La magia dell’estate di San Martino in Liguria:
dal Golfo dei Poeti a Bonassola
Alla scoperta della Liguria di Levante in una settimana: dall’incanto del Golfo dei Poeti alla serenità di Bonassola, attraversando luoghi di straordinaria bellezza.
di Silvia F.
Avete mai sentito parlare del Golfo dei Poeti? Si trova in Liguria, in quella insenatura naturale tra il Mar Ligure e le Alpi Apuane. Abbraccia le cittadine di La Spezia, Porto Venere, Lerici e Tellaro. Il nome stesso richiama quell’atmosfera romantica che ha ispirato scrittori e poeti come Shelley e Byron, Petrarca, D’Annunzio e Montale che qui hanno soggiornato oppure trovato rifugio.
“Beato te, o Poeta della scienza che riposi in pace nel Golfo dei Poeti. Beati voi, abitatori di questo Golfo, che avete trovato un uomo che accoglierà degnamente le ombre dei grandi visitatori” scrisse il commediografo Sem Benelli, durante la sua permanenza a Lerici in una villa sul mare, dedito alla sua opera “La cena delle Beffe”.
Non solo gli artisti però sono rimasti ammaliati da cotanta bellezza. Ogni anno, infatti, a migliaia i visitatori vengono attratti da questi scenari mozzafiato, dove borghi incantevoli si susseguono ad una natura incontaminata che si fonde con l’azzurro del mare. Anche noi non abbiamo resistito alla tentazione e ci siamo concessi qualche giorno di vacanza in questo che è uno dei luoghi più affascinanti e poetici d’Italia.
Prima tappa: Sarzana-Lerici-San Terenzo
Consapevoli del fatto che non è semplice muoversi con un camper per le strette vie di questi borghi e soprattutto che è davvero arduo trovarvi un parcheggio, abbiamo scelto la cittadina di Sarzana (SP) come base di partenza ed utilizzato i mezzi pubblici per i nostri spostamenti.
Lerici è stata la nostra prima tappa. Questa piccola perla, famosa per il suo castello che domina la baia, le sue stradine strette, piene di negozi, bar e ristoranti e le sue case colorate, offre al visitatore bellissimi scorci che si possono ammirare sia aggirandosi nel centro storico che passeggiando sul lungomare. Nel Medioevo Lerici apparteneva a Genova, finché nel 1241 i Pisani la conquistarono. Dopo tredici anni, tuttavia i genovesi riuscirono a riaccaparrarsi il territorio perduto a partire dal castello e dal porto. Fu oggetto di contesa anche durante la metà del XII secolo durante il periodo dei Guelfi e Ghibellini, come raccontato da Dante nella Divina Commedia. Poi giunsero i francesi del periodo napoleonico ed infine il Regno di Sardegna prima e poi quello d’Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu colpita da diversi bombardamenti e tuttora nasconde tra i suoi vicoli diversi rifugi antiaerei, costruiti nel periodo bellico per ospitare la popolazione. Trasformati ora in gallerie pedonali permettono di attraversare i diversi quartieri del borgo, ma anche di percorrere un viaggio nella storia.
Proprio oltrepassando una di queste gallerie si raggiunge una piccola spiaggia dall’acqua smeraldina, sovrastata dal Ristorante Ciccillo a Mare, dal quale si può godere di un meraviglioso panorama, assaporando le specialità locali.
È consigliata una sosta allo storico forno situato nella piazzetta del borgo, dove vengono vendute le tipiche focacce liguri ed altri prodotti locali. Una lunga coda di persone in paziente attesa lo contraddistingue ed assaggiando la focaccia di Recco, (un impasto a base di farina, olio e sale, farcita con formaggio fresco), gli “sgabei”, (pasta di pane fritta in olio e farcita con formaggio), oppure le pizze con il pesto e pomodorini, se ne comprende il motivo.
Dal porticciolo di Lerici invece è possibile imbarcarsi sui battelli di linea che arrivano a Porto Venere oppure alle Cinque Terre.
