L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena è un prodotto a “Denominazione di Origine Protetta” (D.O.P.), riconoscimento ottenuto nell'anno 2000 ed il marchio di “Identificazione Geografica Protetta” (I.G.P.) nel luglio 2009.
Frutto di antiche ed amorevoli tradizioni modenesi che durano da secoli, si hanno testimonianze della sua esistenza già dall'XI secolo e i testi parlano di un utilizzo anche dai Duchi Estensi come “regal dono”.
La ricetta che viene ormai tramandata da secoli è rimasta immutata, ovvero la trasformazione del mosto d'uva cotto e lasciato invecchiare a lungo in batterie di botti di legno di dimensione decrescente (rovere, castagno, ciliegio, frassino, gelso), un lungo riposo, accurati travasi, rincalzi ed alcune accurate ispezioni sono il processo produttivo. Di fondamentale importanza è il tipo di uva utilizzata, ovvero l'uso di uve autoctone della provincia di Modena previste dalla Disciplinare.
A Spilamberto (MO) si trova il Museo e la Consorteria dell'Aceto Balsamico di Modena.
L'utilizzo dell'Aceto Balsamico di Modena trova in cucina un ampio impiego di abbinamenti con cui sposarsi, dagli antipasti fino ai dolci. Noi lo utilizziamo spesso come condimento al posto dell'aceto di vino tradizionale.