaggia!

Difficile non resistere di indossare maschera e pinne per andare a perlustrare queste acque limpide che cosa offrano come spettacolo della natura, la curiosità viene ripagata in quanto Lorenzo riesce ad avvistare una razza.

Purtroppo, il maltempo ci costringe ad abbandonare la spiaggia e a rintanarci in camper e decidere se restare o raggiungere Cabras e visitare il museo, che ci era stato consigliato da Pina, conosciuta al Nuraghe Losa. Optiamo per la seconda scelta, visto che la pioggia non accenna a placarsi e soprattutto le previsioni non sono ottimistiche anche per il giorno successivo.

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il museo di CABRAS

cabras museo giganti

È conosciuto come il “paese dei giganti” in quanto all'interno del museo sono custoditi i Giganti di Mont’e Prama, ovvero possenti statue in pietra alte quasi 2 metri, ritrovamento risalente al 1974 nelle campagne a cui hanno dato il nome, si ritiene risalgano all’età del Ferro (VIII secolo a.C.).

Il museo archeologico Giovanni Marongiu di Cabras (visita a pagamento) mostra i reperti rinvenuti nella penisola del Sinis, oltre ai Giganti di Mont'e Prama, di grande fascino, interesse e soprattutto suggestione vista la loro mole, conosciuti anche come “pugilatori”, altro “pezzo forte” è il relitto di Mal di Ventre, risalente all'età romana che trasportava lingotti di piombo con inciso il nome del produttore, ogni lingotto pesava circa 33 chili e la cosa straordinaria è che è emersa da studi fatti è che è stato dimostrato l’eccezionale purezza del metallo, riconducibile alle zone minerarie della Sierra di Cartagena, in Spagna, area da cui verosimilmente proveniva la nave.

La giornata sta volgendo al termine, il maltempo non tenta a placarsi e ci fermiamo a fare un po' di spesa al supermercato nelle adiacenze del museo e decidere dove sostare per la notte.

Decidiamo di spostarci in un piccolo paesino dove si tiene questo week-end una festa religiosa e folclore e così ci spostiamo di pochi chilometri per raggiungere San Salvatore di Sinis.

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SAN SALVATORE DI SINIS E LA CORSA DEGLI SCALZI a CABRAS

san salvatore sinis
Sostano altri camper nei parcheggi adibiti alla festa che ogni anno attira migliaia di persone, è la “CORSA DEGLI SCALZI”, una festa religiosa, dove le tradizioni si fondono anche con il folklore.

Questo gruzzolo di case dall'aspetto molto particolare, basse e color pastello, è stata la scenografia di un film western di Sergio Leone “C'era una volta il west”, ci incuriosisce la cosa e siamo in trepidante attesa di visitarlo il giorno seguente.

Il paese è abbellito a festa, ma non solo per le bancarelle che espongono leccornie e prodotti tipici, ma perché i vicoli del paese sono ricoperti da un manto odoroso fatto di petali di fiori, rosmarino, lentisco e mirto, qui passano “is curridoris” ovvero 900 uomini scalzi che vestiti con la tipica tunica bianca, riporteranno il simulacro di San Salvatore a Cabras, in quanto esattamente il mattino precedente l'avevano portato qui a San Salvatore con la stessa modalità, ovvero di corsa e scalzi.
Le viuzze e le case di San Salvatore tutte decorate a festa, il colore bianco e rosso è quello che sovrasta su tutto, dato dalle bandierine appese, le case aperte dove gli abitanti offrono la vernaccia di Oristano e le donne vestite con i tipici costumi locali offrono la spilla che simboleggia la corsa degli scalzi. Pure noi ci addentriamo in questo folclore e ci sentiamo parte di questa grande festa, dove trionfa la genuinità e soprattutto la generosità della gente del posto. San Salvatore è indubbiamente intriso di gran fascino, non solo per il suo aspetto da “far west”, ma anche per l'atmosfera “fuori dal tempo” che emana in ogni suo angolo.

Una signora in costume tipico invita a baciare la piccola statua del Salvatore, chiamata “Santu Srabadoreddu”, che verrà portata il lunedì mattina dalle donne vestite a festa, a piedi scalzi, da San Salvatore a Cabras e questo chiuderà i festeggiamenti.

