Castelvetro di Modena: in camper a ritmo slow
Due giorni in camper alla scoperta di questo territorio e delle sue eccellenze
di Marzia Mazzoni
Le Terre dei Castelli di Modena invitano a fare scorpacciate di scorci unici e dolci paesaggi collinari, dove spiccano rocche e manieri, a rallentare e fermarsi per gustare e scoprire saperi e sapori, ma soprattutto non avere fretta perché qui il tempo è una componente fondamentale per le sue eccellenze. E qui di eccellenze ce ne sono tante: dal Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, all'aceto balsamico tradizionale di Modena DOP, al nocino, zona tipica del Parmigiano Reggiano DOP ma anche del prosciutto di Modena DOP.
Non ci crederete ma il borgo di CASTELVETRO (MO – m 122 s.l.m.) ci ha rapiti per due giorni, rapiti in senso buono, ma forse è meglio dire “ci siamo fatti rapire”, perché ci siamo fatti coinvolgere dalle iniziative locali, abbiamo scoperto un piccolo borgo, insignito con il riconoscimento di “Bandiera Arancione” del Touring Club, con un palinsesto di eventi ed iniziative, ma soprattutto abbiamo scoperto il piacere di vivere il luogo con i ritmi giusti.
“Ogni promessa è debito”
e noi siamo persone di parola. Lo scorso anno quando visitammo la Rocca di Vignola, la guida che ci aveva accompagnato alla scoperta di questo affascinante castello, che vi consigliamo di visitare, si accomiatò da noi dicendo: “vi aspetto poi per visitare Castelvetro e il suo castello”. E noi che siamo appassionati di castelli, rocche, manieri, dimore storiche... non potevamo dimenticare questo invito. E così è stato!
Per sostare con il camper, il comune di Castelvetro ha allestito un posto sosta con scarico gratuito, rifornimento acqua potabile gratuito, colonnina attacco elettrico a 220 volt a pagamento con monete in via Destro Guerro (il Guerro è il torrente che scorre qui e sfocia nel fiume Panaro).
Una breve passeggiata di circa 800 metri e si raggiunge il borgo
borgo di CASTELVETRO
(Castelvêder in dialetto modenese)
Possenti mura antiche, già esistenti nel X secolo, racchiudono il centro storico di questo piccolo paese. Varcato l'arco d'accesso al borgo si raggiunge il cuore di Castelvetro, la piazza Roma, conosciuta anche come Piazza a Damier, dove spicca la scacchiera (che ricorda, a chi l'ha già visitato, quella di Marostica!), realizzata in marmo e sasso dove si affacciano gli edifici più significativi di Castelvetro: il Palazzo Comunale, le Torri dell'Orologio (su un lato della torre attrae la nostra attenzione anche una bella meridiana) e delle Prigioni e il Palazzo Rinaldi.
Su questa piazza si svolgono ad anni alterni eventi che richiamo numerosi visitatori: anni pari la “Dama Vivente”, una vera e propria partita a dama con figuranti in abiti d'epoca e gli anni dispari “la festa a castello” ovvero la cena rinascimentale, a cui tutti possono partecipare, purché indossino vestiti rigorosamente rinascimentali.
Ci godiamo questo spazio, così affascinante che fa da palcoscenico per gustarsi il paesaggio collinare che si presenta ai nostri occhi, ricco di vigneti (qui siamo nella zona tipica del vino Lambrusco Grasparossa di Castelvetro rosso DOC).
All'interno di questo Castrum tra viuzze, negozietti, locande, andiamo alla scoperta dell'Oratorio di Sant'Antonio da Padova e la possente chiesa parrocchiale, in stile neo-gotico, dedicata ai SS Martiri Senesio e Teopompo, il campanile della chiesa si erge con la sua splendida struttura svettante verso il cielo. Si viene inebriati dal tipico odore dell'aceto balsamico, un odore pungente e dolciastro, considerato l'oro nero di Modena, che andremo a fare la sua scoperta nel pomeriggio.
