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Diario di viaggio: Portogallo in camper
- seconda parte -

Prosegue questo lungo viaggio di Anna e Daniele G., un itinerario durato quasi due mesi.

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 22 Maggio 2023 Lunedì

Ci alziamo per tempo, e con il solito bus torniamo a Coimbra direzione Università. Ieri sera avevamo tentato di prenotare la visita on line, ma l’ingresso alla biblioteca Joannina, che è anche il pezzo più pregiato della visita, ci dava un ingresso programmato per le 12.30, troppo tardi per noi che dobbiamo lasciare il campeggio alle 15.00.

A malincuore siamo costretti a rinunciare alla biblioteca, e quindi ci dirigiamo alla biglietteria per pagare il giro del palazzo reale, cappella di san Michele e museo della scienza. Ci sono diverse tipologie di biglietto, a seconda che uno voglia visitare anche il giardino botanico, le aule scientifiche, il collegio del Gesù ecc. Noi ci siamo limitati a questi tre siti per il tempo che potevamo dedicargli. Arriviamo quindi all'Università, riconosciuta patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Questo famoso ateneo occupa fin dal 1537 una delle più prestigiose residenze reali del Portogallo, dono di re Don Giovanni III, e i suoi studenti ancor oggi indossano con orgoglio la pesante divisa dall'ampio mantello, arricchito da stemmi ricamati lungo le falde interne.

Il problema che abbiamo riscontrato, è nel trovare la biglietteria; questa infatti non si trova nel cortile dell’università ma all’esterno, e neanche troppo vicino, tanto che tra qualche improperio e qualche richiesta di informazione dai passanti, perdiamo un po’ di tempo a trovarla.

Una volta espletato l’incombenza economica, iniziamo la visita superando la Porta Ferrea che dà accesso all’ampio piazzale dell’università. Qui abbiamo la fortuna di incontrare molti studenti che stanno festeggiando la fine del corso del primo anno. Vestiti con il loro abito tradizionale e l’ampio mantello nero, si fanno le foto davanti alla loro facoltà, e si lasciano fotografare anche da noi turisti che ci intratteniamo con loro chiedendo dettagli sul loro sistema scolastico.

Coimbra universita

Proseguiamo poi verso la cappella di San Miguel, meravigliosa, decorata con gli immancabili azulejos e impreziosita da un pregevole retablo oltre che da alcune statue, e un organo risalente al 1732. Da qui si passa al palazzo reale, trasformato in stanze ad uso universitario, passando in varie sale interne fino ad un ballatoio dal quale si gode una veduta panoramica sulla città.
Terminata la visita riprendiamo il bus che ci riporta in campeggio. Dopo aver pranzato ed espletato le operazioni di carico e scarico dell’acqua, partiamo per la nostra successiva meta: Costa Nova do Praia.
Prima però facciamo una sosta ad AVEIRO (P) sostando in un parcheggio, senza c/s, destinato ai camper vicino alla cittadina N 40.64505, W 8.65540. Il posto è veramente comodo per la visita, ma si trova sotto un ponte stradale con molto traffico che la notte potrebbe risultare assai rumoroso.
Mi ero riproposto la visita di questo centro perché avevo letto che Aveiro era una sorta di piccola Venezia, in quanto la città si sviluppa su dei canali. Forse sarà stata l’alta aspettativa, ma sinceramente non sono rimasto molto colpito dalla città. Ci sono sicuramente dei bei canali, anche molto ampi, costantemente attraversati da imbarcazioni che ricordano, abbastanza approssimativamente, delle grosse e tozze gondolone veneziane, ma a parte questo c’è ben poco della nostra città lagunare. Ci spostiamo in centro, che invece ho trovato ben curato, vivace e pieno di negozi in stile Coimbra.

 aveiro

Rinunciamo ad effettuare il "barco" turistico, per la gita sui canali che per la verità sono pieni di turisti. Noi invece ci concediamo un peccato di gola, andando in una delle numerose pasticcerie del centro ad assaggiare il dolce tipico di qui: ovo moles (tuorli d’uovo crudi e sciroppo di zucchero avvolti in un’ostia).

Alla fine ripartiamo per il borgo di COSTA NOVA, proteso su una lingua di terra tra la Ria de Aveiro e l'Atlantico. Qui ci sono davvero tanti posti dove poter sostare; noi scegliamo un parcheggio limitrofo al campo da calcio e alla spiaggia (N40.61079 W8.75240) dove notiamo con soddisfazione che stanno costruendo un angolo dedicato allo scarico delle acque grigie, del chimico, e al rifornimento dell’acqua.
Dopo una passeggiata sulla spiaggia, in parte sulla sabbia in parte sulla lunga passerella in legno che costeggia le dune, data la vicinanza del parcheggio al centro del paese, decidiamo di andare a cenare in uno dei tanti ristoranti, scegliendo il ristorante Costa Nova.
Assaggiamo il famoso bachalao, nella versione della casa, e alla griglia, aggiungendo anche un buon piatto di vongole alla spagnola. Tutto molto buono e soddisfacente. Quando torniamo in camper, dopo l’ennesima passeggiata a lume di luna sulla spiaggia, siamo pronti per un buon sonno ristoratore.

23/ Maggio 2023 martedì

Una volta alzati facciamo il giro di questo incantevole paesino. Il panorama è da cartolina: una serie di case in legno, ordinatamente affiancate una all'altra, fronteggiano il mare con le facciate composte da strisce verticali bianche che si alternano a quelle rosse, gialle, verdi o blu.

 costa nova scorcio s

Tonalità pastello che hanno trasformato in case di villeggiatura i palheiros, le antiche capanne di paglia utilizzate dai pescatori come depositi per attrezzi.
Sembra di vivere in un fumetto, tutte le casette sono diverse le une dalle altre, tanto da essere difficile scegliere cosa fotografare. Chiudiamo la nostra mattinata con l’ennesima passeggiata sulla spiaggia, e poi con un salto al mercato coperto del pesce, dove acquistiamo dei molluschi per una spaghettata da fare alla sera.

Dopo pranzo partiamo per Porto, ma prima facciamo una deviazione raggiungendo il paese di VALEGA (P), per visitare la settecentesca chiesa matrice di Santa Maria. Una volta arrivati parcheggiamo proprio di fronte alla chiesa (40.832739, 8.579593). Già appena scesi dal camper ci rendiamo conto della particolarità di questa chiesa. L’esterno e la torre campanaria sono completamente rivestite dai classici azulejos bianchi e blu che la rendono unica nel suo genere. Ma il bello viene quando giriamo intorno alla chiesa per raggiungere la facciata principale. Questa è rivestita di piastrelle policrome a tema religioso sull’immacolata concezione della Madonna; il risultato è uno splendore di colori e scene. La stessa tipologia di maioliche ricopre anche le pareti della singola navata interna dove i temi religiosi sono tutti incentrati sulla vergine Maria. In una cappella separata, ma rivestita dalle stesse splendide maioliche, è conservato una fonte battesimale del XVI secolo. Questa è davvero una tappa da non perdere.

valega chiesa

Ci rimettiamo in cammino arrivando nei pressi di PORTO (P), ma data l’ora tarda non ci dirigiamo verso il campeggio come avevamo deciso (lo faremo domani) ma andiamo a sistemarci alla Praja de Lavadores, di fronte al mare, in un parcheggio misto insieme ad altri numerosi camper, per passarvi la nottata (N41.13187 W8.66871).

 24 Maggio 2023 Mercoledì

Appena svegli facciamo colazione e percorriamo i 2 km che ci separano dal campeggio Orbitur Canidelo (N41.12473 W8.66647). Il parcheggio dove eravamo era perfetto sia per passarci la notte che per la visita di Porto, ma la nostra scelta è dovuta al fatto che dopo 1 mese abbiamo bisogno di fare bucato, soprattutto le lenzuola, e piuttosto che cercare una lavanderia automatica, riteniamo più comodo sfruttare le strutture del campeggio. Passiamo così la mattinata alle incombenze pratiche. Dopo pranzo partiamo invece per la visita di Porto. Per raggiungere il centro, che dista circa 6 km, si prende il bus 15 subito fuori dal campeggio. Questo fa capolinea al General Torres, che si trova davanti al ponte Louis I, che dà l’accesso al centro distante circa 1,4 Km. Qui ci sarebbe la metro che in una fermata porta alla cattedrale, ma il mio consiglio è quello di percorrere a piedi questo tratto. La passeggiata sul ponte dà proprio la visione da cartolina di Porto, con il quartiere Ribeira in primo piano; per me assolutamente imperdibile. La storia racconta che il primo insediamento cittadino, Cale, sorgesse in epoca romana sulla sponda sinistra del fiume Douro; con l'intensificarsi delle attività commerciali fu fondato un nuovo abitato sulla riva opposta, chiamato Portus. Ben presto per indicare questo sito si fece riferimento al nome Portucalia (il porto di Cale) destinato a divenire sinonimo dell'intera nazione.

porto cattedrale

Attraversato lo storico Dom Luis I, costruito su due livelli e ideato da un allievo di Eiffel, ci ritroviamo praticamente a ridosso della cattedrale che s'innalza sulla collina più alta. È del XII secolo e l’esterno mostra la tipica architettura della cattedrale/fortezza. L’interno non mi ha appassionato molto, forse perché portato a fare il confronto con le altre cattedrali viste in questo viaggio. Comunque da ammirare il bellissimo rosone e l’altare maggiore del ‘700, opera dell’architetto italiano Niccolò Nasoni. Da non perdere invece il chiostro, con i suoi preziosi riquadrati di azulejos e la salita alla torre, da cui si ammira un bel panorama sulla città, oltre a vedere la struttura a fortezza della cattedrale.
Scendiamo poi verso la Piazza della Libertade, per raggiungere la stazione ferroviaria di Sào Bento, in pieno centro storico, divenuto dal 1996 patrimonio dell'umanità. Motivo di questa visita sono le pareti interne dell'ingresso principale della stazione completamente rivestite di azulejos illustranti la storia cittadina.

 porto stazione azulejos

Facciamo anche una visita al palazzo municipale di Porto, imponente nelle sue dimensioni, e passiamo il resto del pomeriggio passeggiando negli stretti vicoli del centro, concedendoci un assaggio delle famose frittelle di Bachalao, annaffiate da un buon bicchiere di Porto. Il pomeriggio volge al termine; rimandiamo il resto della visita all’indomani, e ritornando sui nostri passi, riattraversiamo il ponte Louis I e riprendiamo il bus 12 che in 30 minuti ci riporta al campeggio.

