Parliamo ancora di Carrello Tenda
Come scegliere un carrello tenda, che cosa offre il mercato? Ecco qualche riflessione, suggerimento e consiglio
Chi è interessato ai Motorizzati trova un livello di informazione assoluto, molto meno se si è interessati alla Caravan: chi fosse invece interessato ai Carrelli Tenda non trova molto in rete, allora ho pensato di ritornare su questo argomento con qualche informazione pratica in più.
La tecnica del Carrello Tenda
Partiamo dai fondamentali di quello che è pur sempre un mezzo stradale, sebbene al livello più semplice possibile. La prima differenza tra un mezzo è l’altro è la presenza o meno di un sistema frenante:
la differenza è rilevante perché se si tratta di carrello frenato quasi certamente possiamo trainarlo con qualsiasi auto dotata di possibilità di traino (verificare il punto O1 del libretto), mentre se il rimorchio è non frenato, il suo peso complessivo deve essere non superiore alla metà del peso a vuoto (tara) dell’auto.
Ovviamente ci sono altre differenze, come la migliore tenuta di strada in caso di frenata in curva e comunque spazi di arresto più contenuti; per contro il sistema frenante richiede manutenzione – anche se molto poca e poco costosa – e quindi il mantenimento del carrello è un po’ più impegnativo.
Gli altri punti importanti della meccanica del rimorchio sono tutti di carattere geometrico; il primo è sicuramente la carreggiata,
ovvero la distanza trasversale tra una ruota e l’altra, che più è grande e più rende stabile il rimorchio.
Il secondo punto è la distanza tra la sfera di aggancio e l’asse delle ruote, che maggiore è e più è semplice la retromarcia e stabile il traino. Infine il diametro delle ruote
è importante per limitarne l’usura e il riscaldamento: tenete presente che alla velocità codice di 70 km/h su strada statale, un pneumatico da 10 pollici gira 47.600 volte in un’ora mentre uno da 13 pollici gira solo 36.470 volte, quindi il 30% in meno; la cosa non è da sottovalutare perché so che carrelli con ruote da 8 pollici a volte hanno dato problemi gravi di surriscaldamento (arrivando anche a scoppi), il che costringeva a ridurre ulteriormente la velocità e a fare soste aggiuntive per raffreddare le gomme. Non sto dicendo che sia sempre così, influiscono anche l’età del pneumatico, il corretto gonfiaggio, il carico, l’eventuale ovalizzazione data dal rimessaggio invernale, la qualità stessa della gomma e il suo corretto montaggio, ecc., però sappiate che c’è anche un aspetto geometrico che, a me personalmente, fa preferire i cerchi da 13 pollici.
Cosa ci faremo col Carrello Tenda?
Come al solito vi costringo, per prima cosa, a ragionare sul cosa ci vogliamo fare con un mezzo. Questa domanda nel caso del carrello tenda è particolarmente importante, perché la risposta ci indirizza già in una direzione invece che in un’altra.
Se vogliamo fare prevalentemente fine settimana e ferie con frequenti spostamenti di campo, la scelta dovrà essere indirizzata su un modello ad apertura rapida; volendo fare chiarezza cito alcuni modelli a mò di esempio, senza nulla togliere ad altri validissimi prodotti:
Combi Camp Country
Comanche (ConVer) Montana
Trigano Trekky
Questa tipologia di carrello consente di allestire rapidamente la camera da letto e un piccolo spazio per cambiarsi, poi se ci si ferma di più si può aggiungere veranda e tendalino per avere un maggiore comfort.
In caso invece ci si indirizzi verso soggiorni più prolungati, può avere senso indirizzarsi verso modelli più residenziali, che richiedono più tempo per essere allestiti ma che normalmente hanno aree più generose e maggiore vivibilità. Anche qui a mò di esempio e senza nulla togliere ad altri citiamo:
Trigano Galleon
ConVer Pegaso
Raclet Safari
In mezzo tra le due tipologie sta, per esempio, il
Camp Let
il Combi Camp Flexi
o anche il mitico
Trigano Randger GT d’epoca (il mio carrello)
In questo caso avremmo una soluzione più trasversale con tutti i pregi e difetti di questo tipo di scelte.
