Abruzzo in pillole. Alla scoperta di un Old Wild West tutto italiano tra storia, natura, religione e misticismo
Scopri l'Abruzzo, una regione italiana ricca di fascino e avventura. Questo diario di viaggio in camper ti porterà attraverso paesaggi selvaggi e incontaminati, borghi storici, luoghi sacri e misteriosi. Un viaggio tra storia, natura, religione e misticismo, alla scoperta di un territorio che evoca l'antico West selvaggio.
Appunti di viaggio di Silvia F.
Quando si arriva nel cuore dell'Abruzzo si rimane affascinati da questa regione costellata di piccoli borghi formati da una manciata di case aggrappate alla montagna.
Nella terra dei rilievi canuti, dalla vegetazione rada, simile alle sconfinate steppe, dove fino a cinquanta anni fa pascolavano migliaia di greggi, la pastorizia era la fonte primaria di sostentamento e quando non è stata più sufficientemente redditizia gli abitanti hanno dovuto emigrare. I borghi si sono spopolati, le case abbandonate col tempo sono diventate fatiscenti ed i luoghi tanto amati sono stati dimenticati. Oggi il cuore di queste terre è tornato a battere. Sono nati alberghi diffusi, piccole realtà turistiche rispettose dell'ambiente, attività commerciali, ma la ferita profonda dell'abbandono e del sisma del 2009 è ancora tristemente visibile. Eppure in questa regione ci sono luoghi ricchi di fascino, legati ad una natura ancora selvaggia, alle tradizioni e agli antichissimi riti, trasformatisi in feste popolari, sempre in bilico tra il sacro ed il profano. Le persone che abbiamo incontrato si sono rivelate molto pazienti ed accoglienti anche con chi si avvicina a questa regione in camper.
1) BOMINACO, TRA AFFRESCHI E MISTERI, UN’OASI DI PACE TRA LE MONTAGNE ABRUZZESI
Attratti dal cosiddetto turismo religioso, i visitatori arrivano a Bominaco, un piccolo paesino abruzzese che conta poco più di una cinquantina d'anime, alla ricerca di quella che è stata definita da Vittorio Sgarbi la "cappella Sistina d'Abruzzo ". Per arrivare fino qui bisogna compiere una deviazione dalle strade a scorrimento veloce ed immergersi nell'altopiano di Navelli, terra del pregiatissimo zafferano abruzzese e patria dell'arcaica transumanza. Dove la strada che si arrampica tra i boschi termina, in mezzo ad un pugno di case, più di sette secoli e mezzo fa, vi era una delle più ricche abbazie benedettine. Il borgo sorge, protetto dalle alte cime del Gran Sasso, della Maiella e del Velino, molto spesso imbiancate dalla neve anche in primavera, lungo le strade percorse per secoli da monaci e pellegrini ed è un luogo che racchiude un tesoro dal valore inestimabile, nascosto agli occhi degli inconsapevoli.
Infatti, in quel che resta di un antico complesso benedettino, accanto alla chiesa di Santa Maria Assunta c’è l’Oratorio di San Pellegrino, un piccolo edificio dedicato ad un misterioso santo, con una vita dai contorni tanto oscuri quanto luminose sono le pitture medievali presenti nel luogo a lui dedicato. Entrando nella piccola cappella ci si trova in un ambiente ricoperto di affreschi, dalle tinte ocra, rosso e blu, un blu prezioso perché ottenuto da veri lapislazzuli. Non si è badato certo a spese per la realizzazione di questo luogo sacro. Secondo il Chronicon Vulturnense fu proprio Carlo Magno a finanziarne la costruzione, per onorare il misterioso santo di origine siriana, vittima di martirio, quando arrivato in Abruzzo gli apparve in sogno. Ma un’altra spiegazione per l'onerosa elargizione porrebbe essere invece legata a motivi politici, vista l'importanza che avevano i monaci benedettini nella zona. Certo è che in questo luogo lontano da tutti e tutto, anche dalla ortodossia della chiesa stessa, i preziosi tesori sono sopravvissuti alla decadenza della storia. Tra le mura di questa arcaica costruzione in pietra è in effetti custodito uno dei pochi esempi in Italia di calendario medioevale ben conservato. Gli abili pittori, assoldati dall’abate Teodino, nel 1263. sono riusciti a rappresentare pregevolmente il segreto dello scorrere del tempo e dell’alternarsi delle stagioni, ma non solo. Tra i colorati affreschi emergono storie narrate dai vangeli apocrifi e molto spesso sconosciute, come l'importante presenza di Maria Maddalena nella vita, nella passione e nell'esistenza ultraterrena di Cristo.