25 Maggio 2023 giovedì

Ripreso il bus che ci riporta davanti al ponte Louis I, questa volta scendiamo le scale verso il mare rimanendo sul lato sud dell’estuario, dove ci sono tutte le più importanti cantine del pregiato vino Porto. Cerchiamo quella che possa garantirci un tour della cantina in italiano, e lo troviamo presso la cantina Burmester. Il tour è per le 15.30; prenotiamo e poi riprendiamo il giro della città.

Attraversiamo il ponte Louis I e ci avventuriamo nel traffico pedonale costeggiando il quartiere di Ribeira, forse il più caratteristico di Porto, pieno di locali e di turisti pronti a fare il giro dei sette ponti della città in una delle tante barche caratteristiche: i rabelos, che una volta trasportavano le preziose viti. Ribeira è contornato da erte stradine acciottolate che si insinuano tra le abitazioni con le facciate spesso abbellite da azulejos. Da qui si ha una bella vista su una serie di ponti che scavalcano il fiume: il moderno ponte de Arratida, e il Marra Pia, viadotto ferroviario progettato dallo stesso Eiffel.

porto ponte e viadotto

Da qui è anche ben visibile l’estensione sull’altra riva dei capannoni delle industrie vinicole le cui insegne ancora ricordano gli antichi proprietari inglesi che dettero inizio alla storia del vino locale quando, aggiungendo del brandy al mosto per evitare che inacidisse durante ii trasporto via mare, dettero origine a quel gusto che oggi è famoso in tutto il mondo.
Da Ribeira saliamo a visitare la chiesa di San Francesco. La chiesa è imponente, l’esterno non è tanto diverso da quelle viste fino ad ora, ma entrati, il giudizio cambia radicalmente; è un’esplosione di retablo dorati e finemente intarsiati, con statue dei santi in rilievo che vanno ad impreziosire le pareti e le colonne delle tre navate tutte rivestite in foglia dorata. Il clou poi si raggiunge con la pala d’altare chiamata dell’albero di Jesse.
Si tratta della rappresentazione della genealogia di Cristo, sotto forma di albero, le cui radici fuoriescono dal corpo sdraiato di Jesse, con le diramazioni che sostengono i re di Giudea (con speciale rilievo per Davide). L’insieme della chiesa è forse il più bel stile barocco che abbia osservato.
La visita ci prende molto tempo, comprendente anche le catacombe, sala capitolare, sacrestia e tesoro; quando usciamo è già ora di pranzo, ed anche se non è vicinissimo, decidiamo di andare al Caffè Santiago, che si trova all’apice di una delle colline di Porto, e che ci richiede una bella passeggiata in salita.
Ma la scelta non è frutto del caso. Vogliamo assaggiare due piatti tipici di Porto, e le recensioni danno questo caffè come il migliore per farlo. Si tratta del francesinha e della trippa al modo di Porto. Il primo è una sorta di panino farcito con una bistecca di manzo, mortadella, salciccia e fiambrè (una specie di prosciutto cotto portoghese); il tutto ricoperto con formaggio fuso ed infornato in una terrina di terracotta con un’abbondante salsa a base di pomodoro, birra e peperoncino; e per non farsi mancare niente una volta sfornato, ricoperto con un bell’uovo fritto. Una cosina leggera per palati delicati. La trippa invece è condita con fagioli bianchi, cumino e riso oltre all’onnipresente peperoncino. Il tutto naturalmente accompagnato da un buon bicchiere di Porto rubrio. Davvero soddisfacente, le attese sono state pienamente ricompensate, e se siete da queste parti ve lo consiglio calorosamente.

Abbiamo ancora un po’ di tempo, e lo impegniamo andando a sbirciare tra i banchi del Mercado de Bolhao. Un grande capannone a due piani, dove è possibile trovare qualsiasi prodotto cerchiate: dalle carni al pesce, dai salumi ai formaggi; panetteria pasticceria ecc. tutto quello che vi viene in mente tra i prodotti portoghesi, qui potete trovarlo. Ultima tappa alla vicina Capela das Almas, per fotografare le sue pareti completamente ricoperte di Azujelos, e poi via per la visita alla cantina.

Il tour si snoda con una visita a parte dello stoccaggio delle botti, con dettagliate spiegazioni sulla storia del vino Porto e sulla sua produzione. Al termine del percorso si arriva alla sala degustazione dove ci vengono offerti tre diverse miscele di questo prezioso vino con tanto di spiegazione.

È superfluo dire che è impossibile uscire di qui senza aver acquistato qualche bottiglia.

Una successiva passeggiata nel centro storico ci consente di ammirare la settecentesca torre Dos Clerigos, che risale al XVIII secolo e che fu eretta su progetto dell'architetto italiano Nicola Nasoni, in pietra, alta 76 metri. La fatica di salire i suoi 240 scalini è compensata dallo splendido panorama che permettere di avere un colpo d’occhio su tutta la città.

Purtroppo dobbiamo saltare la visita ad un altro gioiello cittadino, la Livraria Lello; ma le due ora di attesa per entrare ci sembrano decisamente troppe.

Riattraversiamo il ponte Luis I e, dopo una passeggiata nei giardini Do Morros, che a quest’ora sono un fermento di vita giovanile, rientriamo al campeggio con il nostro bus 15, per concederci un meritato riposo dalle fatiche della giornata.

26 Maggio 2023 Venerdì

Stamani ci spostiamo dal campeggio e ci avviciniamo a Porto per risparmiare un po’ di tempo perso nel trasporto con il bus. Ci dirigiamo al bel parcheggio accanto alla fermata della metro di Venda Nova (linea F) alle coordinate N41.17540 W8.54152. È un parcheggio frequentato da moltissimi camper, e se per caso non doveste trovare posto, 400 metri prima ce n'è un altro altrettanto grande dove poter parcheggiare (anche questo con molti camper).

Prendiamo quindi la comoda metro, i biglietti si fanno all’ingresso, dove sono segnate tutte le fermate che questa effettua con accanto la sigla corrispondente al costo del biglietto che dovete inserire sulla macchinetta.

Noi con la metro andiamo ai giardini di Boavista, nel nuovo quartiere omonimo, per vedere la Casa da Musica. Questa è una moderna opera architettonica, del noto urbanista olandese Rem Koolhaas, che dovrebbe ricordare un diamante incastonato nel terreno o un meteorite caduto dal cielo: un’illusione creata dall’insolita prospettiva delle bianche e asimmetriche facciate sulle quali di sera vengono proiettate immagini in movimento.

Personalmente mi ha lasciato molto indifferente, forse non sono così portato per certi stili. Ho molto di più apprezzato il monumento che si trova nella vicina Rotunda da Boavista, una scultura dedicata agli eroi dell’indipendenza della penisola iberica. Si tratta di un’imponente colonna sormontata da un leone, simboleggiante l’Inghilterra che inviò soldati a sostegno dei combattenti portoghesi, le cui zampe schiacciano un’aquila rappresentante l’impero Napoleonico uscito sconfitto dal conflitto.

Da qui andiamo a raggiungere il parco del Palacio de Cristallo. Un’imponente struttura utilizzata per eventi musicali e culturali. Il parco è davvero bello; in esso ci sono pavoni, oche, anatre e galli che girano liberi, per la gioia di molti bambini. Qui c’è anche un Mirador assolutamente da non perdere, perché mostra la città di Porto con vista sui ponti nascosti dall’ansa del fiume che dal ponte Luis I non si vedono. È davvero un pregevole panorama, e sono molti i turisti che vengono quassù a scattare foto.

Dopo un breve pranzo veloce a base di pastelas di Bachalao, riprendiamo la metro che in 15 minuti ci riporta al camper. Partiamo in direzione Vila do Conde, ma qui arrivati, come successo anche in precedenza per Nazarè, scopriamo che l’amministrazione comunale ha interdetto l’uso dei parcheggi, che prima erano invece fruibili, ai camper. Dopo aver girato un po’ a vuoto, decidiamo di salutare l’inospitale cittadina e ci dirigiamo a VIANA DO CASTELO (P), andando a parcheggiare al grande e sterrato parcheggio di coordinate N41.69536 W8.81870, proprio sotto il ponte Eiffel. È un po’ rumoroso la notte, ma ha il vantaggio di essere vicinissimo al centro.

27 Maggio 2023 sabato

La mattina iniziamo a girovagare per il centro storico dove scopriamo numerosi palazzi ben conservati, del XV secolo, che hanno la particolarità di rappresentare stili architettonici diversi. Arriviamo quindi alla Cattedrale, anch’essa dall’aspetto di fortezza, accentuata dalle due belle torri che contornano la facciata. Il portale è riccamente scolpito, con in bella mostra le statue dei 6 apostoli che più si identificano con la tradizione lusitana.

L’interno non è all’altezza della facciata, ma comunque discreti alcuni retabli delle cappelle minori.

Accanto alla cattedrale, sulla destra, c’è un’antica casa con arcate in pietra, chiamata “di Velho” che si fa apprezzare per alcuni bassorilievi datati sempre XIV secolo.

