L’isola della DONZELLA
Un nome curioso per questa terra strappata al mare che si trova sotto al suo livello, delimitata verso la laguna da possenti argini dove il lavoro dell’uomo e delle idrovore riesce a mantenere in vita questo territorio. Secondo la leggenda il termine donzella si dice derivi dalla stato civile nubile della figlia del nobile veneziano Francesco Farsetti, che annegò in quel ramo del Po.
Ma di nomi curiosi qui ce ne sono tanti, come lo stesso Ca’ Mello che nacque in seguito a un errore cartografico nel 1800 quando la parola “cammello” rappresentava le due gobbe del territorio in quanto il tracciato sinuoso formava due anse (gobbe) e il termine fu troncato e diventò Ca’ Mello.
Il parco regionale nacque nel 1997 e questa zona del Delta veneto esiste dal 1604 quando il fiume Po fu deviato a sud verso la Sacca di Goro con un canale artificiale che è il suo letto attuale. Questo intervento è conosciuto come il "Taglio di Porto Viro" e determinò l'inizio della formazione del Delta moderno.
Subsidenza, una parola che sentirete dire da chi abita qui, ma che cosa significa? Sprofondamento del territorio. Una minaccia ma anche una convivenza e consapevolezza che queste sono terre strappate all’acqua e sotto al livello del mare, dove le opere di bonifica fanno parte della quotidianità.
→TREKKING
Questa e altre storie, ce le ha raccontate Isotta, la guida escursionistica ambientale di AQUA che ci ha accompagnato nel trekking di domenica mattina in un percorso ad anello di 10 km nell’Oasi di Ca’ Mello.
Ecco l’agenzia a cui ci siamo affidati per questa escursione:
Aqua SRL
Via Romea Comunale, 277/A
45019 Taglio di Po (RO)
Tel. +39 0426 662304 - Fax +39 0426 661180 - E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
https://www.aqua-deltadelpo.com/
Tra zone umide, canali, terreni coltivati, visione verso la sacca degli Scardovari, cenni storici del territorio la camminata ci ha permesso di conoscere meglio questo territorio funestato da alluvioni, popolazione dimezzata negli ultimi 55 anni, storie di agricoltori di mare e tanto altro.
Tre ore di trekking e di cultura del territorio. Avvistate lepri saltellanti e conosciuto piante selvatiche locali dai nomi curiosi detti pure in lingua veneta con indicazione anche per quelle commestibili. Il profumo pungente del biancospino è inconfondibile e colora di bianco i cespugli in queste zone umide, così come le infiorescenze delle acacie.
Ma lo sapevate che con i fiori dell’acacia si possono preparare delle frittelle dolci? Noi non le abbiamo mai assaggiate, però qui ci si assicurano che è proprio così e sono buonissime!
Menzione speciale per i prodotti contraddistinti dall’IGP e dalla DOP, quali il riso e le cozze, vero vanto di questa terra che a livello nazionale offrono qualità ed eccellenza.
Isotta ci ha permesso di entrare nel cuore di questa terra e comprenderne tutte le sue sfaccettature e di vivere il parco in
punta di piedi, permetteteci la metafora, nonostante stiamo parlando di trekking, ma soprattutto scoprire la sua fragilità.
Volpi e caprioli sono visibili soltanto al mattino presto o a sera tardi, purtroppo non ne avvistiamo nemmeno uno… Ahimè!
Isotta, la nostra guida, conosce il camper, mi racconta che l’ha noleggiato tante volte, un mezzo molto versatile per viaggiare e il Delta del Po, dimostra la sua vocazione molto friendly nei confronti del nostro settore… i tanti camper sparsi sul territorio lo confermano!
→IN BICI
Segnate E3, è l’anello della Donzella lungo circa 60 chilometri con punto di partenza e arrivo a Porto Tolle, comunque è possibile percorrerlo anche a brevi tratti facendo ritorno da dove si inizia. Si pedala su argini e strade campestri e si ammirano scorci che cambiano ad ogni pedalata, si passa da grandi distese di terra coltivata a riso e granturco alternando tratti verso la laguna o fiancheggiando il grande fiume: il PO.
