QUATTRO GIORNI SUL DELTA DEL PO
CON IL CAMPER NEL PONTE DEL 1° MAGGIO
Ecco la vacanza di Mauro G., amico di Vacanzelandi@, che, con la famiglia, ci porta alla scoperta dei fantastici luoghi del Delta del Po.
30 aprile mercoledì
La preparazione del camper occupa alcune ore. Per prima cosa un lavaggio generale dell'esterno ed una ripulita dell'interno dalla polvere accumulata nell'ultimo ponte della Pasqua, poi la sistemazione della moto nel garage del mezzo. Infine il carico della biancheria di ricambio e il rifornimento alimentare (poco)da collocare nel frigo. Partenza da Lucca....
.....alle 16 con un collega camperista che congiuntamente ad altri due amici trascorreranno questi quattro giorni insieme. Le previsioni del tempo non sono incoraggianti, giovedi 1° maggio bello, gli altri tre giorni pioggia e temporali nel nord-est. Speriamo bene. Partiamo con il bel tempo. Tutta autostrada passando da Bologna e poi con la A13 verso Ferrara con uscita per prendere la superstrada per Comacchio. Ci immettiamo sulla Romea e cominciamo a salire in direzione nord fino a Bosco di Mesola. Attraversiamo il "Boscone di Mesola" e all'orizzonte si presentano nubi nere minacciose di pioggia. Ci immettiamo sulla strada che costeggia il lato destro orografico del Po di Goro ed arriviamo finalmente alla meta: Gorino Ferrarese, al porto. C'è una bella area attrezzata per camper, gestita da un gruppo di signori che la tengono come un giardino. Accoglienti e gentili come sempre. Breve passeggiata sul porticciolo in compagnia di una pioggerella discontinua, poi consumiamo la cena. In lontananza si vedono nubi nere e lampi continui. Intorno alle 21 arrivano gli altri due amici e così il gruppo è al completo. Siamo in quattro camper e 8 persone. Per il meeting serale in un camper non ci stiamo tutti per cui gli uomini da una parte e le donne dall'altra. La pioggerella continua a tratti, ma in lontananza, verso sud ci deve venire proprio forte. La serata si conclude a base di spumante, biscotti e limoncello di Mauro.
P: a Gorino Ferrarese in AA 44 49 8,1n-12 21 2,7e
1 maggio giovedì
Questa notte è piovuto a tratti, ma stamani è il sole. Come da previsione. Mettiamo giù le moto e tra una chiacchiera e l'altra facciamo le 10,30. E' l'ora di partire, meta: il Delta del Po. Saliamo sull'argine e subito c'è il ponte di barche, 1,20 € per passare sull'argine sinistro. Siamo a Gorino Veneto (RO), piccolo agglomerato di case, di fronte a Gorino Ferrarese, proprio sotto l'argine stesso. C'è anche una chiesina, abbastanza moderna, di un certo interesse formale. La facciata di forma quasi quadrata è priva del timpano e sopra un alto zoccolo intonacato ci sono strisce orizzontali alternate di intonaco e mattoni a vista, tali da ricordare in chiave moderna uno stile romanico-gotico pisano-lucchese. Il coronamento superiore è costituito da alcune file di mattoni disposti a giacitura orizzontale messi per punta tali da creare una piccola sporgenza a protezione della facciata stessa. Sopra la porta un grande rosone raggiato a simboleggiare la croce. Lateralmente due finestre rettangolari, modulari e simmetriche a rischiarare l'interno nelle giornate nebbiose. Il tetto a capanna è nascosto, alla vista sul davanti, dalla facciata. Completa tutto il basso campanile che riporta la stessa decorazione orizzontale della facciata, intonaco e mattoni, con copertura a piramide acuta. Tutto l'insieme, visto la semplicità architettonica, potrebbe passare inosservato, ma ad una attenta lettura visiva, in rapporto con il territorio circostante, privo di vegetazione arborea e quasi deserto all'intorno, risalta col suo chiarore, sul verde intenso della campagna. Le poche abitazioni intorno sono opportunamente distanti così da evidenziare l'isolamento di questo edificio