Proseguendo per la via principale arriviamo a Praca della Repubblica, la principale del paese, dove spiccano il palazzo del Municipio e quello della Misericordia, dalla facciata davvero notevole. La ciliegina sulla torta è rappresentata da una festa paesana dove ragazze e ragazzi nella piazza vendono prodotti locali vestiti nei loro abiti tradizionali.

Compriamo volentieri alcune pastellas, con l’immancabile bachalao, ma anche con verdure e carne, che saranno poi il nostro pranzo di oggi.

Dopo aver ancora per un po’ girovagato per il centro, ci dirigiamo all’ascensore che porta al santuario di Santa Luzia. Con nostro disappunto risulta “Serrato”, ed anche da un po’ di tempo visto lo stato dello stesso. Decidiamo comunque di affrontare la salita che porta al santuario; il percorso pedonale non è lungo, 1,5 Km, ma è tutto in salita e, come scopriremo poi, conta di 640 scalini per arrivare alla meta.

È stata una bella fatica, ma il premio ottenuto all’arrivo ne giustifica l’impegno. Il panorama è stupendo, con tutta la città ed i suoi ponti sotto di noi; con gli occhi che arrivano anche a toccare la bellissima spiaggia di Cabedelo.

 viano do castelo

Una vista fantastica. Il santuario è una copia del Sacro Cuore di Parigi, comunque apprezzabile, compreso l’interno. Se poi ve la sentite di fare un ultimo sforzo, per due euro si sale sulla cupola della chiesa, altri 120 scalini, da cui si gode del panorama da un punto di vista privilegiato.
Ridiscendiamo a valle e torniamo al camper dove pranziamo con i prodotti acquistati. Dopo un meritato riposo partiamo per la nostra successiva meta: PONTE DE LIMA (P). Sostiamo nell’ampio e pianeggiante parcheggio in fondo al paese di fronte ad Expo-Lima N41.77227 W8.58152.

Ponte de Lima è considerata la più antica città portoghese, sorta sul fiume omonimo e circondata in epoca medioevale da una cinta muraria; di tale fortificazione oggi restano solo due torri a segnalarne l’accesso al borgo. La località deve il nome al ponte di pietra costruito in epoca romana che per secoli rappresentò l’unico collegamento fra le due sponde per raggiungere la vicina Braga, utilizzato ancora oggi dai pellegrini diretti a Santiago de Compostela. Dall’ampio parcheggio dove ci troviamo, a ridosso del corso d’acqua, riusciamo con lo sguardo a vedere le 17 grandi arcate e, sulla riva opposta, il campanile della chiesa di San Antonio da Torre Velha.

ponte de lima

Percorriamo il lungofiume, ornato con sculture bronzee ispirate alla cultura contadina, che è arricchito da splendidi palazzi signorili in stile gotico, barocco e neo-classico che testimoniano l’opulenza di quest’angolo del Portogallo. Architetture che ammiriamo in Largo de Camoes, la piazza principale che vanta una bellissima fontana del XVII secolo. Arriviamo fino al portale romanico della chiesa matrice e alla piazza antistante, nella quale spicca la scultura di un toro. Qui ogni anno alla vigilia del Corpus Domini ricorre la Yaca das Cordas, una sorta di corrida durante la quale un toro viene fatto girare per tre volte intorno alla chiesa: un antico rito per ricordare la trasformazione in chiesa cristiana del tempio pagano, nel quale si venerava una dea dalle sembianze bovine. L’ultimo sforzo, lo dedichiamo all’attraversamento del ponte, e alle numerose foto che facciamo al paese dall’altra sponda del fiume Lima.

28 Maggio 2023 domenica

Dopo aver fatto colazione rimettiamo in moto il camper in direzione LINDOSO (P). Ma fatti pochi km da Ponte da Lima, facciamo una sosta programmata una volta raggiunte le poche case di Bravàes, fermandosi alle coordinate 41.797755, 8.453350 dove solitaria in mezzo a un prato si trova la chiesa duecentesca di Sào Salvador. Questa piccola chiesa è in realtà un monumento nazionale, in quanto secondo gli storici rappresenta una delle più importanti testimonianze dell’arte romanica in Portogallo. La chiesetta è chiusa, ma la parte interessante da vedere è il suo portale scolpito in pietra scura, con l’arco e le sculture che ne testimoniano la finezza della lavorazione dell’artista che secondo gli storici è una delle più importanti testimonianze dell'arte romanica in Portogallo.

chiesa sao salvator

Riprendiamo il viaggio per andare a LINDOSO (P) dove si trovano numerosi horreos, granai antichi, realizzati in granito, e che rappresentano il simbolo di questa zona.
Parcheggiamo proprio nel parcheggio di fronte ai granai (N41.86690 W8.19852) in località Espigueiros. Da qui ci dirigiamo ai granai, in questa zona se ne contano una sessantina. Dall’aspetto potrebbero sembrare molto antichi, ma in realtà sono solo del XVIII secolo, progettati per evitare che ratti e altri roditori facessero razzia dei raccolti che qui venivano conservati.

lindoso granai

Da qui si nota il castello, lo raggiungiamo e facciamo una bella escursione sulle sue mura scoprendo che è stato restaurato nel 2020 e che anch’esso è monumento nazionale. Il castello rivestiva una certa importanza nell’antichità grazie alla sua posizione di vicinanza con il confine spagnolo. Dalle mura si ha la visione completa degli horreos, sotto di noi, e di tutta la valle.
Riprendiamo il viaggio percorrendo la statale a ritroso per poi deviare a sud arrivando a Braga, e dirigendoci subito verso il Santuario do Bom Jesus do Monte, che è posto alla sommità di un colle e immerso in una fitta vegetazione. Andiamo a parcheggiare nel parcheggio gratuito presso la scalinata per il santuario dove passeremo anche la notte (N41.55269 W8.38135). La salita al monte può essere effettuata a piedi o con una funivia a cremagliera costruita nel 1886.
Se non avete particolari problemi vi invito a fare la scalinata (583 gradini); non è così impegnativa come possa sembrare; ci sono numerose piazzole dove fermarsi a fare qualche foto e riposare. Ma il motivo della scelta della scalinata, è perché facendola si percorre una sorta di tragitto mistico. La prima parte della scalinata è rappresentata da una via crucis, con cappelle che rappresentano la passione di Cristo a grandezza naturale. Il secondo tratto, quello più famoso dal punto di vista fotografico, rappresenta scene sui cinque sensi, con altrettante fontanelle che fanno sgorgare acqua dalle statue in corrispondenza dei cinque sensi.
La notorietà di questa chiesa per l’appunto, è data dall'imponente scalinata barocca a rampe contrapposte, lunga 116 metri e intervallata da diciassette pianerottoli ornati da cappelle, fontane e statue.

Santuario do Bom Jesus do Monte

Una volta arrivati in cima, ammiriamo la facciata neoclassica con i suoi due campanili. L’interno è a croce latina e singola navata, che non direbbe molto dal punto di vista artistico, ma noi siamo rimasti colpiti dall’altare maggiore, realizzato in tridimensionale alla stregua di un presepe, dove viene rappresentato il calvario di Gesù.
Prima di ridiscendere al parcheggio, vale la pena di fare una passeggiata nel grande parco del santuario, fatto di grotte e laghetti artificiali con tanto di aree picnic e dove c’è anche un laghetto più grande con un punto noleggio imbarcazioni.

Un’ultima nota che abbiamo scoperto all’ufficio turistico. La funicolare che porta al santuario è stata la prima ad essere alimentata ad acqua, e riesce a superare un dislivello di 300 metri in tre minuti. Oltre a questo è anche la più vecchia al mondo ad essere ancora pienamente in funzione con questo sistema.

29 Maggio 2023 lunedì

La giornata è brutta, ha piovuto tutta la notte e il giorno non promette bene. Decidiamo di spostarci verso il campeggio municipale a BRAGA (P) alle coordinate N 41.53806, W 8.42222. È decisamente il più vicino al centro ed ha il vantaggio di avere la fermata bus fuori del cancello. Il campeggio è spartano, ma i servizi sono puliti ed efficienti. Rimaniamo a riposo tutta la mattina, e subito dopo pranzo, armati di ombrelli, prendiamo il bus e ci dirigiamo verso il centro (in una giornata di sole, il percorso si può fare tranquillamente a piedi).

Scendiamo in centro e prendiamo il lungo corso principale dell'antica città romana (Bracara Augusta) dove sorge gran parte del patrimonio architettonico: spiccano tra le belle costruzioni il Palazzo del Municipio in Largo do Pago, e soprattutto la cattedrale ritenuta la più antica del paese, fondata da Enrico di Borgogna, che racchiude una notevole varietà di stili, dal romanico al manuelino. Vi entriamo ed effettuiamo la visita. Sicuramente degni di nota il coro dagli alti stalli scolpiti in legni pregiati del Brasile, e all’inizio della navata principale due organi gemelli con impressionanti decorazioni dorate, contrapposti tra loro e sorretti da statue antropomorfe.

Il proseguo della visita ci porta al piano inferiore della cattedrale, dove si ammira la splendida cappella dos Reis, che ospita il mausoleo del fondatore e di sua moglie.

In una cappella da cui si accede dal chiostro, c’è anche il sarcofago di San Pietro di Rates, qui dal 1552, e considerato il primo vescovo di Braga.

Proseguiamo poi la visita andando al Museo dos Biscaínhos , ospitato in un palazzo dell’inizio del ‘700, con un ampio atrio dove sono ancora presenti gli anelli a cui venivano legati i cavalli. Una scala abbellita con azulejos porta al piano nobile, dove si trovano sale di grande effetto, ma il pezzo forte è il piccolo giardino barocco con terrazze, balaustre ornate, fontane, statue e aiuole fiorite.

Quando usciamo continua a piovere, e dopo una breve visita ai giardini di Santa Barbara, presso l’omonimo convento, decidiamo di riprendere il bus e rientrare in campeggio. È stata una giornata corta, ma è la prima volta che in un mese troviamo pioggia, quindi non ci lamentiamo.

