SPAGNA e PORTOGALLO in camper
- 52 giorni on the road -
[prima parte]
Pronti a partire per un lungo viaggio? L'amico di Vacanzelandia Giuseppe, detto Joe, con questo dettagliatissimo diario di viaggio ci porterà alla scoperta della SPAGNA e del PORTOGALLO, le terre dei conquistadores e di Don Chisciotte della Mancia.
52 giorni on the road... in camper, naturalmente!
Un viaggio in territorio spagnolo è naturalmente un viaggio più facile rispetto ad altri, alla portata di chiunque voglia vivere un tour spensieratamente con il suo camper. Questo grande paese, raggruppa entro i suoi confini culture, lingue ed etnie diverse. Ogni comunità possiede delle proprie particolarità che meritano indubbiamente di essere viste ed apprezzate da vicino. Paese mediterraneo, abbastanza evoluto, e con una cultura assai simile alla nostra, con persone molto cordiali e disponibili, ed una lingua che non presenta grandissime difficoltà, (se la si interpreta correttamente), inoltre il costo della vita è simile a quello italiano, sicuramente un po' meno sul carburante, campeggi e nei ristoranti. Una delle grandi differenze con le nostre abitudini riguarda gli orari delle varie attività, dall'apertura dei negozi ai pasti ma anche quelli in cui abitualmente ci si sveglia e ci si corica, spostati indietro di almeno 2 ore rispetto ai nostri orari: negozi, Uffici Turistici, musei e chiese non aprono prima delle 10 del mattino. Le strade principali sono sempre molto buone, quelle secondarie a volte un po' meno.
Esistono due tipi di autostrade: le Autovie (strade a scorrimento veloce, normalmente a più corsie per carreggiata, contraddistinte dalla lettera A seguita da un numero), e le autopiste (autostrade contraddistinte dalla lettera P seguita da un numero). La differenza fra loro è molto semplice: le prime sono GRATUITE ed hanno più svincoli e limiti di velocità più restrittivi, mentre le seconde sono a Pagamento consentendo velocità più elevate.
Come sempre, dopo aver riempito il camper di viveri, carburante e quanto altro, mi appresto ad intraprendere questa avventura con un mezzo che è ben al di sopra dei 35 quintali autorizzati… sigh, manco dovessi attraversare il Sahara !!!
Giorno 01 - Venerdì 26 maggio 2017 - BOLOGNA – TO - MONGINEVRO – 451 Km. - Totale = Km. 45
La prima sosta è per visitare la rocca Sanvitale di FONTANELLATO (PR). Edificata nel 1.124, si erge al centro del borgo, circondata da un ampio fossato colmo d'acqua: racchiude uno dei capolavori del manierismo Italiano: la saletta dipinta dal Parmigianino nel 1.524 con il mito di Diana ed Atteone, è possibile scattare foto senza flash. Qui inoltre, è anche possibile visitare l'unica Camera Ottica in funzione in Italia. In una apposita ala del Castello, da marzo 2.015 è visibile il ritrovato Stendardo della Beata Vergine di Fontanellato, il grande drappo in damasco rosso lungo 5 metri ed alto 4 metri datato tra il 1.654 ed il 1.656. La sua forma e gli anni della sua esecuzione hanno fatto pensare anche ad un suo utilizzo come bandiera di una nave - una Galera - capitanata da un nobile Sanvitale che ha solcato il Mar Mediterraneo durante la guerra di Candia (Creta). Il mastio centrale della Rocca, serve anche come porta di ingresso: originariamente attraverso un ponte levatoio, oggi attraverso un ponte di pietra. Nel 1.386 le terre di Fontanellato con la relativa Rocca, vennero cedute ai Sanvitale fino al 1.948 anno in cui Giovanni Sanvitale la vendette all'amministrazione Comunale.
Due sono i percorsi, parziale o completo. Dal lunedì al sabato 9.30-10.45* e 15.00-17.45* inizio ultima visita guidata – Costo € 8,00
Parcheggio del cimitero, Via Caduti di Cefalonia 30 posti - GRATUITO - Semplice, tranquillo – asfaltato, aperto tutto l'anno. 44.88190° > 010.17830° Distanza dalla Rocca solamente 400 m.
Riprendo il cammino verso TORINO.
Parcheggio su sterrato GRATUITO (quando c'è la partita chiedono 20 euro). Si trova di fronte alla stazione del Carabinieri, (Corso Monte Lungo) 45.04850° > 007.65530°
Altra area sosta camper Caio Mario offre 57 posti situata nella parte Sud della città. Ubicata tra corso Agnelli, corso Unione Sovietica e via Pernati di Momo. Gli ingressi e le uscite sono su corso Agnelli: sono regolati da barriera e gestiti tramite sistema automatico. Suolo completamente stabilizzato, carico acqua, scarico grigie, Scarico chimico, corrente. Tariffe: € 3,00 prima ora o frazione (€ 14,00 per le prime 12 ore) - (€ 18,00 fino a 24 ore) - (€ 36,00 fino a 48 ore) - (€ 54,00 fino a 72 ore) - (€ 60,00 fino a 120 ore), oltre NON si può restare. Altro 45.03200° > 007.63930°
La previsione era quella di pernottare a Torino, però come sempre accade, essendo ancora troppo presto e con questo caldo afoso, continuo di slancio dirigendomi verso Susa, Oulx ed il Passo del Monginevro dove, appena passato il confine, mi fermo in questa Area Sosta Camper in Voie du Collet (F), costo € 13,00 a notte 44.93450° > 006.73550°
Notte meravigliosamente fresca a quota 1.859 metri. Ore 18:00, tempo di preparare la cena, uno sguardo al televisore e... subito a nanna.