rispetto al borgo. La strada termina alla fine delle case, ma noi prendiamo la via sull'argine, direzione sud. Vediamo sfilare Gorino Ferrarese al di la del Po. Sulla sinistra c'è la campagna rigogliosa disegnata da appezzamenti coltivati perfettamente, dalle sfumature di verde secondo il tipo di coltivo, distinte dal marrone intenso delle superfici arate di recente. Gli uccelli colonizzano queste terre fresche. Gli aironi aspettano l'ultimo momento prima di alzarsi in volo planato per posarsi poco più in la, lontani dai turisti disturbatori. Aironi bianchi, cinerini e il raro airone rosso, poi gabbiani, usignoli, corvacci neri, tante rondini e tante anatre. Sotto l'argine notiamo edifici abbandonati che con il loro fascino distruttivo ricordano tempi migliori, quando i muri erano perfettamente verticali e le stalle piene di armenti. Ora ci sono aperture violente nei muri di vecchi mattoni che sono inclinati per il cedimento del terreno palustre. Arriviamo alla Bocca del Po di Goro (FE), in prossimità del faro di Gorino, che lo vediamo al di la del canale (si raggiunge solo in barca, con un percorso accompagnato che spiega molte cose interessanti sulla flora e sulla fauna del luogo, alcune imbarcazioni turistiche più grosse organizzano il pranzo a bordo durante la navigazione), c'è anche una bella spiaggia attrezzata, sotto il faro, protetta da due moletti che la serrano proteggendola dalle onde del mare aperto. La strada provinciale 66 a questo punto scende dall'argine e ritorna verso nord procedendo alla base dell'argine stesso. Il mare non lo vediamo più e quindi concentriamo l'attenzione sulla bella campagna coltivata inondata dal sole. Passiamo la località Bacucco (RO), alla foce del Po di Gnocca. Numerose fermate per salire a piedi sull'argine e ammirare le baracche di pescatori su palafitte, collegate alla terra con ponticelli di legno che sembrano sempre provvisori, segnate dall'inclemenza del tempo. Il sole rende tutto più bello, ma l'inverno è lungo, freddo e nebbioso e la poesia del turista si scontra inevitabilmente con la realtà di tutti i giorni ed allora la lirica si riduce a sopravvivenza in attesa della bella stagione. Risaliamo il Po di Gnocca, oltrepassiamo il gruppo di case del Bacucco e proseguiamo fino a Gorino Sullam (RO). Notiamo subito la grande "coltivazione" di pannelli fotovoltaici su una vasta area vicino all'abitato (forse rendono più delle bietole!). Molto carino questo minuscolo gruppo di case che possiede una discreta chiesa post-moderna; case con giardino molto curato ed una piazzetta alberata con fontana e panchine, molto adatta ad una sosta ristoratrice all'ombra delle foglie. C'è anche un grazioso monumento all'airone. Bella scultura in bronzo scuro patinato, che rappresenta il volatile in atto di spiccare il volo. Da ricordare che in un moderno edificio si trova l'Ostello Parco Delta del Po che accoglie giovani itineranti. Arriviamo al secondo ponte. Siamo sempre sul ramo del Po di Gnocca, di fronte all'abitato di Santa Giulia. Altro piccolo obolo per il pedaggio sul ponte di barche dallo scafo in cemento armato. Rumoroso da far paura quando si passa sul tavolato tremolante, e sotto una bella corrente d'acqua. Da non immaginare cosa succederebbe se mollassero gli ormeggi. Sosta al bar di Santa Giulia (RO) con un bel caffè che scuote i muscoli ed una calda brioche che ferma il languorino dello stomaco. Riprendiamo strada, direzione sud di nuovo. Provinciale 83 lungo l'argine sinistro del Po di Gnocca per arrivare alla punta estrema sud della Sacca di Scardovari (RO) e risalirla verso nord per farne il periplo completo fino alla Barricata (RO). Alle idrovore, grossi tubi metallici "pescano" acqua dai canali della bonifica, superano l'argine e scaricano nei rami del