Un amico di Vacanzelandia racconta:
dalla tenda al carrello tenda e poi la roulotte
Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto una e-mail da un nostro carissimo lettore, che ha voluto raccontarci la storia di quando ha iniziato a fare campeggio, ora ormai diventato un camperista veterano, sorride alle vicissitudini passate con la malinconia del "tempo che fu". Andiamo a leggere la storia di Guglielmo.
"Cari Amici,
leggendo l'articolo di Lorenzo sulla tenda da campeggio, mi sono ricordato di quando anche noi abbiamo iniziato a fare le ferie in tenda e vi invio la nostra esperienza."
La mia prima esperienza con la tenda
A quei tempi....era un fine primavera del 72 quando quella sera a cena, mia moglie mi disse che il suo datore di lavoro aveva ricevuto l'invito da un prete per trascorrere le ferie in Val D'Aosta con possibilità di portarsi dietro anche degli amici. La cerchia degli amici era piuttosto folta, ci incontriamo e decidiamo approvando. Però, prima di arrivare in Val D'Aosta, dovevamo partecipare alla “Mariapoli” a Bergamo alta. Mariapoli significa “Città di Maria” ed è l'appuntamento più caratteristico del Movimento dei Focolari. I Focolari sono persone dalle più varie provenienze che si ritrovano per vivere “un laboratorio di fraternità” alla luce dei valori del Vangelo. Anche io e mia moglie, a quei tempi, ne facevamo parte, spinti anche dal datore di lavoro di mia moglie che ne era un semi-dirigente.
Praticamente, alla partenza siamo in 24 adulti+ un bambino di 4 mesi. Tutti in tenda + una roulotte.
Ovviamente, dopo la decisione di partire eravamo andati ad acquistare le tende, quasi tutte a casetta.
Io avevo la Fiat 128 a gpl che caricammo in modo smisurato: nei sedili posteriori il vestiario (estivo e invernale perché anche se in Agosto, il tempo poteva cambiare); nello spazio che restava del baule (c'era la bombola del gas), le vettovaglie con i tegami e tegamini e quant'altro poteva contenere. Nel portapacchi sul tetto c'erano: 4 lettini (due anche per i nostri amici che non avevano il portapacchi) + la tenda a casetta con tutta la paleria + la tenda a casetta degli amici + due tavolini e qualcosa d'altro che non ricordo ma ricordo benissimo che il tutto era ricoperto da un nylon tenuto stretto con elastici agganciati al portapacchi tanto da formare un bel “metro cubo”. Ovviamente con quel carico, più degli 80 km/h non si andava. E arriviamo a Bergamo Bassa nel cortile di un seminario che ci avevano concesso per tre notti. Ovviamente, dobbiamo montare le tende e in particolare “per la prima volta, tutti”. Scarichiamo il “cubo” e finiamo verso la mezzanotte poi a nanna perchè era stata una giornata stancante. Ma durante la notte si sente uno strano movimento nella tenda vicina a noi: uno dei lettini pieghevoli (a molla) si era richiuso e l'occupante era rimasto incastrato. Quasi tutti svegli per il trambusto, una gran risata generale, e ancora sonno fino al momento della partenza per Bergamo Alta. Sono stati tre giorni discreti, a volte un po' stancanti anche per il caldo, poi il quarto giorno, sveglia al mattino presto, ricarica del “cubo” e via per la Val D'Aosta. A quei tempi non c'era l'autostrada ma non c'era neanche tanto traffico; arrivati in Valle prendiamo per la Val di Rheims dove il prete ci aveva consigliato di fermarci nel “prato di Bernard al quale dovevamo dare 20 mila lire per 12 giorni” e tutto sarebbe filato liscio. Scarichiamo il tutto, montiamo le tende, cena tutti insieme e a letto.
La mattina dopo sono il primo ad alzarmi , esco dalla tenda e......mi ritrovo davanti due Guardie Forestali. Ci salutiamo, dico loro chi siamo, sveglio tutti gli altri, e le guardie ci dicono che “non possiamo restare con le tende” perché quello non è un campeggio. Spieghiamo come stanno le cose, l'invito del prete di Rehims, il pagamento del noleggio del campo. Niente da fare, ce ne dobbiamo andare ...a meno che “se pagate tutti i permessi occorrenti per aprire un campeggio la nostra firma per restare l'avrete” ....ma il tutto da fare in un giorno!!"
Ci pensiamo un po' e poi dopo colazione ci dividiamo i compiti, in base a quello che ci avevano consigliato le guardie: alla Posta per i bollettini di pagamento, dal Medico provinciale, dal Sindaco e all'ufficio Tecnico del Comune di Aosta. Io vado, assieme all'amico di Lugo di Romagna, dal Sindaco e ”salta fuori che il mio amico sarebbe il nipote di un Vescovo”. Con questa frase si aprono tutte le porte, tutti danno la loro approvazione e la mattina del giorno dopo io e "il nipote del vescovo" ci recammo all'appuntamento con Capo Ufficio Tecnico che ci attendeva impaziente vicino all'elicottero che doveva accompagnare un onorevole a visitare la Valle dall'alto, ci disse anche di salutare Sua Eccellenza il Vescovo. Arrivati “al campeggio che avevamo chiamato Mariapoli Due” c'erano le due guardie, incredule per il poco tempo impiegato per i permessi che, normalmente, ci sarebbero voluti oltre tre mesi, e che la loro firma c'era già dalla sera prima.
