Itinerario di sei giorni tra Molise, Abruzzo e Umbria
- in campervan -
Terza e ultima parte di questo nostro viaggio a "zonzo per l'Italia"
di Marta Zanella - blogger di La paura non fa 90
Quest'anno, per la prima volta, ci siamo permessi il lusso di viaggiare con il nostro furgone senza avere programmi. Molte idee, ma nessun piano preciso. Abbiamo scoperto angoli d'Italia che nemmeno pensavamo esistessero, ne abbiamo rivisti altri dopo decenni e abbiamo confermato la meraviglia per i nostri paesaggi magnifici.
Dopo aver gironzolato per la Puglia (vedi QUI il nostro itinerario), siamo ritornati verso casa facendo tappe in Molise, in Abruzzo e in Umbria, anche con un breve passaggio in un Lazio decisamente poco turistico. Ecco cosa abbiamo visto.
Giorno 1: il Molise esiste, eccome!
Del Molise avevo voglia, da anni, di rivedere una sola cosa: TERMOLI. Ho diversi ricordi da bambina dei suoi vicoli e di questa cittadina affacciata sul mare. Eppure, quando è stato il momento, Termoli l'abbiamo saltata a piè pari.
Avevamo alle spalle delle notti insonni per il gran caldo e avevamo voglia di fuggire dalle folle del mare in agosto, così abbiamo lasciato l'autostrada adriatica, il mare dietro di noi e imboccato la Statale 647 del Fondovalle del Biferno.
Puntavamo a vedere e attraversare lo spettacolare viadotto che corre in mezzo al lago di Guardialfiera (CB).
Avremmo voluto fare un pic nic lungo le sponde del lago, ma il nostro desiderio di fresco è stato accontentato... fin troppo: un acquazzone di due ore ci ha fatto cambiare i programmi. Ancora una volta.
E inaspettatamente siamo finiti in un piccolo borgo della provincia di Isernia: Santa Maria del Molise.
Un piccolissimo paese d'acqua, perché ai lati delle strade corrono molti ruscelli e canaletti, formando in alcuni punti laghetti e cascatelle. E infatti l'antico nome del comune era Capo d'Acqua, proprio a causa di questi canali che danno origine al fiume Rio, uno dei principali affluenti del Biferno.
Poco prima di arrivare in paese c'è una bella area pic nic vicino a un mulino recentemente ristrutturato. Una volta tutti questi canali erano usati per far funzionare mulini come questo. Nell'area pic nic sono segnalati sentieri da percorrere a piedi. Qualcuno sosta qui col camper anche per la notte. Ma non è un'area attrezzata ed è immersa nel verde, quindi mi raccomando il massimo rispetto.
Vicino al laghetto in paese, invece, c'è una trattoria a gestione familiare a menù fisso che vi consigliamo: si chiama proprio “Il Laghetto”. La consigliamo per la genuinità dei prodotti, per l'atmosfera semplice, per la bontà e l'abbondanza, e anche per il prezzo.
Gironzolando nei dintorni, vediamo sul versante del monte una grande chiesa e Roberto esclama: "Ma io quel posto l'ho visto in una foto e ho pensato: bello! Ma non mi capiterà mai di passarci nella mia vita". E invece. Allora abbiamo deviato dal percorso e ci siamo andati.
È il santuario dell'Addolorata di Castelpetroso, una grande chiesa costruita nel XX secolo in stile neogotico, che con la sua pietra chiara spicca slanciata nel verde della foresta che gli fa da sfondo.
È meta di pellegrinaggi e, se siete da questa parti, merita una visita.
Giorno 2: sul lago di Barrea (AQ)
Entriamo nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e puntiamo il lago di Barrea, siamo in provincia de L'Aquila.
È un lago artificiale creato dallo sbarramento del fiume Sangro, realizzato per poterne sfruttare la potenza e creare energia idroelettrica.
Proprio in cima al lago si trova arroccato sulla montagna il borgo medievale di Barrea. È molto carino e vale la pena passeggiare per i vicoli e le scalette tra le case.
Vi segnaliamo una curiosità: arrivate fino in piazza Umberto I e trovate il portone con il cartello “garage”. È privato ma i proprietari, gentilmente, lasciano l'accesso libero. In fondo al garage c'è un piccolo balconcino a strapiombo sulle gole del fiume Sangro e da lì si gode un panorama meraviglioso. Grazie ai proprietari!
A Barrea consigliamo la piccola area sosta omonima, ai piedi del paese. Attrezzata con bagni e docce calde, un bar e un piccolo parco giochi, ha anche un servizio navetta gratuito che copre le attrazioni principali del luogo. Il tutto gestito da una coppia molto disponibile e generosa di consigli.
