In camper a Cesena: città d'arte, storia, cultura e buon vino
di Marzia Mazzoni
Il Romagna Wine Festival dal 2013 è l'evento più amato dai gastronauti e dagli amanti del buon vino (e noi ci riteniamo tali) e così quest'anno quale miglior occasione quella di partecipare per accedere a questa degustazione accompagnati dai Sommelier dell'A.S.I. e visitare CESENA, una città d'arte e storica, che da tanto tempo avevamo nella lista dei luoghi da scoprire.
CESENA (FC – m 33 s.l.m.) dista pochi chilometri dal mare, cosa che da un lato l'ha resa famosa, insieme a Forlì per essere la provincia di tante località marittime, da un altro invece penalizzata perché viene “oltrepassata” per raggiungere la tanto famosa e gettonata riviera romagnola, conosciuta anche per la E45, la strada che congiunge Cesena a Roma. Invece questa città merita una visita, è ricca di cultura ed arte, dal centro storico, piccolo e raccolto: è uno scrigno di un patrimonio artistico di grande spessore ed interesse, che ha stupito pure noi!
Un assaggio del centro storico
Giungiamo al piazzale Ambrosini, adibito a sosta camper, in una mattina di dicembre tra bufera di neve e temperature tipicamente invernali. Considerando che l'inizio delle degustazioni è previsto dalle 15.30 in poi, decidiamo di raggiungere il centro storico per visitarlo, o per lo meno per avere un piccolo “assaggio” di questa città. Una bella camminata e ci ritroviamo in piazza del Popolo, bella, ampia, signorile, pavimentata con caratteristici ciottoli di fiume, stamattina animata dalle bancarelle del mercato, che purtroppo stanno riponendo la merce e sgomberando, perché il brutto tempo sta imperversando pesantemente.
Raggiungiamo l'Ufficio Turistico, all'interno del Palazzo Albornoz, attuale sede del Comune su piazza del Popolo. Una gentile signora ci illustra i punti di interesse del centro storico, ci fornisce materiale e le indicazioni ed orari di visita dei vari musei.
IAT- Ufficio Turistico Cesena - piazza del Popolo n. 9 - 47521 Cesena (FC) - tel 0547/356327 - fax 0547/356393 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - sito internet: clicca QUI
Ci apprestiamo a scoprire CESENA. Nel frattempo dalla piazza, che si sta sgomberando dai banchi degli ambulanti, appare e fa bella mostra di sé la fontana Masini, un vero e proprio gioiello in pietra d'Istria, è ricca di simboli e mascheroni da cui zampilla l'acqua. Da ogni angolazione, questa piazza regala scorci veramente di grande fascino!
Su un lato della piazza spicca anche la Loggetta Veneziana e il Torrione del Nuti, attraversando un arco, si accede ad una stradina in salita con la gradinata a lisca di pesce...
...in cima si trova il
Museo delle Scienze Naturali
Ha smesso di nevischiare, così decidiamo di proseguire a visitare la
Rocca Malatestiana
la più poderosa della Romagna, che dista poche centinaia di metri dal museo delle Scienze Naturali, proseguendo poco più avanti ed accedendo ad un ingresso, dove con una bella passeggiata un po' in salita si giunge sul punto più alto della città: il colle Garampo, dove spicca possente e maestosa la formidabile piazzaforte. Adoro ogni tipo di castello (di questa passione ne avevo parlato sul BLOG con il post Castelli che passione!) e quindi mi ritrovo pervasa dalla solita euforia e da un entusiasmo quasi puerile, come ogni volta che mi appresto a visitarne uno!
Chiediamo informazioni all'interno del locale posto a fianco della costruzione (Asilo Politico si chiama!) e il gestore ci dice che la Rocca è visitabile con la guida, ci sono 3 livelli di visita, noi scegliamo quello più lungo che dura circa un'ora.