Percorrendo la bellissima passeggiata “Sem Benelli” che costeggia da un lato le tipiche case liguri dagli sgargianti colori e dall’altro abbraccia diverse spiagge dalle trasparenti acque, dopo circa 2,5 chilometri si arriva alla piccola frazione di San Terenzo. Nato come paese di pescatori è oggi un autentico rifugio per chi cerca un’atmosfera tranquilla e prospettive romantiche. Conosciuto già in epoca medioevale con il nome di Portiolo, che significava “porto dell’olio”, in origine era famoso per il commercio di prodotti locali. Il nome attuale invece sembra derivare da quello di un ricco pellegrino che provenendo dalla lontana Scozia sbarcò qui donando al paese beni materiali e spirituali. Appena giunti alla centrale Piazza Brusacà, si rimane colpiti da tante imbarcazioni variopinte adagiate all’ombra dei pini e dalla visione di due castelli che si ergono alle due estremità del golfo. Quella più in lontananza è l’imponente fortezza di Lerici, l’altro è l’antico maniero di San Terenzo, arroccato su di uno sperone a strapiombo sul mare e costruito come bastione di difesa contro le incursioni dei pirati.
Dalla piazzetta partono i collegamenti con i bus per ritornare alla cittadina di Sarzana.
Seconda tappa: Sarzana-Lerici-Porto Venere-Giro delle tre isole
Arrivando con il battello, la ridente cittadina ligure di Porto Venere appare all’orizzonte con il suo grappolo di case colorate chiamate “la palazzata a mare” perché sviluppate in altezza e abbarbicate tra la montagna e le acque. Sopra di loro il castello Doria e sotto solo una lingua di terra rubata ai flutti che sembra voler mettere in mostra il meglio di sé. Con una panoramica passeggiata si può arrivare alla punta estrema della cittadina, dove sull’ultima roccia a strapiombo sul mare sorge la Chiesa di San Pietro, simbolo del borgo. L’edificio sacro, dalla facciata a righe bianche e nere, spartana all’interno, trasuda misticismo, ma soprattutto regala dalla sua loggetta laterale un panorama memorabile agli occhi già estasiati. Salendo le scale che portano al santuario è d’obbligo una sosta alla “grotta di Lord Byron”, un luogo dove le rocce a ridosso delle acque smeraldine, sembrano arretrare per lasciare posto al mare. Si narra che il poeta inglese, apprezzato per la capacità di descrivere la bellezza della natura, ma criticato per la sua vita dissoluta e per gli scandali in cui fu coinvolto, qui si recasse per trarre ispirazione nella stesura del suo poema. Di fronte al piccolo borgo sono visibili le isole di Palmaria, di Tino, con il suo celebre faro, e Tinetto, poco più di uno scoglio, attorniato da temibili secche che vengono segnalate ai naviganti attraverso una scultura della Madonnina Bianca che appare solitaria tra i flutti.
Per raggiungere l’arcipelago è possibile effettuare un giro ad anello in barca della durata di circa 45 minuti partendo dal porticciolo del piccolo borgo marinaro.
Terza tappa: Sarzana-Lerici-Cinque terre
Doppiato il promontorio di Porto Venere e lasciata la splendida chiesa di San Pietro alle spalle, inizia un lungo tratto di costa frastagliata. Prosegue la Riviera di Levante, scoscesa e intercalata in lontananza da approdi di fortuna e gruppi di casette colorate, note come “Cinque Terre”, piccoli borghi di pescatori aggrappati alla montagna che degrada a strapiombo sul mare. Sono Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore e portano in dote ognuno qualche caratteristica particolare. Da Riomaggiore si snoda il sentiero a picco sulle acque conosciuto come “La via dell’Amore”.
Manarola sorge su un grosso scoglio nero ed è nota per la produzione di un ottimo olio e del ricercato vino passito Sciacchetrà.
Corniglia arroccata sul crinale del promontorio è collegata alla spiaggia da una lunga scalinata, Vernazza si sviluppa invece attorno al piccolo porticciolo e alla piazzetta affacciata sul mare, dove appare quasi come un miraggio la piccola chiesa gotica dedicata a Santa Margherita d’Antiochia.
Monterosso al Mare infine è una rinomata località turistica, nota per le strette vie che conducono fino al centro antico, chiamate “carrugi”.
