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Per attraversare le Alpi, abbiamo scelto il valico del Monginevro con i suoi bellissimi panorami, partendo da Verona, Alessandria e tagliando fuori Milano e Torino. Si fanno un po’ di km. in più ma si risparmiano tempo e traffico. Il viaggio, in Francia, è stato di 4.000 km. circa ai quali aggiungere, per noi, altri 850 km. da Verona al confine e ritorno.
Ve lo racconto: hai visto mai che a qualcuno possa interessare e trovare di qualche utilità queste note.

AUTUN2Viaggio tranquillo e veloce fino al valico del Monginevro che non avevo mai superato. Non é molto impegnativo e si arriva rapidamente in Francia. Alla frontiera deiAUTUN1 gendarmi dall’aria annoiata ci hanno fatto passare senza problemi. Abbiamo attraversato una verdissima vallata ricca di pascoli e bianche giovenche che si alternano a fitti boschi e abbiamo pernottato in autostrada prima di Grenoble in una delle attrezzatissime aree di sosta. Aggirata la caotica Lione, prima tappa AUTUN (F). Una discreta cittadina con una chiesa in totale restauro e, a mio avviso, già oggetto di qualche rimaneggiamento considerando che le pietre sembrano appena uscite dal marmista. Ripulire le pietre riportandole al nitore originario, a mio avviso, non è la scelta più indovinata, perché si rischia l’effetto contrario: troppo nuove per essere autentiche. Ha una bella e vasta piazza con dei curiosi alberi con le chiome potate a cubo, tecnica che ritroveremo anche in altre città. Molto bello il palazzo dell’accademia militare, ma purtroppo non visitabile internamente. Forse stavano celebrando un matrimonio, perché parcheggiate davanti al cancello c’erano una sfilza di Citroên degli anni ’40 e ’50 addobbate di fiori. Si può fare una piacevole passeggiata nelle vie del centro. Discretamente conservata la porta romana nella cinta muraria. Non imperdibile. (46.962665/004.305812 nel parcheggio del supermercato Lecler).

VEZELAY2Non lontana, su un colle, la graziosa VÉZELAY (F). Salda sul cocuzzolo la bella chiesa romano gotica è stata vittima delle molestie di quel pasticcione di Viollet Le Duc.VEZELAY1Osservandola, mi ha ricordato il commento che fece Rossini dopo aver ascoltato il pezzo di giovane compositore di scarso talento ma che si credeva un valente innovatore: “C’è del nuovo e c’è del bello; ciò che è bello non è nuovo, ciò che è nuovo non è bello”. Però nonostante tutto, merita la faticosa scarpinata per arrivarci. La bella facciata con il timpano e le undici statue, le alte vetrate, il massiccio campanile, compensano la fatica. Il paese era anche un punto di incontro per i pellegrini che giungevano dal Nord per affrontare il lunghissimo Cammino di Santiago sostenuti da una fede incrollabile o gravati da una coscienza non proprio immacolata. Molti i negozi che si affacciano sulla via principale, oltre agli immancabili bar e ristoranti. Poca paccottiglia, bella roba di qualità. (47.462616/003.743653 vasto parcheggio prossimo al paese).

NOYERS1Lunga tirata sulle tranquille, ma non larghissime, strade dipartimentali attraversando la opulenta e ondulata campagna punteggiata di boschi dai quali spuntano i tetti di microscopici villaggi. Arrivo all’incantevole NOYERS-SUR-SEREIN (F).NOYERS2Un “antico” borgo medievale, se mi passate la tautologia, lasciato come Dio comanda: ben tenuto, ma non rifatto. Le case, molte a graticcio, mostrano i segni del tempo senza imbarazzo, lasciandosi ammirare in tutto il loro charme. Gli angoli e le piazzette, l’acciottolato irregolare e i portici restituiscono un’atmosfera medievale quasi intatta. Perfino il tempo sembra scorrere più lentamente. Anche i negozi e le botteghe artigiane sembrano seguire questa logica: non sono moltissimi, nessuno espone il ciarpame caro al turista della domenica, ma propongono oggetti d’arte o di artigianato di un certo pregio e non hanno l’aria di inseguire il profitto ad ogni costo. Gran bel posto. (47.694284/003.743653 ottimo parcheggio ombreggiato).