Ma torniamo a noi e alla “CORSA DEGLI SCALZI” di domenica 1° settembre 2019. Dunque, eravamo rimasti a “vernaccia per tutti”, il paese in festa, il Simulacro di San Salvatore all'interno della piccola chiesetta e agli abitanti del paesino che chiacchierano e festeggiano. Una signora del luogo ci consiglia di spostarci a CABRAS, dove arriveranno “gli scalzi” verso sera portando il simulacro e dove termineranno i festeggiamenti, perché come dice lei “qui a San Salvatore, vedete poco perché c'è solo la partenza!”.
cabras corsa scalzi
Quindi, accendiamo il motore del camper e ci spostiamo ritornando al paese di CABRAS che dista circa 8/9 chilometri, parcheggiamo adiacente a piazza Stagno dove si trovano anche altri mezzi.
Tra un temporale ed un altro riusciamo a farci una passeggiata per visitare il paese, incontriamo uno degli “scalzi” che si accinge a farsi accompagnare in auto al paesino da dove partiranno, riusciamo a scambiare qualche chiacchiera e ci racconta tante curiosità in merito a questo ruolo, perché per essere uno dei “is curridoris” è necessario avere almeno uno dei requisiti legati al paese di Cabras e alle proprie origini. Poi tante altre curiosità che accrescono sempre di più la nostra smania di assistere alla parte finale di questa festa, che presumiamo sia molto caratteristica.

L'arrivo degli “scalzi” è previsto verso le ore 19.00. Ci appostiamo nelle adiacenze del ponte del Riu Tanui perché come ci aveva consigliato la signora di San Salvatore è uno dei punti più strategici per vedere l'arrivo degli scalzi. L'evento richiama un gran numero di persone, soprattutto locali ma anche turisti.

L'arrivo degli scalzi è annunciato dal botto di un fuoco d'artificio e in lontananza si scorgono gli uomini che di corsa entrano in Cabras, le vesti ormai non più bianche, ma sporche dal fango e i segni della stanchezza della fatica sui volti dei curridoris dicono molto di più di mille parole, ma quello che fa venire la pelle d'oca è la tenacia di questa corsa e soprattutto questa processione dove si odono le voci che gridano “Evviva Santu Srabadori” l’inno urlato a squarciagola dagli scalzi.

Vi confesso che mi sono emozionata, è tutto così coinvolgente e caratteristico che sembra di non essere più un turista, ma bensì ci si sente parte di questa festa, traslati nel tempo, nelle tradizioni, nel trasporto emotivo che tutta l'atmosfera emana. La processione degli scalzi prosegue fino alla Chiesa di Cabras dove verrà riposto il simulacro di San Salvatore. Seguono i fuochi d'artificio, tanti e festosi.

Un meraviglioso tramonto sullo stagno di Cabras celebra l'arrivo di San Salvatore e degli scalzi. Il temporale successivo rovinerà i festeggiamenti che di solito si svolgono in piazza tra balli, spettacoli e la bottarga di muggine “l'oro di Cabras”.

Domattina il programma è inizialmente poco allettante: bucato alle lavatrici automatiche a Cabras, ci hanno consigliato la “lavanderia Florenwash Acquamarina”.

Dopo il bucato, proseguiremo alla scoperta della Penisola del Sinis e delle spiagge. Mentre siamo intenti al bucato e in attesa che finisca lavaggio e asciugatura, sentiamo un botto, è il rientro di “Santu Srabadoreddu” (il San Salvatore piccolo) che le donne in abiti tipici e scalze hanno portato da San Salvatore a Cabras e con questo si concludono i festeggiamenti.
Il nostro viaggio prosegue, ci hanno consigliato un luogo “magico”, l'importante è avere questi requisiti: amare la natura, avere una buona scorta di alimenti e soprattutto desiderare di vivere le giornate senza vita mondana.

  01 - Sardegna - S. Salvatore di Sinis - scorcio.jpg 02 - Sardegna - S. Salvatore di Sinis - festa.jpg 03 - Sardegna - S. Salvatore di Sinis - via in festa.jpg 04 - Sardegna - S. Salvatore di Sinis - scorcio.jpg 05 - Sardegna - S. Salvatore di Sinis - corsa degli scalzi - decori.jpg 06 - Sardegna - S. Salvatore di Sinis - spille corsa degli scalzi.jpg 07 - Sardegna - S. Salvatore di Sinis - simulacro S. Salvatore.jpg 08 - Sardegna - S. Salvatore di Sinis - Santu Srabadoreddu - abito tipico.jpg 09 - Sardegna - S. Salvatore di Sinis - abito tipico.jpg 10 - Sardegna - S. Salvatore di Sinis - scorcio.jpg 11 - Sardegna - Cabras - stagno.jpg 12 - Sardegna - Cabras - piazza Stagno.jpg 13 - Sardegna - Cabras - chiesa Santa Maria.jpg 14 - Sardegna - Cabras - Corsa degli Scalzi - is curridoris.jpg 15 - Sardegna - Cabras - Corsa degli Scalzi - arrivo curridoris.jpg 16 - Sardegna - Cabras - Corsa degli Scalzi - arrivo curridoris.jpg 17 - Sardegna - Cabras -Corsa degli Scalzi - arrivo curridoris.jpg 18 - Sardegna - Cabras - tramonto stagno.jpg 19 - Sardegna - Cabras - tramonto stagno.jpg 20 - Sardegna - Cabras - Corsa degli Scalzi - arrivo.jpg 21 - Sardegna - Cabras - Corsa degli Scalzi - arrivo.jpg