30 Maggio 2023 martedì

La mattina, dopo aver espletato le funzioni di carico e scarico del chimico e acqua, partiamo per GUIMARÃES (P). Ci sistemiamo nel parcheggio sotto la funicolare, sterrato, in piano, e con carico e scarico dell’acqua (N41.44090 W8.28446). Dopo un riposino e il pranzo, partiamo per la visita della città. I suoi abitanti affermano orgogliosamente che qui è nato il Portogallo (come mostra una iscrizione su un residuo di mura medioevali): di Guimaràes era infatti nativo Dom Afonso Henriques, che della nazione fu il primo sovrano nel XII secolo.

Guimaraes scorcio2

Il parcheggio è davvero vicino al centro, e dopo una breve passeggiata, arriviamo alla piazzetta medievale di Largo de Olivera, dove oltre alle numerose case a graticcio su portici in legno, c’è Nossa Senhora da Oliveira, che conserva contrafforti e finestre ad arco acuto. L’interno è a tre navate, in stile gotico. Bella la possibilità di poter salire sulla terrazza dove c’è l’organo e da qui avere un punto di vista diverso della chiesa sottostante. A pochi passi di distanza, davanti alla chiesa, si fa notare il Padrào do Salado: una struttura gotica edificata per proteggere un crocifisso di pietra.
Secondo la tradizione, la croce avrebbe fatto rinascere nel '400 un olivo portato da un pellegrino di ritorno dalla Terrasanta; la pianta vegetò tranquillamente fino alla metà dell'Ottocento. Nonostante il tempo abbia un colore grigio, ma comunque non piove, la piazza è molto affollata di turisti che occupano i numerosi tavoli dei locali qui intorno.

Gli archi di pietra degli Antigos Paqos de Conselho separano Largo da Oliveira dalla vicina Praca de Sào Tiago, anch'essa molto antica e dedicata a San Giacomo Maggiore, che, secondo la tradizione, qui passò portando la Vergine Maria, e ad un Cammino portoghese per Santiago de Compostela, che la attraversa, come testimoniano le conchiglie scolpite per terra. Le case medioevali chiudono il perimetro irregolare dello slargo.
Per comprendere qualcosa della storia di Guimaràes, così come consigliava la nostra guida, una buona idea sarebbe stata quella di entrare nel chiostro romanico duecentesco del Museu de Alberto Sampaio, che si trova a ridosso della chiesa appena visitata. Non è grandissimo, ma fatto molto bene con due cose molto interessanti. La prima è il chiostro, dalle dimensioni particolari e dalla forma unica, essendo tagliato in due da parte della chiesa. La seconda è la cotta che il primo re, Don Alfonzo Enrique, indossò durante la decisiva battaglia contro gli spagnoli che sancì la nascita del Portogallo.
Iniziamo a salire per la via principale del centro, con le sue piazze e le strette strade acciottolate, per arrivare all'altura che domina Guimaràes dove sorge il castello che venne fondato nel X secolo.

Guimaraes castello

L’ingresso è libero, ma solo perché è in ristrutturazione, e quindi non si può salire sui bastioni, che erano il motivo della nostra visita. Si fa un giro per il cortile, anonimo e circoscritto da cartelli di divieto per i lavori, scattiamo una foto alla tozza e squadrata Torre de Menagem, per poi ridiscendere a1 vicino Pago dos Duques de Braganga, un austero palazzo dall’architettura francese. La residenza, con i suoi tetti ripidi e le torrette aguzze, è legata strettamente alla storia di un'altra dinastia regnante portoghese, i duchi di Braganza. Il primo duca di Braganza, figlio naturale di Dom Joào I d'Avis, volle questa residenza all'inizio del '400 e la fece costruire a immagine e somiglianza dei manieri delle campagne francesi.
Si paga un biglietto di ingresso di 5 € per visitarlo. Una lunga passeggiata all'interno del palazzo conduce attraverso sale imponenti, in una cappella gotica e nel grande cortile posto su due livelli. La visita è molto interessante, ed ogni stanza è corredata di spiegazioni sul suo uso originale e sulla particolarità dell’arredamento. Da uno di questi, scopriamo che il palazzo possiede la più grande collezione di tappeti al mondo dopo il Topkapi di Istambul.
A metà strada tra il palazzo e il castello ci sarebbe stata la piccola chiesa romanica di Sào Miguel, costruita nel punto esatto in cui fu battezzato il futuro re Afonso I, ma anche questa è chiusa per restauro.
Prima di rientrare in camper facciamo sosta alla pasticceria Divina Gula, per comprare la torta Guimaraes, un dolce a base di zucca, amaretti e uova, la cui ricetta secondo la commerciante, è un segreto di famiglia che da generazioni viene tramandata seguendo quella antica creata dalle suore del vicino convento di Santa Chiara.
La gusteremo dopo cena, e devo dire che è buonissima.

31 Maggio 2023 Mercoledì

Stamani ci svegliamo con un bel sole, e decidiamo di impegnare parte della giornata andando a fare un’escursione sul Monte Penha. Dal nostro parcheggio parte una cabinovia che sale sul Monte da Penha superando 400 metri di dislivello fino a un moderno santuario con giardini, da cui si ammira un bel panorama. Tutto il monte è un curato parco, dove si può girare liberamente visitando grotte di devozione, anfratti nei giganteschi massi, fontane e giardini. Con una bella giornata di sole è poi un vero spettacolo, ed oggi siamo in compagnia di tanti turisti e gente del posto. Visitiamo la grotta della nostra Signora di Lourdes, il piazzale con l’imponente monumento a Pio IX, la fontana di Santa Caterina e soprattutto la grotta dell’eremita, che nel 1700 venne su questa pendice portando con se l’immagine della Madonna, dando il via al percorso di dedizione e spiritualità che oggi è sotto i nostri occhi.

Monte da Penha santuario

Noi ci siamo portati il pranzo al sacco, ma quassù se volete ci sono anche un paio di ristoranti ed alberghi; all’ora di pranzo ci sediamo in uno dei tanti tavoli ricavati dalle rocce nelle numerose piazzola, per concederci una rilassante pausa.

Ci tratteniamo a lungo, complice la bella giornata, e solo in tardo pomeriggio ci decidiamo a riscendere a valle verso il camper.

Dopo esserci sistemati, ripartiamo con il nostro mezzo per ripercorrere a ritroso parte del percorso fatto. Infatti domani è giovedì, e, dalle nostre informazioni, risulta che il giovedì nella vicina città di Barcelos (35 Km), si svolge uno dei più grandi ed interessanti mercati di tutto il Portogallo, anche per la varietà dei prodotti presentati.

Partiamo quindi per BARCELOS (P), andando a sostare nei pressi della piscina comunale N41.52822 W8.61541. È un parcheggio misto, in parte anche su sterrato, senza servizi. Lo troviamo già pieno di camper, che suppongo siano qui per la nostra stessa ragione. Ma alla fine un buchino lo scoviamo e una volta sistemati per la notte facciamo un giro per il paese dove troviamo svariate raffigurazioni del gallo di Barcelos, una figura leggendaria legata ad un gallo che resuscitò per salvare un innocente.

1° Giugno 2023 giovedì

Come da programma la mattina raggiungiamo la principale piazza del paese e ci immergiamo nel mercato cittadino, godendo anche di una giornata di pieno sole. Come dalle descrizioni che avevamo avuto, il mercato è davvero enorme; c’è praticamente di tutto: dall’artigianato all’abbigliamento, dalle calzature ai mobili, fiori, frutta e verdura, animali vivi e prodotti locali. Quello che davvero mi colpisce, è che questo è realmente un mercato, nel senso che molti di quelli che vendono sono piccoli contadini, o commercianti, che hanno esposto i prodotti che possiedono, che possono anche solo essere aglio e cipolle, in taluni casi, o piccoli pezzi di artigianato in legno. Cosi come invece ci sono anche i grandi espositori con ogni sorta di prodotto. In ogni caso i prodotti in vendita hanno dei prezzi che sono davvero mediamente molto più bassi di quelli che si trovano nei negozi. È una festa di colori e di sapori, che ci affascina e che ci fa passare tutta la mattinata tra le file dei vari banchi. Per pranzo torniamo al camper, con alcuni prodotti dell’artigianato locale, oltre ad aver rifornito il frigo di frutta e verdura.

Dopo pranzo, con molta calma, riprendiamo il nostro tour abbandonando questo simpatico intermezzo.

Come era nel programma ci dirigiamo verso CHAVES, che dista circa 140 Km. Durante il viaggio il tempo cambia radicalmente, e quando arriviamo piove decisamente con sempre più intensità.

Ci sistemiamo nell’area attrezzata Guest House (N41.73513 W7.47319) completa di tutti i servizi; appena finito di sistemarci, la pioggia inizia a crescere di volume tanto da scoraggiare qualsiasi tentativo di andare alla scoperta del paese. Decidiamo di rimanere all’interno del nostro mezzo e di rimandare la visita all’indomani.