Po, quella in eccesso mantenendo i livelli nei margini di sicurezza. Un'altra sosta per ammirare la laguna di Scardovari dal ristorante Marina 70. Passeggiata per sgranchire le gambe e fare tante foto dal vasto prato davanti al locale. Tantissime moto di grossa cilindrata sfrecciano sui lunghi rettilinei lagunari quasi privi di traffico, anche tanti camper, che non sfrecciano, ma che con la loro mole occupano gran parte della carreggiata (ecco la ragione delle nostre piccole moto al seguito!). Passiamo davanti all'Oasi Naturale di Cà Mello, dove ci sono tanti pasquettari che fanno pic-nic sui tavoli di legno e sulle coperte stese a terra. Arriviamo nella zona degli allevamenti di cozze. L'argine è costellato da decine di casette di pescatori, su palafitte, rigorosamente numerate. Le barche cariche di sacchetti di molluschi cominciano a rientrare. Tutte sono munite di radar per poter essere localizzate in mare durante le corte giornate invernali quando la nebbia le nasconde alla vista. E' festa, il 1° maggio, ma i lavoranti approfittano di oggi perché domani le previsioni sono pessime, tuoni fulmini e saette. Tante barche da lavoro attraccate e tante in arrivo. Continuiamo verso sud e poi alla Barricata sosta per andare sulla spiaggia costituita dalla lingua dunare formata dal Po di Tolle alla sua foce. Si attraversa il Po con un ponticello pedonale di legno e si arriva al bar per una bibita fresca di fronte al mare. Alcuni coraggiosi fanno il bagno. E' caldo. Cominciamo di nuovo a risalire verso nord. Sono le 13 e lo stomaco richiede rifornimento. Passiamo l'abitato di Scardovari ammirando le numerose case della bonifica, tutte uguali, ma alcune abbandonate per cedimento strutturale. Terreni coltivati a scacchiera che sembrano quadri di Mondrian. Il Delta suddiviso in numerose isole e isolette è in parte emiliano-romagnolo ed in parte (la maggiore) Veneto. I canali minori che le separano sono spesso sbarrati da pali conficcati nel basso fondale che servono a sostenere reti particolari per la pesca selezionata. Passiamo Tolle (con la sua alta ciminiera della centrale elettrica ormai chiusa da alcuni anni) e a Cà Tiepolo di Porto Tolle (RO), sul Po di Venezia, prendiamo il ponte moderno che lo scavalca per andare a Cà Venier (RO). Troviamo finalmente un localino adatto per mangiare, ma sono le 13,30 ed è tutto prenotato! Ordiniamo una ricca piadina al prosciutto e formaggio che consumiamo fuori all'ombra della pergola. Una birra ed un riposino prima di ripartire. Nel frattempo in lontananza si accumulano grossi cirri e nembi nerastri che salgono di quota avvicinandosi minacciosamente. Prendiamo le moto e ripassato il ponte dirigiamo velocemente verso Gorino dove sono i nostri camper. Le nuvolacce nere si tengono a distanza, ma vediamo strisciate di pioggia lontana. Ripassiamo il ponte di barche di Santa Giulia e di Gorino Veneto e in poco tempo siamo al sicuro. Non piove ma la minaccia è incombente. Riponiamo le moto nel garage del camper e di li a poco ecco le prime gocce, ma sono ormai le 18 e siamo all'asciutto. Quattro chiacchiere poi viene l'ora di cena. Abbiamo prenotato al Ristorante Uspa, distante un minuto a piedi. Ormai lo conosciamo da vecchia data. Alle 20 siamo con i piedi sotto il tavolo. Spaghetti allo scoglio in vassoio gigantesco, fritto misto reale, (enorme) verdurine grigliate, vino della casa …. e acqua gasata. Usciamo. Una passeggiata sul porto per smaltire la grande abbuffata. Tempo nero, lontano vediamo lampi di temporale, ma qui non piove. Ci diamo la buona notte e a nanna. E' stata una bella giornata in cui abbiamo fatto e visto tante cose. Con il motorino ce le siamo gestite senza alcun problema. Abbiamo percorso più di 150 km sulle strade del Delta.
P a Gorino Ferrarese, come ieri sera.
