Diario di viaggio: Portogallo in camper
Un meraviglioso viaggio attraverso paesaggi mozzafiato, città affascinanti e luoghi di grande fascino, vissuto e realizzato da Anna e Daniele Amici di Vacanzelandi@ che hanno deciso di condividere la loro esperienza. Scoprite giorno per giorno, chilometro dopo chilometro i di due mesi on the road in camper attraverso il loro entusiasmante diario di viaggio.
Testo e foto di Daniele G.
Il viaggio che vi vado a raccontare è stato impegnativo, non tanto per la fatica dello stesso, ma per la sua durata di circa 2 mesi. La nostra scelta è stata dettata dalla lunghezza del percorso, e perché a fianco di esso, abbiamo inserito anche un percorso a piedi relativo al Camino de Santiago portoghese: il Caminho Central, che noi prendiamo da Porto per arrivare a Santiago dopo 250 chilometri.
Rispetto al classico di 800 chilometri che parte da San Juan Pied de Port, è piccola cosa, ma vi assicuro che le due settimane necessarie per percorrerlo sono state piene di grandi soddisfazioni, soprattutto dal lato umano, per le persone incontrate e per le esperienza condivise. È un’esperienza adatta a tutte le età, io ho 65 anni e mia moglie 63, serve solo volontà e spirito di adattamento. Non vi tedierò con il resoconto di questa esperienza nello svolgimento di questo diario, in quanto ritengo esuli dalla stesura dello stesso, ma per chi volesse avere notizie o informazioni, per un suo futuro cammino, sono a vostra disposizione.
Se qualcuno di voi pensasse di realizzarlo egli stesso, vi assicuro che sarà un’esperienza che non dimenticherete.
Venendo al diario vero e proprio, non ho grandi consigli da dare, il Portogallo è una splendida realtà dove si viaggia in tutta sicurezza e
tranquillità; ma mi sento comunque in dovere di fornirvi due indicazioni che potrebbero facilitarvi il viaggio.
La prima riguarda le autostrade. Io solitamente non le utilizzo all’estero, un po’ per il costo, ma soprattutto perché preferisco viaggiare slow e attraversare i piccoli centri dove spesso si incontrano spunti di particolare interesse. In questo caso però avevo fatto una piccola eccezione, in quanto volevo percorrere il ponte 25 Aprile o il Vasco de Gama, (il più lungo d’Europa con i suoi 17 km), per avere da qui una bella prospettiva della città di Lisbona, e dato che sono a pagamento, ed uno dei due si attraversa solo tramite l’autostrada, ecco la necessità di percorrerla.
La maggior parte delle autostrade in Portogallo, oggi vengono pagate con pedaggio elettronico. (Electronic Toll only), tramite carte prepagate per veicoli stranieri. Questa carta si chiama Toll card, una prepagata associata alla targa della vettura con un valore di 5, 10, 30 o 40 euro da utilizzare in base alla circolazione, che si può acquistare nelle aree di servizio in Spagna e Portogallo, negli uffici del turismo oppure, come ho fatto io, su internet ai siti www.ctt.pt., e che ha validità un anno.
Dopo averla acquistata è necessario attivarla tramite un SMS contenente un codice stampato sulla carta, e targa della vettura in modo tale da associare la carta al veicolo.
Il mio problema è stato di non aver ben compreso come era il funzionamento di questa carta. Essa funziona ESCLUSIVAMENTE, sulle autostrade dove vige il solo pagamento elettronico. Io mi sono trovato due volte ad un casello, quelli che dovevano portarmi sul ponte Vasco de Gama, e in nessuno dei due era previsto il pagamento con Toll card. Al primo sono passato con il pagamento dietro contante, ed al secondo al casello contrassegnato con una V verde. La V verde non era la toll card, ma era esclusivamente per i viaggiatori che avevano il telepass europeo. Dopo aver fatto suonare il semaforo rosso, il sistema mi ha comunque lasciato passare. Il problema è stato che non sapevo che era successo, se dovevo pagare una multa o potevo utilizzare il denaro caricato sulla carta. Sull’app della CTT è ben pubblicizzata la possibilità di vedere il residuo della carta inserendo il numero di targa, ma purtroppo, quando ho cercata di utilizzarlo, ho scoperto che accetta solo targhe portoghesi…
La seconda cosa riguarda la ADblue. Vi consiglio di portarvi una tanica appresso, perché se in Spagna non ci sono problemi, in Portogallo non tutti i benzinai ne sono provvisti, così come non tutti i supermercati lo hanno.
Io quando ne ho avuto bisogno e non riuscivo a trovarlo, ero nella zona di Guimaraes, sono dovuto andare in un negozio di autoricambi pagandolo con un buon 50% di sovraprezzo.
L’ultima nota prima di iniziare il diario, il nostro camper: un Challenger 286 lungo 7 metri del 2021 che ha portato me e mia moglie.
La partenza è del 3 Maggio 2023. Non andiamo diretti, ma facciamo una deviazione per andare a Torino a visitare i nostri parenti. Questa tappa ci porta nel pomeriggio, a decidere di affrontare il viaggio di avvicinamento attraversando il confine con la Francia dal passo del Moncenisio. Il panorama ci affascina come sempre, ogni volta che facciamo questo percorso.
La prima fermata la effettuiamo a BRIANÇON (F), presso l’area di sosta municipale e gratuita, alle coordinate N44,890733 E6,629650. L’area è fornita di carico e scarico; sarebbe provvista anche di corrente elettrica con diverse colonnine, ma queste risultano tutte fuori uso.
Una notte passata tranquilla insieme a numerosi altri camper.
4 Maggio 2023 giovedì
Appena svegli, partiamo di buona ora. Come ormai è consuetudine nei nostri viaggi, evitiamo le autostrade preferendo percorrere le secondarie che ci offrono spesso paesaggi imperdibili. Da sempre pratichiamo il viaggiare lento, e il percorso che dovremo fare oggi attraversa un paesaggio maestoso. È la provinciale che porta al Lago di Savines (Savines-le-Lac) F, per poi scendere fino ad Avignone. Una strada veramente panoramica, ma da percorrere necessariamente a ritmo lento. Ogni scorcio merita il suo tempo. La nostra tappa di avvicinamento alla Spagna passa da MÈZE, zona degli allevamenti di ostriche, sulla Linguadoca, che raggiungiamo nel pomeriggio inoltrato.
È una tappa obbligata nei nostri viaggi da queste parti, per andare a degustare un piatto di Assiette, un’esplosione di sapore di mare composta da crudità di molluschi e crostacei, oltre che di ostriche, serviti su un letto di ghiaccio per esaltarne il gusto.
Per la notte sostiamo presso il PS di CHEMIN DE LA CATONNIÈRE (F) (N43.44899 E3.64641). È un semplice punto sosta senza nessun servizio, ma gratuito e tranquillo, vicino al bel paesino di pescatori di Bouzigues, che raggiungeremo con una breve passeggiata dopo cena.
5 Maggio 2023 venerdì
La mattina facciamo colazione con i prodotti che sono stati portati qui con un furgoncino da una panetteria locale: una gradita sorpresa. Poi, rifocillati, partiamo per la nostra prima meta: la città di ALBI (F) con la sua cattedrale.
Avevamo programmato di andare all’area di sosta gratuita di Bondidou (N43.92694 E2.14147), un grande parcheggio misto con area riservata ai camper, scelto solo perché era il parcheggio della cattedrale, e si trovava praticamente sotto di essa. Risultava oltremodo pieno, ed è stato anche di difficile accesso per il gran numero di auto che si trovavano nei posti a loro dedicati. Ci siamo quindi spostati in quello che appariva il più vicino al centro, il Pratgraussals (N43.93134 E2.13583). Scelta fortunata, anche rispetto alla precedente. L’area si trova dietro il cimitero, le piazzole sono su erba, e ci sono molti posti disponibili, tanto che molti camper hanno aperto anche il tendalino senza problemi. C’è poi il carico e lo scarico dell’acqua a completare il servizio; dulcis in fondo anche questa area è molto vicina al centro, raggiungibile attraversando il ponte vecchio.