Giorno 02 – Sabato 27 maggio 2017 - MONGINEVRO – BRIANÇON (F) – BEAUCAIRE (F) Km 234 – Totale = Km. 685
Continuo su N94 e, dove inizia la forte discesa, attenzione ai tornanti, BRIANÇON (F) (05) - U.T. Place du Temple, 1 – Complesso visitato in 3 ore. Questa città si erge a 1.326 metri sul livello del mare ed è considerata la più alta di Francia e la seconda in Europa, dopo la svizzera Davos. Briançon si sviluppa attorno a due settori principali: Sainte Catherine (città bassa) e la Città fortificata o Città Vauban (città alta). Questa ultima è la vera città storica edificata nel medioevo dove Vauban ha immaginato le fortificazioni all'inizio del 18° secolo per farne una piazzaforte. Costruita su un forte dislivello, è circondata da una cintura fortificata che domina il Forte del Castello dall'alto del suo sperone roccioso. Si entra in città nella parte alta attraverso le porte Dauphine e Pignerol, mentre nella parte bassa attraverso la porta D'Embrun. Per ottimizzare lo spazio, le abitazioni sono alte e rinserrate, le case restaurate vestono facciate dai colori vivaci dando alla città la sua fisionomia del tempo passato. Su alcune fra di loro, in Piazza d'Armi per esempio, si possono ammirare delle superbe meridiane, prova se ce ne fosse bisogno, del clima eccezionale che è sempre regnato nella regione. Città d'arte e di storia, Briançon conta numerosi monumenti, fra i quali si può citare La Collegiale e le sue due torri gemelle (18° secolo), la chiesa dei Cordeliers ed i suoi affreschi (14°/15°secolo), la Fontana François Premier del 16° secolo. Due piccole canalizzazioni a cielo aperto attraversano la città dall'alto verso il basso, la "Grande Gargouille" e la "Petite Gargouille" del 1.345 (doccione o scarico acque), queste opere permettevano di lottare contro gli incendi. Questi canali hanno donato alla città alta il soprannome di "Gargouille" ed ai suoi abitanti "Gargouillards". Non c'è da meravigliarsi se è lungo queste due arterie che si concentrano i principali commerci, hotels, bar e ristoranti della città vecchia. Le fortificazioni su 1.300 metri di dislivello, testimoniano l'architettura militare su quasi tre secoli di storia, da Vauban a Maginot. I progressi dell'artiglieria obbligarono ad occupare delle cime sempre più elevate, le opere presentate di seguito, sono le più basse in altitudine e dunque, le più vecchie, quindi quelle che effettivamente valgono la pena di essere visitate.
Il Ponte d'Asfeld
Permette l'allacciamento fra la città ed il Fort des Têtes attraversando il fiume Durance. Quando il progetto fu ripreso trent'anni più tardi, (1.730-1.731), gli ingegneri responsabili della sua costruzione decisero per un solo arco di 55 metri con chiave, per collegare i 40 metri che separavano le due rive. Dovuto al rigore degli inverni di quella epoca, le maestranze furono obbligate ad una certa diligenza nella sua realizzazione, tutta la muratura fu così terminata in meno di quattro mesi (Aprile-Agosto 1.730), malgrado questa rapidità di esecuzione non occorse nessun incidente. Questa costruzione non ha una bella reputazione, alcuni lo chiamano le "Pont du Diable" essendo teatro di numerosi suicidi.
Il Fort Dauphin
Posto avanzato costruito al bordo della foresta, assicurava la sorveglianza del Vallon du Fontenil e la protezione del Fort des Têtes, permetteva con il dirimpettaio Fort des Salettes di chiudere perfettamente il cammino verso l'Italia.
Opera su più livelli con due fronti bastionati, la sua particolarità risiede nel possente muro (2,20 metri di larghezza x 9,30 metri di altezza) che attraversa il forte nel senso della sua lunghezza e sul quale è addossata la sola costruzione di casermaggio. In stato di abbandono avanzato, il forte appartiene all'esercito che lo ha utilizzato fino a poco tempo fa come luogo di allenamento al combattimento antisommossa.
Il Fort des TÊtes
Questa è l'opera più importante di tutto il dispositivo di difesa di Briançon. La sua costruzione inizia nel 1.721 e fu necessario decapitare la montagna per ottenere il piazzale attuale. Il Forte si compone di tre fronti e di un basso forte, presentando tutta la varietà di difesa dell'epoca: mezze lune, fuoco a rovescio, camminamenti coperti etc. La sua superficie, una volta e mezzo superiore a quella della città, permetteva il casermaggio di 1.250 uomini e di circa 70 pezzi di artiglieria, ed in caso di presa della città, sarebbe servita come base di ripiego. Il Fort des Têtes è il cuore di tutto il sistema difensivo, essendo collegato alla città attraverso il ponte d'Asfeld ed al forte di Randouillet attraverso una comunicazione ad Ypsilon.
Il Fort di Randouillet
Domina il Fort des Têtes e aveva per missione la protezione contro un eventuale attacco proveniente dalle cime delle montagne dell'Infernet. La sua posizione gli permetteva anche di sorvegliare la vallata de Cervières. Il Forte ha questa particolarità, è composto di due parti ben distinte: il “maschio” parte superiore dell'opera nella quale sono concentrati i principali elementi di difesa, mentre in basso la “città militare” dove si trovano le costruzioni adibite a caserma, polveriere etc. Il suo nome deriva dalle rondini che qui vengono a nidificare e che localmente vengono chiamate randouilles.
Briançon, Parcheggio Nord, vicino a porta de Pignerol 44.90135° > 006,64300° con tariffe agevolate per soli camperisti.
Altra SC. Rue Georges Bermond-Gonnet, accesso da rue Jean Moulin - Area sosta illuminato, per soli camper 44.89010° > 006.62950° con colonnina CS dietro la pista di pattinaggio.
Continuo alla volta di EMBRUN (F) dove faccio il primo rifornimento ad € 1,104 al litro.
Savine le Lac - Area in paese sulla D954 (a 200 m. dal ponte) – WI.FI. a 300 metri – Equipaggio € 8,00 - Acqua € 2,00 – 44.52500° > 006.40080°
Mi fermo a SAVINES LE LAC (F) subito dopo il ponte che attraversa il lago per pranzo in una area ombreggiata dove ci sono anche panche e tavoli per pic-nic, quindi il resto del pomeriggio trasferimento verso Gap, Cavaillon, Beaucaire.(30 Gard, riva DS del fiume Rodano), Quai de la Paix - GRATUITO - Sulla banchina del fiume Rodano, asfaltato, griglie di scarico grigie e nere, chimico, acqua a pagamento, sempre aperto, senza possibilità d'ombra. Se trovate tutto pieno, avanzare ancora 200 metri e, sempre sulla destra, ci sono ampi spazi tra le barche 43.80620° > 004.63720°
Giorno 03 – Domenica 28 maggio 2017 - BEAUCAIRE (F) – MILLAU (F) – Km 233 = Totale Km. 918
Tutta la mattinata per percorrere questa non troppo facile tappa.
NÎMES (F), D999 Cuissac, Saint Hippolyte du Fort, Ganges, Le Vigan, Le col de l'Homme Mort, La Cavalerie, D809 Millau (12 Midi-Pirenèe sul fiume Tarn) - SC nella circonvallazione, GRATUITA, seguire indicazioni per Grave, si trova a 300 m dal centro.
