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Itinerario gastronomico per le città della Valtellina

Valtellina van

Tour in van alla scoperta di luoghi di rara bellezza e sapori tipici valtellinesi

di Marta Zanella - blogger di La paura non fa 90


La Valtellina, dalle nostre parti nel comasco, è considerata una terra molto familiare: è la montagna “vicina”, è la terra di origine di molte famiglie che sono emigrate più a valle negli scorsi decenni e che oggi continuano a mantenere forte il legame con le loro case “in paese” e le loro baite sui tanti pendii e nelle valli laterali che compongono questa ampia zona di Lombardia, che in gran parte coincide con la provincia di Sondrio.

Ma nonostante spesso si vada in Valtellina, questa estate abbiamo deciso di dedicare qualche giorno a una esplorazione lenta di cittadine e piatti che fanno parte della nostra cultura familiare ma con uno sguardo e un approccio proprio da turisti.

Per questo vi proponiamo una sorta di itinerario gastronomico per le città di Valtellina, abbinando a ogni sosta un assaggio tipico.

Partendo da Como, abbiamo raggiunto la Valtellina costeggiando il ramo comasco del Lario e imboccando la strada che dal Pian di Spagna si inoltra verso est. La Valtellina comincia (o finisce, dipende dal punto di vista) proprio qui, dove il fiume Adda confluisce nel Lario.

Per la nostra prima sosta stiamo puntando Morbegno, ma poco prima di arrivarci c'è una sosta commerciale “storica” d'obbligo, ogni volta che si passa di qui: a Cosio Valtellino si trova lo Spaccio della Galbusera, ed è tradizione di tantissime famiglie fare una sosta qui per fare rifornimento di biscotti e approfittare anche del bagno. Parcheggiare e venire investiti dal profumo del cioccolato è un ottimo modo per iniziare ad alleggerire il portafoglio e stivare il van per molte, moltissime colazioni.

Morbegno, il Bitto non è (solo) un formaggio

Ma la vera prima tappa è Morbegno, cittadina che sorge tra l'Adda e il torrente Bitto, che dà il nome al prodotto locale più famoso: il formaggio d'alpeggio che ha il riconoscimento DOP.

Il giorno in cui arriviamo a Morbegno è caldissimo, ma nel momento in cui ci fermiamo su uno dei ponti che permettono di attraversare il torrente Bitto non ci sposteremmo più: dalla stretta valle omonima scende una corrente d'aria fresca che rigenera.

Il centro storico si gira in fretta, ci lasciamo affascinare da alcune insegne storiche sui muri ma puntiamo direttamente il luogo che vogliamo visitare: è la Drogheria Fratelli Ciapponi. Molto più di un negozio, quasi un museo.

Quando entriamo ci chiedono subito “sapete come funziona? Volete visitare il negozio?” a dimostrazione che non è una bottega normale. Il Financial Times, addirittura, l'ha inserito nel 2021 nella lista dei 50 migliori negozi di alimentari del mondo.

2 ciapponi
Dal locale di entrata, quello con il banco come una normale negozio di alimentari, si accede nel retro a diverse stanze: quella dedicata all'enoteca, da cui si scende per ripide scale nei due piani di cantine sottostanti, e quella dove tra stadere e vecchi attrezzi del mestiere si trovano tutti i prodotti locali, dai liquori come la taneda e le grappe, a tutti i tipi di polenta, a erbe e spezie, e infine quelli scavati nella roccia dove invecchiano formaggi e salumi locali. E qui, tutti disposti su scaffali e sul bancale, potete lasciarvi inebriare dai profumi e scegliere un pezzo del vostro formaggio preferito.
Noi, tra gli altri, ci siamo portati fuori una fetta di Bitto invecchiato.

3 Morbegno

Sondrio, aperitivo con gli sciatt e un calice di Grumello

A Sondrio noi abbiamo girato solo il centro storico: una passeggiata mattutina da piazza Garibaldi fino ai Giardini di Palazzo Sertoli, passando per la Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio in piazza Campiello, e girando intorno alla Torre Ligariana, che fungeva sia da torre civica che da campanile religioso. Abbiamo ammirato i vecchi cartelli stradali sulla torre che indicavano le direzioni in km su quella che anticamente era la strada principale.

Noi ci siamo imbattuti in una installazione sparsa per il centro città dedicata ai dinosauri a grandezza naturale e ci siamo lasciati prendere da quella, ma in tempi normali ci sono diversi musei che si possono visitare, come il CAST, dedicato alle storie di montagna che ha sede nel Castello Masegra, o il MVSA - Museo Valtellinese di Storia e Arte.

Oppure, poco fuori, potete andare verso Castel Grumello, che sorge su un promontorio sopra Sondrio: oggi sono visitabili le rovine, e si può raggiungere con una passeggiata in mezzo ai vigneti. Vigneti che danno il nome a uno dei più famosi vini rossi di Valtellina: il Grumello appunto, insieme all'Inferno e al Sassella.