Sistemato il camper partiamo per la visita di questa cittadina. ALBI è la principale città del Tarn, ed ospita due celebrità: la cattedrale di Sainte-Cécile, e il museo Toulouse-Lautrec, famoso in tutto il mondo. Attrazioni imperdibili della regione Midi-Pirenei, assolutamente da scoprire! Il primo colpo d’occhio è il vestito delle case del centro storico, fatte di mattoni arancio e di tegole rosse, dislocato attorno alla cattedrale di Sainte-Cécile, che merita tutta la nostra attenzione. Circondata da negozi e ristoranti, è un vero capolavoro dell'arte gotica meridionale. Unica in Europa a essere costruita in mattoni rossi, impressiona per la sue imponenti dimensioni. Realizzata alla fine delle stragi dei Catari, venne costruita come se fosse una fortezza.
Il periodo ancora oscuro probabilmente ne consigliava lo sviluppo in questa forma. All'interno si coglie un'atmosfera colma di spiritualità, con l’attenzione subito rapita dallo stupendo Giudizio Universale, il più grande del Medioevo, dipinto sui due contrafforti laterali che introducono all’altare maggiore. E questa è un’altra particolarità della cattedrale. Questa è infatti l’unica chiesa che ha mantenuto intatto il perimetro del coro all’interno della cattedrale. Per far ciò, nel periodo in cui tutte le chiese eliminavano uno o due lati del perimetro del coro per rendere visibile l’altare ai fedeli, si rese necessario spostare l’altare sul lato opposto della chiesa, sotto la torre, rendendo la chiesa unica nel suo genere.
Al termine, proseguiamo la nostra visita nella vivace Vieil Alby, eredità del Medioevo che offre un labirinto ampio di stradine da esplorare. I suoi vicoli sono costeggiati da case a graticcio, negozi affascinanti, bellissimi hotels particuliers rinascimentali e altri tesori del patrimonio culturale albigese.
A ridosso della cattedrale, e quasi altrettanto imponente, il palazzo de la Berbie, una volta dimora dei vescovi di Albi, che oggi ospita il museo Toulouse-Lautrec, dedicato al celebre pittore nato ad Albi nel 1864. Noi ci limitiamo a percorrere il suo cammino di ronda ed ammirare il bellissimo giardino al suo interno.
Un’ultima passeggiata sul ponte vecchio e su quello nuovo, da cui si gode di un privilegiato punto panoramico, e poi rientriamo in camper per un meritato riposo.
6 Maggio 2023 Sabato
Oggi tappa impegnativa. Ci alziamo di buona mattina e partiamo alla volta della Spagna. Destinazione il Parco Naturale di Bardenas Reales, in Navarra. Sono circa 500 km, che come al solito percorriamo per strade secondarie, senza fretta, attraversando i Pirenei grazie al Tunnel di Aragnouet.
Andiamo a sostare ad ARGUEDAS (E) (Navarra); l’area sosta è situata ai piedi delle Cuevas de Arguedas, le grotte di Arguedas (N42.17270 W1.59130 un parcheggio con carico e scarico delle acque; gratuito), che andremo a visitare domani prima di procedere per il parco Bardenas.
7 Maggio 2023 Domenica
Appena svegli ci dirigiamo verso le grotte. Le cuevas sono delle abitazioni scavate nella roccia che risalgono alla fine dell'Ottocento quando furono adibite ad abitazione dalla gente del posto che non potevano permettersi di comprare una casa; le stanze sono scavate nella roccia. Un sentiero porta all’ingresso di alcune di queste grotte, la maggior parte sono crollate o in procinto di farlo, ma qualcuna si riesce a visitare. Nel 1940 c'erano 50 famiglie che ancora vivevano in altrettante grotte. Furono abbandonate negli anni '60 grazie allo slancio dato all'edilizia sociale, con il comune che assegnò delle case popolari agli abitanti delle cuevas. Inutile sottolineare che, sia la storia che la tipologia, riporta ai nostri sassi di Matera. Las cuevas, la sera prima, erano state illuminate con un simpatico gioco di luci.
Terminato il nostro giro ci spostiamo verso il Parco Bardenas Reales raggiungendo il Centro Informazioni (N42.179459, E-1.533143) all’ingresso del parco.
L'Ufficio del Turismo in loco fornisce informazioni e cartine per il giro della Bardenas Reales che si svolge con un percorso ad anello della lunghezza di 34 Km, da fare a bassa velocità (tempo di percorrenza stimato 2 ore), che circonda tutta la Bardenas Real Blanca.
Il PARCO NATURALE BARDENAS REALES (NAVARRA), è un habitat scolpito dall'erosione nel corso di milioni di anni. È suddiviso in tre zone: il Plano, con terreni che sono coltivati e con alture meno pronunciate; la Bardena Blanca, cioè la zona circumnavigata dal nostro itinerario e che è naturalmente la più visitata; infine c'è la Bardena Negra, dove il paesaggio diventa più scuro data la presenza nella zona di boschi di pino. Non c’è un unico ingresso per entrare nel parco - alcuni dei quali autorizzati solo alle biciclette – ma i principali portano tutti al poligono di tiro. Nel parco ci sono molti punti sosta dai quali si possono ben focalizzare i diversi panorami. La strada è sterrata ma agevole, e la percorriamo senza problemi. Il sito più affascinante, e quindi il più fotografato, è il Cazabo de Castelditierra, che per la sua conformazione ricorda molto la Cappadocia, con il suo masso sorretto da un cono di arenaria. Qui c’è anche un canyon della lunghezza di 2 km, dove è possibile scendere e percorrerlo in tutta la sua lunghezza. In breve sembra quasi di essere in Arizona. Dalle notizie apprese all’ufficio informazioni, le Bardenas Reales erano di proprietà esclusiva della corona spagnola, diventate ora di proprietà della Comunità di Bardenas Reales, un ente pubblico, che nel 2000 è stato dichiarato Riserva Integrale della Biosfera.
Siamo ormai a pomeriggio inoltrato, quando usciamo dal parco per dirigerci alla nostra prossima tappa: la citta di SORIA (E).
Andiamo a sostare al parcheggio lungo il fiume Duero (N41.75682 W2.45614) da dove avremmo dovuto iniziare la nostra visita, ma i due siti che meritavano la nostra attenzione, l’eremo di San Saturno e il monastero di San Jan de Duero, sono chiusi la domenica pomeriggio e tutto il Lunedì.
Digerita la delusione, decidiamo comunque di fermarci per la notte visto che questo parcheggio sulla riva del fiume è in un posto stupendo. Facciamo anche una breve passeggiata in paese, dove troviamo una non so quale festa, ma dove tutti cantano e ballano distribuendo sangria formaggi e altre leccornie. Non abbiamo ben capito cosa si festeggiava, ma ci siamo volentieri fatti trascinare.
8 Maggio 2023 Lunedì
Il nostro programma di oggi prevedeva la visita dell’abbazia di El Burgo di Osma e del castello di Pedraza. Ma da internet scopriamo che il Lunedi e il Martedì sono chiusi, pertanto siamo costretti a saltarli. L’altro sito che volevamo vedere era la Granja di San Ildefonzo, anch’esso chiuso il Lunedì, ma domani è aperto, quindi ci torneremo.
Ci dirigiamo perciò a SEGOVIA (E) andando a sostare al grande parcheggio di Plasa de Toros N40.94057 W4.10726. Gli stalli sarebbero da dimensioni auto, ma ci parcheggiano di traverso anche camper e pullman turistici con i vigili che tollerano tale comportamento grazie probabilmente alla grande capienza del parcheggio. C’è anche il pozzetto per lo scarico del wc e il carico dell’acqua, anche se quest’ultimo fa un po’ ridere; comunque tutto funzionante.
