Il dispositivo antisbandamento delle caravan è un’invenzione recente?
No, assolutamente. La necessità di stabilizzare il rimorchio era molto sentita agli albori del caravanning di massa per un motivo molto banale: le trattrici erano leggere e poco potenti ragion per cui i rimorchi, leggeri ma carichi dell’equipaggiamento necessario alle vacanze, tendevano a sbandare molto più di quelli attuali. I motivi quindi erano legati al peso e alla scarsa potenza dell’auto ma anche ai telai delle caravan, più primitivi, alla sezione e qualità degli pneumatici e all’impatto aerodinamico: questo era molto maggiore a causa delle ridotte dimensioni in altezza e larghezza della maggior parte delle macchine: a parte i furgoni e i fuoristrada, infatti, tutti i veicoli stentavano ad arrivare al metro e mezzo di altezza e a poco più di larghezza.
Quindi il problema dello sbandamento era ben sentito, anche più di adesso; mi ricordo i trasferimenti autostradali di quand’ero bambino, il treno era di ottimo livello per l’epoca visto che avevamo una pesante berlina Volvo 144 di 2 litri di cilindrata accoppiata ad una caravan Dethleffs Nomad 525, ma il carico era … enorme perché portavamo con noi una quantità di masserizie impensabile: nonostante la velocità di crociera di 80 km/h, ogni sorpasso da parte di corriere o camion innescava l’inevitabile scodinzolamento.
La tecnologia dell’epoca quindi proponeva già gli stabilizzatori, però erano di tipo molto diverso rispetto ad oggi: si trattava di ingombranti ed antiestetiche strutture che venivano fissate alla pipa del gancio e, mediante un paio di braccetti, al telaio della caravan. Il concetto era quella di mettere un sistema smorzante analogo a quello dell’asse ruote, quindi dotato di ammortizzatori e molle: il tutto funzionava decorosamente, ma a prezzo di una complicazione non indifferente nelle manovre di aggancio e sgancio rispetto ai sistemi attuali che si basano sulla pressione di ferodi sulla testa d’aggancio.
Erano poi abbastanza diffusi anche gli spoiler da fissare al tetto dell’auto, in modo da creare un flusso aerodinamico che attutisse l’impatto dell’aria sulla parete anteriore della caravan: erano venduti principalmente per ridurre i consumi, ma davano un contributo anche alla riduzione degli inneschi dell’effetto pendolo.
In conclusione
Con tre domande abbiamo fatto un bel giro nel tempo ma anche nella tecnica dei nostri mezzi: come vedete le soluzioni sono sempre tante e non è detto che quelle che sono standard di mercato oggi lo siano anche nel futuro, o siano comunque le migliori (o perlomeno le migliori per gli utenti). Come sempre sarebbe interessante conoscere anche il parere di altri utenti “di lungo corso”, nell’ottica di far crescere la cultura media nei confronti dei mezzi che utilizziamo.
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