 

Arrivare a FONTAINEBLEAU (F) di domenica a mezzogiorno non è la scelta più brillante da compiere e ho penato parecchio per trovare un posto, ma alla fine mi sono sistemato bene e ho trascorso la notte tranquillo, con poco traffico e poco rumore. La reggia è “una reggia” nel FONTAINEBLEAU2senso pieno del termine. Oggi fanno parte della tenuta i vasti giardini con le immancabili fontane, ma gran parte del bosco è tornato demaniale. Fu edificata come casino di caccia, inglobando una sterminata foresta ricca di selvaggina. Finì per essere un casino e basta.FONTAINEBLEAU1 Maestosa e magnifica, con grandi saloni e camere superbe, fu anche la residenza preferita di Napoleone che la riempì dei simboli del suo ego smisurato, assecondato da interessati cortigiani, e finendo per scadere spesso nella pacchianeria. Geniale e visionario e a suo modo innovatore come pochi altri nella storia, nella vita quotidiana non riuscì mai a liberarsi del tutto dalle sue origini piccolo borghesi. Rimangono comunque, lui e la reggia, tra i più significativi simboli di Francia. Anche il resto della città non è affatto da sottovalutare e abbiamo approfittato della giornata di mercato per ammirare i palazzi sontuosi lungo la via principale. (48.400034/002.695405 lungo il viale alberato a 100 metri dalla reggia).

VAUX LE 2Da anni avevo la curiosità di visitare il fatale castello di VAUX-LE-VICOMTE (F) che ha segnato l’apoteosi di Nicolas Fouquet, l’abile ministro delle finanze di Luigi XIV, che ebbe l’ardire e l’imprudenza di voler sorprendere il re suo ospite organizzando una festa grandiosa come non se n’erano mai viste: con spettacoliVAUX LE1 pirotecnici e giochi d’acqua, in cui gli oltre mille commensali furono serviti con stoviglie d’oro. Due settimane dopo era in catene e sotto processo per malversazione. Il rancoroso Luigi lo fece condannare all’ergastolo accusandolo di essere un ladro (bei tempi, quelli). Un errore grossolano e incredibile da parte di un uomo tanto astuto e prudente. A perderlo contribuì quel tirapiedi di Colbert, suo braccio destro e, poi, suo successore. La villa, degna di un uomo tanto potente, è di una eleganza straordinaria, con simmetrie perfette e di singolare buon gusto. Magnifici gli arredi, dai mobili agli arazzi, dalle tappezzerie ai dipinti e il tutto inserito in giardini immensi ricchi di fontane e di enormi vasche. Le opere idrauliche per realizzarle sono talmente ingegnose e complesse che ancora oggi sembra sia possibile rimetterle in funzione. Le due grandi dependance che fanno ala al castello, furono adibite ad ospedale militare durante la Grande Guerra e oggi ospitano un interessante museo delle carrozze. Come Fontainebleau, non dista molto da Parigi e vale sicuramente la breve deviazione. (568863/002.713589 grande parcheggio di fronte alla villa).

REIMS2Rieccoci a REIMS (F). La strada per arrivarci attraversa una bella campagna, ma non abbiamo notato i celeberrimi vigneti che ne hanno fatto la capitale mondiale dello champagne. Ci sono, in compenso, molti corsi d’acqua… C’eravamoREIMS1 stati molti anni fa, ma l’emozione davanti alla cattedrale che ha visto l’incoronazione di tutti i re di Francia ed è stata testimone della storia di questo paese, è stata la stessa. È stupenda dentro e fuori e tra le innumerevoli sculture e le splendide vetrate dei tanti rosoni c’è da perderci la testa. Ogni volta sono sorpreso e affascinato da quelle volte slanciate e leggere che sembrano sollevarti e librarti in aria e nel contempo farti sentire così piccolo.
Questa volta, dopo averla rivisitata dentro e fuori, abbiamo dedicato del tempo a ciabattare per il centro, che non è affatto male. Abbiamo anche raccolto il guanto di sfida di una delle tante e fornitissime boulangerie della zona, tenendo alto l’onore italico. (49.245147/004.027551 bel parcheggio all’ombra vicino allo stadio, non vicinissimo alla cattedrale, ma nemmeno troppo distante).