Con una passeggiata di 1,5 km, o se preferite con il bus n.5 che passa sulla strada principale sopra il parcheggio, raggiungiamo SEGOVIA in 25 minuti. Non è possibile sbagliare strada, basta seguire l’acquedotto che parte da poco più in basso del parcheggio. Quando arriviamo nella piazza dell’Acquedotto, con questo che si offre in totale alla nostra vista, rimaniamo davvero affascinati. Costruito nel I sec sotto Traiano, è imponente ed elegante nello stesso tempo. A due ordini di arcate, nel punto più alto misura 28 metri. In conci di pietra perfettamente squadrati e, alimentato dal fiume Acebeda, portava l'acqua fino nel punto più elevato della città.
Risaliamo Calle Cervantes, e Calle rio Bravo per arrivare in piazza Major dominata dalla cattedrale. La cattedrale, dedicata all'Assunzione di Maria Vergine e a San Frutos è stata costruita nei sec. XVI-XVIII, dopo la distruzione di quella precedente a seguito dei moti rivoluzionari dei Comuneros; è in stile gotico e in parte rinascimentale con una spettacolare altissima torre campanaria di 110 metri. Si accede all’interno pagando un ticket che dà il diritto di visitare anche il palazzo episcopale. All'interno le volte delle navate sono elegantissime, sostenute da poderosi pilastri.
C’è anche un chiostro del XIV sec, con grandi aperture chiuse da colonnine e abbellite da arazzi in marmo traforato, in puro stile gotico. La nostra guida Planet dice che faceva parte dell'antica cattedrale gotica demolita, e che fu smontato pezzo per pezzo e trasportato presso la nuova. Molto bello anche il coro e l’altare maggiore con la statua della vergine in puro argento. Usciti continuiamo a camminare verso nord arrivando all'Alcazar. Si trova su uno sperone di roccia a strapiombo sulla valle dove anticamente c'era un fortilizio del XIII sec. Ma del vecchio edificio non rimane più niente, a seguito di un devastante incendio avvenuto nel XIX sec che ne distrusse la gran parte. Quello che vediamo oggi è un prodotto di fantasia in stile neogotico che conserva di originale solo la struttura delle torrette con il tetto in ardesia. Ridiscendiamo lungo la Calle Juan Bravo, ammirando la Casa de los Picos con l'originale facciata bugnata a punta di diamante, fino a ritornare all'acquedotto romano, da dove eravamo partiti.
Stanchi ma soddisfatti della giornata ritorniamo verso il camper. Prima di andare a nanna, ci concediamo una cena in un vicino ristorante, Lo Juventude, per assaggiare il piatto tipico a base di maiale tanto reclamizzato in questa zona: il cochinillo di asado, che in pratica è un arrosto di maialino da latte; veramente molto buono.
9 Maggio 2023 martedì
Come ci eravamo promessi, la mattina torniamo sui nostri passi di circa 10 Km per andare alla Granja de San Ildefonso, (l’area di sosta dedicata si trova alle coordinate N40.90465 W4.00650 completa di carico e scarico delle acque). Da qui con una tranquilla passeggiata di 1.5 Km raggiungiamo l’oggetto del nostro interesse: il Palazzo estivo reale, un grande complesso definito la Versailles Iberica, costruita su progetto di Teodoro Ardemans.
Filippo V, nipote del Re Sole, si ritirò in questo luogo nel 1724 e, durante i vent'anni seguenti, ingrandì i giardini ed il palazzo che fu usato come residenza estiva dai suoi successori sino ad Alfonso XIII, ultimo monarca spagnolo prima della dittatura di Franco. Si tratta di una costruzione grandiosa nata per ricevere gli ospiti della coppia reale. Nel palazzo, oltre al mobilio, quadri, statue ed opere settecentesche di alto valore artistico, vi risiede una delle collezioni di arazzi più belle del mondo. Dopo aver visitato il palazzo reale, muniti di audioguida in italiano, si passa ai giardini, realizzati dall'architetto francese René Carlier. Questi si estendono per 145 ettari e sono attraversati da oltre 30 Km di viali, con 26 monumentali fontane in piombo bronzato alimentate da un grande bacino artificiale e ispirate a soggetti mitologici (purtroppo la loro messa in funzione si limita ai soli mercoledì, sabato e festivi ore 17.30; peccato devono essere favolose).
La visita prosegue poi con la Collegiata, il luogo dove la famiglia reale assisteva alla messa, con un magnifico retablo sopra l’altare. Nel tornare verso il camper, si incontra la sede della Fabbrica Reale del Vetro dove, secondo il dépliant illustrativo, noi non ci siamo stati, si vedono i vecchi macchinari per la produzione e lavorazione del vetro, oltre ad un museo nel quale è possibile osservare direttamente i maestri vetrai mentre realizzano le loro opere.
Partenza per raggiungere ÁVILA (E). Arrivo e sosta nel comodo parcheggio con area attrezzata (N40.66138 W4.70463), proprio sotto il centro storico a fianco della polizia municipale. L’area è recintata e sorvegliata, e vi si accede effettuando la prenotazione tramite internet al sito www.aparkarea.com. Dopo aver pagato con carta o con Paypal, ci viene inviato un codice di 4 cifre con cui è possibile aprire il cancello (15€ + l’eventuale 3 € per la corrente). All’interno troviamo tutti i servizi, compreso bagni e docce calde.
Sono le 16.00 e decidiamo di iniziare la visita della città.
Secondo la mitologia, la città deve il suo nome ad Abyla, moglie di Ercole, e rappresenta il miglior esempio di ciò che s'intendeva per città fortificata. Avila è anche il Capoluogo di provincia più alto della Spagna con i suoi 1.131 m sul livello del mare. La città, protetta dalle mura medievali che ne circondano il centro storico, vanta una storia millenaria e scandita dalle tre culture che vi hanno dominato: ebraica, islamica e cristiana. Iniziamo la nostra visita proprio dalle mura cittadine, entrando nella città vecchia dalla Porta del Carmen, la più vicina a noi. Alla Muraglia si accede dalla Casa de las Carnicería (vicina all'abside della cattedrale). Ha un perimetro quasi rettangolare di 2.526 metri, nove porte, quattro finestre, 88 cubi o torrette, 2.500 merli (non le ho contate, le ho lette sulla guida). E’ possibile percorrerle per circa 2 Km, offrono numerosi scorci sulla città e pregevoli punti di vista, e mettono in risalto il loro perfetto stato di conservazione; sono l’emblema mondiale della città di Avila. Ci dirigiamo poi alla basilica di San Vincente che si presenta come un’imponente costruzione gotico romana. Ma è all’interno che si trova il meglio del sito. Qui in bella mostra c’è il sarcofago cenotafio del santo e delle due sorelle, tutti e tre martirizzati. Le immagini sullo stesso raccontano proprio queste vicende in un pregevole stile gotico romano, il tutto sormontato da un baldacchino che impreziosisce il monumento (la visita si svolge con audioguida in italiano).
Prima di rientrare al camper ci fermiamo un una pasticceria a comprare il dolce tipico di Avila, gli Yemas: una sorta di gelatina dolce e un po’ gommosa ottenuta con una particolare lavorazione dei tuorli d’uovo ricordati dalla loro forma.
10 Maggio 2023 Mercoledì
Stamani andiamo a visitare la Cattedrale, consacrata a San Salvador è la più antica del gotico spagnolo. Si tratta di una chiesa fortificata dove i merli ed i camminamenti del percorso di ronda della muraglia si integrano nella sua struttura. All’interno ci viene consegnato un bar-code tramite il quale con il telefono è possibile scaricare il percorso di guida in italiano. L'abside della cattedrale è integrata nelle mura, per cui faceva parte dell’insieme difensivo della città. Ha due facciate: quella principale, con ai lati due torri, una delle quali incompiuta, che le conferiscono un aspetto di chiesa-fortezza, e quella laterale. La pianta è a croce latina. All’interno anche un pregevole coro e il chiostro, che risultano di costruzione posteriore, XVI secolo. Lasciata la chiesa ci dirigiamo verso la Porta del Alcàzar, che ha da un lato la piazza del Mercado Grande, e dall'altro il tempio di San Pedro con un bellissimo rosone sulla facciata. La porta di fattura romanica e davvero magnifica, affiancata da due enormi torri alte più di 20 metri, unite nella parte superiore da un ponte ad arco.