Ma Bominaco non riserva al turista solo questa sorpresa. Sulla sommità della collina, infatti, fa capolino un imponente castello, che sembra osservare silenziosamente gli abitanti. È collegato al paese da una strada acciottolata che si inerpica fino alla cima e da dove si apre una vista a 360 gradi sulle montagne circostanti e sull'intera vallata. Tra le mura difensive dell'antico maniero in passato sorgeva una cittadella con abitazioni e botteghe, ora ci sono solo rovine. Mentre invece la torre cilindrica si innalza tutt'ora intatta come l'ultimo baluardo, incutendo ancora oggi soggezione. Dall'alto solo il vento freddo che attraversa il silenzio e fa muovere le fronde degli alti alberi, gli fa compagnia, ricordandogli l'antica importanza strategica che svolgeva in passato nella tutela del territorio circostante.
Ma è anche con una sosta all'unico agriristoro del paese che si possono riscoprire le antiche origini del territorio. Attraverso i sapori genuini della cucina, tramandate con sapienza di generazione in generazione, infatti, le tradizioni sopravvivono ancora.
Park libero su prato alla fine del paesino vicino all’Agriristoro “Le Origini”
2) ROCCA CALASCIO, DOVE LE AQUILE SI INCHINANO AL COSPETTO DEL GRAN SASSO
Siamo a 1520 mt ed una maestosa rocca si erge tra le verdi valli circostanti quasi a catturare l'ultimo raggio di sole. Dal borgo medioevale adiacente c'è solo un piccolo percorso in salita a dividerli, l'ultima fatica prima di godersi il meraviglioso spettacolo.
La sua storia dell’imponente fortezza iniziò in epoca normanna ma assunse un importante ruolo strategico e militare nel medioevo. Dopo un fiorente periodo legato alla proprietà della famiglia dei Medici, associata alle attività della pastorizia e del commercio della lana, ebbe la stessa sorte di molti dei paesi abruzzesi, spopolati ed abbandonati. Malgrado ciò, questo scenario incantato non è passato inosservato agli occhi attenti di numerosi registi che hanno girato in questo set naturale di rara bellezza molte scene dei loro film.
Ancora oggi la rocca di CALASCIO è conosciuta come il "Castello di Ladyhawke" per aver fatto da sfondo alla storia d'amore di due innamorati trasformati in animali da un cattivo signore. Sull’altura dominata dal castello si staglia contro il brullo paesaggio montano la chiesa di Santa Maria della Pietà. Eretta nel 1596 nel luogo dove, secondo la leggenda, la popolazione locale ebbe la meglio contro una banda di briganti, con la sua pianta ottagonale ingentilisce la salita ai molti gitanti che
soprattutto nelle calde giornate estive sono attratti dai paesaggi da fiaba e dalla fresca brezza.
Parcheggio comunale misto auto, gratuito, su sterrato, in pendenza senza servizi. N.42,324500 E.13.698860. Situato sotto il paese di Calascio, raggiungibile tramite delle rampe di scale. Ottima base di partenza per visitare la Rocca, tramite strada asfaltata (3 Km) o tramite sentieri con pendenze impegnative ma con il tragitto dimezzato. Al centro del paese viene garantito un servizio navetta per raggiungere la rocca.