 

MARI ERMI

mari ermi

Ci piazziamo nell'agricamping Tanca Is Muras da Angelo, consigliato da amici. L'effetto WOW qui è assicurato. Il camper è a pochi metri da una delle spiagge più belle della Sardegna.

Il luogo è magico, l'agricamping un po' meno, le docce sono a pagamento (€ 0,50 ogni 2 minuti, acqua calda se arrivi in tempo), acqua non potabile... Ce ne freghiamo (utilizzeremo i servizi/docce/lavavo ecc. del camper; al carico dell'acqua aggiungiamo il disinfettante), il prezzo giornaliero è accettabile (€ 15 + € 3 per la corrente – settembre 2019) e decidiamo di restare alcuni giorni, vista la spettacolarità del luogo e la comodità di poter raggiungere altre spiagge con le biciclette.

Non innamorarsi di Mari Ermi è quasi impossibile, ovunque lo sguardo cada è un miracolo della natura: lo stagno con i fenicotteri alle spalle, una duna con i gigli marini e la spiaggia di quarzo bianco, un mare azzurro che cambia e diventa smeraldo, ma soprattutto ha una particolarità... incanta ed entra nel cuore. Nelle giornate terse si scorge all'orizzonte l'isola di Mal di Ventre, in campidanese Malu Entu (cattivo vento). Per visitarla sono disponibili varie possibilità per escursioni in giornata (valuteremo i prossimi giorni se andare o meno).

Ma la spettacolarità di Mari Ermi non è soltanto diurna.

I nostri spettacoli serali: ore 19.54 (orario di questo periodo, siamo ai primi di settembre) un tramonto da togliere il fiato, ma il meglio è il programma in prima serata, ovvero un cielo pieno di stelle che sembra di toccarlo. La via lattea è lì, insieme a Cassiopea, al Grande Carro e a tutte le altre sorelle del firmamento. Stendersi in spiaggia e ammirare questo miracolo della natura fa sentire bene e noi ci sentiamo veramente al top in questo luogo magico.

  01 - Sardegna - Mari Ermi - agricamping Tanca Is Muras.jpg 01bis - Sardegna - Mari Ermi - agricamping Tanca Is Muras.jpg 02 - Sardegna - Mari Ermi - noi.jpg 03 - Sardegna - Mari Ermi - sassolini di quarzo.jpg 04 - Sardegna - Mari Ermi - spiaggia - relax.jpg 05 - Sardegna - Mari Ermi - spiaggia.jpg 06 - Sardegna - Mari Ermi - stagno.jpg 07 - Sardegna - stagno e fenicotteri.jpg 08 - Sardegna - Mari Ermi - divieto spiaggia.jpg 09 - Sardegna - Mari Ermi - spiaggia.jpg 10 . Sardegna - Mari Ermi - spiaggia.jpg 10bis - Sardegna - Mari Ermi - spiaggia.jpg 11 - Sardegna - Mari Ermi - tramonto.jpg 12 - Sardegna - Mari Ermi - tramonto.jpg 13 - Sardegna - Mari Ermi - agricamping al tramonto.jpg 14_-_sardegna_-_mari_ermi_-_tramonto_bellissimo.jpg

 

MAIMONI

maimoni

Scarichiamo le biciclette, ci hanno consigliato la spiaggia di Maimoni, bella come le vicine Is Arutas e Mari Ermi, che dista circa 6 chilometri dall'agricampeggio.
Tra una pedalata e l'altra nella stradina che comodamente collega le due località, respiriamo a pieni polmoni il profumo della macchia mediterranea che il vento di maestrale diffonde nell'aria.

La spiaggia è di sabbia chiara e sassolini di quarzo bianco più piccoli di Mari Ermi. Ha alle sue spalle le tipiche capanne di falasco, un pianta spontanea che cresce nei luoghi umidi, queste trasformate in ristorante. Le incontreremo anche in altre spiagge e completano in maniera molto caratteristica questi luoghi di rara bellezza.