Ultima tappa il convento museo di Teresa da Avila costruito dove sorgeva la casa natale di Teresa. Si tratta di un’immersione spirituale nella vita della Santa, osservando le stanze dove ha esercitato la sua missione spirituale; la cella personale dove si ritirava per meditare. E’ tutto talmente suggestivo che anche se siete non credenti rimarrete comunque affascinati.
Ci apprestiamo a lasciare Avila, ma prima con il camper ci fermiamo appena fuori città, in un punto chiamato Los Cuatro Postes, punto dal quale in un unico colpo d’occhio si riesce a vedere tutta la muraglia di Avila nella sua completezza.
Arriviamo a SALAMANCA (E) intorno alle 18.00 andandoci a sistemare in un parcheggio sotto il Puente Sanches Fabres N 40.95929 W 5.67455: è sterrato e anche disconnesso, ma ha il vantaggio di essere vicinissimo al centro e tranquillo la notte.
Abbiamo ancora energia da vendere, per cui tramite la pedonabile che parte dal parcheggio, attraversiamo il ponte romano sul fiume Tormes, costruito intorno al I secolo d.C, e andiamo in centro dirigendoci alla piazza Mayor, bellissima, anche se attualmente occupata da bancarelle per la fiera del libro, che ne limitano lo sguardo d’insieme. La piazza forma un irregolare quadrato porticato, circondato da palazzi tra i quali spicca quello dell'Ayuntamiento (sede municipale), in stile barocco. Facciamo un giro sotto gli 88 archi di questa piazza, osservando i medaglioni intagliati con il volto di personaggi celebri come lo scrittore Miguel Cervantes de Saavedra, autore del Don Chisciotte. Poi non possiamo esimerci dall’entrare nel Café Novelty, sotto il portico d'angolo, per fare una foto alla scultura dello scrittore Torrente Ballester.
Proseguiamo la nostra visita passando da Plaza del Corrillo piena di negozi, quindi seguiamo la Rúa Mayor fino ad arrivare alla Casa de las Conchas (oggi biblioteca e sede Ufficio del Turismo). È un bel vedere, colpiti dall'originalità di questo palazzo tutto decorato con conchiglie che rappresentarono l'unione matrimoniale di due famiglie nobili. Il simbolo della conchiglia non è casuale, in quanto il costruttore del palazzo, Rodrigo Arias Maldonado, fu cancelliere dell’ordine di San Giacomo e le conchiglie richiamano la tradizione di portare con sé una conchiglia nel cammino di Santiago de Compostela. Del palazzo si può visitare il patio, che troviamo decisamente interessante.
11 Maggio 2023 Giovedì
Stamane dedichiamo la visita a due importanti monumenti della città. Ci rechiamo presso la bella piazza di Anaya con i suoi giardini, dove di fronte si trova l'impressionante Cattedrale Nuova della città ed alle spalle il Collegio di Anaya.
Salamanca è la città delle due Cattedrali. La Catedral Nueva fu iniziata nel 1513, durante il regno di Ferdinando II d’Aragona, e terminata nel 1733, e durante la costruzione sono stati aggiunti elementi rinascimentali e barocchi rispetto al progetto originale. La facciata principale è in stile gotico e formata da tre archi decorati. Il biglietto di ingresso prevede la visita alle due basiliche ed al palazzo episcopale (10 euro con audioguida). L’interno a tre navate con capitelli romanici è illuminato da 90 vetrate. Ci sono diciotto cappelle, tra cui la Cappella Dorata in bello stile barocco. Quello che però davvero impressiona sono i volumi dell’interno e le altezze; si rimani attoniti nel concepire la distanza tra il pavimento e il soffitto delle navate. Davvero imponente. Di notevole spessore anche il coro con gli scranni intarsiati, ed il retablo dell’altare maggiore. Terminata la visita si passa direttamente alla Catedral Vieja con accesso dall'interno di quella Nuova. Nonostante la cattedrale antica non sia grandiosa come la precedente, l'atmosfera medievale ne rende interessantissima la visita. Da qui e possibile salire sulla torre. Ultimo giro al chiostro, anche se non all’altezza del resto della visita.
Usciti dalla cattedrale andiamo a visitare il palazzo episcopale, che ospitata il museo di arte sacra. Forse complice un’audioguida non all’altezza, la visita risulta abbastanza noiosa e priva di emozioni.
Il successivo passaggio è all’Università di Salamanca: fondata nel 1218 da Alfonso IX di Leon, ed è l'università spagnola più antica. Prima di entrare, una piccola chicca; gli studenti in cerca di successo negli esami, sono soliti sostare davanti alla facciata monumentale, alla ricerca di una piccola rana scolpita nella pietra che, se trovata senza aiuti, porterà fortuna allo scopritore, come vuole una antichissima leggenda cittadina. Devo dire che ho impiegato un tempo notevole per trovarla, e solo grazie ad altri turisti che parlavano dicendo che la piccola rana si trovava sopra un teschio (lato Destro del Portone, la rana si trova sopra il teschio sinistro), altrimenti sarei ancora lì senza speranza.
L’interno dell’università è praticamente un chiostro a due piani dove si trovano le aule degli studenti e la cappella. Ho trovato la visita molto interessante e la consiglio, con una spiegazione cartellonistica esauriente, anche se solo in spagnolo, del significato dei vari luoghi. Assolutamente da non perdere l’aula Luis Ponce de Leon, che conserva intatto l’arredo del XVI secolo, con i banchi originali per gli studenti (una rarità visto che nelle altre università gli studenti sedevano per terra) e la cattedra a forma di pulpito, eredità di un’epoca in cui lo studio avveniva all’interno delle chiese. Dulcis in fundo, saliti al secondo piano, la biblioteca settecentesca, con un bellissimo soffitto ligneo.
Ripreso il camper ci dirigiamo verso CÁCERES (E), tappa impegnativa di 200 Km, andando a posteggiare al parcheggio alle coordinate N39.48056 W6.36646, vicino al centro e gratuito, con già una nutrita presenza di altri camper; restiamo poi tranquilli in camper rimandando la visita all’indomani.
12 Maggio 2023 venerdì
CÁCERES possiede natali antichi. L'area sulla quale sorge fu abitata già in epoca preistorica, come testimoniano i resti umani rinvenuti presso una cava nella grotta di Maltravieso: qui interventi successivi rivelarono anche la presenza di una serie di punti e di numerose impronte di mani sulla roccia. Resti di un'arte rupestre non più visibile in loco poiché, per ragioni di sicurezza, l'accesso non è consentito al pubblico che può comunque osservare i reperti presso il museo locale.
Nel corso dei secoli la città fu occupata da popolazioni celtiche, poi dai legionari romani e dagli Arabi. Fu questo avvicendamento di poteri a dare vita alle numerosi variazioni architettoniche che oggi possiamo ammirare e che proseguì nel Medioevo con i palazzi edificati intorno alle chiese e alla sinagoga. Cominciamo la nostra visita attraverso le strette stradine fitte dì negozi che dal parcheggio ci portano nella vasta Plaza Mayor, una delle più grandi di Spagna, costruita nel XII secolo per ospitare la fiera annuale e il mercato che si svolgeva all'ombra dei portici che contornano ancora oggi la piazza; vi si affaccia l'ottocentesco palazzo municipale, alla destra del quale si apre un ampio spazio un tempo occupato da una delle porte romane di accesso.
Ci addentriamo nella Ciudad Monumental (il centro storico) salendo la scalinata protetta dalla Torre de Bujaco - una fortificazione araba del XII secolo – che ci fa attraversare il quattrocentesco Arco de la Estrella superando così l'antica cinta muraria almohade. La strada conduce direttamente di fronte alla gotica concattedrale di Santa Maria, nella piazza omonima.