Una simpatica ragazza molto spigliata ci accompagna a visitare quella che fu il complesso fortificato di grande efficienza e notevole valore nei secoli passati. Costruita a solo scopo difensivo, la Rocca Malatestiana fu nei vari secoli sempre inespugnabile grazie alla sua conformazione e alla posizione strategica. Ci vollero cent'anni per costruirla, dal 1377 al 1480, il periodo dei Malatesta a Cesena, la famiglia a cui il papa Urbano VI nel 1379 aveva concesso sotto forma di Vicariato la potestà della città, per l'appunto a Galeotto Malatesta. Mentre ascolto la guida vengo pervasa da questi pensieri: mumble, mumble... Malatesta, mi fa venire in mente il famoso Paolo, amante di Francesca della Rocca di Gradara (leggi nostro itinerario - clicca QUI), chissà che livello di parentela aveva con questo Galeotto?... E chissà perché 'sto tipo si chiamava Galeotto?
Ma torniamo a noi e alla visita alla Rocca!
La rocca fu utilizzata poi in epoche successive come prigione, attiva fino al 1969. Iniziamo la visita percorrendo il camminamento esterno contraddistinto dai 7 torrioni, poligonali e circolari (cambiamento avvenuto in seguito all'evoluzione del sistema bellico). Spira un forte vento pungente, che sa di neve, quella caduta sui colli, ma il sole si è fatto spazio tra le nuvole del primo mattino e quindi ci permette di ammirare il panorama fino a scorgere il mare e le vallate circostanti, scorgiamo anche Bertinoro che si erge in posizione sopraelevata sulla Romagna e il grattacielo di Cesenatico, ma soprattutto apprezziamo la bellezza di questa Rocca, magnifica e possente. La visita prosegue, dopo il camminamento esterno è la volta di quello interno, più intrigante e curioso, fatto di scale, trabocchetti, pertugi, feritoie. Affascinante e curioso è pensare al lavoro di questi ingegneri bellici che progettavano queste fortezze!
Completiamo la visita accedendo ai due edifici: uno, la torre Maschio (mastio o maestra) di forma quadrangolare che era utilizzata per il controllo e la visuale dall'alto, ma anche per la difesa, al suo interno sono in bella mostra ora le armature servivano sia per le giostre e giochi dell'epoca, ma anche quelle da combattimento. Ultima parte della visita è al Palatium (femmina), l'edificio che ospitava la guarnigione, ora invece è allestita la storia dell'agricoltura locale. Nell'ultimo piano è curioso notare i merli murati che evidenziano l'evoluzione della costruzione successiva alla costruzione del tetto.
Una visita davvero interessante per una rocca di grande fascino, che vide transitare tra i vari personaggi famosi anche Leonardo da Vinci, assunto dal Valentino (al secolo Cesare Borgia) nel periodo del suo potere qui, come consulente per l'architettura militare.
Proseguiamo la nostra visita di Cesena, scendendo dal colle, raggiungendo nuovamente Piazza del Popolo e camminando sotto ai portici, tipici delle città emiliano-romagnole, su cui si affacciano eleganti negozi. Un pranzo veloce in uno dei locali del centro con una piadina (e qui in Romagna, è un sacrilegio non mangiarla), poi raggiungiamo piazza Bufalini su cui si trova uno dei palazzi che conserva uno dei monumenti più importanti della città: la
Biblioteca Malatestiana
ci accodiamo ad un gruppo per la visita guidata che da lì a pochi minuti avrà inizio (frequenza ogni 40 minuti e dura circa una mezz'oretta). Veniamo accolti da Ivan, la guida che ci accompagnerà alla scoperta di questa collezione di importanza mondiale, in quanto:
nel 1992 l'Unesco ha incluso la Biblioteca Malatestiana tra i beni documentari del Patrimonio Culturale e Naturale dell'Umanità, per il suo valore nell'ambito della storia mondiale, relativamente al registro della "Memoria del Mondo".