2 Giugno 2023 venerdì

Il tempo si è rimesso e noi iniziamo la visita partendo dal sito più antico di CHAVES che è il ponte romano, il ponte di Traiano, che attraversa il fiume Tâmega, edificato intorno al 100 d.C. Il ponte è incredibilmente ancora in uso e continua a sopportare il traffico locale sui suoi 16 archi in pietra. Andiamo poi a visitare il Castello di Chaves edificato nel XIV secolo, ma poi distrutto durante il Medio Evo ed alla fine caduto in rovina; ne rimane solo un’alta torre, chiamata Manegem, che ospita un museo militare. Si sale su fino in cima da dove si gode di un bel panorama sulla cittadina, con sotto di noi un bellissimo giardino colorato.

chaves casello torre

Ci spostiamo poi nella bella piazza Praça Luís de Camões, dove fa bella mostra di sé il palazzo comunale e la Chiesa Madre. Quest’ultima fonde all’interno lo stile barocco e neoclassico, un po’ spoglia rispetto a quelle che abbiamo visto in precedenza.
Ma la sorpresa la otteniamo appena usciti tornando sulla piazza. In un angolo, anche in forma un po’ anonima, si trova un’altra chiesa, di cui non avevamo informazioni, ma che troviamo aperta e decidiamo comunque entrare. È la chiesa della misericordia, ed è bellissima. L’interno è ad unica navata e tutte le pareti sono ricoperte dei classici azujelos che narrano alcuni episodi della vita di Gesù. I disegni sono molto fini e lavorati, e danno un senso di magnificenza a tutto l’insieme. È sicuramente un piccolo gioiello che meritava di essere scoperto.
Si è fatto l’ora di pranzo, e ci avviamo verso il camper, ma prima facciamo una sosta in una delle varie macellerie per acquistare un prodotto locale: il Presunto di Chaves, un prosciutto prodotto in questa zona, molto pregiato, che assomiglia un po’ al nostro semi dolce ma con molto più sapore.
Lo consumeremo per pranzo, prima di ripartire alla volta di BRAGANÇA (P). Il percorso è di circa 100 Km, ed ad un certo punto la giornata, che era di splendido sole, si trasforma in un cielo cupo, fino a scaricare una grandinata di tale intensità da costringerci a rallentare e poi fermarci in attesa che torni la visibilità. Fortunatamente poi il tempo tende a migliorare, e quando arriviamo alla nostra meta, il cielo è ancora nuvoloso, ma ha smesso di piovere. Ci stabiliamo nell’area di sosta attrezzata in Parque do Castelo - Rua Miguel Torga 61 – N41.80410 - W006.74605°. L’area è molto bella, anche se risulta un po’ in pendenza, e molto vicina ad una della porte di ingresso della città vecchia.
Lo scopo della nostra visita è l’imponente castello, che è uno dei più importanti di tutto il Portogallo. L’orario di chiusura però è alle 17.00, ed essendo ormai le 17.30, decidiamo di rimandare la visita all’indomani.
Decidiamo comunque di salire sulla cinta muraria situata nella parte Nord-Orientale del paese. Bragança è una città storica, il cui castello conserva all’interno delle mura un nucleo di case medievali. Entriamo nella cittadella, o piazza d’armi, attraversando la Porta da Vila, e la prima cosa che notiamo è il Pelourinho (colonna della gogna), appoggiato su un berrão (piedestallo a forma di maiale) lusitano che ricorda le origini celtiche (Bragantia). Saliamo poi sulle mura che circondano la vecchia città, e riusciamo a percorrerle quasi per intero, ammirando da diversi punti i panorami che si stagliano sotto di noi. Prima di rientrare al camper, un’ultima foto alla strana Domus Municipale: un piccolo e basso palazzo di dimensioni insolite, che all’interno ospita due piani: il più basso con una cisterna che raccoglieva le acque piovane per uso cittadino e il secondo con una stanza comune dove i notabili dell’epoca si riunivano per discutere i problemi della cittadella.

3 Giugno 2023 sabato

Andiamo subito al castello, e per la sua apertura, alle ore 9.00, siamo già sul posto. Iniziamo a fare il giro degli imponenti bastioni, scattando varie fotografie da tutti i punti di vista delle varie torrette. Terminato il giro, entriamo a visitare la torre di Menagem, visitando anche il museo militare che si trova all’interno della torre stessa (costo 3 € a persona).
Devo dire che il museo è davvero interessante, perché nei vari piani del mastio, a cui si accede tramite scale in legno all'interno della torre, il museo militare racconta non solo la storia del castello, fatto costruire da Don João I sopra le fondamenta di quello fatto edificare dal primo re del Portogallo, Alfonso Henriques, ma anche di tutto il Portogallo, con le varie vicissitudini che lo hanno portato ad essere la nazione di oggi. Ho trovato particolarmente interessanti le riproduzioni dei veri trattati, che il Portogallo aveva stipulato al termine di varie guerre, e che sanciscono momenti determinanti della sua storia.
Dall’ultimo piano della torre poi, si gode una bella veduta sulla città e sui monti che la circondano.

braganza torre

Al termine della visita rientriamo in camper per ripartire. La data del 5 giugno si avvicina, e noi dobbiamo trovarci per allora a PORTO. Ma abbiamo ancora una tappa da fare: VISEU (P).
È una tappa da 230 Km, ma come al solito troviamo il sistema di allungarla. Infatti invece di fare la superstrada E802/IP2, facciamo la strada che percorre la valle del Duero con le sue vigne. Raggiungiamo quindi Alijo, da dove inizia il tortuoso percorso che ci porta a Pinho, sul fiume Duarte. È uno spettacolo magnifico, che faccio fatica a descrivere. Sulle colline intorno e sopra di noi è un’estensione di vigneti da cui si raccoglie l’uva per fare il pregiato Porto. È impressionante vedere la cura e la precisione di come sono stati disposti i filari, ma quello che impressiona ancora di più e vedere che si trovano su pendii che si fatica a capire come si possa lavorarci.

Pinho vigneti

È un panorama che incanta, e val bene un po’ di attenzione nella guida. Quando la strada devia, e ci fa abbandonare la valle del Duero, lo facciamo con un po’ di rammarico.
Arriviamo a VISEU (P) poco dopo le 18.30, e andiamo a sistemarci presso il parcheggio di coordinate N40.66491 W7.91734 che ha una decina di stalli per i camper e il servizio di carico e scarico delle acque, e che si trova a ridosso dell’ingresso del paese.

4 Giugno 2023 Domenica

La mattina affrontiamo la salita che porta nel centro storico. Arriviamo nella piazza Largo da Se, dove si trovano le due chiese che giustificano la visita di questo centro: la cattedrale e la chiesa della Misericordia.

viseu chiesa

La cattedrale è una struttura massiccia, con una facciata semplice contornata da due campanili che somigliano tanto a delle torri. La chiesa della Misericordia è invece più leggiadra, con una bella facciata bianca e grigia in stile Manuelino, e con due torri slanciate. L’interno delle due chiese però non è all’altezza di quello che avevamo visto fino ad ora. La chiesa della Misericordia è piuttosto buia, in stile barocco, con un solo anonimo altare al suo interno. La cattedrale invece, seppure austera, ha al suo interno dei decori più ricercati e degli altari più elaborati. Due annotazioni invece più interessanti, in questa chiesa, sono i nodi scolpiti sul soffitto della cupola, e soprattutto il chiostro attiguo che ho trovato molto interessante, seppur decadente.
Usciti dalla chiesa abbiamo fatto un giro veloce per il centro storico, che non ci ha particolarmente colpito, trovandolo assai trascurato e decadente.
La nota positiva viene dall’intervallo pranzo, effettuato al ristorante Taberna Do Dia, in Largo da Se, che abbiamo trovato molto gratificante. Un ottimo risotto ai gamberi, e soprattutto il Bachalao in crosta, davvero delizioso. E per finire l’insolito gelato al mosto di vino che va davvero provato.
Infine torniamo al camper, dove dopo aver effettuato le operazioni di carico e scarico, partiamo dirigendoci nuovamente a PORTO (P), al parcheggio già utilizzato presso la fermata della metropolitana, alle coordinate N41.47540 W8.54152.
Questa parte di diario finisce qui. Domani mattina arriva in aereo nostra figlia, che insieme a mia moglie partirà subito per il tanto atteso cammino di Santiago Portoghese. Io invece porterò il Camper al campeggio as Cancelas di Santiago De Compostela. Da qui ripartirò in pullman per raggiungerle, e continuare con loro il cammino che ci ricondurrà a SANTIAGO DE COMPOSTELA (E).



19 Giugno 2023 Lunedì

Ieri abbiamo concluso il nostro cammino di Santiago. È stata un’esperienza molto gratificante, che come accennato all’inizio, la sua descrizione esula da questo diario. Ma chiunque voglia saperne di più, magari per programmare il suo eventuale “Camino”, può contattarmi o direttamente o tramite Vacanzelandia.
La giornata di ieri è trascorsa in serenità, a salutare tutti gli amici conosciuti in quel viaggio, a riposarci, ed a inebriarci per il risultato ottenuto. Stamani rientriamo con i piedi sulla terra, e per terminare al meglio questa esperienza, ci concediamo due tappe conclusive, anche se supportate dal nostro amato camper.
Lasciamo quindi il campeggio e ci dirigiamo a FINISTERRE (E), La sosta, come già avvenuto in un altro viaggio, è doppia: la prima è in Corso la Coruna, in uno dei tanti parcheggi al lato della strada (per chi volesse c’è un area di sosta attrezzata alle coordinate N42.91071 W9.26336 completa di tutti i servizi). Da qui facciamo una passeggiata per il centro di Finisterre. È già la terza volta che veniamo, ma questo posto ci attrae molto ed è sempre piacevole arrivarci. Dopo andiamo direttamente al faro e al suo parcheggio N42.88628 W 9.27190. Come le altre volte troviamo molti camper parcheggiati, ma il posto è ampio e non abbiamo problemi. Passiamo un po’ di tempo passeggiando sulle rocce a picco sul mare; ci sono molti pellegrini qui, che a differenza di noi hanno fatto il tragitto a piedi per concludere questa esperienza come gli antichi pellegrini. Ci mettiamo anche a conversare con loro e a scambiarci impressioni. Più tardi riprendiamo il camper per andare in un sito dove non eravamo mai stati ma che mia figlia, nelle numerose volte che era venuta in Spagna, non aveva mai omesso di visitare, e di cui ci parla un gran bene: MUXÍA (E).
In paese c’è un parcheggio anche adatto alla sosta dei nostri mezzi, ma noi andiamo direttamente al parcheggio del santuario della Vergine della Barca, sulla punta di questa penisola (N43.11220 W9.21928). Il parcheggio è proprio accanto al santuario, a ridosso della scogliera direttamente sul mare.