Noi ci siamo limitati ad una quindicina di chilometri in bicicletta dall’agricamping dove eravamo ospiti fino ad arrivare verso l’Oasi di Ca’ Mello.
→IN CAMPER
Da l’Oasi di Ca’ Mello dove abbiamo sostato la domenica mattina (punto di ritrovo del trekking di cui sopra), abbiamo pranzato e poi siamo partiti con un tour a tappe, dove gli spiazzi a bordo strada ci consentivano le soste per poter fotografare e ammirare l’alternarsi del paesaggio.
Dapprima la sacca degli Scardovari, uno dei paesaggi più riconoscibili e caratteristici del Delta del Po, dove spiccano le cavàne dei pescatori, tipiche costruzioni in legno su cui è apposto un numero e il marchio della cozza DOP, qui chiamati anche “peoci”.
Ci fermiamo a scrutare un’idrovora, le parole di Isotta del mattino sono ancora forti nei nostri pensieri “grazie al lavoro delle idrovore, il territorio è salvo!”. Un lavoro di bonifica iniziato nel passato che tuttora è vivo e presente sul territorio.
Macchie rose a pelo dell’acqua che si spostano con ritmi ben coordinati e di gruppo ci fanno presagire la presenza dei fenicotteri rosa. Fermato il camper, avvicinati alla riva e li vediamo nel loro fare ben noto alla ricerca di cibo. Un vero spettacolo della natura! Senza nulla togliere ad altre specie qui presenti già avvistate come l’airone o i gabbiani, ma i fenicotteri rosa regalano davvero grosse emozioni.
Proseguiamo il nostro tour e raggiungiamo Santa Giulia dove si trova il famoso e curioso ponte delle barche, uno dei 4 presenti nel Parco del Delta del Po. Lo attraversiamo a piedi. Un rumore di assi di legno che lo rende molto “elastico” e le famose barche o chiatte che lo caratterizzano legate tra loro formano questo ponte così originale. Fu costruito con natanti in cemento risalenti agli anni Venti del Novecento per unire le sponde opposte del Po di Gnocca.
A Santa Giulia si trova pure l’osteria Arcadia, che vinse la puntata 4 ristoranti della fortunata trasmissione televisiva di Alessandro Borghese, dove lo slang del posto è “cose buone dal mare, secondo la stagione”… Noi non lo abbiamo provato, però se siete curiosi di scoprire il vincitore di questa puntata, a voi la scelta!
Ca’ Tiepolo è la nostra ultima tappa. È una frazione del comune di Porto Tolle, affacciata sul Po di Venezia come si legge sulle targhe turistiche. Sulla piazza principale trionfa la statua di Ciceruacchio, nomignolo dato ad Angelo Brunetti, che seguendo l’eroe dei Due Mondi con l’obiettivo di raggiungere Venezia, qui trovò la morte fucilato dall’Imperial Regio il 10 agosto 1849. Nel 1990 fu girato il film “In nome del popolo sovrano” diretto da Luigi Magni, con Alberto Sordi e Nino Manfredi, che racconta la storia di Angelo Brunetti.
La cosa che ci attira maggiormente è una targa posta a circa 2 metri da terra che ricorda il livello dell’acqua dell’alluvione del 4 novembre 1966. Impressionante immaginarsi tutto il territorio, case comprese, coperte da acqua e fango...
Non dimenticando che nel 1951 ce ne fu un’altra conosciuta come la “grande alluvione del Polesine”.
Il nostro fine settimana termina qui a Ca’ Tiepolo. Rientriamo per rispettare il coprifuoco ancora vigente in questo periodo. Ci hanno parlato di un affascinante tramonto che si ammira da Barricata, ma per questione di orario, preferiamo non andare “fuori legge” e tenerci questo spettacolo della natura in sospeso per un viaggio di ritorno qui.
Tra poche settimane (fine maggio/inizi giugno) Ca’ Mello si colorerà di un delicato viola quando la lavanda sarà in fiore, introduzione recente in questa zona...Chissà che non sia l’occasione buona per ritornare!