Circa 180 km di campagna a perdita d’occhio e vaste coltivazioni di tabacco, grano, mais ed eccoci in campeggio ad AMIENS (F). Stranamente, è raro trovare delle fattorie isolate in mezzo alla campagna anche quando l’uniformità delle colture farebbe pensare ad un unico proprietario. Tappa tecnica, ma non solo. Dal campeggio, davanti al cancello, si può prendere il bus n.9 e arrivare in centro a due passi dalla cattedrale. In alternativa, col n.8, si arriva ugualmente in centro, ma dopo aver visitato, per la modica cifra di 1.40 € i vasti dintorni della città. Se la giornata è limpida forse si possono vedere le spiagge dello sbarco. Un giro pazzesco: pensavo di essere salito su un mezzo della FLIXBUS perAMIENS2 errore. Non ricordo perché ho inserito questa città nel viaggio, ma raramente una scelta è stata più azzeccata. É la AMIENS1cattedrale più grande di Francia ed è meravigliosa. Dopo un po’ che in una piazza fotografavo i particolari di un portale dalla incredibile lavorazione, mi sono accorto che si trattava del transetto, cioè la porta di “servizio”. La facciata principale non è descrivibile con i comuni aggettivi, bisogna vederla. Che razza di artisti fossero quegli “scalpellini”, lo si può comprendere solo davanti a queste opere. All’interno, altissimo, i rosoni, le vetrate, le balaustre delle finestre si contendono l’attenzione di chi entra. Gli archi hanno un’altezza che sembra sfidare le leggi naturali e forse per questo, gli amanti del genere, hanno ipotizzato che “l’inventore” del gotico, uno stile che compare improvvisamente e non sembra l’evoluzione di altri, fosse un extra terrestre. Si sarebbe tentati di credergli, ma in realtà l'arco a sesto acuto è mutuato dall'architettura mediorientale e tracce se ne trovano in quella romanica. Conserva la reliquia della testa di S. Giovanni Battista: come i crociati siano riusciti ad individuarla dopo 12 secoli dal drammatico distacco, non è dato sapere. I pataccari contendono alle peripatetiche il primato di mestiere più antico del mondo. A fianco dalla cattedrale si sviluppa il pittoresco quartiere di St. Leu, circondato da un canale, con le sue variopinte case ad un solo piano, i grandi vasi di fiori e le innumerevoli botteghe e locali in cui si può pranzare spendendo il giusto. Non manca, ovviamente, la sciccosa via del cazzeggio. Anche il tempo è stato meraviglioso in questa bella città. Camping Parc de Cignes (49.921757/002.256599).

BEAUVEAIS2Una settantina di chilometri ed ecco BEUVEAIS (F). La sua cattedrale dicono sia la più alta di Francia e la sua storia un po’ assomiglia quella di Babele. Non paghi di averla fatta così grande, vollero aggiungere altro e gli crollò in testa, due volte. I maestri che costruirono queste fantastiche cattedrali dovevano essereBEAUVEAIS1 davvero orgogliosi del loro talento: l’arditezza di certe soluzioni ancora oggi non cessa di stupire. Al suo interno c’è un bellissimo orologio astronomico con figure in movimento che è anche un capolavoro di meccanica. Se il rinascimento fu il momento in cui si concentrarono i massimi pittori e scultori, i due secoli che lo precedettero videro artisti straordinari di cui talvolta non si hanno notizie certe, a parte alcuni che "firmarono" le loro opere. Il centro della cittadina è assai godibile e la bella piazza del municipio, pur se di epoca non antecedente il XIX secolo mostra armoniosi palazzi e le vie intorno una interessante pavimentazione di porfido di vari colori. Immancabile il giro nella zona pedonale. (49.424760/002.090848 bel parcheggio con c.s. Sembra scomodo, ma la cattedrale è ai piedi della collina a una ventina di minuti).