In questa zona è molto facile incontrare i cervi che vivono in questi luoghi, anche a bordo strada. A volte addirittura in mezzo alla strada. Nel piccolissimo paese di Villetta Barrea, anche questo sulle sponde del lago, oltre a visitare il Museo della transumanza, è molto probabile vedere questi animali per strada, mentre scendono verso il fiume o... passeggiano per la strada.
A Civitella Alfedena (AQ), invece, ci siamo andati prevalentemente per i lupi. Qui ci sono due aree faunistiche speciali: una è appunto quella dei lupi, dove attualmente un piccolo branco di lupi appenninici vive in semilibertà (sono all'interno di un'area recintata piuttosto grande, ma vengono ad esempio nutriti dall'uomo) e l'altra quella della lince.
C'è anche il Museo del Lupo, che dà molte informazioni su questo animale ma è ben pensato anche per i bambini.
Giorno 3: Scanno, Anversa degli Abruzzi e Gole del Sagittario
Puntiamo un altro dei borghi più belli e famosi dell'Abruzzo, SCANNO (AQ), percorrendo la statale che valica il Passo Godi, a 1600 m.
È l'occasione per fare una sosta e una passeggiata tra le montagne dell'Abruzzo, prima di riprendere a scendere verso quello che è chiamato “il paese dei fotografi”. Perché?
Perché Scanno è così pieno di scorci carini che è stato meta fotografica di diversi professionisti. E anche a voi, probabilmente, verrà lo scatto compulsivo.
Noi ci siamo trattenuti solo perché l'abbiamo visitato coperti da mantelle sotto l'ennesimo scroscio di temporale. Ma siamo stati fortunati perché abbiamo assistito a una sfilata in cui un gruppo di figuranti girava per il paese con i vestiti tradizionali.
Proseguiamo verso il borgo di ANVERSA DEGLI ABRUZZI (AQ). La strada che percorriamo è spettacolare: superato il lago di Scanno (qualcuno dice a forma di cuore, ma ci vuole molta fantasia...) costeggia il lago di San Domenico e poi le Gole del Sagittario.
Anversa degli Abruzzi, arroccata su un cucuzzolo, compare alla vista poco prima che la strada si infili in una galleria scavata nella roccia.
Anche questo è annoverato tra i borghi più belli d'Italia (da queste parti, come ti giri, è tutto “più bello”). Da vedere: il castello normanno, un giro nel borgo e soprattutto l'Oasi WWF delle Gole del Sagittario.
Una bella oasi naturalistica, attrezzata con un punto informazioni e una grande area pic nic, da cui partono sentieri facili che seguono il corso d'acqua e si immergono tra gli alberi. Persino D'Annunzio citò questo luogo.
Per dormire: ad Anversa c'è un'area molto semplice ma molto bella. 12 posti su ghiaia, con colonnina elettricità e un blocco bagni con docce calde, attrezzato anche per disabili. Vicinissimo all'Oasi WWF.
Giorno 4: Rocca Calascio e Santo Stefano di Sessanio
A questo punto.. beh, puntiamo al Parco nazionale del Gran Sasso. Ma no, non andiamo a Campo Imperatore. Andiamo sull'altro versante perché c'è un paesino in cui voglio assolutamente arrivare...
Lungo la strada, da lontano, si staglia sulla montagna sassosa una rocca, isolata e impervia come un eremo. È Rocca Calascio (AQ), utilizzata nel film Lady Hawke come set: chi ha visto il film potrà riconoscere il rifugio del monaco Imperius.
Attenzione alla folla, però, d'estate: è talmente preso d'assalto che sembrerà di stare in centro per i saldi.
Arriviamo finalmente al Camping Gran Sasso, piccolo campeggino su un cucuzzolo a fianco del paese di SANTO STEFANO DI SESSANIO (AQ). Al centro del campeggio c’è un piccolo rifugio che funge da anche da bar ristorante.
Santo Stefano di Sessanio è il paese che volevo visitare. Dal campeggio si raggiunge in meno di dieci minuti a piedi, scendendo lungo il “Sentiero Pallino”, attraversando il prato tra le balle di fieno e risalendo dall’altro lato.
È un borgo molto bello e curato, perché è stato il primo paese a essere ristrutturato e riportato alla vita con un progetto – allora – decisamente innovativo: è stato infatti il primo albergo diffuso (è il progetto Sextantio).
