Battaglie e luoghi del Risorgimento
Capitoli di storia scritti con il sangue, a pochi chilometri dal lago di Garda.
di Marzia Mazzoni
Siamo con il camper a zonzo in queste zone, che amiamo tanto. Il Lago di Garda ci piace, non è molto lontano da dove viviamo, è molto ricettivo e soprattutto offre tante attrazioni, sia bellezze paesaggistiche, ma anche ludico e soprattutto storiche, perché forse in tanti non sanno che in queste zone si sono svolte battaglie cruente nel corso delle Guerre d'Indipendenza che portarono poi all'Unità d'Italia.
Se ieri ci siamo concessi una giornata alla scoperta di Borghetto e Valeggio sul Mincio al Parco Sigurtà, oggi invece ci dedichiamo a visite più culturali e di interesse storico, nomi che abbiamo studiato a scuola e forse abbiamo dimenticato nei dettagli che cosa accadde... Non so se capita anche a voi, a me sì, ma il visitare luoghi storici mi rimangono maggiormente impressi nella memoria i fatti, le persone e le dinamiche, piuttosto che leggere per ore ed ore libri di storia. Ho pensato lungamente a questo e sono arrivata alla conclusione che purtroppo le pagine dei libri che ci hanno fatto studiare sono piene di nomi di generali, date, eroi, vincitori e vinti, mancano le emozioni che si vivono durante una visita ad un luogo storico. Ecco appunto sono le emozioni che ci fanno ricordare, positive o negative che siano, e qui vi assicuro che se ne provano tante perché morirono tanti uomini, sono luoghi di grande commozione, degni di essere visitati
Bando alle ciance e torniamo a noi. Iniziamo la visita da CUSTOZA (VR – m 125 s.l.m.), cuore del Risorgimento italiano. Ci fermiamo con il camper nel parcheggio del paese e con una breve passeggiata in salita raggiungiamo l'OSSARIO DI CUSTOZA.
l'Ossario di Custoza
il monumento funerario, bianco (come le ossa che contiene) e dalla forma elegante, sorge sul colle del belvedere e spicca già da lontano, da quella che viene chiamata la “salita gen. Giuseppe Govone 1825-1872”. L'entrata è a pagamento, la cassiera è molto gentile e preparata anche sull'offerta turistica del territorio, ci da i consigli per la visita di questo luogo storico.
La visita si compone dell'Ossario (cappella, cripta, sala Gazola e salita sul ballatoio) e la casa del custode.
Prima di entrare, ammiriamo questo monumento che ci ricorda il “pianto romano” che visitammo anni fa in Sicilia.
In una lunetta della cappella leggiamo questa frase
Nemici in vita
Morte li adeguò
Pietà li raccolse
che ci fa riflettere come i caduti di guerra siano principalmente essere umani, indipendentemente per quale esercito combattano. La visita più toccante è quella della cripta, che conserva i resti di quasi 2.000 caduti, teschi allineati su mensole, sono senza un nome, senza età, senza Patria. È la prima volta che visitiamo un'ossario, avevamo visto anni fa quello di Asiago, ma consisteva in lapidi con nomi, questa invece è un'esposizione reale di teschi e ossa. La mia prima reazione è quella di timore, lo confesso, fa un certo effetto vedere tanti teschi posti a pochi centimetri da noi, poi passato questo attimo di smarrimento mi soffermo a guardarli e insieme a Lorenzo notiamo dei dettagli che lasciano spazio a tanti quesiti: un foro nel cranio ci pensare che forse è morto con un colpo in testa, tanti teschi sono senza denti, chissà se caduti in battagli o privi già prima di questa data!?!? Ci chiediamo quanti anni avranno avuto quando sono morti, chissà!?! Forse l'età di nostri figlio, ora 18ennei, oppure se erano padri di famiglia che lasciarono una vedova e orfani a casa. Il timore iniziale viene spazzato via dalla tristezza e commozione per questi soldati morti.
Questa lunga fila di crani è interrotta dal quadro di Amedeo di Savoia, duca d'Aosta, che aveva combattuto a Custoza il 24 giugno 1866 ed inaugurò l'Ossario il 24 giugno 1879. Alcuni resti identificati appartengono invece ad ufficiali caduti nel corso della battaglia indicata poco fa.
Proseguiamo la visita dell'Ossario raggiungendo la Sala Gazola e poi il ballatoio da cui si gode una fantastica vista sul territorio circostante, da notare che sulla balaustra sono incisi i nomi delle principali località circostanti.
La casa del custode è stata adibita a museo in anni recenti perché fino al 2010 era l'abitazione per l'appunto dei custodi dell'ossario. Ora si compone di sale con postazioni multimediali per una visita interattiva, molto interessante e soprattutto coinvolgente.
