l'Ossario di Custoza
il monumento funerario, bianco (come le ossa che contiene) e dalla forma elegante, sorge sul colle del belvedere e spicca già da lontano, da quella che viene chiamata la “salita gen. Giuseppe Govone 1825-1872”. L'entrata è a pagamento, la cassiera è molto gentile e preparata anche sull'offerta turistica del territorio, ci da i consigli per la visita di questo luogo storico.
La visita si compone dell'Ossario (cappella, cripta, sala Gazola e salita sul ballatoio) e la casa del custode.
Prima di entrare, ammiriamo questo monumento che ci ricorda il “pianto romano” che visitammo anni fa in Sicilia.
In una lunetta della cappella leggiamo questa frase
Nemici in vita
Morte li adeguò
Pietà li raccolse
che ci fa riflettere come i caduti di guerra siano principalmente essere umani, indipendentemente per quale esercito combattano. La visita più toccante è quella della cripta, che conserva i resti di quasi 2.000 caduti, teschi allineati su mensole, sono senza un nome, senza età, senza Patria. È la prima volta che visitiamo un'ossario, avevamo visto anni fa quello di Asiago, ma consisteva in lapidi con nomi, questa invece è un'esposizione reale di teschi e ossa. La mia prima reazione è quella di timore, lo confesso, fa un certo effetto vedere tanti teschi posti a pochi centimetri da noi, poi passato questo attimo di smarrimento mi soffermo a guardarli e insieme a Lorenzo notiamo dei dettagli che lasciano spazio a tanti quesiti: un foro nel cranio ci pensare che forse è morto con un colpo in testa, tanti teschi sono senza denti, chissà se caduti in battagli o privi già prima di questa data!?!? Ci chiediamo quanti anni avranno avuto quando sono morti, chissà!?! Forse l'età di nostri figlio, ora 18ennei, oppure se erano padri di famiglia che lasciarono una vedova e orfani a casa. Il timore iniziale viene spazzato via dalla tristezza e commozione per questi soldati morti.
Questa lunga fila di crani è interrotta dal quadro di Amedeo di Savoia, duca d'Aosta, che aveva combattuto a Custoza il 24 giugno 1866 ed inaugurò l'Ossario il 24 giugno 1879. Alcuni resti identificati appartengono invece ad ufficiali caduti nel corso della battaglia indicata poco fa.
Proseguiamo la visita dell'Ossario raggiungendo la Sala Gazola e poi il ballatoio da cui si gode una fantastica vista sul territorio circostante, da notare che sulla balaustra sono incisi i nomi delle principali località circostanti.
La casa del custode è stata adibita a museo in anni recenti perché fino al 2010 era l'abitazione per l'appunto dei custodi dell'ossario. Ora si compone di sale con postazioni multimediali per una visita interattiva, molto interessante e soprattutto coinvolgente.
Riprendiamo il camper e ci spostiamo di pochissimo, un chilometro e ci fermiamo per la degustazione di vini tipici della zona della zona perché Custoza non è soltanto il nome di un paese e di una battaglia ma...