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Il viaggio comincia a Orvelte (NL) (N.52.84303 – E.006.65845), un tipico villaggio olandese ricostruito con cura nel quale si svolgono delle attività con le modalità e gli attrezzi dell’ottocento. È una peculiarità che nel Nord Europa si incontra spesso. Un modo intelligente per mantenere vive tradizioni e mestieri che altrimenti finirebbero per andare perduti. |
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Hindeloopen (NL), (N.52.92578 – E.005.41116) una delle molte cittadine che possono aspirare ad essere chiamate delle piccole Venezia. I canali separano le proprietà, che sono tenute in maniera eccellente, anche se abbiamo notato che nessuna ha recinzioni di protezione, non tanto dai malfattori, ma dal pericolo di cadere in acqua. Belli il centro e il porto, gremito di barche all’inverosimile. |
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Enkhuizen (NL), (N.52.70602 – E.005.29045) una graziosa cittadina che si è sviluppata vicino ad un antico borgo di pescatori che invece di essere lasciato andare alla malora, anche qui, è stato recuperato e valorizzato sia come museo all’aperto, che con la riscoperta delle antiche professioni. L’unico posto dove abbiamo preso quattro (benedette) gocce d’acqua, scusate la divagazione personale.
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Marken (NL), (N.52.45377 – E.0010027) un piccolo borgo con un bel porticciolo e delle casette tutte uguali e… verdi. Di case molto piccole, anche se su due livelli, ne abbiamo notate molte in Olanda. |
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Amsterdam (NL), (N.5236533 – E.004.95951) canali e biciclette, ma non solo. Sicuramente, qui è più facile comprendere lo spirito tollerante olandese favorito dal meno intransigente protestantesimo, anche se talvolta lascia sconcertati. Mi aspettavo qualcosa di più maestoso, come seconda capitale, ma ha molto da offrire, a cominciare dal museo.
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Kinderdijk (NL), (N.52.01846 – E.004.37796) la zona dei mulini a vento per antonomasia. Ne abbiamo visitato uno, ma non era un gran che. Però è bella la zona e i lunghi canali e, poiché siamo in Olanda, è gioco forza includerla nell’itinerario, essendo i mulini (e i tulipani) il simbolo del Paese. |
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Delft (NL), (N.52.01845 – E.004.37796) ho cercato invano la “stradina di Delft” ammirata nel museo di Amsterdam e così la veduta di Delft, di Vermeer. Non che mi illudessi, in verità, ma un po’ confesso che ci speravo. Alcune città mantengono immutato il loro fascino e Delft è una di queste. |
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Middelburg (NL), (N.51.49418 – E.003.61526) una piazza e un municipio incantevoli, perderla sarebbe un delitto. Per noi ultima tappa in Olanda, prima di volgere la prua verso il Belgio. |
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Bruges (B), (N.51.19605 – E.003.22553) sarà che adoro le antiche case che si affacciano sui fiumi, sarà che è una bella città di suo, ma conserva ancora molto del suo splendore tardo medievale.
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Gand (B), (N.51.05058 – E.003.68198) arrivò ad essere la maggior città del Belgio e conobbe uno sviluppo economico notevole per diversi secoli. Oggi, le testimonianze di quel periodo aureo sono ancora ben visibili, nei palazzi e nelle chiese: peccato che quando ci siamo arrivati noi il centro storico fosse tutto un cantiere. |
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Tournai (B), (N.50.60434 – E.003.38207) anche qui grande sfoggio di eleganza e opulenza, che naturalmente rispecchiavano le fortune economiche della città. Una tappa godibilissima.
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Waterloo (B), (N.50.67845 – E.004.40485) “la battaglia” per definizione. Un’alta collina da cui domina tutta la pianura circostante il leone britannico, testimonianza imperitura di una vittoria che ha cambiato il corso della storia. Ai piedi della collina, alcune carrozze e qualche cannone del tempo.
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Namur (B), (N.50.45757 – E.004.85887) forse meno appariscente rispetto ad altre città, anche per la sua natura di presidio militare, ha un fascino antico che si ritrova nelle vie del centro e nella sua piazza maggiore.
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Dinant (B), (N.50.26208 – E.004.91462) una bella chiesa, delle vetrate meravigliose (forse non originali) e alcune belle case. È sulla strada per il Lussemburgo. Potabile. |
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Luxemburg, ( N.49.61766 – E-006.121611) non so se già esisteva ai tempi di Vespasiano, ma se ci passasse ora sono certo che la celebre frase “pecunia non olet” non la pronuncerebbe. In Lussemburgo l’odore del denaro si avverte, eccome se si avverte. È un principato che nessuno ha mai disturbato e ci trovi quello che ti aspetti. Il palazzo della foto, se ne vede solo la metà scarsa, è un ospizio.
E dopo aver visto dove mettono i loro risparmi quelli che ne hanno, torniamo a casa a cercare refrigerio.
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