Suggerimenti:
nel centro storico di Castelvetro si trova l'Acetaia Comunale
Via B. Cavedoni, Centro Storico - Ingresso dal cortile della Biblioteca Comunale
Orario di apertura
-ultima domenica del mese nei seguenti orari
Marzo e Ottobre 15.00-18.00 - Aprile/Settembre 16.00-19.00
ORARIO APERTURA AUTUNNO 2018
-in occasione di iniziative ed eventi in centro storico negli orari delle rispettive manifestazioni
Ingresso: offerta libera
Prenotazione visite guidate al di fuori degli orari di aperture in ogni periodo dell’anno
Per informazioni: Ufficio Turismo tel. 059 758815
Vorremmo visitare il museo Fili d'Oro, l'esposizione permanente di abiti in stile rinascimentale, che però troviamo chiuso (aperto soltanto alla domenica).
Lasciamo Castelvetro e ripreso il camper, ci spostiamo di circa 9 chilometri per giungere al Santuario di Puianello...
SANTUARIO DI PUIANELLO
dedicato alla Madonna della Salute, che lo si raggiunge percorrendo una strada in salita da cui si ammirano scorci sulle colline circostanti. Siamo a 447 metri di altitudine e il santuario sorge isolato e ben visibile anche in distanza. Parcheggiamo a bordo strada non trovando soluzioni alternative, ma riteniamo che per una breve visita non provochi alcun problema!
Una lunga scalinata, con ai lati le stazioni della Via Crucis, lascia intravedere una parte della facciata di questo bel santuario. L'interno è barocco, con pianta a croce latina, si può ammirare il dipinto della "Madonna della Salute", posto sopra l'altare maggiore entro cornice ornata in oro, con a fianco due angeli che sorreggono una corona sul capo della Vergine: sulla cornice di legno dorato, il motto: "Salus nostra in manu tua" "La nostra salvezza nella tua mano". Da qui la denominazione "Madonna della Salute".
Prossima meta è l'Oratorio di San Michele Arcangelo...
l'ORATORIO DI SAN MICHELE ARCANGELO
immerso nella campagna tra Levizzano e Castelvetro, per raggiungerlo si percorre una strada sterrata immersa nelle campagne tipiche emiliane contraddistinte da campi coltivati a cereali e vigneti. Parcheggiamo il camper davanti alla casa di un contadino, dove un gatto curioso, alcune galline che stanno gironzolando lì attorno e un acre odore di stalla ci accolgono e farci ben comprendere che siamo full immersion nelle campagne emiliane e nella terra del Parmigiano Reggiano. Tranquillizziamo il contadino che sta andando nei campi che la nostra sosta è soltanto temporanea, giusto il tempo di visitare l'oratorio e lui ci rassicura che non disturbiamo e che siamo i benvenuti.
Costruito tra l'VIII° e il IX° secolo, questo oratorio viene considerato una perla del romanico del territorio. Vi consigliamo di girarci attorno e scorgere, scoprire ed ammirare tanti piccoli dettagli come la decorazione della facciata principale, quella ad ovest, con il suo portale.
Riprendiamo il camper e ci spostiamo a LEVIZZANO RANGONE – frazione di CASTELVETRO, un pugno di case, il campo San Rocco (ex-cimitero napoleonico), proprio ai piedi del castello, che vi consigliamo di andare visitare perché è un raro esempio nel suo genere, alcune osterie/trattorie dove sedersi e tranquillamente godersi i piatti tipici della cucina modenese sorseggiando un bel bicchiere di Lambrusco Grasparossa, ma quello che a noi attira e vogliamo andare alla sua scoperta è il Castello di Levizzano...
CASTELLO DI LEVIZZANO
abbiamo appuntamento con Monja, la guida che ci accompagnò a visitare il castello di Vignola e che ci incuriosì per venire proprio qui a Castelvetro.
Attendiamo Monja all'interno dell'ampio cortile del castello, spicca la torre matildica di forma quadrata, dove su un lato si trova anche un grande orologio.
Arriva la nostra guida puntuale e soprattutto la ricordiamo dalla volta precedente ben preparata, Monja rammenta che siamo “golosi” di informazioni sia per la nostra infinita curiosità ma anche per deformazione professionale di voler scoprire tante cose da belle da raccontare.