Rue Cantarane/Rue De La Saunerie 44.09595° > 003,08525° buona per pernottare - U.T. 24 Cours Gambetta - Grande area sosta vicina all'autostrada A75 per fotografare il viadotto di Millau da vicino e da posizioni diverse 44.09445° > 003.02225°
Trovo un controviale ombreggiato e tranquillo, magnifico per pernottare tra Avenue John F. Kennedy e Rue Charles Dutheil 44.09755° > 003.07285°
Situato nel cuore dell'Aveyron nell'altopiano del Larzac, l'imponente viadotto di Millau (terminato dopo tre anni di lavoro, nel dicembre del 2.004. Soprannominato il Ponte del Gard del XXI secolo, questa opera architettonica tutta cavi, sostenuta da sette piloni, è un vero e proprio capolavoro d'ingegneria. Con 2.460 metri di lunghezza ed una altezza di 343 metri, questo viadotto autostradale permette di attraversare facilmente la valle del Tarn.
Giorno 04 – Lunedì 29 maggio 2017 - MILLAU (F) - ALBI (F) – GAILLAC (F) – TOULOUSE (F) - 231 Km – Totale = Km. 1.149
D992 Toulouse. (31) Questa città fortemente industrializzata non facilita certo i camperisti, priva com'è di aree di sosta. Decido di recarmi, a pochi chilometri dal centro, nel AA - Camping Chemin du Pont de Rupé 21 – Utilizzo la tessera ACSI e pago per (tutto incluso) € 17.50 per 24 ore - Scarico acque reflue - Scarico WC chimico - Acqua - Elettricità 43.65590° > 001.41555° Inizia a piovere in serata e, senza alcuna fretta, se la tira per tutto il giorno seguente, obbligandomi ad altre faccende come il bucato, pulizia interna camper e postare foto.
Giorno 05 – Martedì 30 maggio 2017 - TOULOUSE (F) in campeggio
Giorno 06 – Mercoledì 31 maggio 2017 –
Airbus. Ho preso appuntamento per oggi pomeriggio alle 14:00 per il giro guidato delle 14:30. La mezz'ora serve al personale della sicurezza per il controllo dei documenti di riconoscimento. Lo stabilimento, visitabile in 90 minuti, è a due passi dall’aeroporto di Blagnac. Prezzo biglietto di accesso € 15,00 Vicino si trova la Cité de l’espace, parco a tema dedicato alle conquiste spaziali. (P) visita Airbus industrie, aperto tutto l'anno giorni feriali dalle 9:00 alle 19:00, 43.65530° > 001.35880° rue Roger Bètaille.
NOTA: Tutto molto bello e molto interessante, se non fosse per il fatto che all'ultimo momento vi viene detto che è PROIBITO scattare foto all'interno, pazzesco, se penso al costo del biglietto. Certo che i Francesi sanno vendere... sigh!
Giorno 06 – Giovedì 01 giugno 2017 - TOULOUSE (F) – TARBES (F) – PAU (F)– Km. 190 = Km 1.339
Fare foto alla funicolare più corta del mondo dalla rotonda della stazione. Visitare il castello di Enrico IV la prima domenica del mese è GRATUITA, visita con guida. Fu fortezza dei visconti di Béarn, roccaforte ai tempi di Gastone di Foix detto Febo e residenza reale nel Rinascimento, nel 1.553 diede i natali ad Enrico IV, re di Francia e di Navarra. Proseguo su D24 (Oloron Sainte Marie, E7 Asasp, N134 Cette-Eygun.
Nella gola pirenaica, (525 s.l.m) tra statale e fiume, area sosta per 10 camper. 42.93410° > -000.58700° Frontiera Spagnola a 20 Km.
Giorno 07 – Venerdì 02 giugno 2017 PAU (F) – JACA (E) – SABIÑÁNIGO (E) – HUESCA (E) – Km.230 Totale = Km. 1.589
Continuo sulla N134 Urdos, Confine Spagnolo, N330 Candanchu, Canfranc, JACA: U.T. - Plaza San Pedro 11-13 Visito la Cattedrale e la Cittadella pentagonale.
Sosta camper in Calle Burnao, buona anche per pernottamento 42.57450° > -000.55150°
Su N330 per SABIÑÁNIGO, Chimillas, Huesca. U.T. Plaza de Luis López Allué s/n, (antiguo mercado). Visito la Cattedrale Jesus Nazareno. Camping San Jorge con piscina 42.13710° > -000.41940°
Giorno 08 – Sabato 03 giugno 2017 - HUESCA (E) – ALMUDÉVAR (E) – ZARAGOZA (E) – Km.89 = Totale Km. 1.678 -
N330 – U.T. - Plaza de Nuestra Señora del Pilar - Parcheggio GRATUITO in calle de l’Arquitecto de la Figuera, lungo l’Ebro e di fronte alla Basilica di Nuestra Senora del Pilar. Il parcheggio è vicino al ponte di Santiago, attraversarlo per trovarsi nella piazza principale del Pilar 41.66160° > -000.88020°
Prima visita in questa città Aragonese, è la piazza di Nuestra Señora del Pilar per visitare la Basilica, di proporzioni veramente gigantesche, che dà il nome alla piazza omonima. All'interno, la Santa Cappella che ospita la Vergine: sembra una chiesetta sistemata dentro ad un'altra chiesa più grande. Nella piccola cappella dietro l'altare maggiore, in mezzo a 77 stelle d' oro e diversi gioielli, si trova il SANTO PILAR (Colonna) su cui è collocata l'immagine della Vergine, capolavoro barocco in legno dorato del XV secolo. Il manto della Vergine viene sostituito tutti i giorni: la tradizione vuole che si debba " far passare attraverso il manto " i bambini in modo che sia la Madonna a guidare i loro passi invocando la sua protezione. Sempre nella stessa piazza, visito la Seo, la cattedrale metropolitana dedicata al Salvatore, a cinque navate splendida, con una Pala d’altare molto ben fatta. Ospita al suo interno un museo degli arazzi con opere anche molto antiche. Da visitare il centro storico: il palazzo della Borsa, il Puente de Piedra o Puerta del Carmen, la Lonja, massima espressione rinascimentale dell'Aragona. Per mangiare, bar self service in Calle don Jaime, dove per €12,00 si può mangiare a buffet tutto quello che si vuole (ottima la paella e gamberoni, veramente squisiti), attenzione, posto sempre molto affollato.
Ultima tappa della giornata, palazzo della Aljaferia, € 5,00 con audio guida in italiano, testimonianza dell'architettura mussulmana. Dura circa un'ora: non comprende le esposizioni che si potranno vedere al termine della visita guidata. Bellissimi i soffitti dell’ala cattolica.