A Maimoni, il vento di maestrale però ha fatto da padrone anche in questa spiaggia che purtroppo ha riempito di posidonia... Pur non rovinando il suo bell'aspetto.

Protagonisti della giornata? Cavalloni bianchi e spumeggianti da divertirsi come bambini.

  01 - Sardegna - spiaggia Maimoni.jpg 02 - Sardegna - spiaggia Maimoni - capanne falasco.jpg 03 - Sardegna - spiaggia Maimoni.jpg 04 - Sardegna - spiaggia Maimoni.jpg 05 - Sardegna - spiaggia Maimoni.jpg 06 - Sardegna - spiaggia Maimoni - granelli quarzo.jpg 07 - Sardegna - spiaggia Maimoni - onde.jpg 08 - Sardegna - spiaggia Maimoni.jpg 09 - Sardegna - in bici da Maimoni a Mari Ermi.jpg


IS ARUTAS

is arutas

È la più famosa della penisola del Sinis, qualcuno dice la più bella, sicuramente la più iconica, la più discussa, perché spesso al centro delle cronache, in quanto i controlli non mancano e molti turisti vengono multati perché colti in flagrante a “rubare” i sassolini per portarli a casa come souvenir, addirittura in loco, si dice che la sua attuale connotazione non sia addirittura quella originale, perché una parte sembra sia stata ripristinata e riadattata.

È conosciuta per i chicchi di quarzo bianco e rosa tenue che compongono la spiaggia, racchiusa da due scogliere rocciose, il mare turchese e smeraldo. Lasciamo a voi decidere qual è la più spettacolare, qui è veramente difficile stilare una statistica, perché tutte hanno una particolarità che le rende uniche.

Dall'agricampeggio, dove siamo con il camper, la spiaggia di Is Arutas la raggiungiamo in fretta con le biciclette, dista circa un chilometro e mezzo.

Oggi ci concediamo anche un'esperienza gastronomica di pesce, ci fermiamo a pranzo da Attilio, che si trova proprio nelle capanne di falasco di fronte alla spiaggia di Is Arutas. Pochi piatti proposti, ben cucinati e buon rapporto qualità/prezzo.

E il pomeriggio lo trascorriamo in questa incantevole spiaggia, che nonostante sia inizio settembre e un giorno feriale è piena di bagnanti. È molto gettonata ci dice una signora del luogo perché è anche facilmente accessibile, ci sono ampi parcheggi, invece Mari Ermi, altrettanto bella (per noi forse anche di più di Is Arutas), è più difficile da raggiungere, in quanto ci sono strade sterrate.

Is Arutas bella in ogni angolazioni la si voglia guardare... Poche parole, ma condividiamo le foto che abbiamo scattato, così potrete capire la bellezza del luogo!

  01 - Sardegna - Is Arutas - trattoria da Attilio.jpg 02 - Sardegna - Is Arutas - trattoria da Attilio.jpg 03 - Sardegna - Is Arutas - trattoria da Attilio - antipasti misti di mare.jpg 04 - Sardegna - Is Arutas - trattoria da Attilio - ravioli di cernia con bottarga.jpg 05 - Sardegna - Is Arutas - tra5ttoria da Attilio - trofie ai crostacei.jpg 06 - Sardegna - Is Arutas - spiaggia - noi.jpg 07 - Sardegna - Is Arutas - spiaggia.jpg 08 - Sardegna - Is Arutas - spiaggia.jpg 09 - Sardegna - Is Arutas - chicchi quarzo.jpg


S'ARENA SCOADA e S'ARCHITEDDU

sarena scoada

L'obiettivo di questa giornata è quello di raggiungere Putzu Idu, da dove siamo noi con il camper all'agricamping Tanca Is Muras, per intenderci verso nord.
Quindi partiamo con le biciclette, zainetto in spalla, pranzo al sacco e percorrendo sentieri sterrati costeggiamo il mare. Il primo tratto è caratterizzato dagli stagni, sotto alle dune di Mari Ermi, dove si scorgono i fenicotteri che con la testa immersa nell'acqua, sono intenti a cercare cibo.

Il percorso ci regala emozioni inaspettate, qualche piccola salita e ci troviamo proprio al di sopra di bianche falesie con un mare che offre cromatismi che vanno dal color acquamarina al color smeraldo, fino al blu intenso. Paesaggi e scorci mozzafiato, dipinti dalla mano sapiente di Madre Natura. Una tavolozza di colori difficili da dimenticare...