Ci sono diversi modi per visitarle, ma sicuramente raggiungerle dal mare con la luce del sole che riflette i suoi raggi sull’azzurro delle acque e sui colori sgargianti delle abitazioni, ha un fascino particolare.
Mentre ci si aggira tra gli stretti vicoli a ridosso del porticciolo di Vernazza, guardando le tante persone che serenamente si godono i caldi raggi del sole, la mente non può fare a meno di ricordare le terribili immagini dell’alluvione del 2011, quando sei ore di intense ed ininterrotte piogge fecero esondare i fiumi Vara e Magra, riversando enormi quantità di acqua e detriti lungo le vie del paese ed invadendo di fango il piccolo porticciolo. Oggi ci rammentano questo tragico evento solo un paio di manifesti, il più grande dei quali si trova vicino alla stazione ferroviaria. Credo però che nella popolazione locale sia ancora ben impressa nella memoria quella tragedia che fra l’altro è costata la vita a tredici persone.
Quarta tappa: Sarzana – Bonassola
Bonassola non fa parte del Golfo dei Poeti. È un piccolo e tranquillo paesino della Riviera di Levante, incastonato tra le colline ed il verde mediterraneo. Racchiuso tra due promontori, la Punta del Carlino e la Madonnina della Punta, abitato fuori stagione da settecento anime, è davvero un piccolo gioiello. Finito recentemente nella bufera mediatica a causa del divieto imposto dall’amministrazione comunale di camminare scalzi nel paese o al di fuori della bellissima spiaggia di sassolini, nascosta da oleandri, ginestre e pini, in questa stagione rappresenta un’oasi di quiete e serenità.
Arrivare al centro del borgo per i camper non è semplicissimo ed infatti la circolazione e la sosta per questi mezzi è vietata nei mesi estivi. Diventa invece consentita la permanenza nell’unico grande parcheggio a pagamento da ottobre a maggio, regalando così delle ottime opportunità di un tranquillo soggiorno. Sul lungomare corre una suggestiva pista ciclabile che collega le cittadine di Levanto, Bonassola e Framura per una lunghezza complessiva di circa 5 chilometri, snodandosi tra gallerie e scorci bellissimi a strapiombo sulle acque cristalline.
Dalla spiaggia di Bonassola sul lato di ponente, accanto al Ristorante Antica Guetta, parte una stradina lastricata in leggera salita che porta al piccolo belvedere, con tanto di ancora e bandiera in bella mostra. Attraversato il sagrato a ciottoli di Sant’Erasmo, ex oratorio del 1500 oggi sconsacrato, che si trova accanto, si inerpica invece una scalinata che raggiunge in pochi minuti il piccolo cimitero cittadino. Ma bisogna seguire a sinistra una stretta strada asfaltata per raggiungere un luogo davvero caratteristico. Si tratta della piccola cappelletta rosa dedicata alla Madonnina della Punta, edificata nel 1600 dalla famiglia Poggi, e restaurata poi nel 1932 con l’aggiunta del porticato.
Con i suoi archi guarda il mare e racchiude dietro un cancello in ferro battuto nero l’immagine di una giovane e sorridente Maria. L’effige sacra sembra scrutare l’orizzonte o forse il piccolo borgo incantato. In queste assolate giornate di novembre il mare piatto sembra una tavola, ma il pensiero non può non andare a quando probabilmente i flutti arrabbiati schiaffeggiano gli scogli sottostanti. Chissà se le onde riescono a far salire gli spruzzi fino al porticato della piccola chiesa?
Dopo alcuni attimi di riflessione, si può proseguire la passeggiata fino ad un altro luogo panoramico, chiamato “il salto della lepre”. Un percorso immerso nei colori e nei profumi della riviera ligure, tra pini marittimi e villette, che lentamente, a tratti inerpicandosi, porta ad una serie di terrazze che dominano un baratro alto un centinaio di metri. Prima a gradoni e poi in saliscendi, il sentiero entra ed esce tra la vegetazione rigogliosa ed affianca recinzioni di ville nascoste, che in questa stagione sembrano abbandonate. Salendo, la piccola chiesetta rosa a picco sul mare fa capolino e dopo circa 25 minuti di cammino si giunge alla meta. La bellezza naturale del luogo contrasta un poco con le piazzole per cannoni incastonate nella roccia, che richiamano scenari di guerra. Il meraviglioso panorama che si gode da quassù lascia intravedere in lontananza anche il promontorio di Portofino, ma guardando lo strapiombo sul mare blu una domanda sorge spontanea. Sarà vera la leggenda che narra di una lepre che preferì saltare nel vuoto piuttosto che farsi prendere dai cacciatori?
