Vacanze itineranti in carrello tenda: si può fare?
Quello che segue non è un diario di viaggio ma piuttosto una serie di considerazioni a freddo ripensando alle ferie estive dell’anno scorso e di quest’anno, vissute con una modalità molto diversa dallo standard: cabriolet d’epoca e carrello tenda.
Iniziamo a intenderci sui termini.
La mia cabriolet d’epoca non è un fantastico modello blasonato anni ‘60 ma una umile vettura di famiglia di 30 anni fa: parliamo di una Ford Escort 1400 benzina del 1988, 72 cavalli poco ruggenti, nessun servosterzo né ABS né tantomeno aria condizionata (d’altronde è cabrio e dovrebbe viaggiare sempre aperta).
L’infotainment lo facciamo mia moglie ed io chiacchierando e talvolta cantando a squarciagola; per la navigazione quando serve si usa il cellulare.
D’altronde neppure il carrello tenda è veramente tale: la base è data da un robustissimo Trigano Randger GT del 1988 costruito in vero ferro nella ex-DDR, però la parte telata è stata rimossa perché troppo macchinosa da gestire, almeno in base alla nostra esperienza fatta nel 2014 (vedi articolo qui). Abbiamo invece fissato una Maggiolina 2 posti del 2002 sul tetto e ricavato un grande vano di carico in parte occupato dalla cucina originale. Il tutto è stato fatto con attenzione ai pesi, alla sicurezza e nel rispetto della normativa sul trasporto di oggetti a bordo dei rimorchi anche se, oggettivamente, farei fatica a dimostrare che si tratta di un vero “carrello tenda”.
Detto dei mezzi, intendiamoci sul termine “itinerante”. Itinerare in caravan è diverso da itinerare in camper, ne abbiamo parlato diffusamente nel libro “La caravan, chitarra del plein air”: invece di inanellare una meta di seguito all’altra, si procede per campi-base da cui poi raggiungere le mete con lo schema “a bolle”. Con un carrello tenda sostanzialmente le cose non cambiano rispetto alla caravan, anche se è preclusa la possibilità di sosta libera nel caso di percorsi di avvicinamento di più giorni.
Come fare allora? Nel 2014 decidemmo di prenotare una stanza a metà strada, che nell’era di Booking è un sistema facile ed economico; l’anno scorso invece pernottammo in campeggi di ripiego, scelti all’ultimo minuto. Quest’anno abbiamo scelto il campeggio di mezzo cammino con oculatezza, in modo da fermarci un paio di notti e visitare la zona riposandoci un po’.
Perché in effetti noi viaggiamo sempre a capote aperta, a meno che non piova, e vi garantisco che 500 km con la testa sempre sotto il solleone, il caldo nell’abitacolo, il vento nelle orecchie e i rumori del viaggio stancano parecchio, anche se ci piace da impazzire altrimenti non lo faremmo. Quindi una sosta in più è utile e necessaria: stravaccarsi sulla poltrona, con una bella birra fresca da bersi … per me numero uno!
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