A zonzo in Francia in van, seguendo i fiumi
Nella Nazione più camper friendly d'Europa, ecco l'esperienza dell'equipaggio di Roberto, Marta, Irene e Clara alla scoperta di luoghi di rara bellezza lungo i corsi d'acqua (e pittori famosi)
di Marta Zanella - blogger di La paura non fa 90
Tre settimane a zonzo per la Francia con il nostro van. Abbiamo fatto e visto tante cose e tanti luoghi, abbiamo approfondito tante storie. Alcuni dei posti che abbiamo visitato sono più famosi, altri meno. È stato un itinerario in cui tutti e 4, adulti e due bambine di 8 e 10 anni nel momento del viaggio, hanno trovato momenti “adatti”. Un solo programma, il resto abbiamo lasciato al destino: arrivare alla Manica a vedere le foche e tornare indietro. In mezzo, abbiamo scoperto tanto di più. Quasi per caso, ci siamo trovati e seguire i corsi dei fiumi di Francia come guida per la nostra strada: soprattutto la Senna verso nord e la Somme al ritorno. Ma l'acqua è stata protagonista di tutto il nostro viaggio, e ve lo raccontiamo così seguendo il Rodano, la Loue, l'Ource, la Senna, la Somme, l'Oise, il Reno e, fino a casa, il Ticino.
Verso la Francia: la Svizzera lungo il Rodano
Il mattino dopo scendiamo verso Briga e per raggiungere la Francia attraversiamo tutto il Canton Vallese, che ci tenta in una sosta per acquistare albicocche. La strada è infatti costellata di banchetti che vendono cesti e cesti di questo frutto, che scopriamo essere coltivato abbondantemente in questa vallata. E in effetti il panorama ai nostri lati non lascia dubbi!
Nel tragitto svizzero seguiamo il primo fiume della nostra vacanza: il Rodano, che ci conduce fino al lago di Lugano. Lo abbandoniamo in zona Losanna e saliamo per attraversare il confine tra Svizzera e Francia, entrando nella regione della Franca Contea.
La Franca Contea e la valle della Loue
Visitiamo Ornans, il paese in cui Courbet è nato e dove c'è un bel museo dedicato a lui. Il museo ospita anche delle temporanee molto interessanti, quando lo abbiamo visitato noi era esposto anche un Van Gogh!
Attraversare la Borgogna e i suoi fiumi
Riprendiamo il nostro viaggio. Percorrere le strade statali della Borgogna vuol dire non incrociare nessuno per lunghi tratti (almeno nelle calde giornate estive in cui siamo sempre stati da queste parti), guidare su lunghi nastri di asfalto per enormi piani, attraversare sonnolenti paesini e numerosi corsi d'acqua: fiumi, fiumiciattoli, canali. La toponomastica racconta questo vivere sull'acqua: tanti paesi portano il nome “sur-nomedelfiume”, e ci incuriosisce sempre controllare sulla mappa quale fiume sia e che tragitto percorra. Così scopriamo che un fiume è l'affluente di un altro, che quell'altro corso d'acqua fa da confine da due departments, e così via.
È attraversando l'Ognon che entriamo in Borgogna, e lungo la nostra strada attraversiamo la Saone e poi costeggiamo per un lungo tratto l'Ource, fiume che abbiamo scoperto qualche anno fa ritratto dal pittore impressionista Renoir a Essoyes, paesino della Champagne in cui risiedeva.
Questa cosa di legare i pittori francesi ai loro fiumi ci sta intrigando sempre di più, e siamo solo all'inizio.
La Senna, compagna di viaggio
Poco prima di entrare nella regione della Champagne, invece, iniziamo a costeggiare il più famoso e imponente fiume di Francia: la Senna. Solo che qui è poco più di un fiumiciattolo.
Da qui, per alcuni giorni, continueremo a seguire il suo corso, vedendola crescere sempre di più affluente dopo affluente.
La Senna ci conduce fino alle porte di Parigi. Ma prima di arrivare, la strada ci porta a Montereau-Fault-Yonne, esattamente sulla punta alla confluenza tra la Yonne e la Senna. La vista è affascinante, come sempre quando due fiumi si uniscono per diventare un unico, grande corso. E qui la Senna inizia a diventare quella che vi immaginate.
Pochi chilometri e ci fermiamo al camping municipal di Samoreau, che usiamo come base per visitare l'enorme castello di Fontainbleau. Il campeggio è, inutile dirlo, sulle rive della Senna, una presenza che sta diventando compagna di viaggio.