Camping Municipal con piscina e fermata dell’autobus a 200 metri calle San Juan Bautista de la Salle € 23,75 a notte 41.63800° > -000.94275°
Giorno 09 – Domenica 04 giugno 2017 - ZARAGOZA (E) – TUDELA (E) – ARGUEDAS (E) - BARDENAS REALES (E) - SORIA (E) Km. 284 = Totale Km. 1.962
Prendo la N232 – A126 Remolinos, Fustinana, Tudela - Parcheggio ubicato sulla riva del fiume Ebro. Dista 500 metri da Plaza de los Fueros dove c'è l'Ufficio del Turismo che fornisce informazioni e cartine per il giro della Bardenas Reales. 42.06380° > -001.60115° Continuo sulla N134 Arguedas, (Bardenas Reales), calle Bordon dopo il cimitero. Asfaltata, illuminata, aperta tutto l'anno. Gettoni per rifornimento acqua presso i negozi vicini. Corrente si paga a tempo 42.17350° > -001.59145° Se piace OK, altrimenti spostarsi di 8 Km sempre su strada asfaltata, al Santuario di Nuestra Señora de Yugo - Bardenas Blancas - Ampio parcheggio (160 posti auto + 6 per autobus), silenzioso e tranquillo per pernottare. Attenzione, rinfresca notevolmente durante la notte. Tempo permettendo, attendere la serata per foto del calar del sole sulle Bardenas. 42.20570° > -001.58595°
Il PARCO NATURALE BARDENAS REALES (NAVARRA), è un habitat pseudo steppico scolpito dall'erosione nel corso di milioni di anni, situato a 70 km dai Pirenei ed a 20 Km da Tudela, capoluogo della Ribera. È suddiviso in tre zone, da nord a sud: il Plano, con terreni di coltura caratterizzati dalle alture meno pronunciate; la Bardena Blanca, cioè la zona più fotografata e visitata, in cui si trovano le principali formazioni di Castildetierra e Pisquerra. In questa zona, caratterizzata da alti colli scavati dall'erosione, precipizi aridi dall'aspetto steppico nel quale esiste anche un poligono di tiro frequentato da aerei militari; infine c'è la Bardena Negra, dove il paesaggio diventa più scuro data la presenza nella zona di boschi di pino d'Aleppo misti a macchia. Anche se esistono diversi accessi al parco - alcuni dei quali autorizzati solo alle biciclette - gli itinerari più frequenti per i veicoli a motore sono due: da nord, imboccando la pista sterrata che parte dalla strada di Carcastillo-Figarol (El Paso) e che arriva alla pista, anch'essa sterrata che costeggia il poligono di tiro (22 km), e da ovest, attraverso la pista asfaltata che parte dal distributore di benzina all'uscita di Arguedas, e che arriva alla pista citata in precedenza che circonda il polígono.
Nel parco, eccezionali belvedere consentono di scoprire le differenze esistenti tra le varie zone. Dall'Altura di Aguilares si ottiene la vista panoramica più completa della Bardena Bianca. Il Balcón de Pilatos è un magnifico punto di osservazione degli uccelli rapaci. Dai punti più alti è possibile ammirare la ricchezza di questo territorio in cui vi sono tre riserve naturali: la Riserva di Eguaras, un'oasi al nord del territorio che conserva le rovine del castello di Peñaflor; il Rincón del Bu (Bardena Blanca), di 460 ettari, dove negli anfratti degli strapiombi vive il gufo reale; la Riserva Naturale di Caídas de la Negra (Bardena Negra), che occupa 1.926 ettari e presenta dislivelli di 270 metri. Se si decide di vistarlo per conto proprio, occorre ricordare di rispettare le norme, non transitare fuori dai percorsi segnalati, non disturbare gli animali e non raccogliere minerali o piante. Per cartine e permessi rivolgersi all'ente Junta de Bardenas Reales 42.17975° > -001.53300° Date le temperature estreme e le particolari condizioni del terreno, per la visita al parco si consiglia di evitare i giorni piovosi. L'epoca migliore per visitare il parco è tra il mese di giugno e quello di settembre.
Il centro accoglienza chiude alle 14 e riapre alle 16, vi daranno spiegazioni ed una mappa. Il giro in camper è obbligatorio sono circa trenta km percorribili in 1h e 30 minuti, però dovete anche calcolare le tappe per le foto. La strada è sterrata ma agevole (ho avuto la fortuna di trovarla ancora umida per il violento acquazzone di ieri). Se uno volesse fare un tragitto più breve anziché prendere a destra al poligono, prende a sinistra in quanto l'attrazione principale è lì vicino. Consiglio comunque tutto il giro perchè è piacevole anche a 38 gradi!!! C'è anche l'avvistamento dei rapaci (ad un certo punto) li vedete volare sopra di voi e lì vicino ci sono le guardie del parco. C'è anche un percorso di 3 km in mezzo al canyon praticamente nella parte delle fessure scavate dalle erosioni; non aspettatevi il Gran Canyon. Infine c'è una scalinata di 200 gradini, attenzione perché un po' dissestati per arrivare al mirador. La facile strada sterrata inizia con un percorso ad anello che raccoglie tutta la Bardenas Real Blanca. È un sito naturale quasi desertico nel senso che in tutta l'area, di circa 42.000 ettari, non vi sono insediamenti umani né vegetazione consistente. Il suolo è composto da argille, gessi e arenarie instabili. L'erosione dell'acqua e del vento hanno creato un ambiente simile all'Arizona in cui canyon e altipiani tabulari, detti cabezos, rendono il paesaggio estremamente affascinante. La quota oscilla tra i 280 e i 670 metri. La vegetazione scarsissima è concentrata prevalentemente nei rari corsi d'acqua che rimangono secchi per la maggior parte dell'anno. Le Bardenas Reales erano di proprietà esclusiva della corona spagnola, ora sono di proprietà della Comunità di Bardenas Reales, un ente pubblico che nel 2000 è riuscito a farla dichiarare Riserva Integrale della Biosfera. Confinante con la Bardenas Blanca (per la presenza di sali biancastri di gesso che ricoprono gran parte della superficie), c'è la Bardenas Negra cosiddetta dalla presenza di vegetazione, molto interessante anche quest'area dove si trovano alcuni pueblos abitati. È domenica e lungo la strada incontro escursionisti a piedi o in bicicletta, motociclisti e famiglie con bambini che si godono l'affascinante e particolare spettacolo.