Riprendiamo il camper e ci spostiamo di pochissimo, un chilometro e ci fermiamo per la degustazione di vini tipici della zona della zona perché Custoza non è soltanto il nome di un paese e di una battaglia ma...
VINO CUSTOZA e non solo (rigorosamente BIO)
Abbiamo scelto per la degustazione dei vini locali la Cantina “La Bacheta” segnalata e consigliata da Domenico dell'Agricamping Le Nosare.
CANTINA LA BACHETA
VIA Gorgo 33
CUSTOZA DI SOMMACAMPAGNA
Tel: 340 317606
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.cantinalabacheta.com
Visitare una cantina durante un pellegrinaggio storico, sembra un po' di mischiare il “sacro e il profano”, invece secondo noi non lo è, anzi aiuta maggiormente a scoprire il territorio e a conoscerne gli usi e i costumi e la sua storia.
La terra ha un legame forte con l'uomo, la storia, gli stravolgimenti dati da battaglie e rivoluzioni, anche la vigna è stata ed è spettatrice di questo e ci piace pensare che forse il vino è stato durante le guerre un compagno fedele dei soldati ma anche il simbolo di festeggiamenti in caso di vittoria. Scalda il cuore a pensarlo!
Ci attende Ezio e ci da il benvenuto nella cantina, che ci tiene a precisare rigorosamente di AGRICOLTURA BIOLOGICA. Ce la racconta, ce la spiega, condivide con noi, e manifestando orgoglio, le evoluzioni di questa scelta, non facile in partenza e in corso d'opera, perché è il frutto di tentativi, esperimenti (e fallimenti), ma gli luccicano gli occhi di questo credo e la soddisfazione di mettere sul mercato un prodotto di qualità e soprattutto biologico.
Ci sediamo e tra una chiacchiera e l'altra degustiamo i vini di loro produzione: il Custoza DOC (sia vino che spumante) e il Bardolino DOC, anche nella versione Chiaretto e vi confesso che adoro bere con la pizza, un abbinamento perfetto... Provare per credere!
Ezio poi ci accompagna in vigna e ci mostra con orgoglio che significa “fare agricoltura biologica”, non sempre ben compresa dalle persone. Ci racconta della lotta alle tignole attraverso la “confusione sessuale” (curiosità che vi farete raccontare da lui) e soprattutto ci fa notare che le erbacce sotto alla vigna, che dimostrano il NON uso di diserbanti e NON trascuratezza. Tutto è in equilibrio, come madre natura vuole.
Siamo affascinati da questo mondo che ruota attorno all'agricoltura biologica, staremmo ore ed ore ad ascoltare Ezio, ma dobbiamo proseguire. Acquistiamo il vino da portare a casa, salutiamo Ezio e via che si parte.
Prossima tappa è un altro luogo di grande interesse storico, dista da qui circa una trentina di chilometri, è il Complesso Monumentale di San Martino della Battaglia.
COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA
Cambio di regione, provincia, ma la storia non cambia... anche questo luogo racconta di morti e sangue. Visita a pagamento, optiamo per un biglietto cumulativo che ci permette di visitare anche altri luoghi storici dislocati a pochi chilometri da qui.
La torre è bella, imponente, elegante, oggi è considerata uno dei più importanti simboli del Risorgimento italiano, sorge sul colle dove si combatté la fase più cruenta della battaglia di San Martino (24 giugno 1859). Entriamo. Le note di “Va pensiero” di Giuseppe Verdi ci accolgono nell'ampia sala d'ingresso riccamente affrescata dove spiccano statue appartenenti a nomi noti del Risorgimento, al centro della sala quella di Vittorio Emanuele II, considerato il padre della Patria. Da pelle d'oca un inizio simile!
La salita al balcone panoramico è composta da rampe con pareti affrescate con scene appartenenti a questo periodo storico. Da qui si gode una meravigliosa vista panoramica fino a scorgere il monte Baldo e le Prealpi.
Isolata è la cappella dell'ossario. Conserva all'interno dell'abside e della cripta (oggi chiusa) i resti di migliaia di combattenti dell'Armata sarda e dell'Imperial regio esercito austriaco. Sulle pareti targhe, coccarde e lapidi commemorano questi morti in battaglia. Non ci sono parole per descrivere nuovamente la tristezza che scende nei nostri cuori al pensiero di tanti essere umani morti per ideali, conquiste di territori, ognuno per la propria fazione e propria bandiera, qui uniti da una sepoltura comune dove non c'è più distinzione di provenienza, dove i nemici in battaglia diventano fratelli nel sonno eterno. Una lapide recita:
“IIndiscretis Militum Reliquis
Date Serta
Pia Diciate Verba
Hostes In Acie
Fratres in Pace Sepulcri
Una Quiescunt”
ovvero
“Alle Commiste Reliquie dei Prodi
Porgete fiori
Recitate parole pie
Nemici in battaglia
Fratelli nel silenzio del Sepolcro
Riposano uniti”
(frasi diverse ma stesso concetto dell'ossario di Custoza!)