A custodire l'accesso a questa biblioteca si trova una massiccia porta in legno intagliato su cui è incisa la data della sua apertura, l'anno domini 1454 e precisamente il 15 agosto, per voler di Novello Malatesta, in tale giorno fu inaugurata la prima biblioteca pubblica di manoscritti incatenati (un'altra simile si trova a Firenze). Sul timpano del portale campeggia la figura di un elefante, simbolo dei Malatesta attorniato da zanzare (il motto era “Elephas indus culices non timet” ovvero "L'elefante indiano non teme le zanzare” nel senso che gli uomini forti non hanno paura di quelli più deboli).
La guida inserendo nei due chiavistelli le due chiavi ci apre la porta e ci fa accedere ad un luogo mistico, per l'appunto questa biblioteca.
Il freddo ci assale, la temperatura così bassa mantiene la conservazione intatta dei 343 manoscritti incatenati (e voi vi chiederete perché “incatenati”? Perché l'occasione fa l'uomo ladro e quindi, essendo una biblioteca pubblica, aperta a tutti, era meglio prevenire le sparizioni di questi oggetti di valore e un tempo i libri lo erano!). Una biblioteca già concepita con respiro europeo in quanto i testi sono scritti in 3 lingue (latino, greco ed ebraico), dove l'ultimo di questi manoscritti risale al 1466, anno successivo della morte di Novello Malatesta, ma comunque da lui commissionato. Bella, affascinante, austera questa biblioteca suddivisa in due parti, dove i manoscritti incatenati di destra parlano di Dio, mentre quelli di sinistra dell'uomo, due file di colonne che corrono parallele lungo il corridoio fiancheggiato dai banchi in cui riposano questi capolavori tutti scritti a mano su carta pergamena (detta anche cartapecora, perché si ricava dalla membrana della pelle di pecora o capra, lo sapevate!?!?!). Quando la porta alle nostre spalle si chiude, sento la consapevolezza di aver respirato a pieni polmoni un'affascinante storia di cultura, ho divagato col pensiero a fantasticare di monaci amanuensi che scrivevano libri, del Nome della Rosa di Umberto Eco e il potente veleno...
Ma la visita alla biblioteca non finisce qui, accediamo al locale di fronte, ricco di libri, era la biblioteca personale del Papa, Cesena diede ai natali a Pio VI e Pio VII, questa raccolta dal 1941 di proprietà dello Stato Italiano, quando gli eredi Chiaramonti gliel'hanno venduta. Non è una biblioteca papale, ma una raccolta di testi, tra cui spiccano imponenti dei grandi libri su cui si notano i canti gregoriani. La cosa più curiosa che attrae tutti noi visitatori è il un libro piccolissimo, il più piccolo al mondo leggibile senza l'uso di lente d'ingrandimento!
Una visita che consigliamo di non perdervi perché è davvero affascinante ed unica!
Proseguiamo il nostro girovagare nel centro storico di Cesena, scorgiamo la Cattedrale di San Giovanni Battista, che però non visitiamo in quanto è in corso la funzione religiosa.
Ci sono altri punti di interesse che Cesena offre, per noi è il momento di andare, ormai si è fatto tardi e il ROMAGNA WINE FESTIVAL ci aspetta... ci spiace non poter proseguire la visita di questa affascinante e deliziosa città, in questi giorni vestita ed adornata a festa per il Natale, ma ci incamminiamo verso il Teatro Verdi, che ospita la manifestazione.
Romagna Wine Festival
Incuriositi da questa manifestazione ormai giunta alla quinta edizione, abbiamo deciso di partecipare sia come blogger che come appassionati di buon vino (e ci riteniamo tali pur non essendo degli esperti, però siamo curiosi e buongustai). È una tre giorni ricca di appuntamenti, conferenze, convegni, confronti tra produttori, a cui noi abbiamo partecipato nella fase della degustazione!
La location prescelta per questa edizione 2017 è stato il TEATRO VERDI, allestito per l'occasione per ospitare i sommelier dell'AIS (Associazione italiana sommelier) e gli allievi dell'Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Forlimpopoli (a proposito lo sapevate che a Forlimpopoli per l'appunto nacque Pellegrino Artusi il gastronomico, scrittore italiano famoso per le sue ricette e per la sua cultura culinaria? La visitammo qualche anno fa in occasione della festa Artusiana - leggi qui il diario di viaggio) a disposizione per poter far vivere un'esperienza del gusto tra sapori tipici romagnoli e per l'appunto “buon vino”!