Chilometri di paesaggio senza scorgere essere umani, nessun insediamento urbano, siamo immersi in un silenzio, dove gli unici suoni che udiamo sono solo le onde che si infrangono nelle falesie.

L'ultimo tratto prima di raggiunge S'Arena Scoada è terribile, un chilometro di sentiero formato da grossi sassi, siamo costretti a procedere con le biciclette a mano. Abbiamo percorso ormai circa 8 chilometri, è quasi mezzogiorno e così preferiamo fermarci in questa spiaggia e non proseguire fino a Putzu Idu.

La spiaggia di S'Arena Scoada è quella del paese, abbastanza affollata pur essendo settembre. È comunque molto bella, ha un aspetto quasi tropicale, la sabbia di colore chiaro ha frammenti di quarzo, gli scogli ai lati di questa baia sono levigati. Lorenzo ed io, dopo pranzo, ci incamminiamo per una bella passeggiata e raggiungiamo un punto di grande fascino dove scorgiamo un arco naturale: è S'Architeddu!

Anche oggi una scorpacciata di luoghi meravigliosi della natura, anche lo snorkeling a S'Arena Scoada ha portato le sue scoperte: un polipo, delle muggini, delle orate ecc.
Il rientro all'agricamping risulta più impegnativo dell'andata, è tornato il maestrale. Se non l'avete mai provato, vi diciamo solo che è un vento cafone, invadente e arrogante, ma anche affascinante... Però su questi sentieri sterrati in vetta alle falesie e dover pedalare, ahimè non è molto simpatico!
Arriviamo al camper abbastanza stanchi, ma l'escursione di oggi è davvero indimenticabile, del resto tutte le conquiste debbono essere sudate, o no?!

In serata ci concediamo l'ultimo spettacolo di questo cielo stellato sdraiati sulla spiaggia di Mari Ermi, in quanto domani ci spostiamo.

  01 - Sardegna - da Mari Ermi a S'Arena Scoada.jpg 02 - Sardegna - da Mari Ermi a S'Arena Scoada.jpg 03 - Sardegna - da Mari Ermi a S'Arena Scoada.jpg 04 - Sardegna - da Mari Ermi a S'Arena Scoada.jpg 05 - Sardegna - da Mari Ermi a S'Arena Scoada.jpg 06 - Sardegna - da Mari Ermi a S'Arena Scoada.jpg 07 - Sardegna - da Mari Ermi a S'Arena Scoada.jpg 08 - Sardegna - S'Arena Scoada - spiaggia.jpg 09 - Sardegna - S'Arena Scoada - spiaggia.jpg 10 - Sardegna - S'Arena Scoada - spiaggia.jpg 11 - Sardegna - da S'Arena Scoada a S'Architeddu.jpg 12 - Sardegna - da S'Arena Scoada a S'Architeddu.jpg 13 - Sardegna - baia S'Arena Scoada.jpg 14 - Sardegna - S'Architeddu.jpg 15 - Sardegna - da S'Arena Scoada a Mari Ermi.jpg 16 - Sardegna - da S'Arena Scoada a Mari Ermi.jpg


FUNTANA MEIGA

funtana meiga

Ci spostiamo di una decina di chilometri verso capo San Marco, ci fermiamo alla spiaggia di Funtana Meiga (un nome particolare, uno dei tanti, che suona come “fontana miracolosa” - forse un tempo c'era una fonte termale qui). Molto affascinante con le sue piccole falesie rosate alternate a dune con macchia mediterranea. Il mare è tumultuoso oggi, il maestrale lo increspa, fino a formare cavalloni alti e spumeggianti.
Un bagno veloce perché l'aria è fresca, ci asciughiamo e poi proseguiamo verso CAPO SAN MARCO, dove visiteremo l'area archeologica di Tharros, la spiaggia di San Giovanni in Sinis, con la sua chiesetta, all'inizio del borgo omonimo, ma l'obiettivo è quello di raggiungere a piedi il faro che si trova proprio sulla punta protesa verso il mare.