Il mercato del nuovo
Purtroppo in Italia è molto difficile acquistare un carrello tenda nuovo: i rivenditori si contano sulle dita di una mano e l’assortimento è molto limitato; inoltre non troverete assolutamente nulla anche se vi recate all’annuale Fiera di Parma, a causa della politica degli organizzatori dell’evento che è assolutamente punitiva verso questo tipo di mezzi. Può essere utile ricercare su internet, ma non è detto che si trovi ciò che si desidera e che si trovi vicino a casa.
Una soluzione è recarsi oltre frontiera, dove l’assortimento è molto più ampio: magari per farvene un’idea potete cercare su YouTube i reportage dalle principali fiere estere (anche sul mio canale c’è qualcosa in merito - Cesare Tomasini). Questo tipo di soluzione ovviamente implica la necessità di accollarsi le pratiche di nazionalizzazione: prendendo accordi preventivi con un’agenzia specializzata si possono stimare tempi e costi e non è una cosa così complicata come potrebbe sembrare.
Infine non stupitevi dei prezzi, che sono abbastanza alti e comunque seguono in modo lineare la qualità della componente principe, ovvero la tela. Volendo risparmiare un po’ magari si valuti bene la questione della necessità dell’impianto frenante (normalmente è un sovrapprezzo di almeno un migliaio di Euro) e magari non farsi troppo attrarre da accessori tipo i moduli cucina, tranquillamente sostituibili nella propria funzione da un mobiletto cucina pieghevole.
Il mercato dell’usato
Affacciandosi al mercato dell’usato abbiamo sostanzialmente due gruppi di oggetti:
- carrelli “moderni”, con una vita che va dai 10 ai 20 anni, che si attestano su prezzi da 3000 a scendere fino a 1500 Euro
- carrelli “vintage”, con più di 20 anni di vita e richiesta dai 1000 Euro in giù.
Non è detto che a maggior prezzo corrisponda maggior qualità, così come non è detto che un carrello usato poco sia messo meglio di un carrello usato ogni anno: basta usare il mezzo una volta sola, ripiegare la tela bagnata e non curare di riaprire ed asciugare una volta a casa e avrete danni irreparabili.
Una cosa curiosa è che spesso i mezzi vintage hanno un sistema frenante, mentre i moderni no: questo si spiega con lo scarso peso e potenza delle utilitarie del tempo, poco adatte a dover sopportare anche l’inerzia in frenata di un carrello senza impianto.
non sia marcio perché altrimenti ci troveremmo a fare la figura di Fred Flinstone quando va in auto. Della tela abbiamo già accennato: se è rovinata dall’umidità o dalla lunga esposizione al sole, non è il caso di procedere; ci sono artigiani che sono in grado di rifare completamente la tela del carrello, ma i costi in quel caso sono molto alti, quindi in generale meglio lasciar perdere. Se invece la tenda è in normali condizioni d’uso, si può procedere ad un “rinforzino” della sua impermeabilità a base di impermeabilizzanti
normalmente oli a base siliconica, da applicare tranquillamente in fai-da-te usando un minimo di buonsenso.
Ovviamente vanno verificati gli organi di aggancio, i freni, i piedini e il funzionamento dell’impianto elettrico (fanali); consiglio poi di informarsi per bene sul web riguardo a particolarità proprie del tipo di mezzo al quale si ambisce, faccio un esempio personale. Quando acquistai il mio Randger scoprii che l’impianto frenante poteva essere di due tipi: a rinvio meccanico, come la maggior parte dei rimorchi, oppure idraulico con una pompa freni posizionata sul timone
Questa pompa era famosa per dare un po’ di rogne e, indagando, saltò fuori che si trattava dell’impianto frenante della Trabant perché l’azienda costruttrice era la IFA della DDR e non la Trigano francese che si limitava alla commercializzazione in occidente! Quindi curai di acquistare il modello con rinvio meccanico… Sono cavolate, ma spesso è importante conoscere un po’ della storia dei mezzi che scegliamo.
Infine, se il mezzo è vecchio, consiglio di sostituire tutti gli elastici dei picchetti perché la gomma con la quale sono fatti risente molto della vecchiaia così come, per lo stesso motivo, può essere sensato rifare le imbottiture dei cuscini.