All'interno la chiesa è costituita da tre navate, e la parte più interessante e data dal retablo dell’altare maggiore, con i suoi bassorilievi lignei, e l'immagine del Cristo Negro, nella cappella a lui dedicata. Si sale poi sulla torre campanaria per avere una visione della piazza sottostante. Tornati all'aperto ci facciamo sorprendere dagli imponenti edifici che contornano la piazza, architetture che come in tutto il centro storico hanno conservato la struttura originaria, caratterizzata dalla pietra a vista che assume un colore sempre più caldo al calar del sole. Di fronte abbiamo il Palacio Episcopal, dal grande portale bugnato incorniciato da colonne; sulla destra la Casa de los Ovando con il portale sormontato da un grosso medaglione araldico di pietra; più avanti il cinquecentesco Palacio de Carvajal, affiancato da una torre araba a pianta circolare: restaurata nel XX secolo è la sede attuale dell'ente del turismo. Dovunque guardiamo, c’è qualcosa che attira lo sguardo.
Continuiamo a girovagare per le strette vie del centro osservando le complesse elaborazioni di elementi gotici, rinascimentali e platereschi che ornano il Palacio de los Golfines de Abajo, che ospitava i re e i principi cattolici durante le loro visite a Caceres. Un po’ più in alto si trova la casa, costruita nel XV secolo sulle rovine dell'antico alcàzar, detta delle Veletas, ossia dei pinnacoli, in stile barocco. Le sale ospitano il museo cittadino: ma l'ambiente che più affascina è rappresentato dall’antica cisterna araba situata sotto il piano stradale, le cui arcate ancora si specchiano nell’acqua. Bellissimo!
Prima di lasciare Caceres facciamo un giro sulla torre del Bujaco, per fare alcune foto dall’alto della piazza Major.
Partiamo per MÉRIDA (E), nostra ultima tappa spagnola, andando a sostare all’area attrezzata per camper ed autobus, (€ 15,00 a notte con carico acqua, scarico, elettricità) di Calle Cabo Verde N°2 - N38.91905 - W6.33615.
È la città fondata dai Romani nel 34 a.C. La nostra prima visita è al Teatro ed Anfiteatro Romano. Centro di svago, divertimento e selvaggio intrattenimento di Augusta Emerita, città romana della grande Hispania ed antico nucleo di Mérida. L'anfiteatro accoglieva lotte di fiere, combattimenti tra gladiatori, e persino esecuzioni di schiavi. Dal parcheggio con una semplice passeggiata si giunge al monumentale teatro romano. Le colonne di marmo, le architravi, le sculture e persino la base dello scenario sono pezzi del teatro romano originario. Il teatro funziona ancora e nei mesi di luglio ed agosto ospita il Festival Internazionale del Teatro Classico.
Ci spostiamo poi in Piazza di Spagna, la più grande della città, e dopo un buon bicchiere di Sangria preso in uno dei numerosi bar, andiamo a visitare la Basilica e cripta di Santa Eulalia. All'ingresso un piccolo oratorio con un portico realizzato con pezzi di marmo appartenuti ad un tempio romano dedicato al dio Marte, e che sorge sul luogo dove la santa fu martirizzata. La visita alla cripta è assolutamente da evitare, al prezzo di 6 euro, si fa un tour sotto la basilica per vedere i resti di tre siti costruiti uno sull’altro, una casa romana, un cimitero cristiano, la vecchia basilica, e la nuova ricostruita sulle fondamenta della vecchia. Il prezzo del biglietto lo trovo eccessivo per quello che ci viene proposto; ma arrivati alla fine del percorso, e scoprire che per vedere la basilica vera e propria bisogna sborsare altri 2 € lo trovo particolarmente esoso.
Ultima tappa della giornata il ponte romano sul fiume Guadiana, e l'Alcazaba, un recinto militare arabo per il controllo della regione.
13 Maggio 2023 Sabato
Questa mattina, prima di partire, andiamo a visitare un monumento un po' più lontano, l'Acquedotto dei Miracoli, posto di fronte ad un ponte di origine romana.
Dal camper si fa una bella passeggiata lungo il fiume in un parco dove i locali fanno a loro volta corsa e attività fisica. In breve si arriva all’acquedotto romano, molto ben conservato, e di dimensioni ragguardevoli; vale davvero la passeggiata. Da apprezzare poi che su quasi tutti gli archi dell’acquedotto numerose famiglie di cicogne hanno fatto il loro nido. È davvero piacevole sentire il rumore dei becchi che battono, in questo ambiente rilassante. Rimaniamo molto tempo in zona, rilassati e tranquilli, prima di ritornare al camper.
Per uscire con il camper dall’area abbiamo avuto qualche difficoltà. L’ingresso in loco avviene in automatico, con una telecamera che rileva il numero della targa che memorizza il momento dell’ingresso. Al momento di uscire, in una macchinetta posta all’ingresso del parcheggio, si deve inserire il numero della targa e il sistema calcola il costo dovuto e si procede al pagamento. Il problema è che non sempre la lettura della targa è precisa, tanto che nel mio caso ha sbagliato addirittura una cifra e una lettera. Per farla breve ho dovuto chiamare tramite il numero di emergenza un addetto per scoprire l’arcano e permettermi l’uscita.
Risolto il problema ci siamo diretti verso il PORTOGALLO, non prima di aver fatto gasolio, dato che in Portogallo costa circa 10 centesimi più caro.
Appena passato il confine ci fermiamo a ELVAS (P) andando a parcheggiare sotto il magnifico acquedotto di Amoreira (N38.87906 W7.17324 gratuito), costruito tra il 1498 e il 1622. La sua lunghezza, che si estende per 7 chilometri, vede il susseguirsi di 843 archi disposti su cinque livelli.
Dopo le innumerevoli foto di rito, procediamo alla scoperta di questa cittadina fortificata a difesa del confine con la Spagna, il cui complesso sistema di fortificazioni è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Le sue robuste mura grigie, perimetro d’un irregolare poligono a forma di stella, sono testimonianza della sua travagliata storia, dei combattimenti condotti per difendere l’autonomia nazionale. Ecco perché, Elvas, è tutto un susseguirsi di mura, di torri, di fossati, di bastioni e di porte che si aprono su quello che oggi è uno splendido centro storico.
Noi siamo entrati dalla porta Esquina, che ci permette da subito di avere una visione completa dei bastioni e della loro imponenza. Ci siamo poi fatti prendere dal fascino del paese, con le sue case bianche e le strade tranquille e poco frequentate. Lo abbiamo percorso per un po’ senza meta, visitando la piazza principale del paese con la sua cattedrale, la colonna della gogna e il castello fortificato, ben conservato e che si porta dietro un bel pezzo di storia delle lotte tra Napoleone e Wellington.
Secondo noi il paese è molto sottovalutato, mentre invece merita davvero una visita.
Ripartiamo per MONSARAZ (P), con sosta alle coordinate N38,44268 W7.37977, sul versante occidentale del lago di Alqueva. È un tuffo nel passato, non soltanto per il castello che risale al 1300, ma per l’atmosfera che pervade le strette strade in salita, le vecchie case imbiancate a calce, l’assoluta mancanza di automobili, e forse ancora di più, per la gente che si può incontrare, tranquilla e sovente non proprio giovanissima.
Quasi al centro del paese, nella piazza principale, si trova la chiesa di Nossa Senhora da Lagoa, del XVI secolo.
È un paese da favola, fuori dal mondo, e anche se si incomincia ad intravedere un cambiamento dovuto alla sua scoperta da parte del turismo, è uno di quei posti assolutamente da non perdere.
La nostra ultima tappa è ÉVORA (P). Vi arriviamo nel tardo pomeriggio, andando a parcheggiare all’area municipale N38.56349 W7.91651, completa di carico e scarico. Ci fermiamo rilassandoci e rimandando la visita a domani.
14 Maggio 2023 domenica
Ci dirigiamo subito verso il cuore il cuore della città: praca Do Giraldo (dove ha sede l’ufficio del turismo), teatro di molte vicissitudini della storia del Paese, tra cui i roghi dei tempi dell'Inquisizione del XVI secolo, e dove fa bella mostra di sé la chiesa di Sant’Antao.