Pranzo in uno spiazzo ai piedi di una mesa i cui fianchi sono costellati di nidi di grifoni che volteggiano sopra di me in voli planati di straordinaria bellezza. Non c'è un albero sotto il quale prendere un po' d'ombra, la temperatura è alta, ma l'aria è estremamente secca e ventilata per cui mangiando dentro il camper, con tutte le finestre aperte, si prova una bella sensazione di refrigerio. Concluso l'anello di visita ben segnalato (dal quale non è possibile deviare pena sanzioni), torno ad Arguedas per prendere la direzione verso SORIA. Dopo una ventina di km devio dalla nazionale per andare a visitare il Monasterio de Fitero. Parcheggio 42.05570° > -001.85587° e vedere il monastero cistercense con il suo chiostro. Scatto foto anche alla bella facciata romanica della chiesa di Santa Maria de Nienzebas adiacente al monastero stesso. Due campanili quasi gemelli incorniciano la facciata con un bellissimo portale romanico molto strombato con cornici multiple. Girare intorno ad essa per trovarsi in un una bella piazza pedonale dominata dall'abside multipla in puro stile romanico. Riprendo la strada per arrivare a Soria nel tardo pomeriggio. Più possibilità, la prima: parcheggio Calle J - Nel parcheggio del supermercato Leclerc, GRATUITO, superficie asfaltata, aperto tutto l'anno, scarico grigie e chimico, acqua € 2,00, corrente € 2,00 massimo 24 ore, senza ombra. 41.77250° > -002.48510° la seconda:
Parcheggio sulla sponda destra del fiume Duero, davanti alla Ermita di San Saturio. 41.76160° > -002.45455°
Giorno 10 – Lunedì 05 giugno 2017 - SORIA (E) – BURGO DE OSMA-CIUDAD DE OSMA (E) – SEGOVIA (E) - Km. 304 = Totale Km. 2.348
Lascio il Parcheggio Leclerc, per visitare i due monasteri ed il centro storico di SORIA. (P) Ernesto nello spazio dei bus (camper tollerati) del Chiostro di S. Juan de Duero sulla riva del fiume Duero 41.76780° > -002.45410° costo 60 centesimi per vedere la piccola chiesa e ciò che resta del magnifico chiostro sulla riva del Duero. Faceva parte della Fondazione degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Il chiostro è una perla di bellezza, del secolo XII-XIII, rimangono solo gli archi che circondano il quadrato erboso interno, mentre la copertura è andata distrutta. Le colonne sorreggono una serie di archi intrecciati di chiara influenza araba. Ogni lato del quadrato di base ha una successione diversa di archi. L'interno della chiesa, a navata unica, presenta due cibori romanici posti simmetricamente ai lati dell'abside, sorretti ciascuno da quattro colonne con bellissimi capitelli scolpiti magistralmente con le storie della liturgia ortodossa. Dopo questa visita, lascio il camper in (P) di Calle Santa Cruz 41.76650° > -002.45865° sulla strada vicino alla cattedrale di San Pedro. Magnifico esempio di vari stili architettonici, costruita nel XII secolo quindi romanica, presenta all'interno motivi gotici e rinascimentali con volte decorate con rameggi marmorei sorrette da pilastri cilindrici. Sull'altare maggiore un imponente retablo dorato cinquecentesco (pala d’altare). Il chiostro adiacente, in bello stile romanico, con colonnine binate, di marmo e capitelli scolpiti che sorreggono la galleria perimetrale. Mi dirigo a piedi alla vicina chiesa di Santo Domingo, anch'essa romanica con un bellissimo portale dalla profonda strombatura, scolpito con numerosi personaggi sia negli archi che nella lunetta centrale. Grande rosone in alto. La facciata cuspidata, spartita da colonnine che sorreggono archetti ciechi. L'interno è molto semplice a tre navate gotiche e grande retablo all'altare maggiore. Vado a vedere poi la imponente facciata del Palacio de los Condes de Gomara, del XVI secolo in stile rinascimentale con grande portale ed imponente torre laterale. All'interno un luminoso patio su due piani. Attualmente è sede del Palazzo di Giustizia.
Mi sposto ora nel parcheggio lungo la sponda destra del fiume Duero 41.76160°> -002.45460° Ermita de San Saturio. Aperta tutti i mesi, dalle 10:30 alle 14:00 e dalle 16:30 alle 19:30 Lasciato il camper, attraverso il ponte pedonale in ferro che dà accesso al sentiero dell'eremitaggio ubicato sulla riva opposta. Arroccata alla parete rocciosa la cappella votiva ottagonale sovrasta la grotta dove meditava l'eremita Saturio. Bisogna salire numerosi scalini per trovare l'ingresso della cappella. Mi sposto per visitare il Burgo de Osma distante 60 Km.
Bellissimo centro magnificamente conservato, in parte circondato da mura e dal Rio Osma. Fornito di un bel parcheggio adatto anche alla sosta notturna 41.58660° > -003.07350° In corrispondenza del bel ponte sul rio c'è la porta di ingresso al nucleo abitato. La cattedrale gotica, cominciata nel 1.232 dal monaco di Cluny Osma, e intitolata alla Annunciazione di Maria, è imponente rispetto alle case intorno. Sorge sull'area di un'altra chiesa romanica precedentemente edificata. Occupa gran parte della Piazza San Pedro. L'ingresso, posto sul fianco laterale, è protetto da un profondo nartece (corto vestibolo) con arco a tutto sesto, mentre il portale, arricchito da numerose sculture, è profondamente strombato, con arco a sesto acuto e rosone superiore, separato da una balaustra di epoca seicentesca. Il grande e possente campanile a pianta quadrata, risente degli influssi di stili diversi che si sono succeduti nel tempo. L'interno si visita con guida che parla solo spagnolo: il tesoro, la sacrestia, la grande Pala d’altare. Il chiostro romanico lo visito senza l'aiuto della guida gustandomi centimetro per centimetro i trafori in marmo delle grandi finestre separate da possenti contrafforti, ma chiuse da esili colonnine di marmo e nella parte superiore da una decorazione marmorea finemente traforata tipica del periodo gotico. Vi si trova il sarcofago di Pedro de Osma, del XIII secolo in pietra colorata.
La piazza San Pedro è circondata da edifici medievali a graticcio con antichi portici sostenuti da pilastri e travature in legno.