muxia santuario

Già al nostro arrivo ci rendiamo conto che questo è davvero un luogo magico. Il promontorio è di grande suggestione: ci sono enormi pietre, levigate e arrotondate dal movimento incessante del mare e del vento ed una chiesa, costruita a poche decine di metri dall’oceano: il santuario de la Virgen de la Barca. Numerose sono le leggende attorno a queste pietre e al Santuario, legate a San Giacomo ed anche a riti magico-religiosi precristiani.
Le origini della chiesa risalgono al secolo XI, anche se l’aspetto attuale è del XVIII secolo.
Secondo la tradizione, in questo luogo San Giacomo stava un giorno pregando affinché le popolazioni di quella zona cessassero di essere ostili alla sua predicazione. Mentre pregava scorse una barca che si avvicinava: a bordo c’era la Madonna che rincuorò l’apostolo dicendogli che le sue preghiere erano state esaudite, che il suo compito in quei luoghi era ormai esaurito e che quindi doveva ritornare a Gerusalemme. La Madonna regalò una sua immagine a San Giacomo che costruì in quel luogo un piccolo altare attorno al quale fu edificato poi il santuario.  
La notte di Natale del 2013 un fulmine provocò un incendio che produsse gravi danni: il più rilevante fu la distruzione completa del retablo dietro l’altare maggiore, completamente in legno. Nel maggio 2015 furono effettuati i lavori di restauro, sostituendo il retablo con un dipinto che ne riproduce fedelmente l’originale.
Ma anche le pietre levigate della scogliera hanno la loro leggenda, in quanto sin da tempi antichissimi state oggetto di culti pagani. In particolare quelle definite “oscillanti”, che stanno in un equilibrio tale che l’applicazione di una forza anche minima fa sì che si muovano o che oscillino.  Alcune di loro hanno una importanza prevalente in considerazione della loro forma e dimensione. Ci facciamo trascinare anche noi dalla tradizione, e ci mettiamo alla ricerca di questi monumenti della natura.

pedra de abalar

La pedra de abalar (pietra che balla). Ha una circonferenza di 30 metri, uno spessore fra i 15 e i 30 cm e una lunghezza di m 8,70 e un peso di 8 tonnellate.  Data la sua forma si dice che fosse lo scafo della barca della Madonna. È una pietra oscillante: se una persona vi sale sopra e si muove la pietra “balla” producendo un cupo suono.  

In Galizia si dice che la pietra balla quando vuole, che talvolta non si muove anche se più persone vi salgono sopra, o anche che talvolta balla da sola: questo è un presagio di disgrazie. Un signore del posto, che ci vede ballare su di essa, ci racconta che un tempo vi si facevano salire sopra gli accusati di reati: la pietra che non si muoveva era testimonianza di colpevolezza. Ci racconta anche che una volta, quando alcuni ladri si introdussero nel santuario per rubare arredi sacri, la pietra iniziò a ballare producendo un rumore così forte da attirare l’attenzione dei muxiani che riuscirono a sventare il furto. Sempre dal suo racconto apprendiamo che nel dicembre 1978 se ne ruppe un pezzo durante un furioso temporale.  Di nuovo a gennaio 2014 durante un altro temporale la pietra scivolò un poco e se ne ruppe un altro pezzo.  
C’è poi la pedra dos cadrís o dos riñones (pietra dei reni), che ha la forma di un rene: le si attribuiscono proprietà curative.  Secondo la leggenda costituiva la vela della barca della madonna, mentre la pedra do timón era invece il timone.
Si è ormai fatta sera, e come alcuni camperisti nostri vicini, ma anche di altre persone venute direttamente dal paese, dopo una cena veloce, ci rechiamo a sederci sulle pietre levigate, e ci mettiamo ad osservare lo spettacolo del sole che tramonta.
È uno spettacolo di intensa serenità, che scalda l’anima e che si fa fatica a distaccarsene senza aver atteso che anche l’ultimo raggio di sole sia sparito dietro la linea dell’orizzonte.
Questo è davvero uno di quei posti da non perdere.

muxia tramonto

20 Giugno 2023 Martedì

Stamani, prima di partire decidiamo di andare a visitare il paese di Muxia. Dal promontorio dove ci troviamo parte una bella strada pedonale che porta direttamente in centro. Questa si chiama “Il percorso del Percebes"; e dai cartelli esplicativi che troviamo lungo la strada, scopriamo che Muxia è il posto per eccellenza dove si pesca questo raro mollusco che si chiama appunto Percebes e di cui ignoravamo l’esistenza. Questo animaletto si trova esclusivamente in Portogallo, Galizia, e Marocco del Nord, in quanto il suo habitat prevede la presenza di scogli battuti da forti marosi. Non si pesca dalla barca, ma viene prelevato, con tanto di piccozza e martello, direttamente sullo scoglio. È il mollusco più caro al mondo, comprato al di fuori di questi paesi, può arrivare anche a costare 180 euro al Kg, costo dovuto anche alla difficoltà di pesca. La cosa ci incuriosisce, e quando arriviamo in paese abbiamo ormai deciso di assaggiarlo. Il prezzo al ristorante è abbastanza caro, ma dato che abbiamo la fortuna di possedere un camper, decidiamo di acquistarne un kg in pescheria e cucinarlo poi in camper.
Dopo la nostra passeggiata in paese, e dopo essere rientrati alla base, cuciniamo questo mollusco. Va portata ad ebollizione una pentola di acqua dove poi va introdotto l’animale per circa un minuto e poi tolto. Questa manovra serve per ammorbidire il carapace, così che sia possibile, tramite una leggera rotazione, sfilare il mollusco dal suo guscio. Noi lo gustiamo così in bianco, con un po’ di limone e olio, e devo dire che è squisito, con un leggero retrogusto simile ad un gamberetto, ma assolutamente da provare.
Nel pomeriggio partiamo per il lungo trasferimento verso PORTO (E), dove nostra figlia deve riprendere l’aereo per rientrare in Italia, mentre noi proseguiremo ancora con un po’ di vacanza. Parcheggiamo nuovamente al solito parcheggio presso la metro, che domani nostra figlia prenderà per l’aeroporto per tornare a casa a Roma.


21 Giugno 2023 mercoledì

Stamani di buona mattina, con rammarico, salutiamo nostra figlia, con la sua curiosità e la sua brillante vivacità ci fa gustare più intensamente le esperienze di viaggio. Noi, dopo aver fatto un po’ di spesa, affrontiamo la lunga tappa di trasferimento che ci porta ad uno dei paesini più pittoreschi di tutto il Portogallo. Percorriamo i 330 Km per raggiungere il parcheggio all’ingresso del paese di MONSANTO (E).
La strada è un po’ impegnativa, in pendenza ma soprattutto in alcuni punti piuttosto stretta. Detto ciò, appena prima del paese, dove non si può accedere con le auto, si trova il piccolo parcheggio con soli 9 posti auto, senza servizi ma perfettamente pianeggiante, comodo anche per la sosta notturna. (N.40.04035, W7. 11026).
Una volta parcheggiato il mezzo, iniziamo a salire per la ripida strada che ci porta nel centro di questo paese. Dal 1948 Monsanto detiene l'invidiabile primato di essere considerato il villaggio "più portoghese", vale a dire quello che meglio interpreta alcuni valori della tradizione e della stessa storia locale.
Fatti pochi passi si attraversa la porta del paese, e immediatamente si ha l’impressione di essere finiti in un'epoca remota del nostro passato. Sulla destra vi è un'antica cappella in pietra, con la strada acciottolata che sale ripida verso il centro. Ma ciò che attrae da subito è il paesaggio che s'inizia a delineare, con ai lati della via le famose "case" che hanno reso nota Monsanto in tutto il mondo.
Non è facile descriverle; sono delle strutture nate inglobate in giganteschi massi, dove sono stati alzati dei muretti, per creare delle strutture che hanno dato vita a complesse stanze per ospitare animale o anche esseri umani. Una specie di Matera, dove qui, invece di scavare, hanno utilizzato le rocce per creare abitazioni complete.

monsanto case

Ne abbiamo solo un sentore nella parte bassa del paese, ma salendo si intende sempre meglio come questa architettura vada ad integrarsi nella natura circostante. Dove vi erano due "pietre" veniva eretto un tetto in legno e paglia. In modo che la parte essenziale dell'abitazione fosse così praticamente terminata, con la sola aggiunta di una porta in legno. Continuiamo a salire lungo la strada principale; si giunge ad una "porta” aperta tra due massi molto stretti: la "Gruta", che in origine doveva essere un rifugio per animali e che ora ospita alcuni reperti archeologici.

Arriviamo alla fine del paese, su fino al castello da dove il paesaggio muta ancora, con i massi ora isolati e non più inglobati nelle case.

monsanto scorcio

A fianco del castello si trova una piccola antica cappella dedicata a São Miguel, un campanile di cui rimane solo una parte e delle tombe scolpite nella pietra.

Si entra poi nel castello, dove alcuni cartelli ci narrano la sua storia. Passeggiamo lungo le mura, da qui la vista spazia davvero verso un orizzonte che sembra lontanissimo. È un paesaggio incantevole, e ci perdiamo nell’osservarlo fino a quando il tramonto ci indica che è il momento di ridiscendere a valle verso il nostro camper.

22 Giugno /23 giovedì

Prima di ripartire, decidiamo di fare un ulteriore giro in paese; ma questa volta, invece di seguire la strada principale, ci addentriamo nel villaggio e seguiamo il sentiero, segnalato, che fa il giro della collina su cui si trova il castello.