Monja, prima di raccontarci del castello di Levizzano, ci parla del territorio, che è sempre il punto di partenza per capire la storia di un edificio storico. Questa zona ricca di fertilità del suolo era già abitata dai tempi del Paleolitico, poi ci sono stati insediamenti successivi e così troviamo villaggi nell'età del rame e bronzo. Viene citata anche la civiltà di Terramare (il parco archeologico e museo a cielo aperto che dista circa 11/12 chilometri da qui e vi consigliamo di visitare, soprattutto se avete bambini - noi ci siamo stati - clicca QUI per leggere la nostra esperienza). La storia prosegue tra Etruschi, Romani (troviamo nei toponimi del paese tanti riferimenti come Via Tiberia, Via Medusia), ma le prime notizie che parlano della struttura difensiva di questo castello risalgono al 1038 quando il Vescovo di Modena cedette al padre di Matilde di Canossa queste terre. Era una zona strategica, da qui si aveva il controllo dei passi appenninici tra l'Emilia e la Toscana. Inizialmente esisteva solo una torre con funzione bellica. Dopo la morte di Matilde di Canossa, si susseguono i Levizzani, per poi subentrare i Rangoni, fino all'arrivo delle truppe napoleoniche.
Ma le tappe che ci interessano maggiormente di questo castello sono quelle che nel 1500 venne ampliato e affrescato internamente, successivamente un forte terremoto abbatterà la struttura, i Rangoni lo ricostruiscono in stile rinascimentale come delizia per uso come residenza nobiliare, nel 1700 inizio la decadenza, ma la tappa più importante è quella che nel 1921 il comune di Castelvetro comprò dalla famiglia Reggianini la proprietà del castello. Per questioni di spazi e carenza di strutture pubbliche come asili e scuole, venne modificata la destinazione d'uso... chiaramente snaturando la struttura.
A questo punto, Monja ci invita ad entrare per meglio capire questa trasformazione, i giri della chiave nella toppa della serratura e all'apertura del castello, restiamo stupiti di quello che non ci aspettavamo: interni completamente stravolti atti ad ospitare scolaresche e quindi la trasformazione degli ambienti. Restano dell'antico splendore alcuni affreschi e fregi, qualche soffitto a cassettone dipinto. Dal loggiato, un tempo camminamento di ronda, si gode di un bel panorama sui vigneti
E ora che uso ha questo castello? Ospiterà in futuro un'esposizione di strumenti e attrezzi agricoli e per la vendemmia, inoltre viene dato in affitto per matrimoni ed eventi.
Terminata la visita, ringraziamo Monja per la fantastica spiegazione... ah, se volete i suoi contatti per visitare Vignola e/o Castelvetro, eccoli
Monja Albani
Etcetera soc. coop.
Piazza dei Contrari, 2
41058 Vignola Mo
329 8216103
328 8458574
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un ultimo sguardo alla statua presente nel cortile di Celestino Cavedoni, archeologo e numismatico italiano, nativo qui di Levizzano, poi riprendiamo il camper e ci spostiamo alla scoperta dell'aceto balsamico tradizionale di Modena DOP, ovvero l'oro nero di Modena.
l'ORO NERO DI MODENA
abbiamo scelto tra le tante, un'azienda agricola che producesse sia questa eccellenza territoriale, ma anche il vino Grasparossa. Per raggiungere l'AZIENDA AGRICOLA MONTE REMELLINO si percorre una strada periferica immersa tra campi di foraggio dove si può godere di una bella prospettiva di Castelvetro.
Un ampio parcheggio dove fermare il camper e siamo pronti ad andare alla scoperta di questi due prodotti tipici. Veniamo accolti da Pierluigi che ci accompagna a visitare quella che lui con grande orgoglio definisce “azienda a carattere strettamente familiare”, presto comprenderemo pure noi questa familiarità perché qui ANNA-IDA-BICE-ANGELA-ELENA-BEA non sono soltanto nomi di donna, ma bensì le “donne di casa” a cui è dedicata ogni botte della batteria di invecchiamento, ma non solo... i vini sono dedicati ai genitori di Pierluigi “il rosso del babbo” (il Lambrusco Grasparossa) e il “bianco di Bice” (il Pignoletto).