Gorino
2 maggio venerdì
Tempo brutto con pioggia a tratti. Partiamo da Gorino con i camper e ci immettiamo sulla Romea, direzione nord. Dopo pochi km ci fermiamo nell'AA di Mesola (FE) (44 55 24n-12 14 4,4e). Andiamo a vedere il castello estense cinquecentesco, costruito per il piacere della caccia nel famoso "Boscone di Mesola" riserva nobiliare. Molto interessante sono anche gli edifici accessori che compongono il nucleo di abitazioni, tirasotto e magazzini a ridosso dell'edificio principale, che servivano ai lavoranti per il mantenimento della casata. Ci sono i tendoni, gli addobbi e i banchetti sulla via principale in occasione della festa del 1°maggio, ma oggi è il 2 quindi è tutto fermo, riapriranno domenica con manifestazioni gastronomiche ed altri intrattenimenti ludici e sociali. Una breve passeggiata sull'argine del Po di Goro che sovrasta le abitazioni del borgo con vista dei tetti e sopra ad ogni cosa il castello con i possenti torrioni angolari in mattoni rossi. Per ora il tempo tiene, ancora senza pioggia.
Mesola Castello estense |
Mesola Castello estense |
Mesola sull'argine del Po di Goro |
Ripartiamo per arrivare a Chioggia (VE). Sosta nel parcheggio dedicato ai camper (45 12 28,3n-12 16 34,7e), senza servizi, solo illuminazione notturna. Confina, da una parte, con il muro del cimitero e dal lato opposto con il deposito dei bus urbani. Scelta assai infelice perché la mattina prestissimo questi grossi mezzi mettono in moto i diesel per scaldare i motori e quindi sveglia generale all'alba! Il sito è a pagamento ed è localizzato prima del ponte che attraversa la Laguna del Lusenzo arrivando da sud. Un po’ lontano a piedi per raggiungere il centro, ma ci sono i servizi urbani assai comodi, unico problema, non sappiamo dove acquistare i biglietti, basterebbe una colonnina che li emette in modo automatico per non essere fuori regola nell'usare il bus senza biglietto. Comincia a piovere. Prendiamo il bus per il centro che ci scarica proprio nella piazza principale. Continua a piovere più forte. Fortuna che ci sono i porticati. Ci bagniamo lo stesso. Dopo un caffè ed un gelato (!), …. siamo con giacconi e pile perché freddo, rientriamo alla base sperando in domani. Cena, quattro chiacchiere e poi a nanna.
P a Chioggia, punto sosta non proprio ideale (45 12 28,3n-12 16 34,7e), ma è l'unico permesso. Serata piovosa, in lontananza, verso sud fulmini e saette.
3 maggio sabato
Questa notte è piovuto, ma stamani no. E' ancora nuvoloso, però sembra in fase di miglioramento. Riprendiamo il bus avendo fatto i biglietti in centro ieri. Visita al porto e poi ci lasciamo attrarre dalla imbarcazione rossa di Ulisse che porta i turisti in giro per i canali. Il comandante è anche guida informatissima della storia e degli aneddoti legati alla città. Molto interessante. Percorriamo i canali guardando dall'acqua gli edifici che compongono l'urbanistica della centro. Sono tre canali paralleli tra loro che dividono il nucleo abitato, collegati tra loro attraverso ponti come quelli di Venezia. Chioggia è detta figlia di Venezia, ma secondo i chiozzotti è proprio il contrario, essendo la cittadina molto più antica della città madre. Anzi è la storia a dirlo con le sue vicende. Chioggia ha salvato Venezia e la laguna più e più volte, dalle varie incursioni genovesi per prenderne possesso. Come una madre fa con la propria figlia. Ma Venezia ha saputo svilupparsi e quindi la sua importanza strategica ha saputo imporsi nella laguna e in tutto l'Adriatico. Non corre buon sangue tra le due città. Sulla piazzetta del porto c'è una colonna di marmo con l'effigie di un leone, simile a quella di San Marco a Venezia. Il felino però è in formato tanto ridotto da sembrare un gatto (così dicevano i veneziani) per cui lo