Riprendo il cammino sulla N122 - N110 Arcones. Da questa cittadina, prendere a destra la strada per Rades de Abajo che porta in 10 Km. a PEDRAZA. U.T. Calle Real, 3. Dal parcheggio bisogna salire 800 metri a piedi per visitare questa cittadina. Pedraza de la Sierra, poco meno di 500 abitanti e a qualche decina di chilometri dal capoluogo Segovia. Dominata dal bel Castello di epoca medievale, nel quale furono imprigionati i figli di Francesco I Re di Francia, e che agli inizi del '900 fu restaurato dal pittore Ignacio Zuloaga, che lo rese il suo atelier. Tutto il borgo merita una visita accurata ed in particolare il castello del XIII secolo nel quale ha sede il museo Zuloaga, dove sono esposti quadri dello stesso Zuloaga, un Cristo di El Greco ed una Contessa di Baena di Goya. Da vedere inoltre il carcere del 1.200, la Calle Real con i suoi pavimenti lastricati ed i suoi balconi, la Plaza Mayor, il Municipio che sovente ospita esposizioni di quadri molto apprezzate ed infine la chiesa di San Juan. Durante il mese di luglio, il borgo ospita la Notte delle candele: vengono spente tutte le fonti di illuminazione illuminando le piazze e le stradine solamente con la luce di migliaia di candele.
Parcheggio leggermente in pendenza 41.13050° > -003.80920°
Proseguo per SEGOVIA, parcheggio e pernottamento 40.94060° > -004.10740° nel Parking Plaza de Toros, GRATUITO, aperto tutto l'anno
Giorno 11 – Martedì 06 giugno 2017 - SEGOVIA (E) – Mattina presto –
Visito l'acquedotto, la Cattedrale ed il quartiere ebraico (circa 2 ore e mezza), in attesa che alle 10,00 apra l'Ufficio Turistico ubicato in piazza dell'Azoguejo. È un buon momento per cominciare la visita di Segovia in bici. Le piste ciclabili sono una caratteristica comune a tutte le città spagnole, sono ben progettate, ben tenute e rispettate sia dai ciclisti (che le usano) sia dagli automobilisti (che non le invadono); muoversi in bici risulta quindi sempre comodo e sicuro.
Oltre a fotografare il monumentale acquedotto romano, osservo molti dettagli curiosi. Ad esempio la perfezione del taglio delle pietre o l'assenza di qualsiasi materiale di coesione tra di esse. Ogni pietra infatti (il cui peso può raggiungere le due tonnellate) si trova semplicemente collocata su un'altra. Questo gioiello dell’ingegneria, costruito durante l'Impero Romano (I secolo), trasportava l’acqua alla parte alta della città da 15 chilometri di distanza. I suoi 163 archi e la sua altezza di 29 metri, nel punto più alto, si sostengono grazie a blocchi di pietra provenienti dalla Sierra di Guadarrama, senza malta, piombo o calce. Prestando attenzione, si vede che salvo alcuni in basso, tutti i blocchi presentano dei segni sui lati. Sono le tracce impresse dalle operazioni di trascinamento e sollevamento. La parte di acquedotto di piazza dell'Azoguejo è quella più preservata, anche se prosegue in buono stato per un lungo tratto successivo. I resti del monumento si estendono fino alla sierra per circa 14 chilometri. Una delle migliori vedute panoramiche sull'acquedotto la si può ottenere dall'alto delle scale del Postigo, vicino all'Ufficio Turistico. Lascio l'acquedotto per recarmi nel quartiere ebraico, via Cervantes per proseguire su Juan Bravo fino alla Porta della Luna che dà accesso al viale del Salón. Lungo la strada ho modo di ammirano le belle facciate degli edifici e le loro caratteristiche decorazioni con motivi ornamentali geometrici e vegetali. Visitata anche la chiesa di San Martín, un chiaro esempio di arte romanica a Segovia, e la Casa de los Picos (Calle Juan Bravo, 33). La cosa più caratteristica è la sua facciata, ricoperta quasi totalmente da pietre di granito tagliate a punta di diamante. Anche alcuni cortili delle case di questa zona meritano una visita, come quello della Casa dei Del Río. Dal viale del Salón si ammira il panorama su una parte dell'anello verde della città ed a sinistra, l'Alcázar. Risalendo dalla Porta del Sol arrivo in via della Judería Vieja, dove vado a visitare l'Antica Sinagoga Maggiore. Costeggiando la cattedrale lungo via San Geroteo raggiungo piazza della Merced, completando così la visita del quartiere ebraico.
Per visitare la cattedrale, già spettacolare dall'esterno, raggiungo via Marqués de Arco che sbocca sulla Plaza Mayor. All'interno della cattedrale, sono degni di nota la Pala dell’altare maggiore e quelle delle varie cappelle lungo le navate laterali. Prestare una particolare attenzione alla Sala del Capitolo con il soffitto a cassettoni e con gli arazzi fiamminghi lungo le pareti.
Pomeriggio – Visita dell'Alcazar e scalata della torre (circa 1 ora e mezza). Sempre pedalando per strade non sempre facili per la pendenza, arrivo all'Alcázar. Una Fortezza risalente al periodo della dominazione araba. Ampliata nel Quattrocento, quasi completamente ricostruita nel 1.862, posta su un'altura situata ai margini della Sierra de Guadarrama. Fu residenza reale, accademia militare, prigione di Stato e fonte di ispirazione per i castelli disegnati da Walt Disney. Dall’esterno, colpisce l’insieme formato da una torre di 80 metri, da dodici torrette ed il fossato difensivo. Da visitare e salire sulla cima della torre merlata (152 scalini). Ne vale la pena perché offre diverse impressionanti vedute sulla chiesa della Vera Cruz e del monastero del Parral. Mi ha molto sorpreso anche un'altra visione: tutto intorno si rivela la presenza della sierra che circonda la città come un grande oceano. La struttura della città ed i suoi dislivelli fanno percepire un'immagine d'insieme simile ad una nave della quale l'Alcázar è la prua, la Cattedrale l'albero maestro e l'Acquedotto l'ancora affondata nel mare della sierra.
Da tener presente: La visita dell'Alcázar si divide in 2 parti:
1) Le stanze interne dell'edificio, con la sala d'armi e la cappella,
2) La Torre. La salita alla torre non richiede una particolare prestanza fisica, ma può risultare pesante perché è fatta di piccoli scalini situati in uno stretto corridoio.
Esistono tre itinerari segnalati nei dintorni della città che passano dal cimitero ebraico, la Fuencisla, la Vera Cruz, il Parral ed il convento delle Carmelitane Scalze.
Per un soggiorno più comodo e confortevole, c'è il Camping "El Acueducto" situato a 4,5 km a Sud della città. 40.93120° > -004.09245° aperto da Aprile a Settembre. Il bus N°5 passa vicino al camping, che in 15 minuti vi trasporta in centro città.
