17 giorni a zonzo per l'Italia con un campervan
- prima parte -
17 giorni, un van e una famiglia alla scoperta dell'Italia: ecco il nostro itinerario alla ricerca di luoghi incantevoli
Questa estate abbiamo gironzolato con il nostro furgone "camperizzato" per mezza Italia.
Complice un matrimonio di amici in Salento, abbiamo deciso di raggiungere la Puglia a tappe, per non appesantire troppo il viaggio e stancare le bambine che hanno una pazienza limitata legate ai loro seggiolini (comprensibilmente... ma non ci si slaccia per nessun motivo!) e poi ci siamo presi due settimane per risalire verso la Lombardia.
Mentre di solito viaggiamo con programmi di viaggio precisi – e anche con il piano B delle possibili alternative – questa volta avevamo molte idee ma nessun programma.
Siamo partiti, forse per la prima volta, con la libertà di decidere giorno per giorno quello che avremmo avuto voglia di fare, con l'unico vincolo della data del matrimonio: se fare piccoli spostamenti ogni giorno, cambiare ogni sera il cielo sotto il quale dormire, oppure dedicare qualche giorno a spostamenti più lunghi e poi fare tappe di più giorni.
Cosa sarebbe stato più entusiasmante? Cosa più stancante? Le bambine avrebbero retto meglio quale ritmo? Avremmo deciso strada facendo. E così è stato.
Ecco allora come abbiamo viaggiato per diciassette giorni, tra luglio e agosto, in giro per l'Italia.
1. Dalla Lombardia al Salento in 4 tappe
Il primo programma di viaggio, che ci eravamo fatti per i primi quattro giorni, è stato stravolto ancora prima di partire. L'intenzione era quella di partire il lunedì mattina e fare una prima tappa nelle Marche, dedicando qualche ora alla vita di mare.
E invece a metà pomeriggio della domenica avevamo finito di preparare il nostro van: ci siamo guardati e ci siamo detti “ma perché no? Partiamo!”.
La partenza è stata... disastrosa. Mentre premevo il bottone dell'apri-cancello, Nene (quasi sei anni) ha fatto per la prima volta la fatidica domanda “Quando arriviamo? Io sono stufa di stare seduta!”.
Insomma, da lì alla sosta per una piadina all'autogrill di Modena è stata difficile da gestire. Strada facendo e guide alla mano, abbiamo deciso di puntare per la notte IGEA MARINA (RN), in Romagna.
Prima tappa: IGEA MARINA (Emilia Romagna)
Igea è stata una piacevole scoperta: abbiamo trovato diverse aree sosta camper, proprio fronte mare, sulla strada litoranea. Sono tutte attrezzate come dei piccoli campeggi e danno la possibilità di aprire verande e tendalini.
Noi abbiamo scelto l'area Parking delle Robinie, dove siamo stati accolti con gentilezza e attenzione alle bambine.
Parcheggiato il furgone, con una passeggiata sul lungomare abbiamo raggiunto il centro del paese.
Cosa fare a Igea Marina? Beh, vita romagnola! Per la strada molte famiglie a passeggio, bambini con i genitori o i nonni, gruppetti di ragazzini che si godevano le prime uscite in libertà della vita, minimarket con espositori di infradito e giochi da spiaggia, biciclette e risciò tipici che scampanellano in mezzo alla via, persone che si riversano nei ristoranti... a anche noi ci siamo concessi una bella cena di pesce.
La mattina successiva colazione a base di bomboloni caldi (un must, qui) e poi in spiaggia! Bagno in mare e un castello di sabbia.
Non sembra neanche che sia solo una tappa tecnica, per cui pensiamo di replicare il modello mezza giornata di mare più mezza di viaggio anche nei prossimi giorni.
Ripartiamo dopo un pranzo veloce in camper, e mentre siamo in marcia calcoliamo quante ore di viaggio vogliamo affrontare e cerchiamo la prossima destinazione.
La scelta cade su un'area camper a COLOGNA SPIAGGIA, frazione di Roseto degli Abruzzi confinante con Giulianova.
Seconda tappa: tra GIULIANOVA e ROSETO DEGLI ABRUZZI (Abruzzo)
Anche se tecnicamente COLOGNA è nel comune di Roseto, una bella e lunghissima ciclabile la collega a GIULIANOVA (TE), a nord, e poi sul lungomare a TORTORETO, ALBA ADRIATICA e su praticamente fino al confine con le Marche.