Pierluigi ci porta in primis a scoprire la sua produzione di vino e ci racconta delle varie fasi di lavorazione e i metodi da lui intrapresi, visitiamo gli ambienti che ospitano le botti in acciaio in inox. Ma quello che fa da ponte tra l'attività vitivinicola e la produzione dell'aceto balsamico è il LAMBRUSCO, uno delle uve che compongono il mosto.
La visita più importante è quella che ci fa entrare nella vera passione di Pierluigi e della sua attività: l'ACETO BALSAMICO. Visitare un'acetaia è un'esperienza sensoriale, olfattiva ed emozionale, aggiungerei io, perché ognuna ha la propria storia famigliare, ma soprattutto come dice Pierluigi è “amore per la propria terra”.
Dalla sala delle botti di vino, un paio di rampe di scale per raggiungere il sottotetto (il luogo ideale dove soltanto può avvenire questa magica trasformazione in aceto balsamico, perché le condizioni sono quelle del molto caldo d'estate de molto freddo d'inverno, tra attività di fermentazione/maturazione nella prima fase e di stasi nella seconda) veniamo subito pervasi da un forte odore, piacevole, avvolgente e soprattutto travolgente di aceto balsamico, siamo nella SALA DI INVECCHIAMENTO. Ci ritroviamo al cospetto di dell''ORO NERO DI MODENA, custodito all'interno delle botti di castagno e rovere. L'espressione di Pierluigi cambia nel raccontarci di questa sua passione, lavoro, eredità famigliare e comprendiamo che la vocazione dell'azienda è proprio l'aceto balsamico, frutto di tanta esperienza, professionalità, dedizione... quasi come un credo, perché per ottenere il TOP ci voglio tanti anni di meticoloso lavoro fatto di travasi, rabbocchi, prelievi per arrivare ad un prodotto certificato e approvato dall'ente certificatore secondo il disciplinare, ma soprattutto essere definito idoneo dal Consorzio con sede a Modena ed essere atto alla vendita con l'applicazione, ad ogni confezione di prodotto, del sigillo di garanzia a serie numerata. Il produttore appone l'etichetta con la propria ragione sociale e la dicitura: “Aceto balsamico tradizionale di Modena” - Denominazione di origine protetta. È in questa sala che notiamo la batteria con i nomi delle “donne di casa” uno dei segnali forti della vocazione famigliare dell'azienda...
Seconda tappa della visita è la SALA DI BOLLITURA (che bollitura vera e propria non è perché il mosto va cotto ad una temperatura di 90°), la cosa che ci attrae maggiormente di questo spazio è quella che Pierluigi definisce il punto di partenza della produzione dell'aceto balsamico, come dice lui “da qui parte l'avventura”!
Il mosto crudo che diventa mosto cotto, ma quello che viene definito il “passaggio chiave” è quello che dal mosto cotto al mosto acetificato, dal dolce all'acido. Apprendiamo anche le rese e i numeri che ruotano attorno a questo "oro nero", che fanno strabiliare gli occhi:
100kg di uva per ottenere 70 lt di mosto → 35 lt di mosto cotto e dopo 25 anni il risultato è di 3 o 4 lt di aceto balsamico
numeri sbalorditivi che fanno ben capire il valore di questo prodotto, non solo in termini di resa, ma anche di tempo e lavoro investito!
SALA DEPOSITO MOSTI è la tappa successiva della nostra visita, per poi arrivare alla SALA BARRICAIA, dove avviene una delle fasi più delicate del mosto cotto che deve trasformarsi in acido acetico, qui l'odore è meno intenso della sala d'invecchiamento, profuma di dolce ma è meno acre di quello invecchiato.
Terminato questo tour esperienziale alla scoperta dell'aceto balsamico e vi assicuriamo che sentirlo raccontato da chi ha la passione per questo prodotto è veramente un fascino incredibile perché l'aceto balsamico è un'eredità storica che tante famiglie modenesi conservano come vero e proprio patrimonio personale, passiamo alla fase più “gustosa e appetitosa” della visita: la DEGUSTAZIONE.
Ci accoglie Angela (una delle “donne di casa”), moglie di Pierluigi, che fino ad ora non avevamo conosciuto, perché intenta a preparare i vari assaggi che accompagnano la degustazione e veniamo accompagnati nella sala dedicata, ben arredata in stile con l'ambiente stesso.