Fontainbleau è un castello enorme usato da molti re di Francia, inizialmente come residenza di caccia nel XII secolo e poi ingrandita e impreziosita sempre di più, soprattutto con Francesco I che si è portato qui (e ove andava) fior fiori di artisti rinascimentali... italiani, ovviamente! Il castello è stato abitato dai sovrani francesi fino a Napoleone III.
A Napoleone I invece è dedicata un'ala del castello con un museo incentrato su di lui.
Bellissimi i giardini, che sono grandissimi e si possono visitare gratuitamente. Oltre alla visita a piedi, c'è la possibilità di girarli con il classico trenino oppure su una carrozza coi cavalli. Noi abbiamo scelto quest'ultima, e anche se la guida (un signore con dei moustache spettacolari) parlava solo francese abbiamo colto molte informazioni interessanti.
Tutta l'acqua di Monet
La casa è una meta turistica molto gettonata, anche perché è una tappa dei molti bus turistici che viaggiano verso la Normandia, e quindi il rischio è di trovarla molto, davvero troppo affollata e di non godersi affatto la bellezza del luogo né l'approfondimento del lavoro e della vita del pittore (un consiglio: se potete, chiedete ai custodi di raccontarvi qualcosa delle stanze che visitate, a noi sono sembrati molto ben disposti verso chi non era solo a caccia del selfie da pubblicare sui social!).
Noi entriamo nell'orario di pranzo ed è un giorno feriale, siamo riusciti così a non essere sommersi dalla folla, anche se le persone erano comunque tante. Ora dell'uscita, a metà pomeriggio, la gente era incanalata sui sentieri e ci si poteva muovere solo a passo di lumaca intruppata nel serpentone umano. Valutate il periodo, se deciderete di andarci.
Da qui riprendiamo a seguire il corso della Senna e ci fermiamo per la sera in un campeggio nella cittadina di Pont de l'Arche, particolare perché affacciata su due fiumi – la Senna appunto e l'Eure – che in questo punto scorrono paralleli e vicinissimi, mescolandosi anche in alcuni passaggi.
Siamo praticamente alle porte di Rouen, che visitiamo l'indomani.
Rouen è il capoluogo della Normandia, famoso soprattutto per due cose, una storica e l'altra artistica, legate a due personaggi che in questo viaggio ci guideranno molto.
Il primo personaggio è Giovanna d'Arco, che in questa città fu martirizzata sul rogo. Ci sono una colonna e una chiesa moderna nella piazza in cui venne uccisa. C'è anche un museo moderno e interattivo in città, abbiamo letto recensioni positive ma non l'abbiamo visitato.
L'altro è di nuovo il pittore Monet, che nella sua ricerca sui colori e sulla luce dipinse la cattedrale di Rouen decine di volte, in orari, stagioni, condizioni di luce e meteo differenti. Alla sera – tardi d'estate - sulla facciata della cattedrale proiettano uno spettacolo di luci, come spesso accade su altre cattedrali di Francia. Ma noi non siamo nottambuli e non abbiamo mai assistito a questi spettacoli con le bambine.
E da qui lasciamo la Senna poco prima che concluda il suo viaggio nella grande baia su cui sorgono Honfleur e Le Havre. Molti vengono a visitare queste due città, che sono state ispirazione per i pittori francesi soprattutto impressionisti, e attraversano l'affascinante Ponte di Normandia.
Noi invece pieghiamo poco prima verso est, e puntiamo verso la Costa d'Alabastro...
Le maree e le bianche scogliere di Normandia
Ed eccoci, finalmente: la Costa d'Alabastro con le sue bianche scogliere, gemelle di quelle di Dover, e l'acqua che sarà protagonista dei prossimi giorni non è quella di un fiume ma il mare del Canale della Manica, con il fenomeno affascinante delle maree.
Decidiamo di fare base in un camping municipal nel paesino di Veulettes-sur-mer, non è tra i più famosi ma ci è rimasto nel cuore. Tranquillo, con una panetteria, un minimarket, una lunga spiaggia su cui abbiamo giocato e dove siamo riusciti anche a fare il bagno (sempre con gli orari delle maree in tasca), con tanti baretti e ristorantini sul lungomare e una bella passeggiata.
Da qui, ogni giorno, ci siamo spostati per visitare le località più famose e turistiche della Costa d'Alabastro, come Étretat e Fécamp, e anche qui abbiamo collezionato viste meravigliose e cartoline con le riproduzioni dei pittori “amici” in questo viaggio: i nostri Monet e Courbet sono stati anche qui!
Un altro posto affascinante è la cittadina di Le Treport, con la spiaggia con le casette colorate, la funicolare che conduce dall'alto della scogliera fin giù nel paese, le case coi tetti di ardesia, il faro bianco e verde... e oltre il porto, la piccola cittadina di Mers-Les-Bains, stazione balneare molto di moda a inizio Novecento, che ancora attira visitatori con le sue case colorate sul lungomare.