Quinta tappa: Bonassola-Levanto-Framura
A fianco del grande parcheggio del paese di Bonassola, passa la ciclopedonale “MareMonti” che con un percorso pianeggiante collega i paesi di Levanto, Bonassola e Framura. Ci sono molte persone che la percorrono camminando, qualcuno correndo, altri in bicicletta. Si tratta di un percorso costiero, che si snoda lungo la ex tratta ferroviaria a binario unico, abbandonata nel 1970, per lasciare il posto alla nuova linea più moderna. È piacevole attraversarla fermandosi tra terrazzini, belvederi e panchine ed assaporare lo straordinario paesaggio marino, oppure scegliere i sentieri nascosti che scendono nelle piccole calette nascoste. Da un lato collega la cittadina di Levanto, allungata su un esteso arenile sabbioso, con una discreta concentrazione di ville liberty antiche, che fanno ricordare come già a partire dal settecento la località fosse conosciuta e frequentata dalla ricca borghesia. Dall’altro si conclude nel minuscolo porticciolo di Framura, protetto da un grande scoglio sul quale svetta un’immagine sacra. Qui, dopo un percorso che corre quasi tutto in galleria, intercalato solo da qualche apertura che regala piccoli scorci di costa, ci sono solo silenzio e tranquillità.
E dopo aver visitato la Liguria dei Poeti, un rifugio per le anime creative ed il paese di Bonassola, un eden nascosto alla frenesia della vita moderna, bisogna rientrare. Siamo però già alla ricerca della prossima meta. Perché come disse Giuseppe Ungaretti “ la meta è partire …” !
Informazioni utili per l'itinerario
1° giorno - partenza da Trieste e arrivo in serata a Sarzana. Parcheggio e pernottamento zona Ospedale.
2° giorno - Bus linea S extraurbana che passa nelle vicinanze dell’Ospedale, arriva nella centrale Via Muccini di Sarzana e prosegue per Lerici che si raggiunge in circa 15 minuti al costo di Euro 2 a persona e a tratta. I biglietti sono acquistabili nella tabaccheria di Via Muccini a Sarzana o all’interno dell’Ipercoop vicino all’Ospedale. Al rientro bus linea S dalla Piazza Brusacà di San Terenzo fino a Sarzana con fermata nelle vicinanze dell’Ospedale.
3° giorno - Bus linea S dall’Ospedale a Lerici. Battello Linea 02 per le Cinque Terre con fermata a Porto Venere. Cambio imbarcazione nel porto per giro delle 3 Isole. Rientro con Linea S da Lerici a Sarzana
4° giorno - Bus linea S dall’Ospedale a Lerici. Battello Linea 02 per le Cinque Terre. Giro dei 5 borghi. Rientro in serata con linea S fino Sarzana.
5° giorno – Partenza con il camper da Sarzana. Autostrada A12 fino a Carrodano. Nel tratto autostradale tra Sarzana e Carrodano possibilità di C/S in una delle due aree di servizio. Strada statale fino a Levanto, poi dopo il bivio di Scernio la strada diventa più stretta e a tornanti per 4 Km. Parcheggio a Bonassola in Viale Discovolo. Punto sosta sul mare e vicino al centro. Accessibile solo da Ottobre a Maggio. Costo Euro 15,00 al giorno feriali e Euro 27,00 al giorno festivi e weekend.
6° giorno – Permanenza a Bonassola Viale Discovolo. Gita in bicicletta lungo la ciclopedonale fino a Levanto e poi verso Framura. Possibilità di acquistare generi alimentari a Levanto.
7° giorno – Partenza da Bonassola e rientro in serata a Trieste.