  01 - Sardegna - Funtana Meiga - spiaggia.jpg 02 - Sardegna - Funtana Meiga - spiaggia.jpg 03 - Sardegna - Funtana Meiga - spiaggia.jpg 04 - Sardegna - Funtana Meiga - spiaggia.jpg 05 - Sardegna - Funtana Meiga - spiaggia dal camper.jpg

 

CHIESA SAN GIOVANNI DI SINIS

chiesa san giovanni sinis

Difficile non notarla, è proprio vicina ai parcheggi. Una chiesa paleocristiana, un edificio piccolo e molto raccolto costruito in arenaria, le sue origini risalgono al periodo bizantino di metà del VI secolo anche se la sua attuale veste risale all'età alto medievale.
L'interno a tre navate illuminato da una tenue luce soffusa data dalle piccole finestre ha un fascino antico e di grande suggestione.
Proseguiamo la nostra visita e andiamo verso Tharros, ma prima ci fermiamo alla spiaggia di San Giovanni in Sinis.

  01 - Sardegna - Chiesa S.Giovanni di Sinis.jpg 02 - Sardegna - Chiesa S.Giovanni di Sinis - interno.jpg 03 - Sardegna - Chiesa S.Giovanni di Sinis - interno.jpg 04 - Sardegna - Chiesa S.Giovanni di Sinis - tabernacolo.jpg


SPIAGGIA DI SAN GIOVANNI IN SINIS

spiaggia san giovanni sidis

Prima di raggiungere il sito archeologico di Tharros, diamo una sbirciata a questa spiaggia preceduta da un tappeto di gigli bianchissimi, un profumo inebriante, che ci accompagna fino ad ammirare questa incantevole baia di circa un paio di chilometri. Spicca la torre spagnola, intitolata a san Giovanni e costruita da Filippo II tra 1580 e 1610 per far fronte alle incursioni piratesche.

  01 - Sardegna - spiaggia S.Giovanni di Sinis.jpg 02 - Sardegna - spiaggia S.Giovanni di Sinis.jpg 03 - Sardegna - spiaggia S.Giovanni di Sinis.jpg 04 - Sardegna - spiaggia S.Giovanni di Sinis -gigli.jpg


AREA ARCHEOLOGICA DI THARROS

tharros

Ingresso a pagamento (avevamo acquistato il biglietto cumulativo al museo di Cabras), ci sono visite guidate gratuite ad orari stabiliti.

Ma che cos'era Tharros? Ma di quale epoca era? Ecco appunto, Tharros conserva resti nuragici perché prima dell'arrivo dei Fenici, qui c'era un insediamento del popolo locale, l'arrivo poi dei Romani che costruirono sopra l'antico insediamento una vera e propria città, dove ancora oggi si possono ammirare gli antichi resti, di grande suggestione. Arrivata ai giorni nostri ancora intatta è la strada più importante di tale settore, chiamato cardo maximus, si pensa fosse una via cerimoniale in quanto non presenta traccia di solchi dei carri.

Le due colonne che si stagliano da questa area archeologica fanno parte del tempio tetrastilo. Non mancano le terme, presenti sempre nelle città romane, ma a Tharros sono anche presenti le necropoli, sia di età fenica e punica, che di età romana.

A Tharros c'è tanta storia, secoli e secoli di popoli che si sono avvicendati qui, una posizione strategica a controllo del mare, sulla punta estrema della Penisola si poteva osservare da nord a sud il traffico marittimo e i popoli antichi non si facevano sfuggire questi luoghi...
La fine di Tharros fu nel 1050 d.C. per dare origine ad Aristiane, l’attuale Oristano.

01 - Sardegna - area archeologica di Tharros.jpg 02 - Sardegna - area archeologica di Tharros.jpg 03 - Sardegna - area archeologica di Tharros.jpg 04 - Sardegna - area archeologica di Tharros.jpg 05 - Sardegna - area archeologica di Tharros.jpg 06 - Sardegna - area archeologica di Tharros.jpg  


CAPO SAN MARCO

capo san marco

Una passeggiata di circa un paio di chilometri che dall'area archeologica raggiunge la punta, ma ne vale davvero... Provare per credere!

Camminare su questa lingua di terra protesa nel mare e guardarsi attorno ed ammirare le meraviglie della natura non ha prezzo. Una di queste è il mare, tumultuoso e ondeggiato verso l'area marina protetta della Penisola del Sinis, tranquillo e calmo invece nel Golfo di Oristano (mar morto e mare aperto). Ma anche una vegetazione rigogliosa da ammirare, fotografare, curiosare, dove le bacche colorate interrompono il verde, tanto mirto, ancora acerbo, che tra circa un paio di mesi sarà a giusta maturazione per essere macerato nell'alcool e diventare quello straordinario liquore famoso in tutta la Sardegna (assolutamente da comperare per ricordare questa meravigliosa terra!).

Raggiungere il faro di Capo San Marco è come aver tagliato un traguardo, “dominiamo” dall'alto questo istmo di terra, di grande fascino e suggestione. L'edificio non è visitabile in quanto ancora funzionante e zona militare.