Il percorso è impegnativo, ma ne vale davvero la pena, perché il sentiero si snoda sulle rocce che fanno parte integrante del villaggio, tra piccole grotte e vedute mozzafiato che nella giornata di ieri non avevamo nemmeno immaginato. Ci vuole circa un’ora per arrivare alla cappella e all’ingresso del castello, ma questa salita è stata davvero imperdibile.

Affaticati ma soddisfatti ritorniamo infine al camper e partiamo per una nuova meta. La nostra destinazione è a breve distanza, IDANHA-A-VELHA (P), un piccolo villaggio, dove risiedono abitualmente meno di un centinaio di persone e forse anche per questo, il borgo viene considerato Monumento Nazionale.

Una volta arrivati ci sistemiamo nel parcheggio pianeggiante, segnalato, posto proprio sotto le mura dell'antica città, (GPS: N.39.99775, W.7.14358). Ci dirigiamo subito nel borgo, colpiti dal silenzio quasi surreale, con le cicogne che nidificano sui camini.

In questo paesaggio senza tempo ci muoviamo seguendo l'istinto: passata l’antica porta, percorriamo una via acciottolata che si addentra nel centro. Il borgo è una specie di museo a cielo aperto, che ha il suo culmine arrivando al centro informazioni, dove è stata predisposta un'apposita struttura metallica che permette di ammirare da vicino i vari reperti archeologici che sono stati trovati in questo sito.

Passeggiando ci dirigiamo verso l'antica Basilica, costruzione che risale al periodo della dominazione dei Visigoti. L’antico nome di Idanha era in epoca romana "Civitas Igaeditanorum":

Idanha a Velha

ancora oggi lungo le sue strade troviamo testimonianze di quelle che furono le civiltà più importanti che qui si alternarono al potere.

La basilica è chiusa, ma basta chiedere al locale ufficio del turismo, che ci viene concesso subito l’accesso. È una struttura a tre navate, imponente e particolare, che merita certamente la visita. Così come l'antico frantoio, all’interno della struttura che ospita l’ufficio turistico, completamente restaurato e oggi visitabile gratuitamente. La particolarità della struttura risiede soprattutto nel meccanismo che ne permetteva il funzionamento: questo veniva infatti permesso da due grossi tronchi di albero che, imperniati, facevano girare la ruota.

Ci dirigiamo poi in una piccola piazza che sembra essere il nucleo vitale del paese: i due bar del villaggio sono proprio qui, dove si trova la Chiesa Madre, che possiamo solo ammirare dall'esterno, essendo purtroppo chiusa. Dopo esserci rinfrescati al bar del parcheggio dove abbiamo sostato con il camper, ripartiamo per Castelo de Vide. Arrivando dalla strada statale, si ha una bella visione della cittadina con tutte le sue case bianche, che ci fanno ben sperare nella riuscita di questa visita, ma purtroppo non sarà così.

Andiamo a sostare direttamente sotto le mura alle coordinate N439.41620 W7.45814. È un parcheggio misto e non proprio agevole, ma comodissimo perché si trova direttamente a pochi passi dal centro. Da qui saliamo le scale di fronte a noi e ci dirigiamo alla piazza centrale del paese, Don Pedro V, dove si trova una statua del re, e soprattutto la maestosa chiesa matrice Santa Maria da Devesa, risalente al XVIII secolo. Vi si accede tramite una bella scalinata, ma se l’esterno era apprezzabile, l’interno risulta abbastanza anonimo.

A questo punto decidiamo di andare alla cinta muraria secondaria, la più esterna al paese, anche per godere del panorama che vi si dovrebbe vedere. Per far questo percorriamo la ripida stradina che parte da dietro la chiesa matrice. Già nel percorrere questi metri, notiamo come il luogo e le sue case, siano state lasciate in un evidente stato di abbandono che tolgono molto al fascino del luogo.

Il panorama di contro e appagante, con le torrette sulle mura che fanno bella mostra di sè.

Ridiscendiamo infine dalla strada appena fatta, e ci dirigiamo al castello ed il suo borgo fortificato. Nel percorrere la stretta via che porta in alto, notiamo lo stesso stato di precarietà delle case e della strada, con molte abitazioni diroccate e lasciate abbandonate. Lo stesso disagio lo notiamo all’interno del borgo del castello. Secondo le guide turistiche che avevamo letto, il borgo risulta completamento abitato, e gli abitanti stessi provvedono al mantenimento architettonico dello stesso. Rimango molto basito da questa espressione, ma soprattutto molto deluso perché il posto e molto al disotto delle mie aspettative. A questo aggiungo il rammarico per non aver visitato il mastio del castello, ma questo è una colpa nostra perché siamo arrivato tardi, in quanto chiudeva alle 17.30.

Ridiscendiamo verso il centro del paese dirigendoci verso il quartiere ebraico, dove si trova la sinagoga più vecchia del Portogallo, datata 1200; purtroppo troviamo chiusa anch’essa, e non ci rimane che dirigerci nel cuore del quartiere ebraico per andare a vedere l’antica Fonte da Vita, una fontana del XVI secolo, che questa sì, merita la passeggiata per arrivarci.

Un po’ delusi ritorniamo al nostro mezzo ripartendo per l’ultima tappa della giornata.

Arriviamo a MARVÃO (P), all’ora di cena, e ci sistemiamo nella bella area di sosta Parque de pernita de Autocaravanas N39.39534 W7.37637. Ottima area, con carico e scarico, in piano e ombreggiata, e con un bellissimo panorama. Ci sarebbero anche i bagni, ma questi risultano chiusi.

23 Giugno 2023 Venerdì

Stamane partiamo alla scoperta di questo bellissimo borgo silenzioso arroccato su un dirupo con le mura del castello che cingono completamente l’abitato.

 marvao

A differenza della delusione di ieri, oggi rimaniamo davvero meravigliati. Saliamo la strada che ci fa attraversare la vecchia porta medievale, e percorriamo la via principale del paese. Ai lati bianche case perfettamente tenute, che creno un suggestivo panorama. Ma il meglio lo otteniamo quando, attraversato tutto il bellissimo paese, raggiungiamo il castello che lo sovrasta.

Non credo di sbagliare se sostengo che questo sia in assoluto quello che mi ha colpito di più. È lungo e stretto, a seguire il profilo delle rocce che lo sostengono; perfettamente conservate le mura che si possono percorrere quasi interamente. Da ogni punto di esse si apre ai nostri occhi un panorama stupendo. Non smettiamo di far lavorare la macchina fotografica; e quando saliamo sul mastio, il suo punto più alto, abbiamo una visione a 360 gradi di tutta la vallata sotto di noi.

Con molta fatica ci stacchiamo da questo luogo e ripercorriamo, dopo aver visitato la chiesa madre del borgo, le belle strette strade che ci riportano al nostro mezzo.

Nel frattempo si è fatto ora di pranzo. Già dall’Italia avevo individuato un ristorante in loco per essere famoso per i piatti della cucina Alentejana, e come ultima nostra tappa in territorio portoghese, mi ero riproposto di provarlo.

Con il camper scendiamo di 3 km, per arrivare al bivio che ci aveva immesso nella strada per Marvao. Il piccolo agglomerato di case si chiama Portagem, ed il ristorante in questione è il Mil Homens. Qui l'atmosfera ci riporta piacevolmente indietro nel tempo. Ci concediamo il gusto di provare i sapori della cucina familiare che propone Migas (un piatto a base di pane raffermo variamente condito), la Zuppa di pomodoro (la più buona che mi sia capitato di mangiare) e un piatto di pollo arrosto in olio d’oliva, il tutto accompagnato da buon vinho tinto. Ci sarebbero ancora qualche cosa da provare, ma siamo sazi, ed il viaggio di ritorno incombe.


La prima tappa di avvicinamento all’Italia è SIVIGLIA (E), che dista 330Km. Sono molti, ma guidando in due e dandosi spesso il cambio, per le 20.00 arriviamo a destinazione.

Il posto scelto per la sosta è l’area attrezzata di Carcaracol (N37.28864 W5.87337). Si trova ad una 10 di Km a sud della città, ma è servita da un bus che parte appena fuori il cancello dell’area, e che in 25 minuti ci porterà in centro città. L’area è attrezzata come un campeggio: ha tutti i servizi, compreso lavatrice e asciugatrice ed in più, udite udite, una bellissima piscina. Il tutto alla modica cifra di 15 € tutto compreso. Unico neo, la scarsa ombra che a queste latitudini non è cosa da poco.

