Origami-Caravan
Roulotte pieghevoli? Curiosità, storia e tipologie...
Lo spunto per questa chiacchierata mi è venuto dal buon Lorenzo che, giusto pochi giorni prima del lockdown, mi ha proposto di andare a vedere una caravan pieghevole in vendita; ne è scaturito un video a mio parere simpatico, che potete trovare sul canale YouTube di Vacanzelandia e una recensione (se l'avete persa cliccate QUI), e la voglia in me di raccontare un po’ questo strano mondo ormai perduto.
Le caravan pieghevoli sono state un fenomeno commerciale partito agli albori del caravanning e che ha resistito in Europa fino pressapoco all’inizio del nuovo secolo; altrove, però, è tutt’ora vivo e vedremo in che modo.
Nonostante questa tipologia di caravan sia stata sempre “di nicchia”, non c’è un unico modo di interpretarla perché si parte da caravan che hanno più punti di contatto con il carrello tenda fino ad arrivare a mezzi che risultano molto più affini alle caravan tradizionali; in un certo senso parlare di “roulotte”, “caravan”, “carrelli tenda” è sempre molto riduttivo: forse sarebbe meglio definirli come “rimorchi abitabili”, o forse … no! Le categorizzazioni sono una caratteristica molto umana ma lasciano sempre a desiderare perché alla fine siamo tutti speciali, ognuno a modo proprio.
Se vogliamo trovare un comune denominatore che sta alla base di questi mezzi direi che è la facilità di traino, vuoi perché non si possiede una trattrice poderosa, vuoi perché piace buttarsi in fuoristrada leggero: chi sceglie (sceglieva) questi rimorchi lo faceva proprio per quelle ragioni.
Vediamo quindi di capirci qualcosa, spesso con l’aiuto di immagini da inserzioni online, delle quali ringrazio vivamente coloro che le hanno pubblicate.
Nonna Dethleffs
In Germania, negli anni ‘30 del secolo scorso, c’era qualcuno che pensava a farsi le vacanze all’aria aperta invece che a costruire cannoni e carri armati: a Isny, nell’Algovia (Germania meridionale), Herr Arist Dethleffs creava la sua prima caravan e la faceva appunto pieghevole (o più precisamente: ribassata). In precedenza le caravan, soprattutto di produzione britannica, erano molto più mutuate dai carri dei gitani o dai vagoni ferroviari tipo Orient Express: di fatto il fenomeno in Gran Bretagna partiva dalle classi alte, le quali disponevano di trattrici sovradimensionate, almeno per i parametri dell’epoca. In Germania invece il movimento parte dalla classe media borghese e quindi l’obiettivo era la trainabilità con le auto normali dell’epoca, scarsissime in cavalli.
I carrelli / caravan del secondo dopoguerra
Il secondo dopoguerra in Europa fu caratterizzato da un livello di vita generalmente basso, ma da tanta voglia di evadere e lasciarsi alle spalle la brutta parentesi del conflitto; si trattò di un fenomeno trasversale, che quindi interessò gli inglesi come i tedeschi, i francesi come gli italiani e via di seguito.
Se la parte del leone in questa voglia di vivere la fecero le tende, magari di origine militare, si videro anche nascere ovunque piccole aziende che proponevano rimorchi minuscoli, tali da poter essere trainati anche da moto sidecar o scooter: si trattava principalmente di carrelli tenda, ma videro la luce anche modelli rigidi pieghevoli, a volte con soluzioni decisamente fantasiose e ardite. È praticamente impossibile citarli tutti, io periodicamente ne scopro di nuovi, però vi lascio alcune chicche per darvi un’idea di cosa bolliva in pentola tra la fine degli anni ‘40 e la fine dei ’60.
L’inglese Propert commercializzò un microcaravan che si apriva con un movimento basculante, rivelando un interno minimale ma comunque sorprendente.
L’italiana Laika (sì, proprio la Laika!) tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio dei ‘60 mise a punto quel gioiello di caravan a gusci sollevabili che è conosciuta con il soprannome di “cannocchiale”; è ancor oggi restaurata e richiesta per il colpo d’occhio che fa normalmente al traino di Fiat 500 coetanee.
Nello stesso periodo in Norvegia vide la luce la Widerøe Lillebror, una via di mezzo tra una roulotte pieghevole e un carrello tenda visto che il tetto era in tela mentre il resto in compensato marino.
Il carrello / caravan Rapido
È nel 1958 che la Rapido, fabbrica francese della regione dei Paesi della Loira (Châtillon-sur-Colmont) inizia a commercializzare una della caravan pieghevoli più sorprendenti: la logica di base è quella del carrello tenda, ma le pareti ed il tetto sono in compensato accoppiato con vetroresina. La caravan richiede un po’ di lavoro per essere assemblata, però il concetto è valido e il prodotto inizia ad essere venduto in numeri interessanti: chiaramente è un prodotto per il campeggio semistanziale, molto spartano, però si può agganciarlo a qualsiasi utilitaria dell’epoca, offre un riparo meno “provvisorio” rispetto ad un carrello tenda (è più una percezione che altro, ma tanto fa), si può chiudere anche se ha appena smesso di piovere, si ripone in garage coricandolo su un fianco come un carrello e infine le pareti non soffrono l’invecchiamento come accade ai fratelli telati.
