Diario di viaggio in camper: centro-est Europa 2014
Vienna - Cracovia - Czestochowa- Auschwitz - Birkenau - Praga
- seconda parte -
partenza | ora | da | arrivo a | ora | giorni | km | coordinate campeggio | programma di massima | note |
28/05/14 | 7 | Cracovia Czestochowa |
Czestochowa Auschwitz |
16/17 | 2 | 136 100 |
parking €6
|
Czestochova visita alla città (vedi guida) Visita con guida italiano a Auschwitz e Birkenau (ore 10,30) per circa 3/4h + filmato. Sosta fuori dal campo custodito. Visita centro ebraico di Oswiecim. |
Ok parcheggio. Visita Jasna Gora no città Ok parcheggio Auschwitz |
30/05/14 |
7 | Auschwitz | Bielskobiala - Ostrava - Kralove - Praga |
14 | 2 |
420 |
Caravan €24 |
Eventuali soste a Ostrava-Kralove. Visita Praga: Basilica S.Vito - S.Giorgio - ponte Carlo - orologio astronomico - città vecchia (vedi guida Lonely Planet) Camp. SOKOL € 18 50°07'02,18"S-14°25'31,39"V |
ok camping Caravanvisto tutto no Ostrava e Kralove. |
01/06/14 |
7 | Praga | Linz - Salisburgo | 14 | 1 | 374 |
Bed |
Eventuali soste a Ceske B. - Linz. Salisburgo: castello Mirabell / parco - centro storico via e casa di Strauss (vedi guida Touring). Sosta notte (D) a 9 Km da Salisburgo vicino parcheggi gratis - servizio bus. Giorno a 1 km centro - eventuale visita a Mauthausen |
OK area camper no Salisburgo no Ceske B. |
02/06/14 | 9 | Salisburgo | Spital - Dobbiaco - BL | 16 | 0 | 328 |
Eventuali soste a Spital / Innsbruck (vedi guida Touring Club) Dobbiaco - altre ed eventuali |
OK ritorno No Spittal |
|
oppure | 9 | Salisburgo |
Innsbruck |
? |
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Totale |
10 | 2359 |
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BL, 15/05/2014 – aggiornato il 10/06/2014 Km. percorsi 2461 (+4%)
CZESTOCOVA 28/05/2014
Verso le 9 partiamo da Cracovia (PL) per Czestochova (PL), dove arriviamo verso le 11 e parcheggiamo nel piazzale antistante il Monastero di Jasna Gora con pagamento a “offerta libera”.
A Czestocova (PL) si registra ogni anno un’affluenza di circa 5.5 ml di persone per la visita al Monastero di Jasna Gora (Collina Luminosa).
La città è capitale spirituale della Polonia fin dal XIV sec. con l’arrivo dell’ordine dei Padri Paolini dall’Ungheria.
Alla sommità della collina (294 metri) è costruito il monastero. Il monastero è visitabile senza limiti e senza ticket d’ingresso, ma solo con offerte libere.
Situata nella parte più antica del Monastero si trova la cappella della “Madonna Nera” e di lato al dipinto è deposta la “fascia” che Giovanni Paolo II indossava al momento dell’attentato e sulla quale si possono notare le macchie di sangue.
L’immagine della Madonna di Jasna Gora rappresenta un mezzo busto della Madonna con Gesù bambino sul braccio sinistro. La dimensione della tavola di 122x82xcm. di stile bizantino. Secondo la tradizione il quadro sarebbe giunto dalla Russia dopo la fondazione del Monastero.
I quattro fregi incrociati visibili sulla guancia destra della madonna sono stati fatti con uno strumento appuntito arrivando a incidere la superficie di legno.
Diffusa ovunque anche l’immagine del papa Giovanni Paolo II che era molto devoto alla Madonna Nera contribuendo così ad aumentare la sua popolarità, oltre che per i miracoli ad essa attribuiti.
Nel complesso di Jasna Gora abbiamo visitato: il museo del 600, la galleria del golgota, la sala dei cavalieri, la tesoreria, l’arsenale e la basilica.
Non abbiamo avuto tempo per la visita alla città e verso le 17 siamo partiti alla volta di Auschwitz (PL).
AUSCHWITZ 28/05/2014 SERA E 29/05/2014
Arriviamo ad Auschwitz (PL) alle 18.30 circa al parcheggio antistante l’ingresso del Museo, che corrisponde al complesso di edifici di Auschwitz 1.
Purtroppo il navigatore ci ha condotto nel parcheggio senza allaccio elettrico, quello con l’elettricità si trovava a poche centinaia di metri dall’altra parte della strada. Tutto sommato meglio così perché siamo più vicini all’ingresso, dove arrivano tutte le corriere dei visitatori e abbiamo risparmiato sul costo della sosta (due notti circa 6 € per camper).