ROMAGNA E SANGIOVESE... MA NON SOLO
“Evviva la Romagna, evviva il Sangiovese” recita una nota canzone di Roul Casadei, il musicista romagnolo famoso per il ballo liscio. Ma chi se ne intende di vino, sa bene che la Romagna è terra fertile e generosa e anche se il Sangiovese è il simbolo per eccellenza, ci sono altri vini degni di essere conosciuti e assaggiati: il Pagadebit di Romagna DOC (un vino bianco così chiamato perché “pagava i debiti”, essendo una pianta resistente alle avversità climatiche, spesso sopperiva a coprire le spese di mancati guadagni), il Trebbiano di Romagna DOC (vino bianco) e l'Albana di Romagna DOCG (vino bianco).
Al Festival erano presenti tante etichette di questi vini locali, affiancate dai
PARENTI DEL SANGIOVESE
Li ho chiamati così perché l'uva del Sangiovese è molto versatile, ed è diventata parte della composizione di alcuni vini famosi e apprezzati, come il Chianti e il Morellino di Scansano (e tanti altri) questi presenti al Romagna Wine Festival.
ESPERIENZA DEL GUSTO
Mi sono un po' dilungata a raccontarvi del vino, vitigni e quant'altro, è arrivato i momento di condividere questa esperienza al Romagna Wine Festival, a cui, come dicevo sopra, abbiamo partecipato solo nella parte delle degustazioni. Erano presenti tante etichette di vini romagnoli divisi per zona e e anche i “parenti del Sangiovese”, ovvero vini toscani e da altre zone italiane.
Un coupon = un assaggio assaggio di cibi emiliani e romagnoli, in totale quattro per poter gustare: squacquerone, ricotta, salumi nostrani, il Parmigiano Reggiano (anche sottoforma di gelato), il prosciutto di Parma e altre tipicità a cui abbiamo potuto creare l'abbinamento con il vino più idoneo per apprezzare al meglio questi prodotti tipici. In questa esperienza ci siamo fatti consigliare di volta in volta dal sommelier che nel proporci il vino da da degustare, ci raccontava anche come gustarlo al meglio o proponendoci anche etichette diverse a parità di tipo di vino. Una fantastica esperienza che ci ha permesso di chiacchierare con questi esperti e poter carpire qualche dettaglio in più di questo affascinante mondo che ruota attorno ai vini, che conservano dentro la storia, la geografia, la morfologia, l'arte di “fare il vino”.
Nell'evento c'è stata anche una sfida, una “degustazione al buio” dove una giuria popolare, a cui abbiamo partecipato pure noi, ha votato e decretato il miglior Sangiovese di Romagna DOC e sul podio sono saliti:
il Romagna Sangiovese Superiore della Cantina Zavalloni di Cesena, il Romagna Doc Sangiovese Superiore Campo di Mezzo della cantina Tre Monti di Imola, il Sangiovese Superiore Tre Miracoli de Le Rocche Malatestiane di Rimini e il Sangiovese Principe della Tenuta Nasano di Riolo Terme.
Sito ufficiale dell'evento: ROMAGNA WINE FESTIVAL
E la nostra esperienza del gusto al Romagna Wine Festival si conclude con la soddisfazione di aver unito la passione per i viaggi in camper, per la buona cucina e il buon vino, ma anche la scoperta di luoghi nuovi, come la città di CESENA... un abbinamento più che perfetto, vero!?!
Dove sostare:
nome località | tipo sosta | indirizzo | contatti | note |
CESENA (FC) | Punto sosta con carico e scarico | Piazzale Ambrosini (area Palazzetto dello Sport-Carisport) | Carico e scarico, dista circa 1,5 km dal centro storico, illumina |
I campeggi sono presente verso la Riviera Adriatica.
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