3) CAMPO IMPERATORE L'INASPETTATO SITO DEGLI SPAGHETTI WESTERN DI CASA NOSTRA
Chi non ha mai sentito parlare di Campo Imperatore? Vastissimo altopiano, situato ai piedi del Gran Sasso e dei monti della Laga, anticamente era chiamato Campo Imperiale, dal nome datogli da Federico II di Svevia. Luogo sconfinato, dove la mente entra in un'altra dimensione, libera di vagare nel silenzio e nella vastità del luogo, immaginando traguardi lontani. Un luogo dove domina la natura selvaggia e si respira la libertà. Ricco di fascino sia in estate, con le distese verdi un poco aride, popolate da greggi brucanti e cavalli in libertà, che in
inverno o primavera con i prati e le cime innevate. Proprio per la sua particolarità è stato scelto in diverse occasioni come location di film. E lassù, al cospetto delle aquile, accanto alla natura incontaminata cammina a braccetto anche la storia. Nel rosso rifugio, unico albergo della stazione sciistica, chiamato proprio Amedeo di Savoia fu imprigionato Benito Mussolini. Il Duce la definì “la prigione più alta del mondo” ed aveva ragione. Posto tra i monti, a 2138 mt. di altezza, alla fine della strada che tortuosamente risale fino alle pendici del Gran Sasso, di fronte alle due cupole della stazione astronomica dell’Osservatorio d’Abruzzo, sicuramente gli garantiva aria salubre ed una vista stupenda, ma un limitato contatto umano. Il “soggiorno” montano di Mussolini durò comunque appena dieci giorni. Il 12 settembre infatti la Wehrmacht, attraverso quella che in codice fu chiamata “Operazione Quercia”, lo prelevò su ordine di Adolf Hitler. Con un blitz a dir poco spettacolare, il Duce venne portato via da un “Cicogna”, un aereo da ricognizione leggero e liberato. Oggi, quell' inaspettato teatro di uno degli eventi storici che ha segnato il destino dell’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, è ritornato all'oblio e alla corrosione dei tempi.
Possibilità di parcheggio nelle numerose aree sosta. Possibilità di acquistare e cucinare in loco arrosticini e specialità locali presso il Ristoro Mucciante – Loc. Fonte Vetica.
4) VILLALAGO e LAGO DI SAN DOMENICO
Nella zona di Anversa degli Abruzzi percorrendo la stretta statale che costeggia le tortuose gole del Sagittario, si arriva al piccolo paese di Villalago. Qui le lancette dell'orologio sembrano essersi fermate ad un tempo arcaico. Le case, affacciate sul versante a picco sulle gole, se ne stanno appartate ammirando il lago di San Domenico e come in un piccolo presepe hanno voglia di tornare a illuminarsi, dopo lo svuotamento causato dall’emigrazione. Alla fine del borgo, all'imbrunire, in mezzo ai verdi prati che lo circondano, decine di caprioli in cerca di cibo scendono dalle foreste e si avvicinano al piccolo centro abitato. Non sembrano intimoriti neppure dalle macchine dei turisti mentre continuano a brucare l'erba.
Si fanno tranquillamente avvicinare, solo apparentemente imbarazzati dai troppi scatti fotografici. Dalla piazzetta Arapezzana, il punto più elevato di questo pugno di case, inizia una facile discesa nel bosco che in mezz'ora arriva alle sponde del piccolo lago smeraldino di San Domenico, santo protettore del mal di denti e dei morsi dei serpenti. Le leggende popolari raccontano che abbia vissuto nella grotta dislocata dietro all'attuale cappelletta che si affaccia sulle acque smeraldine di questo piccolo specchio d'acqua.
