Che strumento vogliamo suonare?
Chi si avvicina con curiosità al mondo del turismo all'aria aperta, di solito ha già in mente una soluzione o un mezzo che magari gli è stato suggerito da un amico, o appartiene alla sua esperienza di ragazzo, oppure semplicemente ha visto in giro o nel web. Le note che seguono vorrebbero aiutare a maturare una scelta consapevole per le proprie esigenze, nella certezza che il modo “universale perfetto” per vivere le proprie esperienze di tempo libero … semplicemente non esiste.
di Cesare Tomasini
Ci ripetiamo spesso, direi alla noia, che le esigenze di ciascuno di noi sono diverse da quelle degli altri e, oltretutto, cambiano con il procedere della nostra vita e delle situazioni nelle quali ci troviamo; profilare bene e in modo oggettivo la realtà che ci sta di fronte ci permette di affrontarla in modo nuovo rispetto al nostro passato, dandoci modo di adattarci al meglio col massimo rendimento. Questa capacità oggigiorno viene definita con la parola “resilienza”, che però ha un connotato negativo mutuato dal confronto con una realtà percepita come avversa: qui invece parliamo di opportunità da sfruttare al meglio e quindi penso che capire bene cosa vogliamo e possiamo fare con un’attrezzatura da campeggio sia un’attività abbastanza piacevole.
La premessa è necessaria perché adesso parleremo delle caratteristiche dei “mezzi”, ma non dobbiamo dimenticarci che questi non sono altro che strumenti che vanno riempiti di senso. Mi piace sempre fare il parallelo con il mondo della musica: gli strumenti musicali possono essere più o meno affascinanti, complessi, gradevoli ma … se comprate un violino e poi non sapete come suonarlo, ai fini del suono poco importa che sia uno Stradivari o un prodotto dozzinale; non a caso il titolo del libro sulla caravan che abbiamo scritto Lorenzo ed io è“la caravan, chitarra del plein air”!
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