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Finalmente uno spiraglio di sole ci invita ad uscire e scoprire

MONTAGNANA (PD – m 16 s.l.m.)

montagnana copertina

È un crescendo di emozioni, un effetto WOW per i tanti scorci suggestivi ed unici. Una vera e propria bomboniera, deliziosa e affascinante, ma nello stesso tempo trasmette forza e potenza, grazie alle imponenti mura che la proteggono. Pulita ed ordinata, curata e molto ospitale. Ecco la nostra esperienza di visita a quella che viene annoverata tra le più famose città medievali murate d'Europa: MONTAGNANA. Uscendo a piedi dall'area camper (con allaccio elettrico, info e dettagli alla fine dell'itinerario) che dista pochissimo dal centro storico, si presenta Montagnana e il suo splendore: le possenti mura urbiche, con merlatura guelfa, attorniate dal fossato erboso ci appaiono nella loro bellezza e maestosità. 2 km di cinta muraria che abbracciano il centro storico dove spiccano le torri, ben 24 che presentano una pianta esagonale con il lato interno aperto, mancando la parete verso città per ragioni militari (per evitare l'arroccamento nemico in una delle torri). È possibile sulle guide trovare indicato in alcuni casi che le torri sono di pianta esagonale e in altre pentagonale, la spiegazione è: chi considera la pianta dal punto di vista geometrico, le definisce esagonali, chi invece prende in considerazione soltanto i muri effettivamente esistenti, le considera invece pentagonali. Le torri si intercalano tra di loro, disposte secondo un raffinato schema simmetrico, questo permetteva un controllo a 360 gradi per eventuali attacchi nemici. L'accesso alla città è consentito attraverso le 4 porte: a nord  porta Vicenza, ad est  porta Padova, a sud  Porta XX  Settembre e ad ovest porta Legnago. Costeggiando le mura raggiungiamo Porta Padova dove si trova il Castel San Zeno, il mastio di Ezzelino e l'ufficio turistico.

I.A.T. MONTAGNANA
CASTEL S. ZENO - Piazza Trieste, 15
Tel.\Fax: 0429-81320
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito internet: http://www.comune.montagnana.pd.it/index.php/ufficio-turistico

 (Chiuso il lunedì e martedì mattina – Natale e Capodanno)

Altre info per la visita: https://www.visitmontagnana.it/

Ci accoglie Silvia, una gentilissima guida turistica, che ci fornisce alcune indicazioni sulla visita di Montagnana, ci consegna materiale informativo e soprattutto una comodissima cartina dove sono indicati tutti i punti di maggior interesse con relative spiegazioni e ci racconta la storia di questo castello e del Mastio Ezzelino. Quest'ultimo sorse nel 1242 ad opera di Ezzelino da Romano dove in in precedenza c'erano strutture di vecchi insediamenti castellieri, si narra che prima di questo, il condottiero si impossessò della città e la distrusse con un grande rogo. La fortezza militare divenne importante per la sua posizione strategica, in quanto Montagnana era posta in un crocevia di interessi militari ed economici. Un prezioso disegno a sanguigna del Giorgione (conservato al museo Boymans Van Beuningen di Rotterdam) raffigura il mastio con il tetto in legno ed una torretta, diverso dall'attuale aspetto. Iniziamo la risalita alla torre (il mastio del castello di San Zeno), un'ampia scala di ferro porta alla sommità dei suoi 40 metri, da cui si gode una bella vista sulle mura perimetrali, le torri ed il borgo, ma anche del territorio circostante, i paesi della Scodosia, di cui Montagnana era la piccola capitale amministrativa e militare, quindi il Castrum di protezione durante gli attacchi bellici. Salutiamo e ringraziamo Silvia e proseguiamo la nostra visita di Montagnana.

Percorriamo la via Carrarese (a ricordo dela famiglia dei Da Carrara o Carraresi, signori di Padova che qui ebbero un'importanza di un certo spessore... Mumble, mumble... ricordo che questo nome l'abbiamo già trovato... Fu a Cittadella, un'altra città murata che visitammo qualche anno fa), caratterizzata dai portici ma soprattutto da negozietti alimentari dove fanno bella mostra in vetrina i prodotti locali quali il prosciutto veneto DOP, lo schissotto dolce o salato (pani senza lievito nell'impasto, dove il primo viene arricchito da cioccolato e il secondo invece è ideale per essere farcito con i tipici salumi della zona, il nome attribuitogli è per la tipica forma “schiacciata” ovvero “schissata”), il pandolce di Ezzelino, una specialità gastronomica che discende da una “torta miracolosa” (si narra infatti che durante il rogo, Ezzelino rimase gravemente ferito, per farlo riprendere venne preparato un pane arricchito con miele, frutta secca ed impastato con il “levà”, il lievito dell'epoca. Questo pane fece riprendere velocemente Ezzelino. Da questa storia, la pasticceria Cuccato studiò una ricetta di un dolce che potesse durare più giorni e così con il lievito naturale e soprattutto somigliasse a quel “pane” che servì al condottiero per riprendersi, nacque  il Pandolce di Ezzelino). 