Rientriamo da questa bella passeggiata immersi nella natura e ripreso il camper, raggiungiamo l'ultima tappa di questo nostro tour in Sardegna alla scoperta della Penisola del Sinis, ovvero Torregrande.

  01 - Sardegna - verso capo San Marco.jpg 02 - Sardegna - capo San Marco - i due mari.jpg 03 - Sardegna - capo San Marco - natura.jpg 04 - Sardegna - capo San Marco - faro.jpg 05 - Sardegna - capo San Marco - mirto.jpg 06 - Sardegna - capo San Marco - natura.jpg 07 - Sardegna - capo San Marco - la Caletta.jpg 08 - Sardegna - capo San Marco - scorcio.jpg 09 - Sardegna - capo San Marco - scorcio.jpg 10 - Sardegna - capo San Marco - spiaggia S.Giovanni di Sinis.jpg


TORREGRANDE

torregrande

Di nome e di fatto, nel senso che al centro del paese troneggia questa torre, per l'appunto “grande”, possente e imponente. Fu costruita a partire dal 1542, fa parte del sistema di torri costiere per l’avvistamento e la difesa, soprattutto durante il periodo spagnolo, data la sua mole è considerata la la più grande fortezza di età spagnola della Sardegna.

Ci piazziamo nell'area camper che si trova all'interno di un luogo ombreggiato e soprattutto vicino al centro del paese. Accettano anche caravan e tende. Il prezzo giornaliero ad equipaggio varia dai 15 ai 23 euro al giorno a seconda del periodo Ci accoglie Susan Spanu Meli, con cui eravamo già in contatto attraverso Facebook, affabile e cordiale, socia della cooperativa che gestisce l'area, ci da il benvenuto qui, a Torregrande, la nostra ultima meta.

La spiaggia di Torregrande è un litorale di sabbia, lunga circa tre chilometri, sabbia dorata, il mare che degrada lentamente, un mare adatto a tutti, grandi e piccini.

Torregrande viene considerata la “spiaggia di Oristano”, perché la città dista pochi chilometri ed è la più comoda da raggiungere.

Il mare è bello, limpido, oggi sembra d'argento, una luce particolare gli conferisce questo colore. Ultimi bagni di mare prima di lasciare la Sardegna e ultime passeggiate sul bagnasciuga. Ma prima di rientrare decidiamo un'ultima esperienza per portarci nel cuore e nei ricordi non soltanto la bellezza della natura e del mare, ma anche il sapore tipico di questa terra.

  01 - Sardegna - Torregrande - chiesa Maria Stella Maris.jpg 02 - Sardegna - Torregrande - la torre.jpg 03 - Sardegna - Torregrande - la spiaggia.jpg 04 - Sardegna - Torregrande - la spiaggia.jpg 05 - Sardegna - Torregrande - la spiaggia.jpg 06 - Sardegna - Torregrande - la spiaggia.jpg 07 - Sardegna - Torregrande - la spiaggia.jpg 08 - Sardegna - Torregrande - mare.jpg 09 - Sardegna - Torregrande - la spiaggia.jpg 10 - Sardegna - Torregrande - area attrezzata.jpg 11 - Sardegna - Torregrande - area attrezzata.jpg


LA CUCINA SARDA

maialino sardo

Durante la nostra permanenza qui in Sardegna abbiamo fatto qualche esperienza “fai da te” di qualche piatto tipico cucinato in camper, come i ciccioneddos, un formato tipico di pasta, oppure i culurgiones (ravioli di forma particolare che assomiglia ad una spiga, sono ripieni di ricotta e menta), pane carassau e guttiau acquistati al supermercato e altre tipicità come la bottarga sulla pizza mangiata a Is Arenas, così come le seadas o sebadas (il raviolone ripieno di pecorino fresco e fritto a cui viene aggiunto il miele e si mangia come dolce), i dolcetti chiamati tiricche, ma anche la famosa birra Ichnusa che ha allietato alcune nostre serate.

Un discorso a parte lo riserviamo ai formaggi, in Sardegna si utilizza maggiormente il latte di pecora e gli innumerevoli greggi che si incontrano fanno ben intuire il motivo. Il pecorino è il classico, racconta la storia della pastorizia di questa terra. Vi consigliamo, prima di acquistarlo, non solo di assaggiarlo, ma anche di chiedere il prezzo al chilo, che può variare sensibilmente in base a dove lo si compera! Per i più coraggiosi c'è il casu marzu, detto anche  casu fràzigu o casu martzu (in italiano formaggio marcio) o formaggio con i vermi... c'è chi dice che con il pane carassau e un bel bicchiere di Carassau sia una vera e propria prelibatezza!