Cena in camper da Walter e Fulvia come altre sere, quasi tutte da loro, sempre appetitose e abbondanti.
La stessa sera (28/05/14) visito l’ingresso del museo per meglio destreggiarci il mattino successivo per la visita ai campi di sterminio più grandi dell’epoca nazista.
29/05/2014
Alle 8.30 ci rechiamo al Museo per la visita.
Comperiamo le guide scritte in italiano per rendere più efficace la visita. Adempiamo agli aspetti burocratici e amministrativi per la visita guidata in italiano.
Assistiamo alla proiezione di un filmato circa la vita all’interno del campo di sterminio e della liberazione operata dai Russi nel gennaio del 1945. Si presenta la guida, una signora polacca giovane. Il gruppo italiano è composto da 11 persone: noi 4, una famiglia di Bergamo composta da 4 persone ed altre signore.
Iniziamo il giro da Auschwitz I alle 10.30 entrando dal cancello di ferro con la scritta “ARBEIT MACHT FREI” (lavoro rende liberi)
La descrizione che segue è, da una parte illustrativa di quello che abbiamo visto e sentito dalla guida e dall’altra riflessiva e del tutto personale.
Auschwitz |
Blocco del campo di Auschwitz
Illustrazione di Auschwitz
Auschwitz 1° nasce come campo di lavoro nell’epoca nazista nel 1940,utilizzando un preesistente complesso militare polacco.
Negli anni di dominio nazista il campo ha subito poche trasformazioni negli edifici, mentre sono state aggiunte le prigioni, le camere a gas e i forni crematori. Da prima visitiamo i blocchi (edifici) 4, 5, 6, 7, nei quali sono raccolte foto e documenti, che evidenziano la vita dei deportati.
I blocchi sono intitolati rispettivamente per i documenti che vi sono esposti:” lo sterminio, la prova del delitto, la vita del detenuto, le condizioni abitative e sanitarie”.
I documenti esposti riguardano i deportati al momento dell’arrivo,la loro destinazione al lavoro o direttamente alle camere a gas, i modi di identificazione delle etnie, esperienze professionali, colpe o reati di cui erano accusati.
Tutti venivano identificati con un numero, che inizialmente era posto sulla casacca a righe, e poi tatuato in diverse parti del corpo. Esempio, il più ricorrente sull’avambraccio sinistro, mentre per i bambini veniva praticato sulle cosce.
L’identificazione avveniva anche per simboli di forme e colore diverso che venivano cuciti sulla casacca. Esempio stella a sei punte per gli ebrei; triangoli di diversi colori che identificavano i detenuti politici, Rom, prostitute, delinquenti, assassini ecc.
Le foto dei detenuti riportano: nome, cognome, data di nascita, la data di arrivo al campo, la data di morte evidenziando così il tempo di vita nel campo. Per qualcuno anche di pochi giorni. Comune l’espressione del volto di tutti, vi si legge la paura. Gli occhi sono sbarrati e disorientati. Il fisico è fortemente debilitato.
Nel blocco 10 – 11 “blocco della morte” sono visibili uffici arredati del comando delle SS, camere con i letti a castello e le divise dei prigionieri.
Nello stesso blocco sono visibili anche le sale di tortura, le forche per l’impiccagione e le prigioni, tutte al buio, ricavate nel sotterraneo senza boccaporti per l’aria.
Per i prigionieri che si ribellavano e per i prigionieri politici, le celle misuravano un metro per un metro per due metri di altezza e vi entravano per un piccola porta di legno quadrata da mezzo metro per lato.
Le celle ospitavano 18 persone che dovevano necessariamente restare in piedi, al buio, con poca aria e fra gli escrementi.
Tra il blocco 10 e 11 vi è ricavata una corte interna, con un muro posto all’estremità del lato più lungo, dove venivano eseguite le fucilazioni dei prigionieri condannati.
Nei due lati longitudinale degli edifici che formavano la corte, tutte le finestre erano chiuse dall’esterno da balconi di legno, affinché i detenuti non potessero vedere le esecuzioni.
Molti degli altri blocchi sono riservati ai singoli paesi europei, che ha avuto gente coinvolta dallo sterminio, che organizzano mostre permanenti a memoria.
Il blocco riservato all’Italia non è a tutt’ora allestito; la guida conferma che è stato messo a disposizione dello Stato Italiano parecchi anni fa, ma a tutt’oggi non c’è nemmeno un programma temporale per il suo allestimento, sebbene esistesse prima, ed era il più “bello”, a detta della guida. Altri blocchi e piazze di Auschwitz 1° erano adibiti ad altro uso: magazzini, piazzali per l’appello, forche collettive, cucine da campo, casa del Comandante, comando delle SS, uffici amministrativi, ospedale delle SS, ospedale dei detenuti e blocco degli esperimenti.