Giorno 12 – Mercoledì 07 giugno 2017 - SEGOVIA (E) – ÁVILA (E) – Km. 177 – Totale Km. 2.525
A soli 13 chilometri di distanza da Segovia, CL601 ai piedi del Pico de Peñalara si trova la Granja de San Ildefonso, U.T. Edificio del Ayuntamiento, Paseo de los Dolores,1 Grande complesso definito la Versailles Iberica, fu costruita su progetto di Teodoro Ardemans. Filippo V nipote del Re Sole, si ritirò in questo luogo nel 1.724 e, durante i vent'anni seguenti, ingrandì i giardini ed il palazzo che fu usato come residenza estiva dai suoi successori sino ad Alfonso XIII, ultimo monarca spagnolo prima della dittatura di Franco. Si tratta di una costruzione grandiosa la cui facciata scenografica è lunga ben 155 metri. Nel palazzo, oltre al mobilio, quadri, statue ed opere settecentesche di alto valore artistico vi è custodita una delle collezioni di arazzi più belle del mondo. Unico neo: NON si possono scattare foto !!!
Nei giardini realizzati dall'architetto francese René Carlier, si estendono per 145 ettari e sono attraversati da oltre 35 Km di viali orlati di siepi, vi sono 26 monumentali fontane in piombo bronzato alimentate da un grande bacino artificiale che si trova ad oltre 1.300 metri di altezza, e sono ispirate a soggetti mitologici (in funzione mercoledì, sabato e festivi ore 17.30). Uscito dalla reggia subito a destra a 200 metri, c'è la sede della Fabbrica Reale del Vetro costruzione dove, oltre che vedere vecchi macchinari per la produzione e lavorazione del vetro, vi è anche un interessantissimo museo nel quale è possibile osservare direttamente i maestri vetrai mentre realizzano le loro opere (dalle 11 alle 20 chiuso il lunedì). Ampio parcheggio in Paseo Pocillo 1 anche per autobus 40.90465° > -004.00650° Altro su erba Calle Prado-Palomo 40.90240° > -004.00890
Esco verso Sud, prendo la AP-61 (Autopista del Noroeste a pagamento) utilizzo l'uscita 47 Escorial Guadarrama, per andare a visitare San Lorenzo de El Escorial. - U.T. Calle Grimaldi, 4 - Il sito, fu il centro politico dell'impero di Filippo II. Qui edificò il suo palazzo, la biblioteca, il panteon dove riposano i suoi genitori, Carlo I ed Isabella del Portogallo e tutta la sua dinastia. Vi costruì inoltre una grande basilica e fondò un monastero. I lavori, progettati da Juan Bautista de Toledo e Juan de Herrera, cominciarono alla fine del 1.562 e terminarono dopo 22 anni, nel 1.584. Tanto il monastero come il palazzo furono decorati da pittori italiani quali Zuccaro, Tibaldi, Cambiaso e Luca Giordano. Essi affrescarono le volte della biblioteca, della sacrestia, della sale capitolari, del chiostro inferiore, dello scalone principale e della galleria delle battaglie. Tra le sculture presenti si conta un Crocifisso in bronzo scolpito dal Bernini ed un'opera in marmo bianco del Cellini. Tra i dipinti figurano vari quadri de El Greco ed uno del Velazquez. 40.58895° > -004.14990°
Proseguo ancora per una ventina di Km percorrendo tortuose strade di montagna, per arrivare al Valle de los Caidos, elevazione 1.254 metri. Visita Ma/Do 10:00 – 19:00 Tariffa over = € 4,00 Situato in una splendida conca nella Sierra de Guadarrama a 1.254 metri, nel complesso si trovano un'abbazia benedettina, una basilica scavata nella roccia dove sono collocate le tombe di Francisco Franco, di José Antonio Primo de Rivera e di 33.872 combattenti caduti nella guerra civile. Sopra la basilica si eleva una croce di 150 metri di altezza, visibile a 40 Km di distanza. Parcheggio 40.64340° > -004.15215°
Riprendo il cammino sulla magnifica N-110 che attraversa un paesaggio arido e deserto, tra colline e valli rimanendo sempre in quota sull'altopiano. ÁVILA. U.T. Casa de las Carnicerías, C/ San Segundo 17 Parcheggio anche per camper 40.66190° > -004.70515° (no servizi), illuminato e tranquillo, ubicato dietro la gendarmeria, molto ampio perché è anche il parcheggio del Palacio de Congresos.
ÁVILA– Impossibile utilizzare la bici, dislivelli troppo importanti per me !!! Secondo la mitologia, la città deve il suo nome ad Abyla, moglie di Ercole, ed è il miglior esempio di ciò che s'intendeva per città fortificata, nella Spagna medievale. Capoluogo di provincia più alto di Spagna dato che si trova a 1.131 m sul livello del mare. La città, protetta dalle mura medievali che ne circondano il centro storico, vanta una storia millenaria e scandita dalle tre culture che vi hanno dominato: ebraica, islamica e cristiana. La cinta di mura in perfetto stato di conservazione, è il suo emblema e contribuisce all'immagine di centro guerriero e monastico che Ávila è stata nel corso dei secoli. Ha dato i natali, nel 1.515, a Teresa de Cepeda y Ahumada, meglio conosciuta come Santa Teresa d'Avila. Da visitare la cinta muraria che deve essere vista sia di giorno che di sera, illuminata è uno spettacolo straordinario. La Cattedrale, consacrata a San Salvador è la più antica del gotico spagnolo. Si tratta di una chiesa fortificata dove i merli ed i camminamenti di ronda si integrano nella sua struttura. Costituisce la prima opera gotica della Castilla y Leon ed al suo interno, si incontrano i migliori esempi di arte funeraria del tempo. L'abside della cattedrale è integrata nelle mura, per cui faceva parte dell’insieme difensivo della città. Ha due facciate: quella principale, fiancheggiata da due torri, una delle quali incompiuta, che le conferiscono un aspetto di chiesa-fortezza, e quella latrale, degli Apostoli. La pianta è a croce latina. Il coro e il chiostro furono aggiunti posteriormente, nel XVI secolo. La cappella maggiore è arricchita da una magnifica pala d’altare realizzata da Vasco de la Zarza, con pitture di Berruguete e Juan de Borgoña. Le vetrate sono del XV secolo. Nel deambulatorio si trova l’opera maestra di Vasco de la Zarza, il sepolcro di El Tostado, in alabastro. Da non perdere la visita ai palazzi che sono una delle maggiori ricchezze architettoniche di Ávilae, tra questi, ricordo il palazzo de los Velada ed il palazzo Superunda.