ETRETAT2Ancora 170 km. e siamo in Normandia ad ammirare le falesie a ÉTRETAT (F). Dal parcheggio in 20 minuti a piedi si arriva alla cittadina e, alle sue spalle, le famose falesie e gli spettacolari archi naturali. Ovviamente li ho fotografati, ma con ben diverso effetto rispetto ai quadri di Gustave Courbet. Il fotografo, inETRETAT1fondo, è un pittore mancato o, se vogliamo, impaziente. Chi non vuole andar di gambe, può prendere il trenino e fare un giro panoramico. Speravamo di cenare ammirando il tramonto dalla scogliera e magari l’indomani, puntando la sveglia, attendere che “dal bel trono suo l’alba sorgesse”, ma si trovano alla fine del paese e ci si arriva solo a piedi, tra l’altro abbastanza distante dall’area di sosta. Da vedere, se si viene in Normandia. Camminare sui ciottoli della spiaggia non è facile, ma è il modo migliore per ammirare il gli archi naturali. Un ripido sentiero conduce sopra le falesie e offre un fantastico panorama. Anche il paese, pur nella sua spiccata vocazione turistica, è molto carino e vivace. Sconsiglio i fine settimana: di giovedì c’era mezzo mondo. (49.700425/000.215981 c.s. a fianco del campeggio municipale).

BEAUVRON1La scelta di usare le strade nazionali per i trasferimenti, stavolta non si è rivelata azzeccata. Tutti i TIR di Francia si erano dati convegno nel chilometro di superstrada a 6 corsie che passa davanti al porto di Le Havre. Quando siamo riusciti a venirne fuori, a mia moglie si notava ormai la ricrescita. Un incubo. A parte loBEAUVRON2 splendido e ardito “Ponte di Normandia”, questo tratto di strada non mi resterà nel cuore. A Rouen, nel pomeriggio, c’è mancato poco di riviverlo, perché anche lì è stata tosta. La meta era BEUVRON-EN-AUGE (F). Se sia davvero il più bel villaggio di Francia come affermano le guide, non saprei dire, ma che sia bello è vero. Tutto si esaurisce lungo la piacevole via principale con le sue case a graticcio e nella caratteristica piazzetta in centro al paese. Stando ai numerosi parcheggi, la sensazione è che sia una meta apprezzata e anche quello dedicato ai camper era abbastanza pieno. Se valesse i chilometri, la coda pazzesca e le stradine non proprio a misura di camper è una domanda legittima, ma avendo in programma anche altri posti della Normandia, ho scelto di inserirlo. (49.185936/000.049575 un grande parcheggio e, vicino, il c.s.).

BAYEUX1A una sessantina di km. c’è BAYEUX (F) la prima città liberata dagli alleati. Ha una meraviglia di cattedrale costruita su una chiesa preesistente con archi a tutto sesto sormontati da altri tipicamente gotici. Ben cinque portali lavorati magnificamente. Nella cripta degli affreschi ancora ben conservati. All'esterno innumerevoli pinnacoli scolpiti e slanciati contrafforti. I raccapriccianti doccioni, tipici del gotico, con i mostri che sembrano balzare sui passanti. Ma il pezzo pregiato, che si trova in un museo dedicato, è il fantastico arazzo lungo settanta metri che racconta con vivacità eBAYEUX2realismo la storia dell’invasione dell’Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore. Ha 10 secoli ma i colori sono praticamente intatti. La zona pedonale attorno al canale, offre un gradevole intermezzo per curiosare tra i negozi del centro. Il mercato, di sabato, offre invitanti opportunità per degustare, preparate al momento, innumerevoli pietanze tipiche e non. Ostriche e astici sono il piatto forte oltre ad enormi padelle in cui cuociono una sorta di paella rivisitata alla francese. Gremitissimo. (42.27634/000.712541, è il nuovo parcheggio per camper, quello in centro non è più utilizzabile).

