Rossoni e il suo legame eterno con Tresigallo
Ma torniamo a noi e alla visita di Tresigallo, the last but not the least è l'ultima tappa: il cimitero, sì avete letto bene, il cimitero, che si trova ad una decina di minuti di passeggiata dal centro, partendo da piazza della Repubblica, percorrendo via Corridoni. Secondo Rossoni, grazie al lavoro onesto e dignitoso, anche un operaio avrebbe potuto far carriera, ma soprattutto andare in paradiso e così la piazza centrale rappresenta il punto di congiunzione tra la nascita, il percorso della vita e la morte, dalla campagna, alla vita sociale del nucleo abitativo fino ad arrivare al cimitero. Infatti il cimitero si trova all'estremità dell'asse che taglia longitudinalmente l'abitato congiungendo idealmente vita e riposo, attività lavorativa e la morte.
L'entrata al camposanto è preceduta dai tre archi che ricordano le forme viste nel centro storico, primeggia da subito la tomba monumentale dove riposa Edmondo Rossoni, seppur morto a Roma (1965), è sepolto qui nel suo paese natale, dove per anni aveva rincorso il suo sogno di costruire una città ideale, una città modello.
Per nulla sobria, come del resto i suoi progetti ambiziosi, lo inquadrano bene anche nella vita dopo la morte, la sua tomba è formata da un mausoleo in travertino dove spicca un grande braciere, che vuole comunicare come Rossoni fu l'eroe delle masse. Uomo discusso, tra critica e ammirazione, amato e temuto... che però ha reso Tresigallo una realtà unica e degna di essere salvaguardata e valorizzata.
Tanti i dettagli da osservare in questo cimitero, anche qui nulla è dato al caso: la cancellata della sua tomba dove spicca il fascio; da notare l'enorme Angelo apposto sulla chiesetta dove spiccano grandi mani, che rappresentano il lavoro operaio, una figura più dall'aspetto umano piuttosto che religioso!
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