spregio maggiore contro i chiozzotti era quello di portare nottetempo cesti di spine di pesce alla sua base, come a dar da mangiare al gatto di Chioggia. Ritorsioni a non finire! Da non perdere assolutamente la visita alla chiesa di San Domenico accompagnati dal solerte parroco novantenne dai natali cecinesi (Cecina in Toscana). Custodisce opere di pregevole fattura tra cui una tela del Carpaccio, che rappresenta S.Paolo, un'altra del Bassano (una Deposizione) ed una tela attribuita al Tintoretto (Crocifisso e santi). Sull'altare maggiore un crocifisso ligneo del 1200, (o forse del 1000) arrivato via mare non si sa bene come, giudicato miracoloso. Venne considerato l'emblema religioso della città. L'uscita dalla chiesa in solenne processione avviene in occasioni rarissime e per ragioni molto importanti (epidemie, eventi storici ecc). Nel corso principale si erge maestoso il campanile detto Torre dell'orologio con l'antico meccanismo segnatempo ad una sola lancetta che percorre un cerchio di 24 ore. Tra un'ora e l'altra lo spazio, e quindi il tempo, è calcolato empiricamente a vista. Il duomo barocco è poco più in la. Il Granaio, antico edificio del 1300, presenta la sua facciata con una statua marmorea della Madonna eseguita da Iacopo Sansovino. Così come nella chiesa di San Martino, all'inizio del corso principale, c'è un polittico trecentesco attribuito a Paolo Veneziano. Insomma la cittadina è un piccolo scrigno di arte, cultura, ingegno e storia. Visitiamo anche cose più frivole, ma più attinenti all'odierno, come il frequentatissimo mercato del pesce sul bordo del Canale della Vena. Pesci, molluschi e ostriche vivi che saltano sui banchi, voci che si intrecciano, richiami dei pescivendoli, gridi dei più lontani in un dialetto stretto che non comprendiamo, ma dall'accento gentile. E' l'ora di pranzo, momento magico perché abbiamo prenotato al ristorante sul porto "mano amica" gestita dal titolare e chef Alberto Capo. Descrivo il menù così come mi è stato narrato da Alberto:
"spaghetti ca. cocco alle vongole con pane croccante profumato al limone, spaghetti artigianali provenenti dagli Abruzzi prodotti esclusivamente con grani italiani e acque purissime di fonte asciugati alla maniera tradizionale all'aria a basse temperature conditi con vongole veraci locali e con una spolverata di "parmigiano del mediterraneo" il pane croccante profumato al limone, ho scelto di abbinare questo perche essendo un fondamento della cucina mediterranea meritava la sua presenza.
La frittura comprendente calamari gamberi schile gamberetti acquadelle di laguna soglioletta sarda trancio di anguilla e merluzzetto chiamato da noi "molo" è la tipica chioggiotta con pezzi interi di pesce e piccoli tranci serviti con dei capelli di porro croccanti il tutto profumato agli agrumi in modo che una volta impiattato le scorzette spolverate sopra sprigionano queste note di agrumi date dagli olii essenziali rendono la frittura più fragrante e stuzzicante. Il tutto annaffiato con una buona bottiglia di Malvasia fresca al punto giusto."
Da questa descrizione si capisce l'amore con il quale vengono proposte e servite le pietanze che offre lo chef. Dopo pranzo lunga passeggiata dal porto fino alla fermata del bus, sul lat opposto della cittadina (in effetti poche centinaia di metri). Il tempo si mantiene discreto.
Chioggia davanti a S.Domenico |
Ponte della Vena |
lungo il Canale della Vena |
Mercato del pesce sul Canale della Vena |
Chioggia AA camper |
Nel pomeriggio inoltrato partiamo verso sud, la via di casa. Imbocchiamo la Romea. Al ponte sul Po, prima di Mesola, deviamo a dx seguendo l'indicazione stradale di colore marrone che indica 5 km per arrivare alla chiesa del piccolo borgo di San Basilio - Ariano nel Polesine (RO).