Accompagnati da prelibatezze in puro stile emiliano come il gnocco ingrassato, salumi tipici e il Parmigiano Reggiano, ma anche un paio di crostate preparate con le marmellate rigorosamente “fatte in casa” iniziamo la nostra esperienza gustativa con i due vini di produzione, per l'appunto “il rosso del babbo” (il Lambrusco Grasparossa) e il “bianco di Bice” (il Pignoletto).
Ma la degustazione più straordinaria è quella dell'aceto balsamico, dove Pierluigi ci accompagna in un percorso guidato con consigli per poterlo apprezzare al meglio e seguendo i suoi suggerimenti assaggiamo quello invecchiato 5 anni (ideale per accompagnare legumi e verdure – contraddistinto da un'acidità giovane), per poi passare a quello di 10 anni (con un bouquet tra il dolce e l'acido, ideale per tanti utilizzi come i formaggi, la frutta, il gelato, le frittate) e l'ultimo quello con la capsula oro, il 25 anni che si presenta denso, ideale da sposarsi con sua Maestà il Parmigiano Reggiano.
Una chiacchiera tira l'altra e questa degustazione si trasforma in una tavola apparecchiata a quattro dove Lorenzo ed io ci ritroviamo come commensali in un ambiente famiglia con Pierluigi e la moglie Angela ci sembrano di averli conosciuti da sempre, perché tanti discorsi si alternano, tra gli aneddoti dell'aceto balsamico, come ad esempio un tempo veniva utilizzato come ricostituente, a parlare del più e del meno delle nostre attività.
The last but not the least, assaggiamo le fragole con il Lambrusco (che delizia!) ed alcuni prodotti che Pierluigi ha “sperimentato” con risultati ottimi: ovvero il balsamico di frutta (e non alla frutta come ci tiene a precisare lui) e il balsamico di birra.
Che l'Emilia sia una terra ospitale lo sappiamo bene, queste sono le occasioni in cui se ne ha la prova!
Salutiamo Pierluigi ed Angela con la promessa di tornare in altre occasioni e ci congediamo da loro... ah, proposito... vi lasciamo qui i loro contatti, se volete andarli a trovarli, dite “mi mandano Lorenzo e Marzia di Vacanzelandia”!
Monte Remellino
Via Lunga n.11 - 41014 Castelvetro di Modena (MO)
tel. +39 059 2403196 oppure +39 333 3969516
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www: www.monteremellino.it
Una bella dormita e siamo pronti per la prossima esperienza del gusto, alla scoperta di Sua Maestà il Parmigiano Reggiano
SUA MAESTÀ IL RE DEI FORMAGGI: IL PARMIGIANO REGGIANO
Avevamo prenotato attraverso il sito www.visitcastelvetro.it (dove è presente un palinsesto di iniziative da far invidia a tanti comuni) l'evento “sulla via del Parmigiano Reggiano” con visita guidata al caseificio San Silvestro di Castelvetro e passeggiata escursionistica guidata su un tratto della via Romea Nonantolana.
INFO POINT CASTELVETRO Informazioni e accoglienza turistica
Piazza Roma n.5 - 41014 Castelvetro di Modena (MO)
tel. +39 059 758880
fax. +39 059 758885
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
http://www.visitcastelvetro.it/
(un consiglio? Iscrivetevi alla loro newsletter così da restare in contatto per tutte le iniziative che vengono organizzate!)
Ore 8.00 ci troviamo davanti al CASEIFICIO SAN SILVESTRO in via Via Sinistra Guerro, 95/A a CASTELVETRO, questo è uno dei tanti appuntamenti che partecipano all'iniziativa #caseificiaperti che si svolgono sul territorio di produzione del Parmigiano Reggiano. Dopo le procedure di registrazione, ci prepariamo a visitare le varie fasi di questo formaggio, famoso in tutto il mondo, invidiato in tutto il mondo e il più copiato nel mondo.
Partiamo dal punto che “il Parmigiano non si fabbrica, ma si fa”... così recitava lo slogan pubblicitario e in effetti per comprendere la sua produzione bisogna vivere l'esperienza della visita e capire “come si fa”!