Dalle bifore di questa piccola chiesa, si può ammirare un panorama davvero unico e suggestivo. Consigliabile è fermarsi un po' di più lungo le sponde del lago per ammirare la sorgente del fiume Sega oppure per un pic-nic all'aria aperta nell'area attrezzata con tavoli e panche, ombreggiata e panoramica. Qui tra tavoli e panche, qualcuno azzarda perfino una grigliata a base di arrosticini. D'altra parte non solo lo spirito ha bisogno di nutrimento!
Park camper Villalago – Via Dante Alighieri (alla fine del paese)
5) ANDANDO PER EREMI ...IL CANYON DELL'EREMO DI SAN MARTINO IN VALLE E LA MAGIA DI SAN BARTOLOMEO IN LEGIO
L'Abruzzo è una terra ricca di eremi che si trovano in perfetto connubio tra natura e spiritualità. L’ambiente selvaggio e la profonda fede della popolazione locale ha favorito la creazione di luoghi sacri immersi in una natura affascinante, dove si respira ancora oggi un profondo misticismo. Anfratti, gole e caverne, sono state trasformate in cappelle solitarie, talvolta difficili da raggiungere, ma proprio per questo ricche di fascino. Un luogo davvero suggestivo si trova dopo la piccola cittadina di Fara di San Martino, nel parco nazionale della Maiella. Incastonato tra le alte pareti rocciose, alla fine di un canyon degno di un film di Indiana Jones, si arriva ai resti del Monastero di San Martino in Valle.
Secondo alcune antiche informazioni il piccolo chiostro è stato costruito nel luogo in cui in precedenza era presente un insediamento eremitico, rappresentato da una cella scavata nella roccia. Purtroppo dell'antico insediamento religioso rimangono solo pochi ruderi, ben protetti da una cancellata che ne proibisce l'accesso. La natura circostante sembra essersi ripresa lentamente quella porzione di terra che originariamente era sua ed ora rimane solo il fruscio del vento e qualche camoscio curioso a far compagnia all' imponente anfiteatro roccioso circostante.
Parcheggio all’inizio del sentiero che porta alle gole
(possibilità sosta notturna).
Ma durante un soggiorno in Abruzzo non si può certo trascurare la visita all'eremo di San Bartolomeo in Legio, raggiungibile da un sentiero che parte dalla frazione Macchie di Coco del centro abitato di Roccamorice. Roccamorice è un bel paesino in provincia di Pescara, situato su una splendida falesia, molto conosciuto dai rocciatori per le molte vie di arrampicata, di diverse difficoltà e tipologia. Lasciando il camper nel prato adiacente il Ristorante Macchie di Coco che si trova alla fine di una breve deviazione sterrata, si comincia la breve discesa che conduce al romitorio, esistente dal 1250, dove Pietro da Morrone, futuro Celestino V, di ritorno da Lione ove si era recato per far riconoscere la regola all’Ordine dei Celestini, dimorò con alcuni seguaci per due anni. Dopo
l'ultimo tratto a scalini, ricavato scavando direttamente il terreno, si accede all’interno di uno sperone roccioso di circa 50 metri, alla fine del quale appare la piccola porta di accesso alla zona eremitica. Inutile sottolineare che per la particolarità del contesto paesaggistico in cui è posto, anche chi non è credente rimane affascinato dalla sua visita. La piccola chiesa che riceve luce attraverso una porta finestra laterale, dà direttamente sulla splendida vallata e vede posta sulla sua sommità una piccola campana incastrata perfettamente all'interno della roccia. Sotto una pietra squadrata appare un’esigua sorgente d’acqua, nota come l’acqua di San Bartolomeo, celebre tra i credenti per le sue proprietà taumaturgiche.
Park gratuito strada provinciale 22, presso Ristorante Macchie di Coco. N.42.1844 – E.14.0459
Gestori molto cordiali che mettono a disposizione anche l’acqua e ristorante dove si mangia molto bene.
6) NASCOSTO TRA LE DOLCI COLLINE ABRUZZESI IL VOLTO SANTO DI MANOPPELLO, LA RAFFIGURAZIONE DI CRISTO CHE DIVIDE CREDENTI E STUDIOSI.
