COMUNICATO STAMPA
Aumenti del gasolio: Il governo tolga le accise per difendere il Turismo
L’economia nel nostro paese è allo stremo e senza interventi decisi, concreti ed esaustivi, rischiamo di restare bloccati in quel fondo che, ormai, abbiamo già “raschiato” al punto che un’azienda dopo l’altra, decide di interrompere l’attività.
A tutto ciò, si aggiungono disservizi assoluti, scarsa professionalità ed oggi anche un incredibile aumento dei carburanti che mette in ginocchio l’attività turistica.
Il governo italiano è quello che appesantisce, più di tutti gli altri paesi, il costo del carburante a causa delle molteplici tasse che raggiungono l’incredibile quota del 70%. Molte di queste “accise” riguardano assurdi contributi che non hanno nessuna logica economica se non quella della speculazione economica che i governi hanno fatto in questi anni.
Allo stato attuale paghiamo poco meno di 30 centesimi di € a litro per:
- 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
- 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
- 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
- 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
- 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
- 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
- 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
- 205 lire per la missione in Libano del 1983;
- 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
Sembrerebbe uno scherzo ma non lo è. E se poi consideriamo che sull’importo delle tasse, già di per se assurde e anacronistiche, ci paghiamo anche l’IVA l’assurdità è totale.
Tutti lo sanno ma nessuno interviene e tutti i cittadini le subiscono.
Ma se tutti coloro che viaggiano per lavoro, investono nella speranza di guadagnare dalle proprie trasferte, i turisti che si muovono prevalentemente nei weekend subiscono interamente un aumento che non ha pari in Europa.
Ecco perché chiediamo al Governo, almeno, di dimezzare le accise sui carburanti nei giorni di sabato e domenica, e almeno per questo periodo di instabilità internazionale, in modo tale che il flusso dei turisti interni (quelli dall’estero stiamo continuando a perderli inesorabilmente, essendo scivolati dal secondo posto mondiale degli anni 70 al ventisettesima nell’ultima classifica annuale) possa essere incentivata alla partecipazione ad eventi, viaggi, gite e quant’altro possa servire a far muovere l’economia del nostro paese.
E gli chiediamo di farlo immediatamente in quanto ogni giorno di ritardo può essere devastante.
Siamo certi, infatti, che il turismo rappresenta l’unica forma immediata e concreta di ripresa economica.
Con una maggiore programmazione avanzeremo altre proposte, più a lungo termine, che potranno aiutare le regioni geograficamente più periferiche ma, in questo momento, c’è assoluto bisogno di pragmatismo e rapidità d’intervento.
Ivan Perriera, Responsabile ADOC per la difesa dei Turisti