Perché le visite ai caseifici del PARMIGIANO REGGIANO durante la lavorazione avvengono sempre di mattina? Lo si comprende subito vedendo un via e vai di furgoncini che arrivano con i fusti di latte fresco... perché il disciplinare dice che deve essere utilizzato il latte di due mungiture, il latte della sera che resta durante la notte in vasche di affioramento dove la panna si separa (che diventerà poi burro) e resta in atteso di quello della mattina... ecco appunto quello che sta arrivando ora e siccome va lavorato entro max due ore dalla mungitura è qui la spiegazione delle visite al mattino presto!
Il gruppo dei visitatori, noi compresi, capeggiati dalla guida entra nelle sale di lavorazione contraddistinte dalle tipiche caldaie di rame a forma di campana rovesciata dove regna un odore particolare che non è di latte, ma un “caldo aroma” che inizialmente è piacevole, quasi avvolgente. Assistiamo alle mani sapienti che lavorano, trasformano, tempi e fasi ben definite dal disciplinare, pochi ingredienti ma molta esperienza e professionalità. Anche qui, come per l'aceto balsamico tradizionale di Modena, si ragiona sulla resa tra materia prima e prodotti finale: con il Parmigiano Reggiano necessitano 10 quintali di latte (5 della sera e 5 della mattina) per ottenere 2 forme da 50/60 kg l'una.
Teli di lino che ingabbiano le forme “primarie” che poi vengono racchiuse in fascere di plastica per spurgare il liquido, poi altri passaggi che vedono le fascere in acciaio, marchi, controlli, vasche di immersione che contengono acqua e sale, quest'ultimo è l'unico ingrediente che viene aggiunto.
I nostri occhi attenti, la curiosità di tutti e soprattutto il fascino della scoperta sono gli ingredienti che abbiamo aggiunto noi visitatori in queste varie fasi che giungono alle ultime sale quelle di stagionatura, dove file e file di forme riposano per mesi. Vengono movimentate, spazzolate e controllate, ma prima di andare in commercio debbono attendere tempo, almeno 12 mesi perché si possa mettere in vendita.
Un processo slow di invecchiamento, lo stesso ritmo lento di questo nostro itinerario, che può arrivare addirittura fino a 100 mesi (il Parmigiano e non il nostro tour!)...
Come finisce questa visita secondo voi? Con una bella degustazione di scaglie di Parmigiano Reggiano 12 e 24 mesi, il giusto apporto calorico per intraprendere una bella passeggiata escursionistica.
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PASSEGGIATA ESCURSIONISTICA AL MONTE TRE CROCI E BORGO DI DENZANO
La giornata si presente nuvolosa, in corpo una bella riserva di proteine, vitamine e sali minerali dati dalla merenda a base di Parmigiano Reggiano, ai piedi le scarpe da trekking e siamo pronti per percorrere una parte della storica via Romea Nonantolana, quella che nel periodo medioevale veniva percorsa da mercanti e pellegrini e collegava Roma a Nonantola (MO).
Siamo un bel gruppo, circa 25/30 persone tutte con scarpe sportive con suola a rilievo perché il percorso che sarà lungo circa 9,5 km avrà comunque un dislivello di 340 metri e un pendio medio del 6,8%, quindi è meglio essere attrezzati.
Siamo alla fine di aprile e la natura è rigogliosa, Stefano, la guida escursionistica ambientale che ci accompagna ci mostra anche i fiori e le piante che troviamo sul nostro percorso, dai fiori dei lampascioni, alle piante di melissa, alla roverella, ma la cosa più affascinante è l'esplosione della fioritura delle orchidee selvatiche che colorano i prati, veri e propri tappeti mutlicolori naturali.
Ci fermiamo anche ad ammirare il territorio caratteristico dei calanchi, queste creste pungenti di argilla tipiche delle zone emiliane.
Il punto più alto che raggiungiamo è il monte TRE CROCI conosciuto anche come POGGIO GRANDE, siamo ad un'altitudine di 421 metri e da qui la prospettiva è veramente molto suggestiva, una bella visione sulle colline circostanti, quei “dolci paesaggi collinari che invitano a rallentare e fermarsi” che menzionavo all'inizio dell'itinerario.