Seguendo rua Cinco De Outubro arriviamo alla cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta: costruita tra il XII e XIII secolo su di un sito che ospitava una moschea, è caratterizzata da due torri quadrate in granito che contornano il portale su cui spiccano le figure degli apostoli scolpiti nella pietra. Al costo di 3,5 € si inizia il giro salendo sui tetti della chiesa, da cui si gode di un magnifico panorama oltre ad apprezzare le architetture della cattedrale. Si prosegue poi scendendo nel chiostro datato XVI secolo, molto ben curato e apprezzabile per poi entrare nella chiesa vera e propria.
Usciti dalla chiesa si notano subito la presenza romana nella città, datata attorno al 59 ac. Nel vicino Largo Conde de Vila Flor, troviamo il tempio di Diana del II secolo, sorretto da 14 colonne corinzie incredibilmente ancora in ottimo stato, che rappresenta uno dei monumenti romani meglio conservati. Successivamente, uscendo dalla cattedrale, ed imboccando Rua dos Duques de Cadaval, si raggiunge il magnifico complesso universitario, il secondo del Portogallo per fondazione dopo Coimbra. Si può accedere liberamente al suo interno per ammirare i caratteristici portici, le aule e le sale interne abbellite da preziosi e antichi azulejos.
Da vedere anche la piccola chiesa di San Giovanni Evangelista, all'interno della quale dalle grate del pavimento si può osservare un'antica cisterna moresca. Altra tappa da non perdere è la gotica igreja de Sao Francisco del 1510, con la facciata con galleria ad archi ed un bel portale: l’interno è a navata unica, alta ben 24 metri. Il monastero alle spalle della chiesa ospita la vera curiosità di questa chiesa, seppur macabra, la Capella Dos Ossos, sostanzialmente un ossario creato dai frati francescani; in uno spazio di 360 metri quadrati per 11 di altezza sono murati alle pareti oltre cinquemila ossa.
Dopo una pausa in uno dei tanti ristorantini del centro, dove assaggiamo alcuni tipi di tapas, riprendiamo il camper per percorrere i 150 km che ci portano al campeggio Orbitur Guincho di CASCAIS (P) (N38.72162 W9.46613), pessimo come costituzione, non come complesso turistico, ma per la posizione degli alberi che sono bassi e contorti tanto da averci creato notevoli problemi per trovare un posto dove sistemarci; ma decisamente comodo per la visita di Sintra che effettueremo domani.
15 Maggio 2023 lunedì
Oggi è il giorno di SINTRA (P), famosa residenza estiva dei sovrani portoghesi, ma prima alcune considerazioni. La scelta di questo campeggio per la visita di Sintra non è casuale. In realtà a Sintra ci sarebbero diverse opzioni di parcheggio, la più comoda di tutte risulterebbe la stazione Portela (N38.80262 W9.37557 dove una parte del parcheggio è dedicata ai camper, previo pagamento). Da qui si può poi salire con il bus 434 al costo di 7 € andata e ritorno, al palazzo reale. Ma se avete voglia di andare a curiosare in qualche sito specializzato nella sosta camper in Portogallo, vedrete che tutti lamentano l’alto numero di furti che avvengono in questi luoghi, grazie al fatto che i padroni del camper stanno assenti per molte ore dal luogo del parcheggio. Non ho trovato una sola locazione che avesse un grado di rischio accettabile, al contrario tutti sconsigliano la sosta soprattutto diurna.
L’alternativa più gettonata è la sosta al camping Lisbona con trasferimento in due tappe dal camping alla stazione centrale e poi a Sintra. Noi abbiamo deciso di non percorrere questa soluzione, primo perché eravamo già stati a Lisbona, e secondo perché me lo sconsigliava il fatto di dover cercare informazioni inerenti i bus nel caos della stazione di Lisbona.
Dal nostro campeggio Orbitur, subito appresso al cancello di entrata, parte il bus M05, che al costo di 2 € ci porta fino al terminal di Cascais. Qui ci sono solo due marciapiedi, uno per gli arrivi e uno per le partenze. Spostati su quest’ultimo abbiamo preso il bus 1623 che in 40 minuti, al costo di 2,6 €, ci ha depositato al terminal della stazione Portela sud di Sintra.
Per andare su al palazzo non abbiamo preso il bus 434 in quanto avevamo prenotato on line la visita, e per il nostro ingresso dovevamo aspettare ancora 3 ore (13.30). Ci siamo quindi incamminati tranquillamente (la salita è comunque impegnativa per chi non è abituato a camminare), ed una volta arrivati abbiamo dedicato del tempo alla visita dei giardini ed a fare pranzo (consiglio: portatevi qualcosa da mangiare perché il servizio bar del palazzo è davvero pessimo, per qualità e scelta).
La visita al Palàcio Nacional da Pena è davvero qualcosa di unico, immersi in una cacofonia di stili dove si fondono barocco, manuelino, moresco e gotico, immerso in un parco di 200 ettari attraversato da un labirinto di sentieri. In realtà non è che appassioni più di tanto la parte artistica del castello, ma quello che rende la visita davvero imperdibile, è la locazione del palazzo: un castello stile quello delle favole, costruito a modo di nido di aquila con i suoi terrazzamenti a sbalzo nel vuoto dalla cui sommità si gode di un paesaggio straordinario. Il tempo medio della visita è di 1 ora e mezzo, ma potete prendervi tutto il tempo che volete, vi assicuro che non sarà tempo perso.
A Sintra c’è ancora tanto altro e, facendo i conti con l’orario del bus per il rientro, noi abbiamo scelto di visitare una cosa che, a parere nostro, merita di essere vista, e che rivaleggia tranquillamente con il palazzo reale: la Quinta de Regaleira che si raggiunge sempre con il bus 434.
Questa è una bizzarra costruzione che sorge in Rue Barbosa du Bocage; iniziata ai primi del 900 in stile misto gotico e manuelino, fu voluta dal miliardario brasiliano Antonio Carvalho Monteiro. In quanto a fantasia rivaleggia con il castello di Sintra. I suoi giardini sono uno spettacolo, con fontane, passaggi segreti, pozzi dove si scende per risalire in altre parti del parco; è davvero da non perdere, e se avete bambini al seguito, vi assicuro che non vorranno più venire via. Anche il palazzo e la chiesa adiacente sono degni di nota in quanto ad originalità. Insomma, se andate a Sintra, questo è un luogo che non dovete assolutamente mancare di vedere.
16 Maggio 2023 martedì
Stamani ce la prendiamo comoda. Facciamo bucato, e nell’aspettare che si asciughi usciamo dal campeggio e facciamo una bella passeggiata che ci porta sul mare attraversando le dune delle spiagge. Il tempo è piacevole, ed anche l’immancabile vento che sempre persiste non è così freddo.
Poco prima di mezzogiorno rientriamo in campeggio, e dopo esserci sistemati partiamo in direzione CABO DA ROCA (P), estremo punto occidentale dell’Europa: la lunga discesa che conduce verso il promontorio porta al faro alto 165 metri, il simbolo più fotografato di questo tratto di costa. Ci fermiamo al parcheggio del promontorio (N38.78056 W9.49778), e dopo le immancabili foto al faro e al cippo con la scritta che ricorda come ci troviamo nel punto più ad ovest dell’Europa, percorriamo i sentieri lungo il selvaggio costone roccioso che precipita verso le acque atlantiche; ogni scorcio è un’occasione per fare foto, e andiamo avanti così percorrendo qualche km lungo i sentieri a picco sull’oceano.
Alla fine rientriamo in camper molto soddisfatti di ciò che abbiamo ammirato.
Dopo un breve meritato riposo, ripartiamo per ÓBIDOS (P). Il percorso è abbastanza lungo, e non passando per l’autostrada, ma per i paesi costieri, anche un po’ impegnativo; ma comunque appagante per quello che vediamo. Mai parole per noi più vere, quelle di chi dice che non è importante la meta, ma il viaggio per arrivarci.
Dopo una sosta per rifornire cambusa e Gasolio, arriviamo ad Obidos andandoci a sistemare all’area di sosta presso l’acquedotto (N39.35622 W9.15688). L’area costa 6 € al giorno, che un signore viene a riscuotere la sera. C’è lo scarico e il carico dell’acqua, ed il terreno è abbastanza pianeggiante.