Oggi in molti hanno seguito le orme di quella visionaria intuizione e Sextantio rimane invece un'impresa di lusso, non alla portata di tutti (sicuramente non alla nostra), ma l'impressione è stata che anche i proprietari di singole case che non fanno parte del progetto si siano adeguati a proporre e mantenere “il bello”. E così un paesino di montagna, invece di spopolarsi e crollare scosso dai terremoti, resiste e vive forte.
Giorno 5: dal Gran Sasso al lago Trasimeno, passaggio in Lazio
Giornata di trasferimento, in cui ce la prendiamo molto, molto comoda. Andiamo verso l'Umbria seguendo fino al Lazio la Statale 17. È una strada che ci accompagna a lungo in questo viaggio e la colonna sonora non poteva che diventare proprio “Statale 17” di Francesco Guccini. Versione live 1979 insieme ai Nomadi. A squarciagola!
Così ammiriamo i paesaggi e poi usciamo dal Parco del Gran Sasso, passiamo accanto a L'Aquila, dove le gru che che segnano lo skyline raccontano ferite ancora aperte, e passiamo il confine con il Lazio.
È la settima regione italiana che attraversiamo in questo viaggio.
All'altezza di Antrodoco, alle pendici del Monte Giano, lasciamo definitivamente la Statale 17 per fermarci poco più avanti, nel comune di CASTEL SANT'ANGELO (RM) per pranzo. Siamo nel pieno entroterra laziale e ci mettiamo in coda insieme ad alcuni operai a un chiosco in cui vendono panino con la porchetta. Mezzo kg di porchetta a testa, il pranzo è pronto.
Vicino ci sono le Terme di Cotilia, che raccontano di un passato vivo e un futuro quanto mai incerto. L'edificio termale è chiuso, all'interno stanno lavorando per rinnovarlo, ma i cartelli annunciano la riapertura entro il 2015 e sono già passati tre anni. Il grande albergo di fronte alle terme è chiuso e in stato di abbandono.
Restano attive invece le fontanelle pubbliche, da cui sgorga acqua sulfurea effervescente. La puzza è tremenda, ma l'effetto bollicina è molto interessante. Le auto si fermano in continuazione, le persone scendono, riempiono le loro bottiglie e se ne vanno, in un flusso continuo.
L'Italia è anche questa, quanto di più lontano dai filtri di Instagram.
Noi proseguiamo per la nostra ultima meta, il lago Trasimeno, ma se avete tempo per delle tappe, lungo la strada consigliamo di prendere in considerazione in Lazio Greccio, il paese dove San Francesco “inventò” il primo presepe, e in Umbria le Cascate delle Marmore, le più alte d'Italia.
Giorno 6: Passignano sul Trasimeno e Isola Maggiore
Scegliamo come base per la nostra sosta sul Trasimeno il borgo di PASSIGNANO (PG).
Oltre ai campeggi, c'è una piccola ma ben attrezzata area sosta per i camper, con i bagni, il bar e d'estate persino uno spazio dedicato al cinema all'aperto. Si chiama L'Airone.
È proprio accanto al porto e permette di raggiungere il paese a piedi, mentre dall'altro lato si ha accesso alla spiaggia pubblica: il lago è balneabile e adatto anche ai bambini.
Il centro storico di Passignano si inerpica tra vicoli e scorci panoramici, tra case in pietra e tavolini all'aperto, su verso la Rocca che domina il borgo e il lago. Nella Rocca ha sede un Museo delle Barche, che non abbiamo visitato.
Da Passignano una bella gita è quella l'Isola Maggiore, prendendo il traghetto di linea.
L'Isola si gira molto in fretta, ma ne vale la pena. Il piccolo porto si apre sulla piazzetta principale, ma appena l'abbiamo oltrepassata è stata una sorpresa trovare quella che sembra a tutti gli effetti la via grande di un paese: larga e lastricata, su cui si affacciano tutti gli edifici principali. Sembra, perché in realtà tutto il piccolo borgo dell'Isola è affacciato su quella via. Case, un albergo, qualche ristorante, bar e il centro informazioni che di fatto è un piccolo museo della vita dell'Isola Maggiore.
In fondo, la via diventa un sentiero sterrato che sale tra gli ulivi fino alla cima dell'isola, alla pieve di San Michele, e poi scende dall'altro lato.
Questo per noi è il 17esimo giorno in giro per l'Italia, la stanchezza si fa sentire e decidiamo da qui di tornare a casa. Avremmo voluto inserire un'altra tappa, magari immersi nell'Appennino Emiliano, ma questa vacanza ci ha insegnato anche a capire i nostri limiti. Quando si può provare a superarli e quando è meglio rispettarli.
Anche questo è il bello di viaggiare liberi, in famiglia, solo con un furgone. Buona strada!