La frazione non ha molto da offrire, a parte un paio di ristoranti dei campeggi, ma in un paio di km si raggiunge Giulianova e la sua vita da riviera adriatica.
Per noi è stata una sosta perfetta, nell'area sosta Gulliver (a gestione familiare), a 50 metri da una spiaggia libera: insomma, serata ad abbuffarci di arrosticini e poi un'altra mattinata di mare!
Avete detto pranzo? Dopo i 3 chili messi su ieri sera?!
Proprio di fianco all'area sosta, oltre la rete dove eravamo parcheggiati, c'è un grande orto: la proprietaria passa ogni giorno con la sua Ape Car dentro il campeggio vendendo i suoi prodotti, così come fa un panettiere del paese. Spesa sana fatta, pranzo a km zero pronto!
Mentre le bambine giocano al parco giochi, smontiamo i letti e il tavolo, rimontiamo i seggiolini, chiudiamo il tetto pop up e siamo pronti a ripartire.
Terza tappa: MARGHERITA DI SAVOIA (Puglia)
Passiamo il cartello “Puglia” nel tardo pomeriggio e abbiamo ancora davanti tutto il Tavoliere. Che non finisce mai, mai, mai.
È ora di cena quando entriamo nell'area sosta Lido Valerio che abbiamo scelto come terza tappa del nostro viaggio verso il Salento: welcome in Puglia!
Fa ancora caldo, ma c'è una bella brezza. Il proprietario è molto gentile ed espansivo, e vive con la famiglia nell'area camper in un camper enorme zebrato, ricavato da un pullman e con una camera estraibile. Le bambine sono estasiate. Oltre alla piazzola ci danno un badge per l'accesso alla spiaggia attrezzata e all'utilizzo gratuito di lettini e ombrellone.
Siamo a MARGHERITA DI SAVOIA (BT), vicino a Barletta. Comune indipendente solo dal 1813, fino al 1879 questo paese si chiamava Saline di Barletta, mentre poi il suo nome venne cambiato in onore alla prima regina d'Italia, appunto Margherita.
Le saline sono spettacolari da vedere: grandi vasche che si estendono per una ventina di km di lunghezza alle spalle del mare, e che al sole brillano da una tonalità di azzurro appena violaceo fino a un rosa intenso, punteggiate da stormi di fenicotteri e alternate a montagne bianche di sale.
C'è anche un Museo delle saline.
Il mare qui, invece, si stende davanti alla spiaggia con una sabbia molto scura, quasi nera, perché molto ferrosa.
Dove mangiare: vi consigliamo una trattoria molto alla mano, a gestione familiare, La Brace. Menù a prezzo fisso a 15 euro, ne abbiamo presi due, le bambine non erano contate, e abbiamo faticato a finire in 4. Antipasti a non finire, primi, secondi, dolce, acqua, vino, birra, caffè e ammazza-caffè. Alla fine eravamo morti anche noi, ma felici di aver scovato questo posticino.
Quarta tappa: arrivo in Salento. CAMPO DI MARE (Puglia)
L'ultimo tratto di strada per arrivare al confine del Salento è tutto pugliese.
Prima di arrivare a LECCE abbiamo fatto un'ultima tappa in un luogo dove eravamo già stati sei anni fa, con la nostra primogenita nella pancia, e avevamo voglia di riportarle.
E infatti alle bambine è piaciuto moltissimo.
La spiaggia si chiama Campo di Mare, è in provincia di Brindisi quasi al confine con quella di Lecce, e il mare forma delle piccole baie "azzurrissime". Sembrano delle piscine naturali, l'acqua è poco profonda e calma, perché sono riparate dalle barriere di scogli che hanno contribuito a formarle.
Un luogo che vi consigliamo soprattutto se avete bambini piccoli.
In paese c'è una piccola area camper privata in via Azzurra 26, sono solo alcuni posti nel cortile di una casa, ma noi non l'abbiamo provata.
Un po' all'interno, invece, c'è una tenuta agriturismo che offre anche alcuni posti in agri-campeggio.
Benvenuti in Salento!
Leggi la seconda parte di questo lungo viaggo on the road: la Puglia con i bambini
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