Tanto basta, è un successo in tutta Europa e la gamma si amplia arrivando a tre misure disponibili con disposizioni interne via via più articolate. Il mezzo poi è davvero robusto e duraturo, tanto che se ne trovano ancora in circolazione anche in Italia a distanza di più di trent'anni dalla fine della produzione.
Un accenno ad un modello emulo italiano, la Maggiolina (che mi risulti nulla a che spartire con la notissima tenda da tetto della Autohome): capita raramente di trovarne una in vendita, normalmente le condizioni sono molto compromesse, comunque si trattava di un carrello che si apriva con la stessa logica di un carrello tenda “automatico”, con la differenza che tutte le pareti erano rigide. Vi lascio qualche foto per curiosità.
Le caravan pieghevoli vere e proprie
Nello stesso 1958 a Rouen (Normandia), non lontanissimo dalla Rapido, nasce l’Esterel, che si configura già come una vera e propria pieghevole rigida; la parte inferiore è di fatto una caravan tradizionale, ma il tetto è posizionato a circa un metro da terra: arrivati in campeggio il tetto si alza insieme alle pareti anteriore e posteriore, poi le pareti laterali incernierate sulla base si ruotano andando a formare la cellula. Il mobilio è tutto smontabile e contenuto nella base: in pochissimi minuti la caravan è pronta all’uso, quindi non si è più necessariamente legati a soste lunghe, ma il tutto consente anche tappe intermedie di viaggio.
L’altezza da terra è contenuta entro l’altezza stessa della vettura, spesso anche meno, e quindi non offre alcuna resistenza aerodinamica quando si viaggia. Il peso è certamente superiore a quello del carrello / caravan Rapido e quindi un po’ più di potenza è necessaria, ma sempre alla portata di una vettura di classe economica.
Anche questo è un grande successo, soprattutto in Francia dove le “vacances” assumono subito l’impronta plein air, ma anche in altri paesi d’Europa anche se un po’ meno da noi in Italia dove la motorizzazione è ancora tutta basata sulle 500 e 600 Fiat. Molto velocemente si affiancano altri modelli analoghi, per esempio i notissimi Rapido, ma anche modelli d’oltremanica e altri derivati stretti dai carrelli più piccoli (mi ricordo un depliant degli anni ‘70 con alcune piccole Raclet).
Impossibile qui fare una storia dettagliata, richiederebbe una ricerca talmente minuziosa che io onestamente non riesco a sviluppare; sarebbe bello che qualcuno tra noi, magari con meno impegni lavorativi da onorare rispetto a me, potesse dedicarvici.
Queste caravan rimangono in listino fino alla metà degli anni ‘90: io stesso tentai di acquistare una Rapido nuova nel 1991 ma poi non riuscii a trovare l’accordo finale con il concessionario.
Ormai anche la scelta di caravan pieghevoli sul mercato dell’usato è molto bassa: pochi sono i modelli sani, complice l’abitudine di lasciare aperto il mezzo quando non in uso, errore fatale perché acqua in questo modo penetra la parte inferiore del mezzo per un fenomeno di capillarità nella zona delle cerniere.
Caravan con tetto ribassato
Questo tipo di mezzi è tutt'ora in produzione in Europa in svariati modelli che vanno dal tetto sollevabile con pareti in tela (tra le più note Eriba, Trigano) a quello sollevabile con pareti rigide (Trigano): personalmente da 14 anni ne posseggo una, con la quale ho fatto parecchie decine di migliaia di chilometri e alla quale sono molto affezionato, però non mi pare che si possa definirle “pieghevoli” quindi non vado oltre a questo doveroso accenno.
Le pieghevoli con pareti in tela
Anche questa tipologia ha avuto vasta diffusione, resistendo ancora in certi paesi: si tratta di pieghevoli a tutti gli effetti, ma le pareti invece di essere rigide sono in tela. Questa soluzione consente una forte riduzione dei pesi a scapito di un utilizzo non 4 stagioni visto il minore isolamento dall'ambiente esterno.
Vorrei citare qui le ormai scomparse Apeldoorn olandesi,
talmente robuste da essere utilizzare regolarmente anche oggi, e le raffinate Camp Let Safir danesi.
Le pieghevoli extraeuropee
Abbiamo detto che in Europa la caravan pieghevole è praticamente morta e defunta – almeno per il momento! - ma questo non significa che lo sia in tutto il mondo. Negli USA infatti, che dal punto di vista del plein air è tutto un altro mondo, sopravvivono per esempio le originalissime Aliner,
Il bello di vivere nel 2020 è che basta aprire il computer e cercare su Google o Youtube e si scovano cose interessantissime che in passato era impossibile persino immaginare perché ci si sarebbe dovuti recare sul posto per poterle scoprire.
In futuro?
Spero come sempre di aver stimolato la vostra curiosità; mi scuso se abbiamo saltato un appuntamento ma con la pandemia in atto io invece di non sapere che fare mi sono trovato con un raddoppio dell’impegno lavorativo, quindi ho dovuto ridurre il tempo disponibile per “giocare”.
A presto.
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