17 Maggio 2023 mercoledì
La mattina ci dirigiamo nel bel centro storico, e che la visita sarà soddisfacente già lo intuiamo appena passata la Porta da Vila, datata 1380, che al suo interno, in alto su di un altare, ci mostra un pregevole Azulejos.
Invece di percorrere la via principale che porta diretta al castello dom Dinis decidiamo di arrivarci percorrendo il cammino di ronda delle intatte mura della città (il perimetro completo è di circa 2 km). Un bel cartello fa bella mostra di sè avvisando che questo percorso è pericoloso in quanto privo di protezione per eventuali cadute nel vuoto. In effetti il camminamento è largo circa 1 metro, ma se non si hanno problemi di vertigini si affronta in tutta tranquillità. È sicuramente da sconsigliare se avete dei bambini al seguito, così come eviterei di farlo con ciabatte o sandali, dato che dal piano del camminamento ogni tanto affiorano delle pietre che possano risultare scivolose.
Detto questo il percorso è molto bello; più alti dei tetti delle case, riusciamo ad ammirare il bel panorama. Si arriva quindi al vecchio castello, che attualmente ospita una libreria. Vi invito comunque ad entrarci in quanto al piano superiore c’è una simpatica signora, che esegue ricami al tombolo, che si definisce una specie di poetessa. Ogni suo lavoro è accompagnato da una poesia, che lei stessa vi declamerà spiegandovi ciò che rappresenta la sua opera.
Ci sono molte creazioni, dai semplici ricami agli orecchini, anelli, collane e molto altro. Difficile resistere alla tentazione di comprare qualche cosa.
Usciti ritorniamo sui nostri passi percorrendo la via principale, Rua Direta, affiancata da case dove il colore dominante è il bianco, accecante nel sole, reso più gentile dai numerose piante di buganvillee fiorite abbarbicate ai muri delle case. È una babele di negozi turistici, che comunque non disturbano, la maggior parte di un pregiato artigianato locale.
Arrivati a Praça de Santa Maria, si visita l’omonima chiesa, dove all’interno si trovano interessanti pannelli di Azujelos del XVII secolo.
Lungo il cammino non possiamo poi fare a meno di assaggiare la Ginja, o Ginjinha,il liquore tipico di acquavite ricavata dalle ciliegie che viene servito in bicchierini di cioccolato fondente. Inutile dire che un paio di bottiglie andranno ad incrementare la cambusa.
Senza rendersene conto abbiamo fatto le 12.00, pertanto torniamo al camper e ripartiamo subito per la nostra prossima tappa: il faro di CABO CARVOEIRO (P) sul promontorio di Peniche. Sostiamo presso l’omonimo faro (39.359860, -9.408227) e dopo aver pranzato percorriamo il sentiero che corre lungo la scogliera, fermandosi in continuazione a scattare foto, perché la natura offre spettacoli davanti ai quali non si può restare indifferenti: ampie insenature, rocce e scogli sporgenti e lavorati dall’acqua e dal vento, contro cui le onde si infrangono spumeggianti e rumorose. In alcuni punti è possibile scendere sotto la scogliera attraverso scalini scavati nella roccia o scalette di metallo appositamente approntate, che terminano su balconate naturali dalle quali è possibile affacciarsi e vedere le onde.
La passeggiata si conclude alla croce del santuario di Nostra signora de Remedios. Il santuario si trova dall’altra parte della strada, e vi invito a visitarlo perché e davvero affascinante. È piccolo e raccolto, con l’interno completamente coperto dagli immancabili azulejos.
Prima di abbandonare la penisola di Peniche, con il camper ci dirigiamo al ILHEU DI PAPOA (P) N39.3721927 W9.3764442. Questo era un vecchio vulcano del giurassico, le cui pietre laviche affiorano ancora in questo sito costituito di un promontorio sul mare, dove sentieri e passerelle in legno permettono di visitarlo nella sua interezza,
Le sue rocce scolpite dal vento sono state le spettatrici del più grave naufragio, avvenuto lungo queste coste, capitato ad una nave spagnola proveniente dalle Americhe che trasportava un ingente carico in lingotti d’oro e d’argento, come ricordato nei numerosi pannelli illustrativi posti in loco.
Lasciamo Peniche per dirigerci a NAZARÉ (P). Qui ci aspetta la sgradita sorpresa che tutti i parcheggi che avevamo individuato per la sosta, sono stati dichiarati off limits dall’amministrazione comunale. Abbiamo perso un po’ di tempo per trovare un alternativa, ma alla fine l’unica soluzione è stata quella di dirigersi verso il campeggio Orbitur Valado (N39.59810 W9.05608) che si trova a 2.5 Km dal centro.
In questo viaggio non siamo fortunati con i campeggi. Niente da dire sulla struttura, come quello precedente, un buon campeggio e ben servito; ma all’ingresso fa bella mostra di sé un cartello che dice che la direzione non si assume responsabilità nella scelta errata della sosta dei mezzi degli ospiti. Dopo un primo attimo di perplessità scopriamo che questo è dovuto al fatto che il terreno è molto sabbioso, e che non è raro finire insabbiati, come ci dimostra un camper di un tedesco che viene soccorso da un trattore per uscire dalla sua piazzola.
Armati di pazienza riusciamo a trovare un posto che ci sembra garantire la sicurezza necessaria, per cui si sistemiamo e rilassiamo per la serata.
18 Maggio 2023 giovedì
La mattina ci mettiamo in marcia per andare in centro. La distanza è abbastanza lunga, circa 3,5 Km, ma non ci spaventa. Come alternativa si potrebbe andare verso la spiaggia di Praia do Norte, e da lì salire al promontorio del Sitio con un ascensore che in realtà ci è sembrato non funzionante da un po’ di tempo.
Dopo una passeggiata di circa 1 ora, arriviamo alla bella e caratteristica piazza dove si erge la chiesa di Nossa Senhora de Nazarè, di epoca barocca ed adornata di azujelos.
Qui abbiamo la sorpresa di scoprire che oggi è la festa religiosa del paese, e che viene festeggiata con una bella sfilata di cavalli con i cavalieri e popolani tutti vestiti in tenuta tradizionale. Molto bella e soprattutto sentita dalla popolazione che affolla le strade della sfilata. Dopo aver assistito alla festa, scendiamo al faro ed al forte di São Miguel Arcanjo, il luogo più incantevole di questo paese.
Qui, grazie alla particolare conformazione del fondale marino, ed ad un vento costante e sempre presente, sono presenti le onde più alte ed impressionanti di tutto il Portogallo; tutti i più grandi campioni di surf vengono qui a cimentarsi con queste onde, dove un cartello ricorda appunto che non puoi considerarti un serfista, se non hai almeno una volta cavalcato queste onde. Ma quando dovrebbe toccare a noi rimanere impressionati da questo fenomeno marino……Calma piatta.
Non tira un alito di vento; delle onde nemmeno a parlarne. Mi sono permesso di aggiungere alla foto fatta da me (quella di seguito), una simile estrapolata dal sito dell’agenzia turistica di Nazarè (quella sopra) per darvi l’idea di quello che doveva essere e che non è stato.
Questo non toglie che il panorama sia bello ed interessante, ma l’aspettativa era un’altra.
Smaltita la delusione e trovato comunque il lato positivo dello svolgimento della giornata, torniamo in campeggio e dopo pranzo ripartiamo alla volta della vicina prossima tappa, che questa volta è il MONASTERO DI ALCOBAÇA (P). Dopo aver lasciato il camper nel grande parcheggio vicino al monastero N 39,54897 W 8,97508, ci incamminiamo verso questo gioiello architettonico datato 1153.
La buona sorpresa è che oggi è la giornata internazionale dei musei, e gli ingressi a tutti i musei sono gratuiti.
Iniziamo la visita entrando negli ambienti del monastero che si snodano intorno al grandioso chiostro del silenzio. Sono tutti ambienti davvero maestosi con una menzione particolare per la cucina che offre alla vista un camino mai visto per dimensioni, veramente monumentale. Si passa poi alla cattedrale, composta da 3 navate con un’altezza di 20 metri. La parte del leone la fanno però i due monumenti funerari del re Don Pedro e Dona Ines. Non si conosce l’autore ma sono davvero stupendi per grazia ed espressionismo.