Le vacanze sono finite e a noi manca ancora il piatto “forte”: il porceddu, maialino, maialetto, poscheddu, porcetto... chiamatelo come volete, ma noi a fine vacanza non l'avevamo ancora assaggiato!

Decidiamo di raggiungere OLBIA, per poter essere nei paraggi e raggiungere facilmente il porto per l'imbarco del mattino seguente, quindi cenare con piatti tipici per l'ultima serata qui in Sardegna.

Una serie di telefonate a ristoranti e agricampeggi in zona Olbia, che potessero anche ospitarci per la notte con il camper (bere il vino Cannonau e mettersi subito in viaggio non è fattibile!). La signora Giovanna del Turismo Rurale La Rocca ci dice che i camperisti sono i benvenuti e soprattutto non ci sono problemi per la sosta notturna.

Il viaggio da Torregrande a Olbia è malinconico, ben diverso da quello dell'andata, si ha la consapevolezza che le vacanze sono giunte al termine, il cielo è grigio, sembra interpretare i nostri animi.
L'agriturismo LA ROCCA è nel cuore della Gallura, il località Santa Lucia a circa 10 chilometri dal porto. Menù a prezzo fisso e che dire? Pancia mia fatti capanna! Un tripudio di sapori tipici a noi sconosciuti, come la zuppa gallurese, la “mazza frissa”, naturalmente il piatto forte della serata è il maialetto al forno aromatizzato alle foglie di mirto... Che vale la pena davvero assaggiare!

Il marito della signora Giovanna ci indica dove parcheggiare il camper per essere in piano, mentre lei, da buona padrona di casa, ci saluta lasciandoci un ricordo di questa terra sarda: il Su Coccu. Un ciondolo, un antico amuleto sardo che preserva da sfighe e malocchio, la pietra si dice assorba le negatività.
Un tempo il Su Coccu veniva montato sulla spilla d’argento, lavorata a mano finemente e regalato ai bambini appena nati dalla nonna o dalla madrina per proteggerli dall’invidia e dal malocchio.
La nostra ultima serata in Sardegna si chiude con oggetto, uno dei tanti simbolismi del popolo sardo che amano rappresentare attraverso ciondoli e ninnoli le loro tradizioni. Una salvaguardia di storie antiche che vivono nel presente attraverso questi oggetti.
Ci imbarchiamo per il rientro in continente, il porto di OLBIA che ci ha visti sbarcare, quanto è “bastardo”! Ti accoglie all'arrivo a braccia aperte con entusiasmo e ti da il benvenuto in questa meravigliosa terra, poi ti accoglie per rispedirti sulla terraferma.
Un viaggio di ritorno con il mare un po' mosso, la nave pienissima di persone... e noi invece siamo pienissimi di ricordi di questa bellissima terra.


A si biri, Sardegna!

  01 -culurgiones.jpg 02 - pizza con bottarga di Cabras.jpg 03 - fritto misto e Ichnusa.jpg 04 - cicioneddos.jpg 05 - agricamping Turismo Rurale la Rocca - Olbia - camper.jpg 06 - agricamping Turismo Rurale la Rocca - antipasto verdure.jpg 07 - agricamping Turismo Rurale la Rocca - antipasto verdure.jpg 08 - agricamping Turismo Rurale la Rocca - mazza frissa.jpg 09 - agricamping Turismo Rurale la Rocca -antipasto verdure.jpg 10 - agricamping Turismo Rurale la Rocca - ricotta del pastore.jpg 11 - agricamping Turismo Rurale la Rocca - antipasto verdure.jpg 12  - agricamping Turismo Rurale la Rocca - tagliere salumi e formaggi.jpg 13 - agricamping Turismo Rurale la Rocca - zuppa gallurese.jpg 14 - agricamping Turismo Rurale la Rocca - gnocchetti al sugo pomodoro basilico e pecorino.jpg 15 - agricamping Turismo Rurale la Rocca - maialetto foglie mirto con patate.jpg 16 - agricamping Turismo Rurale la Rocca - seadas.jpg 17 - Sardegna - su coccu.jpg 18 - Sardegna - porto Olbia - viaggio di ritorno.jpg 19 - Sardegna - porto Olbia - viaggio di ritorno.jpg 20 - Sardegna - porto di Livorno - il ritorno in continente.jpg

 

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