 

Abbiamo deciso di rivedere la "Reggia" per antonomasia, però niente strade nazionali ma la comoda autostrada per percorrere i circa 240 km. che ci separavano. Le aree di sosta che mi ero segnate, non sono più agibili ai camper e di parcheggiare nel viale che porta alla reggia, come feci la prima volta, nemmeno provarci, VERSAILLES1perciò a VERSAILLES (F), dopo vari tentativi, ho optato per il campeggio. Si tratta dello sgangherato Huttopia, inserito in un bosco in pendenza. Ci sono alberi alti che danno una piacevole ombra, con servizi essenziali e un tribolato percorso per arrivarci dovuto alle strade strette e alle deviazioni per i lavori in corso: l’incubo dei camperisti. Abbastanza distante anche dalla fermata del bus (171) per arrivare alla reggia. Se non vi piace il campeggio e la vista del palazzo reale vi ha risvegliato manie di grandezza, per gli stessi soldi, potete pernottare nella Camera della Regina chiedendo direttamente in biglietteria. A Versailles si VERSAILLES2respira ancora la “grandeur” di Luigi XIV: costa tutto il doppio. Abbiamo fatto il biglietto che comprende tutto il cucuzzaro. E così ci siamo ammazzati di fatica in una giornata torrida dopo tre ore di coda nel piazzale e altrettante quasi tra visitare il giardino e trovare il fottuto villaggio (scusate il francesismo) dove la regina giocava a fare la contadinella. Questo capriccio, però, oggi ci consente di vedere com’erano le case dei contadini del XVI e XVII secolo. Se gli esterni rispecchiavano fedelmente l’essenzialità e lo spirito bucolico ricercato dalla "vispa" Maria Teresa, una volta dentro la musica cambiava. Il lusso tornava ad essere protagonista perché, in fondo, la regina era pur sempre la regina anche se indossava grembiuli e crinoline. C’era talmente caldo, che persino le capre, le galline e gli altri animali erano stremati e si contendevano la poca ombra sotto un sole impietoso. Parlare di Versailles è come parlare del Colosseo, tutti sanno cos’è e dov’è. Lo splendore più ridondante e lo scialo più indecente perpetrati da un re megalomane e di scarsa intelligenza, sono oggi ad affascinare chi come noi non può non ammirare tanta bellezza, sorvolando su chi ha pagato quel conto. Come disse Orson Welles ne “Il terzo uomo” l’avidità, l’arrivismo, la sete di potere, hanno prodotto il Rinascimento; cinquecento anni di pace, in Svizzera, hanno prodotto l’orologio a cucù. Sotto voce, perché parlare male di Versailles è come sparlare di Garibaldi, neppure stavolta mi hanno appassionato il Piccolo e Grande Trianon: delle regge in miniatura, di dubbio gusto. Purtroppo devo ammettere di avere fatto le peggiori foto della mia carriera, ma la ressa era tale da frustrare qualsiasi  tentativo. Tutti i giapponesi che non sono andati a vedere i fiordi in Scandinavia, erano nei saloni della reggia a farsi i più improbabili selfie e te li ritrovavi sempre davanti all’obiettivo. Il fatto è che d’estate non ci sono giorni che non siano di punta. Comunque è un’esperienza da non mancare: molto, anche della nostra storia è passato da lì. 
Campeggio Huttopia (48.794130/002.160810).

CHARTRES2Oggi ho rincontrato una vecchia fiamma che non vedevo da oltre vent’anni: CHARTRES (F). L’ho ritrovata esattamente come ci eravamo lasciati, splendida. Forse lei ha trovato me un po’ imbolsito, ma ugualmente entusiasta. D’altronde solo i capolavori sfidano il tempo. Delle tante cattedrali che ho visto e ammirato è quella che più mi è rimasta nel cuore.CHARTRES1 L’interno è una Bibbia scolpita, ma anche un Vangelo secondo me. La cripta è molto grande e custodisce il velo della Madonna, un’altra delle miracolose reliquie individuate dai crociati, ma è visitabile a orari prestabiliti. Solo le vetrate e i rosoni dove sono inserite, meriterebbero un capitolo a parte, per non parlare del coro che circonda l’altare maggiore. I due campanili, di fattura e di altezza diversa catturano l’attenzione del visitatore al pari dei portali sia della facciata principale che di quella laterale. Gli aggettivi per descriverla trovateli voi: io sono troppo di parte. Nella zona della cattedrale ci sono alcuni bei negozi di antiquariato e di arte e altri posti piacevoli nel centro che si sviluppa attorno alla chiesa. Ho parcheggiato abbastanza vicino alla cattedrale in una strana zona riservata ai bus, ma lo consiglio con qualche riserva, perché il posto non è gran che (48.449555/001.482657).

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