Lungo la via Carrarese, uno sguardo a sinistra per ammirare il bell'edificio che ospita il Municipio, all'interno del Palazzo Sammicheli, poi raggiungiamo il cuore di Montagnana: piazza Vittorio Emanuele II con il Duomo, i suoi bei palazzi e il Listòn, la pavimentazione centrale realizzata in trachite grigia, una roccia magmatica tipica dei Colli Euganei, con inserti in pietra bianca, che ricorda la piazza San Marco di Venezia. Tanto bella ed affascinante questa ampia piazza con un'alternanza di colori, stili, architetture che creano un armonioso ed affascinante spazio cittadino dove l'occhio non sa dove guardare catturato dai singoli dettagli e scorci. Curiosi i camini a corolla di Palazzo Zanella, belli i colori e le decorazioni che celebrano il Risorgimento e l'Unità d'Italia di Palazzo Santini, ma anche altri edifici di grande fascino come quello che ospitava l'antico Monte di Pietà, ma anche Palazzo Valeri e il palazzo della Loggia. In un lato della piazza sorge il Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta, sulla facciata in stile tardo gotico si nota il portale in marmo bianco, spicca anche il curioso orologio dove è presente soltanto la lancetta delle ore. All'interno ci affascinano le ampie volte decorate a conchiglia, interessanti sono i due affreschi nella controfacciata attribuiti al Giorgione, uno raffigura il David con la testa del gigante Golia, l'altro Giuditta vittoriosa sul generale assiro Oloferne. 

Usciti dalla Chiesa, ci incamminiamo verso via Giacomo Matteotti che conduce a porta Legnago. Sulla destra, difficile non notarlo il palazzo Magnavin-Foratti per le sua deliziosa facciata che ricorda gli edifici veneziani che si affacciano sul Canal Grande. Una piccola deviazione e percorrendo via Nazario Sauro, raggiungiamo la Chiesa di San Benedetto (chiusa in quanto non è più officiata e viene utilizzata per mostre). Ritorniamo verso porta Legnago e ci facciamo incantare dalla Rocca degli Alberi, una fortezza militare che un tempo, si legge sulle guide, sorgeva come un'isola ed era circondata dal fossato d'acqua unita al resto delle mura con un ponte levatoio. Vi consigliamo di soffermarvi a guardarla perché conserva tanti elementi interessanti, come stemmi e scorci unici. Non usciamo però dalle mura perimetrali, decidiamo di passeggiare lungo le mura sud dove i vari elementi che la caratterizzano la rendono molto suggestiva e caratteristica. Raggiungiamo l'ospedale della Natività, un oratorio con annesso convento e poi la chiesa di San Francesco, con un esile campanile che svetta con sobrietà verso il cielo, interessante all'interno un organo. 

Dopo questa bella passeggiata un certo languorino allo stomaco lo avvertiamo, scartando i locali chiusi per turno, scegliamo quello che ci ispira per il menù proposto e per l'invidiale posizione: il ristorante Le Mura e potete immaginare dal nome che cosa si può ammirare mentre si pasteggia! Una trattoria con bottega, pochi tavoli apparecchiati con tovaglia a quadretti rossi e bianchi e una spettacolare vista sulle mura, pasta artigianale e soprattutto prodotti tipici locali sono il vanto di questo locale. Assaggiamo le “asagne alla montagnanese” (una sorta di tagliatelle – mannaggia sono finiti i bigoli – conditi con un sugo a base di prosciutto di Montagnana) e soprattutto un bel tagliere dove trionfa quello che è ancora una volta il fiore all'occhiello di questa zona: il prosciutto veneto DOP. Noi lo troviamo buono e dolce! 

Per conoscere meglio questo prodotto che caratterizza Montagnana, andiamo alla sua scoperta e soprattutto come viene lavorato. 

  01 - Montagnana - scorcio mura e camper Etrusco.jpg 02 - Montagnana - castello San Zeno e mastio Ezzelino.jpg 02bis - Montagnana - scorcio mura.jpg 03  - Montagnana - mastio Ezzelino.jpg 04  - Montagnana - mastio Ezzelino.jpg 05  - Montagnana - panorama dal mastio Ezzelino.jpg 06  - Montagnana - mastio Ezzelino.jpg 07  - Montagnana - via Carrarese  - fuga di portici.jpg 08  - Montagnana - scorcio.jpg 09  - Montagnana - via Carrarese - palazzo Sammicheli.jpg 10 - Montagnana - piazza Vittorio Emanuele II.jpg 11 - Montagnana - piazza Vittorio Emanuele II - scorcio palazzi.jpg 12 - Montagnana - piazza Vittorio Emanuele II - scorcio palazzi.jpg 13 - Montagnana - piazza Vittorio Emanuele II - scorcio.jpg 14 - Montagnana - piazza Vittorio Emanuele II - duomo.jpg 15 - Montagnana - piazza Vittorio Emanuele II - duomo - portale.jpg 16 - Montagnana - piazza Vittorio Emanuele II - duomo - orologio.jpg 17 - Montagnana - piazza Vittorio Emanuele II - duomo - interno - affresco Giorgione.jpg 18 - Montagnana - piazza Vittorio Emanuele II - duomo - interno - volta a conchiglia.jpg 19 - Montagnana - centro storico - scorcio.jpg 20 - Montagnana - palazzo Magavin-Foratti.jpg 21 - Montagnana - porta Legnago - Rocca degli Alberi.jpg 22 - Montagnana - Rocca degli Alberi - scorcio.jpg 23 - Montagnana - mura sud e porta XX settembre.jpg 24 - Montagnana - chiesa san Martino - campanile.jpg 25 - Montagnana - ospedale Nativita.jpg 26 - Montagnana - porta Padova.jpg 27 - Montagnana - ristorante Le Mura.jpg 28 - Montagnana - ristorante Le Mura - asagne montagnanese ec on baccala.jpg 29 - Montagnana - ristorante Le Mura - tagliere con prosciutto veneto DOP.jpg 30 - Montagnana - scorcio mura.jpg

 Prossima tappa quindi è la visita al prosciuttificio.

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