24 Giugno 2023 Sabato

La mattina ci prepariamo e alle 9.30 prendiamo il bus M221 che ci porta alla stazione dei pullman di SIVIGLIA (E); da qui con una buona passeggiata si arriva alla piazza del trionfo. Facciamo i biglietti ed andiamo subito a visitare la cattedrale, la ex moschea trasformata in chiesa dopo la Reconquista cristiana. Si entra da prima nella torre della Giralda (il campanile), l’antico minareto simbolo di Siviglia alto 76 metri, che deve il nome alla statua che lo sormonta, il giraldiglio, che seppur pesantissima (1,3 tonnellate), necessita di pochissimo vento perché questa ruoti su se stessa. Per salirci non ci sono scalini, ma 34 rampe inclinate che alla fine portano alla sommità della torre da cui si ammira un eccezionale panorama a tutto tondo sulla città. Il prezzo del biglietto varrebbe da solo questa visita.

siviglia scorcio

Ridiscesi si entra nella cattedrale vera e propria, la chiesa di Santa Maria la Major. Non sto a descrivervela, sarebbe un ingrato compito, e le guide turistiche lo fanno meglio di me. Dico solo che questa è la terza cattedrale nel mondo per grandezza, dopo San Pietro a Roma e San Paul a Londra, e che ha al suo interno la pala d’altare più grande di tutta la cristianità. Per quanto mi riguarda sono davvero rimasto entusiasta della visita. Una nota la merita l’uscita del complesso: il Patio de los Naranjos, il corpo di un’edificio moresco più vasto giunto fino a noi. Anticamente era l’area delle abluzioni della moschea, come ricorda la fontana al suo centro. La sua galleria laterale ospita la Capilla de la Virgen de la Granada, unica testimonianza dell’antica moschea. Quando usciamo si sono fatte le 14.00m e ci fermiamo a mangiare in uno dei tanti ristorantini sul posto, dove spendiamo tanto e mangiamo malino. Ma siamo davvero in un luogo altamente turistico e la delusione è da metter in conto.

siviglia scorcio2

siviglia scorcio3

Dopo pranzo facciamo un giro per la parte storica del centro: visitiamo la piazza San Francesco, chiamata anche Piazza Major, la più affascinante della città, che deve il suo nome ad un monastero del XIII secolo che si trovava su uno dei suoi lati. Vi si trova il municipio e il Banco Hispano-americano, dove una targa segnala il luogo della vecchia prigione reale. In essa fu rinchiuso anche Miguel de Cervantes, e si dice che fu qui che scrisse il suo Don Chisciotte. Ci inoltriamo anche nella caratteristica calle del los sierpes, nome dovuto ad una locanda che nel XVI secolo aveva esposto una mandibola di questo animale, dove fanno bella mostra di sé numerosi negozi di artigianato locale. Questa via, con i suoi 400 metri di lunghezza, e la calle per eccellenza del capoluogo andaluso. Intanto il caldo è diventato opprimente (43 gradi), e andiamo a cercare un po’ di frescura visitando la chiesa dei San Salvador (il costo del biglietto era compreso nella visita della cattedrale). Questa è stata prima Basilica romana, cattedrale visigota, moschea, ed infine collegiata. Secondo le guide, è la massima espressione del barocco in Spagna, il più importante edificio religioso di Siviglia dopo la cattedrale. Al suo interno, il retablo major, e quello della cappella del Santo Sacramento, lasciano davvero stupiti. Dettaglio da non trascurare a queste temperature, i grandi ventilatori orientabili che creano un discreto ristoro climatico all’interno dell’edificio. Dopo aver goduto di questo intermezzo “culturale”, ci apprestiamo all’ultima visita della giornata. Il palazzo di Pilator.

Il nome è strano, ma deriva dalla scoperta fatta dal marchese di Tarifa, padrone dell’immobile, che la sua casa distava dalla locale chiesa di quartiere, oggi scomparsa, così come la distanza che divideva il palazzo di Pilato a Gerusalemme dal monte Golgota.

andalusia palazzo pilator

La visita è una piacevole scoperta: la casa è senza dubbio il miglior esempio di architettura privata di tutta l’Andalusia. La struttura, le decorazioni Mudejar, gli elementi gotici ed i marmi italiani, sono la sintesi di quello che viene definito il rinascimento andaluso.
Ritorniamo infine alla stazione dei bus per ritornare alla nostra area. Il caldo è ancora opprimente, e terminiamo la serata con una bella nuotata nella fresca piscina.

25 Giugno 2023 Domenica

La mattina ripariamo per la città. A bordo del pullman facciamo i biglietti per l’Alcazar, prenotandoli per le ore 15.00 in modo tale da avere il tempo per girare la città. Dalla stazione dei pullman dove scendiamo, ci dirigiamo verso Plaza de España. Questa è una piazza realizzata nel 1929 in occasione dell’expo ibero americano, ed è un vero spettacolo. Disegnata a semicerchio, è circondata dall’acqua, ed è anche possibile fare delle brevi escursioni in barca su queste acque. Il perimetro è delimitato da un bel porticato, dove si esibiscono artisti di strada. Noi abbiamo avuto la fortuna di assistere ad un’esibizione di flamenco che ci ha davvero entusiasmato.

 siviglia plaza espana

Da qui proseguiamo per le rive del fiume Guadalquivir; lo percorriamo incontrando la Torre de Oro, eretta dagli almohadi nel 1221, una delle due torri, l’unica oggi rimasta, che controllava l’accesso al porto, dove una catena ne bloccava l’ingresso, e successivamente la Plaza de Toros. Questa arena è di proprietà della Real maestranza de Cavalleria de Sevilla, una società di equitazione fondata nel 1670. Dedita ad addestrare i nobili al combattimento a cavallo, organizzava fin dagli inizi manifestazioni pubbliche come tornei e corride. È la più grande e antica di Spagna con i suoi 12.500 posti, e sicuramente merita una visita. All’interno incontriamo gli ambienti che hanno fatto la storia della tauromachia: la cappella, il museo storico, i bozzetti ed i quadri che raffigurano le effigie dei protagonisti matador; infine entriamo nell’arena.

È un bel vedere, e non si fa fatica ad immaginare gli spalti pieni, con la gente che incita i propri beniamini. Saliamo anche noi sugli spalti, e rimaniamo un po’ qui, immaginando una corrida con i suoi colori, anche se poi pensando alla tauromachia, si rimane un po’ confusi sul desiderio di assistere a questo spettacolo, e lo sconcerto che rappresenta. Ma tutto sommato è una tradizione tutta spagnola, e credo che spetti a loro questa disamina.

siviglia Plaza de Toros

Intanto si è fatta quasi l’ora, e nonostante la temperatura oggi segni 45 gradi, procediamo spediti all’Alcazar reale. Anche di questo posto non sto ad elencarvi la visita; è molto vasto e pubblicazioni turistiche fanno sicuramente meglio di me questo lavoro. Io sono solo a fare due considerazioni.

La prima è che ho sentito molti pareri entusiasti su questo sito paragonandolo all’Alhambra di Granada. Pur non volendo togliere niente all’Alcazar, che giudico bellissimo, l’Alahambra è sicuramente un’altra cosa. Soprattutto in considerazione che quello di Granada è un palazzo arabo, che conserva quello stile architettonico, mentre L’alcazar di Siviglia, è stato completamente trasformato, e seppur siano state mantenute le strutture e la funzionalità, lo stile architettonico al 90 per cento e di origine cristiano.

Detto questo, comunque è una visita assolutamente da non perdere che lascia davvero soddisfatti e che non è possibile non fare giungendo a Siviglia.

Quando usciamo è già l’ora di riprendere il nostro bus per tornare all’area di sosta. Oggi è l’ultimo giorno che dedichiamo a Siviglia, in quanto per domani le previsioni danno 50 gradi di temperatura, e non sarebbe più un piacere ma un tormento camminare con queste temperature. Ci siamo comunque ripromessi di ritornare in questa meravigliosa città, anche se in una data diversa.

2 Giugno 2023 Lunedì

Stamani, dopo le operazioni di carico e scarico, partiamo per l’ultima tappa del nostro viaggio: RONDA (E).

Percorriamo i circa 100 km che ci separano da questa stupenda cittadina, ed andiamo a sostare presso il parcheggio di Plaza Pruna, coordinate N36.75084 W5.17086. È un semplice parcheggio, misto che si trova però a 500 metri dal centro, ed è quindi comodo per una breve visita. C’è comunque un’area attrezzata, con carico e scarico, alle coordinate N36.75188 W5.14798, ma distante dal centro 2,5 Km.

Da sempre rinomata per la sua bellezza agreste, si divide in 3 settori urbani: nel centro, quello più antico che occupa l’altopiano calcareo, si trova Ciudad; ai suoi piedi si trova il Barrio, ed a nord il Mercadillo, la parte più moderna della città.

Dal parcheggio ci dirigiamo verso la Ciudad; ma una prima fermata è doveroso farla subito dopo la Iglesia della Merced, alla Alameda del Tajo; una bella terrazza panoramica con dei bei giardini che attirano i locali nelle giornate afose (come questa). Da qui si prosegue passando accanto all’Arena della Maestranza, la più vecchia di Spagna, dove all’interno si trova anche un piccolo museo che celebra Pedro Romero, il famoso matador di Ronda. All’interno scopriamo che il 1° di settembre viene celebrata la Corrida goyesca, una particolare corrida che ricrea le atmosfere del XVIII secolo.

Poco più oltre si arriva all’animata piazza di Spagna, da dove inizia il famoso Puente Nuevo (1784) che attrae migliaia di visitatori ogni anno.

ronda scorcio

Ci attardiamo molto sul ponte per scattare numerose foto da tutte le angolazioni, per meglio catturare l’immagine spettacolare del dirupo che divide la città. È davvero spettacolare ed impressionante e le foto non gli rendono giustizia. Dopo attraversiamo il ponte, e girando a destra per calle Real, andiamo in Piazza Mayor, dove si trova il palazzo dell’Ayuntamiento, e soprattutto la Collegiata de Santa Maria la Mayor. Questa è una prestigiosa chiesa edificata sui resti di una moschea del XIII secolo di cui rimane solo la torre, e l’arco del Mihrab. La visita al suo interno è piacevole, con una scala che porta sul tetto della chiesa per godere di un panorama sui tetti della ciudad.

Da qui torniamo indietro fino a prendere una scalinata di 365 gradini che scende fino alla base del dirupo e alla Mina: una costruzione del XIII secolo dove venivano convogliate le acque della sorgente che riforniva la città. Vi si trovano le antiche terme arabe, che è possibile visitare, a pagamento, e che sono davvero interessanti. Usciti dobbiamo faticosamente risalire verso Piazza di Spagna, attraversando il ponte Vejo e quello di San Miguel, costeggiando le case basse e bianche del quartiere del Mercadillo.

Appena arrivati alla piazza un ottimo gelato serve a scacciare la stanchezza della risalita.

Torniamo infine al camper; il nostro racconto finisce qui. Il resto del viaggio è solo un veloce percorso che ci riporterà infine a casa.

Spero di esservi stato utile, così come mi sono stati utili i diari che a mia volta ho scaricato per programmare questo viaggio.

Alla prossima!

Anna&Daniele

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