L'edificio religioso fu fondato prima del mille dai monaci benedettini di Pomposa sopra l'unica altura (di pochi metri) costituita da una duna fossile, l'ultima rimasta fino ad oggi. Di puro stile romanico, molto semplice, in mattoni rossi, materiale abbondante nella zona. La cuspide è rimarcata da un semplice fregio orizzontale di mattoni leggermente aggettante e dal coronamento del tetto. La facciata non presenta il classico rosone, ma una elegante bifora sopra la porta principale voltata con arco a tutto sesto. Il campanile, basso di forma parallelepipeda con copertura a cuspide piramidale acuta . L'interno ad unica navata con abside. Dopo l'ultimo restauro, l'attuale pavimento, in parte vetrato, lascia vedere quello originale più in basso con le diverse fasi costruttive nel tempo. Nel 1321 vi fu ospitato Dante Alighieri, in quel momento ambasciatore presso Venezia, di Guido Novello signore di Ravenna. Qui contrasse la malaria che lo portò poi alla morte. Andiamo a vedere l'antica quercia di oltre 500 anni che usata come segnaconfine veniva citata anche in documenti di oltre 500 anni fa. Si trova ad un km dalla chiesa, alla base dell'argine sx del Po di Goro. Il tronco misura una circonferenza di m.6,15 con un'altezza di più di 26 metri. Negli ultimi anni, causa fulmini che l'anno danneggiata, problemi all'apparato radicale dovuti alla falda del fiume, ed infine una grave carie da funghi, nonostante l'intervento del comune e dell'Università di Padova, si è "arresa" ed attualmente giace tristemente al suolo. Era l'ultimo esempio di quercia dell'antico bosco che ricopriva la Pianura Padana. Era popolarmente detta "la rovra" o "el rovere". Riprendiamo la strada principale fino a Comacchio e poi oltre fino a Porto Corsini (RA). Individuiamo la AA sul Porto Canale, di fronte a Marina di Ravenna. Bell'area attrezzata, ombreggiata e tranquilla con tanti servizi.
P a Porto Corsini in AA sul canale (44 29 45,76n - 12 16 46,52e).
4 maggio domenica
Partenza da Porto Corsini alle 9. Passiamo Ravenna e prendiamo la A14. A Imola usciamo perché è venuta l'ultima idea: andiamo a vedere il borgo di Dozza (BO), è di strada!. E' censito come uno dei borghi più belli d'Italia. Arriviamo vicino al paese, ma incappiamo in una festa locale con corsa podistica. I parcheggi sono tutti pieni. Riusciamo a trovare posto ai campi da tennis, un po' lontani dal centro. Il borgo medievale dominato dal castello sforzesco con barbacani e torri merlate è noto per essere sede di una importante iniziativa: la decorazione delle facciate con affreschi dipinti da pittori internazionali. Ogni anno si arricchisce di nuovi interventi così da decorare gran parte dei muri esterni delle case. Nei sotterranei del castello c'è anche una bella enoteca ricca di vini di alta qualità, ma a prezzi abbordabili. Facciamo scorta di Albana, Malvasia e Pignoletto. Ripartiamo prendendo la strada normale che scavalca l'Appennino. Sosta pranzo sotto il tendalino, riparati dal sole, alle pendici della montagna. Passiamo da Scarperia e a Barberino ci immettiamo sull'autostrada per arrivare a casa. Il lungo ponte del 1° maggio è finito.
Dozza castello sforzesco |
Dozza castello sforzesco |
Dozza i murales |
Dozza i murales |
Conclusioni: i punti sosta e le aree attrezzate della zona del Delta del Po sono molto tranquille e facilmente raggiungibili. E' consigliabile una bicicletta o un ciclomotore per percorrere le alzaie e gli argini dei numerosi rami del Po. Le strade all'interno del parco sono ottime, ma abbastanza strette per i nostri mezzi e per non intralciare il traffico conviene scegliere una base e poi girare con questi veicoli di poco ingombro. Il paesaggio si vede con occhi diversi, meno stress e più partecipazione. Ci si può fermare a piacimento per osservare la natura ed il paesaggio, per scegliere le trattorie e i ristorantini con poco parcheggio ma ottimi piatti, gustare un buon bicchiere di vino sotto la pergola, ed infine godere del sole in fronte (quando non piove!).