UNGHERIA IN CAMPER
- maggio 2012 -
Ecco la vacanza di Giuliano di Verona, amico di Vacanzelandi@, che, con la moglie, ci porta alla scoperta dell'Ungheria.
Non avendo troppi giorni a disposizione in questo periodo, ho privilegiato in particolare Budapest, ma è un Paese che mi riprometto di visitare, magari dedicando più tempo alla parte naturalistica. Le motivazioni che stimolano una persona a visitare altri luoghi, generalmente, sono tre: la cultura, la natura e la gastronomia. Molti, buongustai a tutto tondo più di me, le amalgamano insieme e ne scaturisce una vacanza da ricordare. Io e mia moglie viaggiamo da soli e disponendo di una discreta autonomia sul camper non frequentiamo spesso i campeggi e, in genere, solo nelle città o luoghi in cui decidiamo di fermarci per non meno di tre o quattro giorni. Le coordinate evidenziate in neretto sottolineato sono i punti dove abbiamo trascorso la notte. Gli altri segnalano dei parcheggi comodi e sicuri, ma in larga misura fruibili anche per la sosta notturna. A noi il paese è sembrato tranquillo e, a parte i normali accorgimenti prudenziali, non ci siamo mai sentiti a disagio o, ancor meno, in pericolo.
Partendo da Verona, è tutta autostrada fino a destinazione e siamo approdati davanti al campeggio HALLER (N.47.47617 – E.19.08267) a cui si accede da una via opposta rispetto alla principale: praticamente si gira intorno al Camping perché l’entrata è dall’altro lato. Si esce a Budapest (H) e si prosegue su una grande arteria a varie corsie che porta al centro. È abbastanza lunga, ma non complicata. È piuttosto spartano, quasi più un parcheggio, ma ci sono ombra e servizi, e a noi tanto basta. Ce n’è un altro, il Camping ROMAI (N.47.57444 – E.19.05166), dicono migliore, a cui sono passato davanti, ma assai meno comodo. Budapest è una delle capitali mitteleuropee che da sola vale il viaggio. Le cose da vedere sono moltissime e una comoda metropolitana consente di spostarsi velocemente per la città. La guida che certamente avrete con voi vi indicherà quali sono quelle più significative, spaziando dall’arte alla cucina. È una gran bella città. Anzi, due: Buda e Pest. Curiosa la leggenda del corvo con l’anello nel becco, simbolo di una dinastia di guerrieri.
Esztergom (Trigonio), vicino al confine con la Slovacchia. A noi è piaciuta, anche se c’è da camminare un po’, ma la cittadella, la chiesa e il centro ripagano ampiamente la deviazione. Lo stile è quello barocco centro europeo, meno pesante di quello spagnolo, con quel gusto austero tipico degli Asburgo, che, notoriamente, non erano dei zuzzerelloni.(N.47.79417 – E.18.73305)
Tihany, (N.46.91561 – E.17.88442), lungo la strada del ritorno, costeggiando il Lago Balaton, grande il doppio del Garda, poco profondo e frequentatissimo. Si tratta di un piccolo paese che una volta era un’isola e adesso si è ricongiunto alla terra. Una bella chiesa, alcuni negozietti tipici (paprika) e un curioso fenomeno dell’eco. Ha un comodo parcheggio (N.46.91561 – E.17.88442) per passare la notte.
Heviz (N.46.79250 – E.17.19139), piccola cittadina termale, una delle tante intorno al lago Balaton. L’intera Ungheria è disseminata di questi laghi/acquitrini, anche se nessuno di queste dimensioni. Assomiglia un po’ a Merano, in scala ridotta. Bello il parco e le terme, un posto per rilassarsi.
Keszthely (N.46.77211 – E.17.24197), un grosso borgo un po’ trafficato, però il castello e il parco compensano il disagio. Vanta un passato storico di qualche importanza, ma le vestigia più interessanti sono…romane. Il parcheggio è vicino al castello e si dorme, volendo, tra le fresche frasche. È stata la nostra ultima tappa di un viaggio che, come ho detto all’inizio, senz’altro meritava qualche giorno in più, ad averlo.
Giuliano e Anna