Tante reliquie sono state tramandate attraverso la storia della cristianità, alcune più conosciute come la Sacra Sindone di Torino, altre meno note. Manoppello, piccolo comune nascosto tra le dolci colline abruzzesi, custodisce un velo di lino trasparente che mostra un volto di uomo, con barba e capelli lunghi, ritenuto essere quello di Gesù. È custodito in un prezioso reliquiario in argento, posto su un rialzo dietro l’altare, nella Basilica del Volto Santo, una chiesa con la facciata di pietra bianca e rosa, a navata unica, abbellita da decorazioni neo barocche. Questo viso enigmatico, dai lineamenti delicati, gli occhi aperti e lo sguardo assente, ha attirato l’attenzione di studiosi, fedeli e curiosi provenienti da tutto il mondo. La sua particolarità è che cambia espressione ed intensità a seconda della luce e dell’angolazione da cui viene osservato. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato possa trattarsi del cosiddetto “Velo della Veronica”, drappo utilizzato da Gesù per asciugarsi durante l’ascesa con la croce in spalla, altri hanno supposto trattarsi di un’opera artistica medioevale.
Il fatto che non sembrano esserci tracce di pigmenti e coloranti sul velo e la straordinaria somiglianza del volto con quello raffigurato sulla Sindone di Torino hanno suscitato molti interrogativi e speculazioni. Malgrado le ricerche condotte nessuno è ancora riuscito a dare una spiegazione definitiva sulla sua origine. Indipendentemente però dal fatto che si tratti di un oggetto miracoloso, di una reliquia antica o di una semplice opera d’arte, il luogo è un’importante meta di pellegrinaggio ed il suo mistero continua ad ispirare fede e meraviglia. Facendo la fila per accedere alla teca si ha non solo l’opportunità di avvicinarsi ai misteri della fede, ma anche di fare un viaggio nella storia e nella spiritualità dell’Abruzzo.
Parcheggio su grande piazzale asfaltato per camper e bus a 250 mt. dalla basilica. Presente fontanella in loco.
7) FINALMENTE IL MARE … SELVAGGIO ED INCONTAMINATO A PUNTA ADERCI E RICCO DI STORIA A SAN
VITO CHIETINO, PATRIA DEI TRABUCCHI ED EREMO DI PASSIONE CON DANNUNZIO
Benché non sia rinomato e conosciuto come altri tratti di costa Adriatica riserva piacevoli sorprese, a partire dalla lunga spiaggia sabbiosa di Giulianova fino a giungere ad un litorale più selvaggio, variegato tra sabbia, ciottoli e promontori, come quello di Punta Aderci.
Qui dalla cima della spettacolare falesia che protegge la spiaggia si può scendere con un breve sentiero per un tuffo nelle acque cristalline o proseguire sull’altro lato del promontorio dove si apre un’altra incantevole spiaggetta. E così via, a piedi o in mountain bike, per tre chilometri proseguendo l'esplorazione degli splendidi scenari lungo un percorso panoramico. Ma anche la zona di San Vito Chietino è molto accogliente, tra i suoi trabocchi, un pizzico di storia, amore e passione. I trabocchi, antiche macchine da pesca su palafitta risalenti al XVIII secolo, vennero realizzati dalla popolazione contadina del litorale per poter pescare banchi di pesce. Ottima alternativa alla pesca su barca, permetteva di evitare le insidie del mare aperto. Attualmente in disuso, ospitano perlopiù ristoranti raffinati, sospesi sul mare, dove si possono gustare le deliziose specialità di pesce locale. Ma, arroccata sul promontorio, circondata da meravigliosi panorami, c’è una piccola villetta, ancora oggi a testimoniare una storia di grande passione che vissero due giovani amanti nell'estate ormai lontana del 1889. I due erano l’allora ventiseienne Gabriele d’Annunzio e la “bella romana” Barbara Leoni che fu musa e compagna del poeta per cinque anni e che ispirò la sua produzione letteraria. Oggi di quel grande amore rimangono solo gli scritti del Vate, gli oggetti contenuti nell’edificio e le spoglie di lei traslate dal cimitero del Verano grazie alla tenacia del notaio Fernando De Rosa, la cui famiglia è oggi proprietaria del luogo. Visitare questo luogo, simbolo di amore e ispirazione, significa immergersi in un’atmosfera dove il passato rivive attraerso le parole ed i sentimenti di un grande poeta.
