2008, Inghilterra meridionale
Sentendo ormai vicino il momento nel quale i ragazzi avrebbero smesso di venire in ferie con noi, pensammo fosse il caso di fare qualcosa di un po’ speciale: decidemmo quindi di passare la Manica (con i relativi costi, ahimè!) e di visitare le regioni South-West e South-East, evitando Londra: i motivi di questa scelta furono la facilità estrema con la quale si poteva raggiungere la capitale in aereo in qualsiasi momento dell’anno e il desiderio di vedere bene il paese. Qui apro una breve parentesi: ritengo che una delle grandi tentazioni del viaggiatore sia la bulimia, ovvero il desiderio di “ingozzarsi” di luoghi e mete, mentre penso dia molta più soddisfazione vedere bene una zona; in questo caso, se avessimo messo dentro Londra, avremmo visto poco del resto e tutto si sarebbe risolto in una grande corsa. Infine – e finisco davvero – penso che i mezzi ricreazionali non siano l’ottimo per visitare una metropoli, dove ci sono soluzioni di ricettività più economiche e logisticamente meglio piazzate.
Quindi, dopo 3 settimane sotto un tempo particolarmente inclemente anche secondo le elastiche opinioni britanniche in materia, cosa mi è rimasto di più?
Sicuramente la Cornovaglia e il confinante Devon, con la costa ricca di scogliere, il vento impetuoso poi l’interno della regione ancora così selvaggio, i paesini con casette da favola: peccato che le strade di campagna inglesi siano delimitate molto spesso da alte e fitte siepi che rendono impossibile godersi il paesaggio da bordo dell’auto.
Oltre a questo, e a molto altro, mi prese una certa emozione anche a Brighton dove, per un vespista, trovarsi di fronte al Pier mi ricordò molto le scene del mitico film Quadrophenia e, insieme al ruggire del mare, mi sembrò di sentire
anche i cori dei ragazzi degli anni ‘60: “we are the Mods, we are the Mods ...”.