Ora non ci rimane che raggiungere Solferino, che fa parte del percorso dei musei e monumenti della battaglia di quel 24 giugno 1859. Riprendiamo il camper e ci spostiamo di una decina di chilometri, si cambia solo provincia, perché qui non è più Brescia, ma Mantova.
SOLFERINO – ROCCA, OSSARIO e MUSEO
Il borgo di SOLFERINO (MN – m 124 s.l.m.), inserito nella lista delle Bandiere Arancioni dal TCI, è delizioso, una bella piazzetta su cui si affaccia l'edificio alto e stretto color pastello del Municipio, locali che ricordano che qui si mangiano i capunsei (o gnocchi di patate), ma Solferino è famosa per la battaglia che combatterono le truppe dell'esercito francese con Napoleone III contro l'esercito austriaco guidato da Cecco Beppe (all'anagrafe Francesco Giuseppe), il tutto accadde il 24 giugno 1859.
Una bella camminata in salita ci porta alla Rocca, conosciuta come la “Spia d'Italia. Sorge sulla sommità del colle ad un'altitudine di m 206 s.l.m., fu eretta nel 1022. Squadrata, austera ed essenziale conserva all'interno il museo del Risorgimento di Solferino (biglietto cumulativo con il complesso monumentale di San Martino della Battaglia). Rampe in legno si percorrono per salire fino alla cima di questa rocca, osservando reperti storici appartenuti al periodo indicato: uniformi, editti storici, quadri e tante postazioni interattive che raccontano di questa battaglia cruenta. Dalla terrazza posta sulla sommità si osservano le campagne circostanti che furono il teatro di questa battaglia, una lapide incisa che descrive i numeri di questa battaglia fa venire la pelle d'oca, sotto alle cifre di questo bilancio di sangue, la frase “Italiano che qui venisti rammenta questi nomi e queste cifre” ci lascia l'amaro in bocca ancora una volta di quante vite furono sacrificate per ottenere l'Unità d'Italia!
Alcuni pannelli dell'esposizione raccontano della nascita della Croce Rossa. La battaglia di Solferino fu ispiratrice al giovane svizzero Jean Henry Dunant, che trovandosi in questa zona e assistendo all'orribile spettacolo di tanti feriti a cui non veniva data assistenza, gli venne l'idea di creare una squadra di infermieri volontari preparati professionalmente la cui opera potesse dare un apporto fondamentale alla sanità militare.
Terminata la visita alla rocca, scendiamo in paese e raggiungiamo la chiesa di San Pietro in Vincoli preceduto da un vialetto di cipressi che ospita l'Ossario di Solferino, che custodisce le spoglie di oltre 7000 caduti. Questi sono allineati e conservati nell'abside dietro all'altare. Ormai abbiamo perso il conto di quanti teschi abbiamo visto in questo pellegrinaggio storico... E pensare che sono soltanto una parte di quelli che morirono in queste battaglie e purtroppo non ebbero una degna sepoltura!
Prossima tappa compresa nel biglietto cumulativo è il Museo di Solferino, una raccolta di cimeli, quadri, divise che raccontano di questa famosa battaglia. All'esterno si può ammirare la Statua di H. Dunant, che come detto sopra, fu l'ideatore della Croce Rossa e premio Nobel per la Pace nel 1901 per questa sua fondazione.
Percorriamo alcune vie di Solferino e il ricordo del Risorgimento è vivo pure qui, sulla via Garibaldi sono poste delle lastre in marmo bianco con epigrafi dove da un lato della strada si trova l'anno di riferimento e sull'altro lato invece l'avvenimento storico, le varie tappe che portarono alla proclamazione dell'UNITÀ D'ITALIA il 17 marzo 1861.
Accendiamo il motore del camper, il nostro pellegrinaggio storico alla scoperta di questi luoghi che raccontano tanto di più di intere pagine di libri di scuola si conclude qui, abbiamo la consapevolezza che abbiamo visitato soltanto una goccia nell'oceano di sangue versato da coloro che scrissero la nostra storia.
Dove sostare
La zona è ricca di campeggi e agricamping che ospitano camper, caravan e tende.
Indice Itinerari e Mete
SCARICA IL PDF (è necessario fare il login)