L'assaggio. Insieme a un calice di uno dei nebbioli di Valtellina, abbinate un altro dei piatti tipici valtellinesi: gli sciatt, frittelle tonde fatte con farina di grano saraceno e ripiene di formaggio Casera, un altro dei prodotti caseari della zona. Una bomba calorica, ma ne vale la pena. Di solito li servono con della cicoria.

4 Sondrio

Teglio e l'Accademia del Pizzocchero

Il comune di Teglio si trova su un versante della valle e copre un territorio piuttosto esteso lungo la Via dei Terrazzamenti, che regala un panorama davvero bello. Il borgo vero e proprio si trova a circa 900 metri di altitudine ed è proprio il paese che dà il nome alla valle che stiamo percorrendo.

Ma il cartello “Teglio” vi accoglie facendovi capire subito di che pasta sono fatti. “Benvenuti nella patria del pizzocchero”.

I pizzoccheri, veramente, li fanno un po' in tutta la Valtellina e ogni paese, persino ogni famiglia, ha la sua tradizione particolare. Ma qui, per essere precisi, hanno istituito l'Accademia del Pizzocchero: alcuni ristoratori si sono associati e promuovono quella che definiscono la ricetta originale: una pasta fatta di farina grano saraceno e farina bianca, verza, patate, formaggio casera e grana, tanto burro, anzi di più.

Il condimento perfetto di questo piatto si chiama pestèda: un battuto di spezie composto da aglio, pepe, sale, achillea nana e timo che trovate nelle famiglie e nelle botteghe di Grosio, un paese che incontriamo poco più avanti...

5 Teglio
Prima di lasciare Teglio, mentre ancora siete presi dalla digestione, potete visitare Palazzo Besta, una delle più importanti dimore nobiliari rinascimentali lombarde. Il palazzo è impreziosito da molti affreschi, dal ciclo delle storie dell'Eneide, alle scene dell'Orlando Furioso, dalle molte storie tratte dall'Antico Testamento, fino a quello più particolare della mapa mundi, un mappamondo disegnato a metà del Cinquecento che raffigura persino terre che non si credevano conosciute all'epoca.

Bormio, un bicchierino di Braulio per digerire

Saltiamo Tirano e il suo santuario, ripromettendoci di visitarli quando torneremo per il Trenino Rosso del Bernina, e proseguiamo fino a Bormio.

6 Bormio

Normalmente qui ci si viene per sciare oppure per le Terme: se potete, valutate qualche ora rigenerante ai Bagni Vecchi.

Noi questa volta non facciamo né l'una, né l'altra, ma è gradevole anche una passeggiata per il borgo. Ci perdiamo nelle viuzze fino alla piazza del Kuerc, l'edificio a tettoia che un tempo ospitava i ritrovi civici, e alla Torre delle Ore.

Bormio è nota anche per un prodotto alimentare: l'amaro Braulio. È un digestivo a base di erbe alpine, creato proprio in questa cittadina dal farmacista Francesco Peloni, la cui famiglia detiene ancora oggi lo stabilimento di produzione.

In via Roma si trova il negozio dedicato all'amaro Braulio e a fianco una steak house in cui si può anche mangiare. Se siete interessati, è possibile concordare anche una visita guidata alle cantine.

Santa Caterina Valfurva, la spesa da Ginetto

La destinazione finale di questo itinerario in Valtellina, per noi, era Santa Caterina Valfurva, famosa per gli impianti sciistici ma una buona base di partenza per belle passeggiate verso i rifugi dei dintorni. Siamo a 1700 metri e si sta freschi anche d'estate.

La tappa gastronomica qui, per noi, è da Ginetto, famoso minimarket nel centro del paese dove si trovano tantissimi prodotti locali.

Ispezionate gli scaffali ma soprattutto recatevi al banco frigo: se lo chiedete, vi prepareranno dei panini per il vostro pic nic con prodotti locali: pane di segale, formaggi della Valtellina, dallo scimudin al casera, e soprattutto con la bresaola e la slinzega.

Se volete portarveli a casa, a richiesta vi metteranno questi prodotti anche sottovuoto. Non perdetevi quindi, in questo viaggio, un assaggio di bresaola e di slinzega, due prodotti DOP di carne di manzo, essiccata e lavorata con spezie.


7 Santa Caterina

Dove abbiamo sostato per la notte

* Area Sosta Morbegno:
in via del Foss, abbastanza vicino all'Adda. C/S, elettricità, dotato anche di servizi igienici.

* Agriturismo La Casetta della zia Edda, Santa Caterina Valfurva:
Strada per i Forni, 29.
Di fronte al piccolo agriturismo c'è la sosta camper nel grande prato a bordo del torrente Frigidolfo. C/S, elettricità, casotto con lavello per le stoviglie con acqua fredda, non ci sono wc e doccia.

Prima di lasciare la Valtellina...

Riscendendo da Santa Caterina, abbiamo fatto un'ultima sosta mangereccia. Lungo la strada, a metà valle, incontrate lo Spaccio della Latteria di Chiuro. Abbiamo riempito il frigo con formaggi e il Casera di diverse stagionature, e soprattutto abbiamo fatto merenda con un gelato super, di quelli che sanno davvero di latte. Provare per credere! Buon rientro.

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