Camere a gas e forni crematori.
Ad Auschwitz 1 la camera a gas, che conteneva fino a 300 persone e una sala di cremazione con quattro forni, sono ancora esistenti e integri, viceversa a Birkenau, sono stati distrutti dai tedeschi, durante il tentativo di smantellare il campo di sterminio, per non lasciare testimonianze. La camera a gas di Auschwitz 1 è larga circa 7-8 metri e lunga 18-20 metri.
Il gas in pasticche (Zyklon B) veniva rovesciato nella camera a gas attraverso dei forni praticati nel solaio. Inizialmente i forni, servivano alla sola cremazione dei cadaveri.
Adiacente la sala di cremazione con i forni e i carrelli in ferro, che corrono su delle guide (rotaie) per l’inserimento dei corpi nel forno. Il camino, da cui usciva il fumo dei corpi cremati è alto circa 12 metri. Gli edifici, tutti costruiti in muratura con mattoni rossi 6x12, sono organizzati almeno in tre livelli e, in alcuni casi con vani sotterranei, dedicati alle prigioni o a magazzino. Le dimensioni sono notevoli, quasi tutti uguali: larghezza 10-12 metri; lunghezza 30-40 metri; altezza al colmo 10-12 metri. Questi edifici sono stati mantenuti e costruiti nuovi dagli stessi deportati.
Il campo è recintato da due barriere di filo spinato, allora con alta tensione, un muro perimetrale e torrette di guardia ogni 300-400 metri.
Nel blocco “C” sono raccolti i barattoli del “Zyklon B” gas in pasticche e oggetti personali dei prigionieri.
Fra questi sono visibili:
Scarpe di ogni misura e forma a migliaia; protesi: dentiere, gambe di legno, busti ecc.; Oggetti per l’igiene personale: pennelli da barba, rasoi, porta saponette, pettini, ecc; occhiali di ogni forma e dimensione; valigie con riportato nome, cognome, luogo di provenienza e data; scatole di lucido da scarpe e spazzole;Indumenti di ogni tipo e taglia; capelli con i quali venivano fabbricati tessuti, corde, micce per le bombe ecc, - 7 tonnellate di cui 2 raccolti ed esposti.
N.B. tutto veniva raccolto, usato e trasformato, non si buttava via niente, all’insegna della massima efficienza.
BIRKENAU (Zona delle betulle)
Il campo si raggiunge con una navetta, che passa ogni 15 minuti, compresa nel costo del biglietto d’ingresso. E’ il vero campo di sterminio, costruito nel 1941.
Si accede al campo entrando nell’edificio principale delle guardie, dove si trova il portone di ingresso del campo, denominato dai prigionieri “portone della morte”.
L’edificio è realizzato parte in muratura, parte in legno. Si tratta di una lunga linea al cui centro di trova la torre di guardia più grande del campo. La torre è proprio quella che si vede nei film esempio: La vita è bella.
La sommità della torre è tutta vetrata e si ha un colpo d’occhio su tutta l’estensione del campo, 171 ettari.
Dalla torretta partono i binari, che collegandosi alla ferrovia, attraversavano tutta la larghezza del campo, circa 1 chilometro. Le rotaie arrivano in fondo al campo dove ci sono le camere a gas e forni crematori n. 2 e n. 3, uno a sinistra, l’altro a destra delle rotaie.
Camere a gas e forni crematoi distrutti, fatti saltare con delle mine dai tedeschi, per smantellare il campo. Le camere a gas e crematori erano in tutto sei a Birkenau e uno ad Auschwitz, che insieme, a pieno regime, venivano uccisi per asfissia e cremati 20.000 tra uomini, donne e bambini al giorno.
La cenere veniva dispersa nei canali d’acqua, nei fiumi e sparsa sui prati come concime.
Il campo è ancor’oggi recintato da due barriere di filo spinato, allora con l’alta tensione, con una torretta di guardia ogni 400 metri, per tutto il perimetro del campo.
In fondo al campo vicino alle camere a gas n. 2 e 3, è stato realizzato un grande monumento alla memoria, e una lapide per ogni paese coinvolto nell’olocausto. Nella lapide italiana vi è scritto:
“Grido di disperazione e ammonimento all’umanità sia per sempre questo luogo dove i nazisti uccisero circa 1.5 milioni di uomini, donne e bambini, principalmente ebrei dai vari paesi d’Europa” - Auschwitz-Birkenau 1940-1945
Birkenau, vista dalla torre delle guardie principale. |
Nella camera a gas e crematorio n. 2 operava Miklós Nyiszli, medico ungherese, assistente del dottor Josef Mengele, responsabile SS per la sperimentazione, al fine di creare la pura razza ariana. Miklós Nyiszli pubblica il suo memoriale in Ungheria nel marzo del 1946 e nel 1947 a Norimberga a confermare quanto scritto. Questo memoriale è stato alla base della nostra preparazione alla visita ad Auschwitz e Birkenau. Nel memoriale viene testimoniato circa la vita dei prigionieri, la loro condizione igienico sanitaria e nutrizionale.