Nel campeggio era necessario avere un wc ogni 25 persone; noi eravamo in 24 + un bambino di 4 mesi per cui”eravamo in 25”. Il wc”tecnico” era quello della roulotte ma il wc “effettivo” era quello “costruito con due assi e un telo sopra alla Dora” dove non c'era neanche il bisogno del bidè. Furono 12 giorni stupendi, le guardie ci portarono tutte le cartine del luogo, ci accompagnarono a vedere gli animali, tutte le mattine passavano da noi per vedere se avevamo bisogno; avevano due cani lupi enormi che appena vedevano i bambini si mettevano a pancia all'aria facendosi accarezzare tranquillamente: forse non avevano mai visto tanti bambini festanti... I bambini, con quello di 4 mesi erano 9, sempre allegri e non erano mai stanchi.
Il 15 Agosto, la notte, la sorpresa: un temporale poi la neve, una spruzzatina di un paio di centimetri che si sciolse subito dopo l'arrivo del sole. Tre notti prima della fine delle ferie, verso le tre, si sente un urlo: “Un orso, un orso, aiuto!!”. Via fuori tutti i grandi dalle tende ma dell'orso nessuna traccia; le tracce che erano vicino alla tenda “dell'urlatore” non erano grandi come quelle dell'orso ma molto più piccole. Cosa era accaduto: il sacchetto dell'immondizia l'avevano lasciato, solo loro quella sera, appoggiato alla tenda dove c'era la camera da letto. La marmotta tentava di aprirlo e così facendo tutta la tenda si muoveva e gli amici si presero paura. Infatti, la mattina dopo le guardie ci consigliarono di non mettere i sacchetti fuori dalla tenda ma nel bidone vicino alla strada ( che ci avevano fatto portare da Aosta).
A malincuore partimmo da quel paradiso terrestre....poi venimmo a sapere che in quel prato verde ORA C'E' un vero campeggio ma con un'altro nome.
La tenda l'abbiamo tenuta un altro anno; l'abbiamo cambiata con un carrello tenda per 5 anni poi, considerato che le nostre ferie erano sempre in montagna (Dolomiti) abbiamo acquistato una roulotte Adria 390 fino a quando, presi dalla smania di viaggiare, nel 1988 abbiamo acquistato il nostro primo camper. Ma andiamo per gradi, ecco il racconto
La nostra esperienza con il carrello tenda e poi arriva la roulotte!
L'anno dopo la Val di Rehims prendemmo il carrello tenda per stare più alti dal terreno ed eliminare così i lettini pieghevoli che "vendemmo" (anche coi nuovi capitò la chiusura del letto). Un anno andammo a Molveno, in campeggio e dato che c'era posto solo vicino al lago, piantammo le tende (noi eravamo sul carrello)....ma dopo una notte di temporale, il lago si alzò di livello e alcuni amici si ritrovarono con l'acqua sotto al letto...nessuno si arrabbiò, erano altri tempi, prendevamo tutto sul ridere...li aiutammo a trasferirsi più in alto...e anche a Molveno ci divertimmo molto. Col carrello tenda andammo anche a Malga Ciapela poi, dato che pioveva spesso, ci trasferimmo a Mezzano (prima di arrivare a San Martino di Castrozza) ma appena arrivati, acqua a volontà.
Con il carrello tenda, nel 76' venne anche Chiara, la bambina che adottammo; aveva due anni e due mesi quando venne da noi; all'inizio fu un po' difficile ma poi con tutti i bambini dei nostri amici si integrò abbastanza nel gruppo. Fu l'ultimo anno che si poteva fare campeggio libero e a Mezzana (Val di Sole) prendemmo un campo a noleggio (20 mila lire) per 15 giorni e quattro tende + il carrello; l'anno dopo iniziammo ad andare a Pejo. A quei tempi non avevo il problema dell'altitudine e del cuore; infatti salii due volte in cima al Vioz (3666 metri s.l.m.) e partecipavo anche alle corse organizzate dall'ANA (normalmente 12/14 km fra salita, semipianura e discesa) e arrivavo sempre.......non primo ma arrivavo; se in salita mi sorpassavano li riprendevo in pianura e discesa e su 300/400 concorrenti io ero quello dei 120°/150°esimo posto. E mi davano il medesimo premio di colui che arrivava 10°. A Pejo, per Ferragosto, mia moglie si metteva a "tirare la sfoglia" circondata dalle donne delle tende e roulotte vicine; poi a mezzogiorno mega lunga tavolata e tutti volevano assaggiare il tortelli che aveva fatto mia moglie (ne andava fiera).
Quanto tempo è passato!!! Un nostro amico di Castel Bolognese, che aveva un pò di inventiva, venne su in macchina con la "maggiolina autocostruita". Purtroppo aveva preso le misure sbagliate per la tenda del tetto e della veranda annessa; dopo un paio d'ore di aggiustamentio non ci riuscì e quella prima notte, lui e sua moglie, dormirono in macchina. Il giorno dopo andmmo in un negozio a comprare un pò di "tenda" ago e filo per sopperire ai suoi sbagli. Poi cambiammo il carrello tenda e acquistammo la roulotte, si stava meglio la notte in montagna e prendevamo meno umidità. Restava il problema del traino ma con le auto che usavo per girare l'Italia non c'erano problemi. Poi col passare del tempo, tante cose sono cambiate! Di tutti quegli amici di un tempo ce ne sono rimasti 5, gli altri si sono mpersi nei meandri della vita.
Ho fatto leggere a mia moglie queste storie che, al ricordo, si è fatta una gran risata, in particolare quella dell'orso. Ogni tanto, quando ci incontriamo con alcuni di quegli amici torniamo spesso con la mente alla prima tenda..
..... Quanti ricordi, belli, e con amici sinceri!!!