La fantasia al potere
Con la morte della tela non è detto che muoia anche il carrello! Usando come base una buona meccanica, magari acquistata a prezzo stracciatissimo, è possibile creare un proprio carrello tenda, chiaramente avendo come vincoli il rispetto dei pesi e degli ingombri su strada.
Ad esempio si possono sostituire le pareti in tela con altre rigide, come poi succedeva nei mitici anni 70 con un modello chiamato “Maggiolina”
(nulla a che vedere con la tenda da tetto) o con i Rapido Confort-matic / Export-matic / Record-matic
che però erano un passo troppo in là per la complessità affrontabile da un hobbista medio.
Altra possibilità è l’utilizzo del carrello come “camera da letto” isolata da terra e con materasso supercomodo, in tende familiari al posto delle “camere” in tela; ancora si può fissare sul carrello una tenda da tetto
e poi collegare una veranda da camper o una tenda soggiorno. Insomma è praticamente solo una questione di fantasia e capacità manuali.
Infine si potrebbe anche creare il proprio carrello tenda partendo da un rimorchio trasporto cose invece che con un vero e proprio carrello tenda: in questo caso si dovrà curare che tutto sia facilmente smontabile.
L’indispensabile corredo
L’uso del carrello tenda, come visto il mese precedente per le tende della vacanza low cost (se l'hai perso ecco il link per leggerlo ora "Going back to my roots"), esige un minimo di accessori a corredo, in assenza dei quali ci troveremmo un po’ spiazzati.
Partiamo dalla cucina, che potrebbe essere anche già integrata nella costruzione del carrello:
in questo caso avremmo risolto il problema del mobiletto, ma probabilmente dovremmo comunque acquistare il fornello e il frigorifero, oltre a provvedere all’impianto idrico.
La situazione è così varia che, più che parlare in generale, mi sembra meglio farvi un esempio concreto condividendo quelle che sono state le mie scelte: il mio carrello prevedeva il mobile cucina integrato nello sportello posteriore (quello di targa e fanali, per intenderci), all’acquisto era corredato di un fornello a due fuochi da collegare ad una bombola Campingaz alloggiata all’interno dl carrello, poi un piccolo piano di lavoro con lavello, uno scompartimento di stivaggio e un cassettino per posate; lo sportello posteriore poteva essere separato dal carrello e rimanere su 4 piedini. Il primo anno non abbiamo fatto altro che aggiungere un supporto per una tanica da 10 litri con rubinetto, evitando così le complicazioni di impianti elettrici e idraulici, e aggiungendo uno scarico diretto dal lavandino ad una tanichetta da 10 litri. Successivamente abbiamo svincolato lo sportello dal mobile, che quindi rimane sui 4 piedini, e abbiamo installato un fornello fisso a cartuccia, eliminando così bombola, regolatore e tubi.
Il frigorifero che usiamo è un termoelettrico (Peltier) a pozzetto acquistato per una cinquantina di Euro alla COOP:
rinfresca più che far freddo e inoltre è abbastanza rumoroso, infatti di notte abbassiamo il livello, tanto normalmente col buio non fa caldissimo. Due sono i vantaggi principali per noi: collegandolo alla 12V si può usare anche in viaggio e il valore è basso quindi eventuali danni – o il furto – non ci buttano sull’orlo della disperazione.
Detto della cucina, per il resto ci si attrezzerà con armadietti pieghevoli, tavoli, sedie, poltroncine, stuoia da pavimento, cavo da 25 mt arrotolato e adattatori per colonnine, luci … la lista può variare, e di tanto, in accordo a quelle che sono le esigenze di ognuno; comunque sia, il carrello tenda vi permetterà di avere con voi praticamente di tutto sia per lo spazio all’interno
sia per lo spazio che comunque libera nell’auto. Io, per esempio, ho viaggiato comodamente trainando con una vecchia cabriolet del 1988 che ha un baule paragonabile a quello di una Panda.
Spero che questo approfondimento, a distanza di parecchi mesi dai primi due articoli sui carrelli tenda pubblicati a marzo (Conoscete davvero i carrelli tenda?) e ottobre (Vacanze itineranti in carrello tenda: si può fare?) 2018, possa aver incuriosito chi - come me - vede in questo tipo di mezzi un potenziale incredibile vista la capacità di unire economicità e comfort.
Se siete indecisi, quindi, vi incoraggio sicuramente a provare l’esperienza, non ne rimarrete delusi.