Usciamo dal monastero che è praticamente l’ora di chiusura, e decidiamo di rimanere a dormire nel parcheggio.
19 Maggio 2023 Venerdì
Appena svegli, dopo colazione, partiamo per BATALHA (P), andando a fermarci al grande parcheggio presso il monastero N 39,66141 W 8,82516
Da qui a piedi ci dirigiamo presso il monastero che già dalla piazza antistante dimostra tutta la sua imponenza.
Questo monastero fu edificato a partire dal 1387 dal re Joao I come ringraziamento per una sua vittoria contro i castigliani. È interamente in stile manuelino, ricco di guglie, pinnacoli e archi rampanti. Al suo interno la visita parte dalla chiesa vera e propria, qui l’ingresso è libero, e quello che subito colpisce è l’altezza delle navate, oltre 30 metri, con un gran numero di colonne che guardandole in prospettiva sembrano proprio un muro divisorio tra la navata centrale e quelle laterali. Per proseguire poi la visita negli altri ambienti si paga un biglietto di 9 euro. Con questo si accede per primo al gioiello del monastero; la cappella del foundator, un panteon che ospita i sepolcri del re Joao I e della moglie Filippa. Si rimane incantati dalla finezza dei particolari, sia dei sepolcri che dalla volta stellata scolpita. Da notare poi che il re è rivestito della sua armatura, ed è la prima volta che succedeva, dando da allora un modello per i successivi monumenti funerari.
Si ritorna poi nella chiesa, e da una navata si passa agli ambienti di uso più comune dei monaci.
Si incontra per primo il chiostro reale, ed è il più bello che abbia visto in questo viaggio. È estremamente lavorato, con tutte le colonne diverse tra loro, con gli archi ricoperti da svolazzi ed intarsi che invece che pietra sembrano ricami.
Poi si accede alla sala capitolare, che ospita il monumento al milite ignoto, ed infine, uscendo dalla basilica perché l’accesso non è diretto, alla cappella imperfetta. Questa era stata progettata dal re Duarte, e doveva servire da panteon per la sua famiglia, ma la morte prematura del re la rese incompiuta. Al suo interno si trova quindi solo il monumento funebre del monarca con sua moglie. Oltre al pregio del monumento, quello che affascina è che i due sovrani si tengono la mano, in un gesto di intimo affetto. È la prima volta che vedo un monumento funerario così concepito, e devo dire che mi ha molto colpito. La cappella, pur nella sua incompletezza, manca pure la copertura, risulta comunque bellissima.
Prima che la giornata finisca abbiamo ancora una tappa da fare: il santuario di Fatima. Sostiamo nel parcheggio dietro il santuario, il più vicino al santuario stesso N39.6332 W8.67861, ha solo sei posti camper dedicati, ma si può comunque sostare in tutti gli altri spazi senza problemi (quando siamo arrivati noi c’erano già una trentina di camper). Non ci sono servizi, a parte la fontanella dell’acqua. Ma il posto è comodissimo e tranquillo. Facciamo subito un giro per prendere confidenza con questo santuario di grande suggestione nato per celebrare le apparizioni di Maria ai tre pastorelli a Cova da Iria nel 1917. Nel luogo delle apparizioni si trova la Capela das Aparigòes. Qui nella corona della statua della Madonna è incastonata la pallottola che ferì Papa Giovanni Paolo II nell'1981. Dopo cena alle 21.30 partecipiamo alla fiaccolata con rosario nel grande piazzale della basilica. Molto suggestivo, con il celebrante che fa partecipare i pellegrini nella loro lingua originale.
20 Maggio 2023 Sabato
Stamani ci alziamo presto, per partecipare alla messa in lingua italiana che si svolge presso la Cappella dell’apparizione. Al termine facciamo il percorso spirituale indicato sui dépliant, visitando i luoghi più significativi del santuario.
Nel pomeriggio, dopo pranzo, lasciamo Fatima e raggiungiamo TOMAR (P), parcheggiando nell’area municipale per i camper N 39.60694, W 8.41021 allestita in un bel contesto; forse un vecchio campeggio, o un campeggio che non ha mai aperto. Comunque sia c’è lo scarico delle acque grigie e del chimico, il carico dell’acqua e i servizi per lavare le stoviglie. Ci sarebbero anche i bagni, ma risultano chiusi; l’area è tra gli alberi, in piano, illuminata, ed è gratuita. Tomar è una cittadina dal centro storico intatto che sorge sulle sponde del Rio Nabào, dove passeggiarvi è davvero piacevole. Ma l’attrazione che attira migliaia di visitatori ogni anno è il Convento de Cristo, dove ci dirigiamo. È una passeggiata di un chilometro in salita, ma ne vale la pena. Patrimonio dell'umanità per l'Unesco e superlativo edificio costruito per volere del Gran maestro dell'Ordine dei Templari. Era il periodo di Enrico il Navigatore e davvero non si badava a spese.
La visita inizia dai chiostri, decorati con gli immancabili Azujelos, ma quando si entra nella chiesa di questo monastero, che qui viene indicata come Charola, si rimane increduli dalla bellezza che ci si para di fronte. L’ambiente è ottagonale, con al centro una struttura cava che rappresenta l’altare e che si innalza fino al soffitto. Sembra che il progetto copi la basilica di Gerusalemme. L’effetto è stupendo, in stile gotico manuelino, e con molti affreschi alle pareti. Difficile staccarsi da questo ambiente e proseguire il giro. Si passano in rassegna tutti gli ambienti frequentati dai monaci guerrieri, dal refettorio alle celle, dai dormitori alla sala capitolare, fino ad arrivare alla finestra manuelina, altro capolavoro dell’arte. È una finestra finemente lavorata che si apre sulla parete sud della basilica.
Facciamo poi un giro in centro storico, prima di tornare al camper per un meritato riposo.
21 Maggio 2023 Domenica
La mattina ce la prendiamo calma; dopo colazione andiamo a fare ancora un giro in paese e solo in tarda mattinata partiamo per COIMBRA (P) che raggiungiamo intorno all’ora di pranzo, andando a sistemarci al campeggio Parque Municipal alle coordinate N40.18895 W8.39957. Il campeggio è ben distante dal centro cittadino, per cui dopo pranzo prendiamo il bus 38 che parte subito fuori dal campeggio, e raggiungiamo il centro città.
Scesi dal bus andiamo ai giardini della Quinta das Lagrimas e da qui, superata una porta neogotica, accanto alla quale si erge una maestosa sequoia in ricordo della visita del duca di Wellington nel 1813, si raggiunge la sorgente di un laghetto. Dal ponte di Santa Chiara, circondato dalle rovine del convento omonimo, ci dirigiamo verso il centro storico, carino e pieno di vita, per poi spostarci verso la vecchia cattedrale datata 1255, uno dei più importanti edifici romanici del paese, elegante e severa nel suo aspetto, di pregevole fattura l’interno, e corredata di un chiostro molto suggestivo.
Andiamo a visitare anche la Cattedrale nuova, anche questa molto imponente, ricca di retabli dorati e voluminosi che riempiono tutto l’ambiente. A questo punto avremmo dovuto visitare il pezzo forte di Coimbra: l’Università, ma chiude alle 17.00, pertanto decidiamo di rimandare la visita a domani mattina, e con il tempo che ci rimane a disposizione, ci spostiamo in Praga 8 de Maio, per visitare la chiesa di Santa Cruz. La costruzione di questo monastero ebbe inizio nel 1131 mentre l'aspetto odierno della facciata e del portale si devono ai rimaneggiamenti effettuati nella metà del Cinquecento. Di notevole effetto è l’interno, con la navata principale impreziosita di pregevoli azujelos. Sempre nella navata principale, ci sono altre due navate ma sono tronche, in quanto si aprono a circa la metà della principale, su una cappella che accoglie la tomba di Don Sancho I.
Si è fatto tardi, e riprendiamo il bus 38 per ritornare in campeggio.
🌟 IL VIAGGIO CONTINUA! 🚐✨
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