Di fronte alle TRE CROCI si intravede il borgo di DENZANO, ma prima di raggiungerlo ci fermiamo in uno spiazzo erboso per il pranzo al sacco, un bel pic-nic immersi nel silenzio e nella pace della natura!
Riprendiamo la passeggiata, pochi passi e raggiungiamo il borgo storico di DENZANO. Entriamo in questo silenzioso agglomerato di case, quasi un paese-fantasma e ci dirigiamo ad ammirare la chiesa di Santa Maria, databile intorno al quarto decennio del XII, che venne ritenuta una “degli esempi più perfetti delle costruzioni romaniche del secolo XII dell'Appennino Modenese”. Ammiriamo dall'esterno l'abside, dove si possono ancora vedere i decori, i capitelli... La torre presente nel paese ci racconta di un passato di Denzano dove un tempo c'era un castellino, perché come dice la nostra guida “i villaggi sopra le colline erano i punti di riferimento e sosta per chi percorreva le antiche vie”.
La nostra passeggiata prosegue, affrontando ora la discesa verso il caseificio San Silvestro che era il nostro punto di partenza.
Ci accomiatiamo dal gruppo e dalla guida, con cui promettiamo di restare in contatto per conoscere le escursioni sul territorio che organizzerà in futuro, ma soprattutto lo ringraziamo per averci portato a scoprire questi luoghi di fascino e di grande valenza storica.
Il nostro girovagare si conclude andando alla scoperta di un luogo molto singolare: le SALSE DI OSPITALETTO dette anche “bombi”. Che cosa sono? Un fenomeno naturale caratterizzato da polle d'acqua fangosa che ribolle per l'emissione di gas naturali sotterranei. Per raggiungerle vi consigliamo di utilizzare o lo scooter oppure una MTB partendo dal caseificio Silvestri e proseguendo verso Ospitaletto, si trovano in via Rivara; altrimenti con il camper è consigliabile salire da Marano per percorrere la strada più larga.
Viene considerato uno dei fenomeni più affascinanti di queste colline, ovvero le SALSE, sono dei vulcanetti di fango freddo in cui gorgoglia metano. La tabella informativa spiega il fenomeno e perché si chiamano così. Restiamo affascinati da queste stranezze che la nostra Madre Terra ci offre!
Il nostro viaggio slow termina qui, una full immersion nel territorio di Castelvetro che ci lascia tante esperienze del gusto, ma anche una conoscenza del territorio di grande interesse e fascino storico e naturalistico. E ancora una volta ci rendiamo conto come la nostra bella Italia offra tanto: bellezze territoriali, saperi e sapori da scoprire a ritmo slow, quel ritmo che noi camperisti e campeggiatori spesso amiamo nel nostro “abitar viaggiando”.
Prendiamo la strada verso casa, ci fermiamo a comperare le fragole da un contadino di queste belle campagne emiliane, belle, rosse e succose che sono maturate in questi giorni... ma questa è un'altra storia in attesa del prossimo viaggio!
Dove sostare:
nome località | tipo sosta | indirizzo | contatti | note |
CASTELVETRO (MO) | Parcheggio con camper service | Via Destro Guerro | Carico/scarico e allaccio elettrico | |
LEVIZZANO RANGONE (MO) -SANTUARIO DI PUIANELLO (MO) | Punto sosta | Sosta temporanea a bordo strada | ||
CASTELVETRO (MO) - ORATORIO DI SAN MICHELE ARCANGELO (MO) | Punto sosta | Sosta temporanea nelle adiacenze dell'oratorio | ||
LEVIZZANO RANGONE (MO) |
Punto sosta | Nel parcheggio di piazza Giovanni Paolo II |
||
CASTELVETRO (MO) – AZIENDA AGRICOLA MONTE REMELLINO | Parcheggio | Ampio parcheggio all'interno dell'azienda agricola | ||
CASTELVETRO (MO) - CASEIFICIO SAN SILVESTRO | Parcheggio | Sosta temporanea davanti al caseificio |
Il campeggio più vicino si trova a MODENA.
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