La Muraglia – Si accede alla muraglia da tre punti diversi: Casa de las Carnicería (vicina all'abside della cattedrale), Puerta del Alcázar y Puerta del Puente (tramo accessibile) completandosi con un quarto punto di uscita nella Puerta del Carmen. Le cifre sulla costruzione parlano da sole: con un perimetro quasi rettangolare di 2.526 metri, ha nove porte, quattro finestre, 88 cubi o torrette (30 nel lato Nord, 12 all'Ovest, 25 al Sud e 21 all'Est), 2.500 merli, nove porte e tre persiane, mantenendo mediamente una altezza di 12 metri. Porta del Alcàzar Iniziare il percorso dalla porta di Alcàzar, (S.E.) che ha da un lato la piazza più animata ed affollata della città, quella del Mercado Grande, dall'altro il tempio di San Pedro. Porta di fattura romanica, piccola, con un arco semicircolare ed inquadrata da due enormi torri alte più di 20 metri, unite nella parte superiore da un ponte ad arco di mezzo punto, costruito per sorprendere dall'alto e dalla retroguardia qualunque invasore tentasse di avvicinarsi al portone di accesso. El Cimorro e la Puerta del peso de la Harina Camminando verso il Nord (all'esterno c'è la calle de San Segundo), si trova il grande abside fortificato: il semi tamburo romanico della cattedrale, chiamato El "cimorro” che, visto dall'esterno, sembra più un baluardo militare che la sede dell'altare della cattedrale. A seguire, una porta rinascimentale chiamata Puerta del Peso de la Harina del secolo XVI. Puerta de San Vicente Arrivando alla Piazza di San Vicente a pochi metri dalla Basilica (molto simile a quella dell'Alcazar), si apre la porta romanica di San Vicente. Iniziamo adesso il lato Nord delle mura e la prossima puerta è quella del Mariscal, con arco appuntito. Nella prossima piega del muro, c'è la puerta Del Carmen ampliata e ritoccata nei secoli XIV e XVI. Piegando ora verso Sud (il lato Occidentale della muraglia) si trova la Puerta del Puente o di San Segundo, di epoca originale della costruzione, anche se ritoccata nei secoli XV e XVII. Nel tramo meridionale infine, la prima porta che si incontra è quella de la Malaventura, famosa perchè da qui uscirono 70 cavalieri di Avila fatti uccidere da Alfonso I di Aragona per aver lottato con Alfonso VII per lotte dinastiche. Proseguendo c'è la Puerta de la Santa, così chiamata per il fatto che si trova di fronte alla casa natale di Santa Teresa, del secolo XVI. La ultima puerta è la del Rastro, originale del secolo XII, con aggiunte del XVI, come la campata che lo ricopre. Da non perdere il Cenotafio, ossia il monumento funerario commemorativo dedicato ai tre fratelli uccisi. Meglio conosciuta come Plaza del Mercado Chico, questa è il cuore autentico della città. Nata nel XI secolo come piazza del mercato (da qui l’origine del nome), solo successivamente venne scelto di trasferirvi il palazzo del Municipio e renderla quindi il luogo principale e punto di riferimento della vita cittadina. Per tale motivo sono state costruite delle case porticate ai quattro lati, assumendo così la fisionomia delle Plaza Mayor di tante altre città spagnole, è la piazza più antica di Ávila ed è circondata da una serie di portici e torri che la rendono ancora più suggestiva. La Plaza del Mercado Chico si situa a metà strada tra i due luoghi cardine della tradizione cristiana locale: la Cattedrale da un lato ed il Convento-Museo di Santa Teresa di Gesù dall’altro. A proposito, prima di abbandonare la piazza visitate la Chiesa di San Giovanni Battista (Iglesia de San Juan Bautista): al suo interno è conservato il fonte battesimale dove Teresa d’Avila ha ricevuto il Sacramento il 4 aprile del 1515. In direzione opposta rispetto alla Plaza Mayor si incontra il Convento-Museo di Santa Teresa d’Avila (Museo del Convento de la Encarnación). Siamo in Plaza de la Santa, uno spiazzo situato ai margini delle mura. Il luogo è suggestivo e vi regna un’atmosfera raccolta e rispettosa della sacralità degli edifici che ospita.
Il Convento è poi particolarmente evocativo visto che è stato costruito dove sorgeva la casa natale di Teresa. Si tratta di un piccolo viaggio nella vita della Santa per osservare le stanze dove ha esercitato la sua missione spirituale. Infatti, nel 1.537 qui professò i suoi voti e tutt’oggi si può osservare la cella personale dove si ritirava per meditare; inoltre. È senza dubbio un luogo che i fedeli non possono perdersi perché dà come la sensazione di far conoscere da vicino la Santa, fino a sentirne la presenza. Secondo me è talmente suggestivo che anche i non credenti rimarrebbero in qualche maniera affascinati. Las Cuatro Columnas - Prende il nome dal monumento religioso formato da quattro colonne doriche alte 5 m su cui poggiano degli architravi con raffigurato lo scudo della città. Completa l’opera una croce di granito poggiata su di una pedana al centro del quadrato. Risalente al 1.566 si trova nel punto in cui, secondo la tradizione, la piccola Teresa e suo fratello Rodrigo vennero trovati dal loro zio prima che si mettessero in marcia verso Sud, poiché i due credevano nella loro missione evangelizzatrice nei confronti degli “infedeli”.
Un altro episodio avvenuto qualche anno più tardi lega Los Cuatro Postes alla futura Santa Teresa infatti, dopo essere stata cacciata da Ávila in seguito a divergenze riguardanti il tema della religiosità, si fermò proprio qui. Si tolde i sandali, diede un’occhiata all’orizzonte e, guardando la città con aria di sfida, urlò lanciando i sandali verso Ávila, un’esclamazione divenuta celebre:
“De Ávila, ni el polvo!” “Di Avila neppure la polvere!”
Commenti
i diari di viaggio dell'amico Joe sono ben fatti e dettagliati. Consigliamo di leggere anche quello di Capo Nord del 2016. La seconda parte di questo bel viaggio alla scoperta della Spagna e Portogallo sarà pubblicata con la newsletter del 3 maggio e la terza parte con quella del 9 maggio. Le consigliamo di tenere d'occhio la sua casella di posta per la newsletter!
Sarei fortemente interessato a leggere il seguito....Grazie.
Un saluto a tutti gli amici di Vacanzelandia.
aglio48
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