Il porto che divide le due cittadine fa anche da confine regionale: lasciamo la Normandia e passiamo in Piccardia.
La Somme: dalla natura della baia ai campi di battaglia
Del giro di quest'anno avevamo programmato proprio poco, avevamo solo un desiderio: arrivare fino alla baia della Somme, che ci aveva intrigato nelle descrizioni per il suo essere un'area naturalistica e selvaggia, una sorta di Camargue del nord. Già da un paio di anni c'era un luogo che avremmo voluto raggiungere: Pointe du Hourdel, uno dei due lembi di terra che segnano il punto in cui il grande fiume Somme si getta nel mare. Qui vive una grossa colonia di foche in libertà, che si possono osservare tra il saliscendi delle maree.
Nella baia della Somme trascorriamo qualche giorno, visitando le cittadine affacciate sul mare: Saint-Valery-sur-Somme, cittadina da cui partì William the Conqueror alla conquista del trono inglese nel 1066, e Le Crotoy, che abbiamo raggiunto viaggiando su un treno a vapore nel mezzo di queste campagne tra terra e mare, ammirando i colori, gli agnelli al pascolo e i cavalli selvaggi.
L'ultima tappa prima di ritornare verso l'interno è nel Pas-de-Calais, a Berck-sur-mer, altro paese famoso per un'altra grossa colonia di foche.
Ma la Somme è una regione anche tristemente nota per le battaglie della Prima guerra mondiale. Dopo aver visitato il capoluogo Amiens, ci siamo spostati nella zona che fu teatro di cruente battaglie, in particolare quella del luglio del 1916 tra tedeschi e l'allora impero inglese.
Nella cittadina di Albert (dove c'è un piccolo e comodo campeggio comunale) abbiamo visitato il museo Somme 1916, ma ce ne sono altri nei dintorni, ugualmente interessanti.
Procuratevi una cartina che segnala tutti i monumenti e memoriali che si possono visitare. Noi abbiamo scelto quello di Beaumont-Hamel, dove combatterono i soldati canadesi ed è ancora oggi gestito dal governo canadese, con i ragazzi delle scuole che trascorrono l'estate qui facendo un tirocinio come guide.
Il campo è ancora perforato dalle buche delle esplosioni e percorso dagli avvallamenti delle trincee, che in parte si possono percorrere. È suggestivo e sicuramente un luogo che fa riflettere sugli orrori della guerra, di quella e di tutti i tempi.
Siamo saliti seguendo la Senna, riscendiamo seguendo la Somme: tra le vie d'acqua francesi, queste due hanno tracciato gran parte del nostro viaggio.
Il ritorno
Dopo aver lasciato la Somme, il caso ci porta a sostare in un altro paese circondato dall'acqua, scelto perché ha un campeggio semplice vicino a un impianto sportivo che ci fa comodo come posizione e... anche per giocare un po'. Il paese di La Fere è in una zona umida che circonda il fiume L'Oise.
L'ultimo sfizio che vogliamo toglierci, prima di tornare a casa, è un'ultima tappa di un altro filo conduttore di questo viaggio di cui ancora non vi ho parlato.
Uno dei personaggi che ci ha accompagnato, incrociando luoghi significativi per lei, è stata Jeanne d'Arc, Giovanna d'Arco. Per questo, scoperto che il suo paese natale è sul nostro tragitto e nel piccolo paese c'è un camping comunale tanto comodo, decidiamo per una tappa a Domremy-La-Pucelle, in Lorena.
È davvero un minuscolo paesino dove l'attrattiva principale è la casa natale di Jeanne, accanto a cui sorge un museo moderno e interattivo davvero fatto bene. C'è il percorso storico, che spiega la Guerra dei Cent'anni, anche mostrando l'impatto sulla gente di qui che viveva sui confini, il filone sociale che mostra come era la vita ai tempi di Jeanne, un percorso specifico per i bambini che mostra com'è invece la vita di Jeanne bambina, tra scuola, giochi e altre abitudini.
Però in fondo, non siamo veramente pronti per ritornare, così ci concediamo altri due giorni di riposo assoluto in Alsazia, senza mettere in programma nulla oltre a degustazioni di vino, passeggiate tra le vigne, un trenino, un laboratorio in una cioccolateria e un pomeriggio in piscina. Ops, avevamo detto riposo...
Potrebbe interessarti anche
- TOCCATA E FUGA in Francia
(ovvero diario di un breve ma intenso viaggio in posti amati)
- Borgogna, Bassa Normandia, Valle della Loira - diario di viaggio in camper -