Park Giulianova – Lungomare Rodi, di fronte alla spiaggia, piazzale asfaltato senza servizi, a pagamento da maggio a settembre.
Park Riserva Punta Aderci – grande parcheggio su sterrato all’inizio del sentiero. Fontanella d’acqua.
Questo però è solo un assaggio, il resto bisogna cercarlo tra borghi arroccati e la natura di questa terra all’apparenza umile ma molto generosa nell’elargire i suoi tesori open air!
Le tappe del nostro percorso:
GIULIANOVA – Park Lungomare Rodi, di fronte alla spiaggia, piazzale asfaltato senza servizi, a pagamento da maggio a settembre
PIETRACAMELA – Parcheggio lungo la strada che sale al piccolo centro urbano
LAGO DI CAMPOTOSTO – Diversi parcheggi intorno al lago oppure in Località Mascioni vicino alla rivendita di prodotti locali “La Chioscheria” comunale, gratuita
L’AQUILA – Parcheggio Piazzale Ulrichs PAGANICA – Parcheggio Via Volpe
BOMINACO - Park libero su prato alla fine del paesino vicino all’Agriristoro “Le Origini”
GROTTE DI STIFFE – Parcheggio sulla strada poco prima della biglietteria
CALASCIO - Parcheggio comunale misto auto, gratuito, su sterrato, in pendenza senza servizi. N.42,324500 E.13.698860. Situato sotto il paese di Calascio, raggiungibile tramite delle rampe di scale. Ottima base di partenza per visitare la Rocca, tramite strada asfaltata (3 Km) o tramite sentieri con pendenze impegnative ma con il tragitto dimezzato. Al centro del paese viene garantito un servizio navetta per raggiungere la rocca.
CASTELDELMONTE – Parcheggio nel Rione Campo della Fiera
CAMPO IMPERATORE - Possibilità di parcheggio nelle numerose aree sosta e possibilità di acquistare e cucinare in loco arrosticini e specialità locali presso il Ristoro Mucciante – loc.Fonte Vetica.
SULMONA – Parcheggio asfaltato Piazzale Carlo Autiero
LAGO DI SCANNO – Parcheggio e area sosta libera autorizzata in pendenza vicino Hotel La Maga del Lago VILLALAGO - Via Dante Alighieri (alla fine del paese)
VILLETTA BARREA – Unica area sosta camper autorizzata SP 83 Marsicana
FARA DI SAN MARTINO - Parcheggio all’inizio del sentiero che porta alle gole (possibilità sosta notturna).
ROCCAMORICE – EREMO DI SAN BARTOLOMEO IN LEGIO Park gratuito strada provinciale 22, presso Ristorante Macchie di Coco. N.42.1844 – E.14.0459 Gestori molto cordiali che mettono a disposizione anche l’acqua e ristorante dove si mangia molto bene.
MANOPPELLO - Parcheggio su grande piazzale asfaltato per camper e bus a 250 mt. dalla basilica. Presente fontanella in loco.
PARCO LAVINO – Parcheggio sulla strada ORTONA – Parcheggio Contrada ripari di Giobbe
PUNTA ADERCI - Park Riserva Punta Aderci – grande parcheggio su sterrato all’inizio del sentiero. Fontanella d’acqua.
SAN VITO CHIETINO – Parcheggio a pagamento (in stagione) sul lungomare VASTO – Parcheggio Via dei Conti Ricci