Evidenzia i modi, i numeri degli assassini nelle camere a gas e non solo, e della cremazione dei cadaveri. Descrive da medico le visite fatte alle persone di interesse per Mengele, donne con parti gemellari, portatori di handicap, persone con malformazioni evidenti, fatte prima e dopo la loro uccisione, le sperimentazioni e ricerche praticate con l’autopsia, nelle sale anatomiche, realizzate per ogni camera a gas e forni crematori.
Descrive l’organizzazione del “SonderKommando” costituito dagli stessi deportati e prigionieri, preposti ad accompagnare le persone nelle camere a gas, per ucciderle per asfissia e cremarle nei forni. Queste persone erano costrette a operare nei confronti di amici, mogli, figli e conoscenti. Essi stessi, ogni due - tre mesi, venivano eliminati e sostituiti da altri, affinchè non potessero testimoniare su cosa accadeva in quei luoghi.
Miklós Nyiszli descrive inoltre la selezione delle persone nuove arrivate al campo, con destinazione immediata alla morte, spesso senza numero di identificazione o ai lavori. Quest’ultimi, comunque, restavano due–tre mesi e poi, sfiniti, venivano a loro volta uccisi e cremati.
Nel campo di Birkenau, a sinistra dei binari, entrando, sono rimasti integri circa 50 edifici destinati alle donne, in muratura, realizzati con le stesse modalità e materiali del 1° campo di Auschwitz.
Il campo di Birkenau è stato completamente realizzato dai prigionieri e i mattoni usati, venivano prelevati dalle case dei polacchi distrutte dai bombardamenti.
Così pure le strade, le massicciate e la stenditura e pressatura della sabbia fine era realizzata dai prigionieri, che tiravano a braccia, pesanti rulli compressori.
Le cucine da campo sono riconoscibili per i numerosi camini. I blocchi dove vivevano i prigionieri contenevano letti a castello organizzati a tre livelli, il primo a contatto con il cemento e il fango, gli altri, sopra, in tavolato di legno. Su ogni piano erano costrette 6-7 persone. Gli escrementi passavano da piano in piano. All’estremità dell’edificio ci sono delle piccole stufe in muratura, con il camino, che poco potevano scaldare negli inverni a circa -20/30°C. Alla destra delle rotaie, tutto è stato distrutto. C’erano le baracche in legno degli uomini, dei Rom, ed altre.
Le baracche in legno, in origine, erano stalle per i cavalli (52 cavalli), e contenevano da 400 a 600 persone. Altre baracche in legno nuove, sono state costruite dai prigionieri. Le condizioni di vita erano come per gli edifici per le donne a sinistra delle rotaie.
Ci sono baracche solo per le latrine e le persone dedicate alle pulizie erano ritenute le più fortunate, perché lì faceva meno freddo e i tedeschi non entravano.
Ogni zona del campo, che ospitava donne, Rom, prigionieri politici e altri gruppi identificati dai tedeschi, era separata con doppia fila di filo spinato con corrente ad alta tensione.
Oggi, alla destra delle rotaie, non si vede più nulla, si intuisce il perimetro di alcune baracche, per i sassi di fondazione.
Le baracche erano oltre 300.
Ufficialmente c’è evidenza dell’assassinio di 1.5 milioni di persone, di cui 1 milione solo di ebrei.
Ufficiosamente nello sterminio sono state uccise oltre 6 milioni di persone, dal 1940 al 1945.
Una vera e propria fabbrica della morte.
Riflessioni personali
Dopo la visita guidata, ho scelto di rimanere ancora qualche ora, da solo, a Birkenau.
In quest’ultimo campo, sebbene distrutto e smantellato dai tedeschi, ho visto molto di più che ad Auschwitz 1, dove ero rapito dalle tante cose da vedere e parole della guida da sentire.
A Birkenau, invece, ho potuto vedere quello che non c’è più, ma che so esserci stato.
Rivisitando il capo, mi è venuto in mente, che anche i morti dovevano rispondere all’appello del mattino e della sera.
Mi sono riportato a ridosso della camera a gas n. 2, dove ha operato Miklós Nyiszli, di cui ho letto il memoriale.
Ho indovinato tra i ruderi l’accesso alla camera a gas che raccoglieva 2000 persone alla volta.
Mi sono recato li, e ho immaginato di camminare dove loro camminavano.
Ho cercato di immedesimarmi nei loro pensieri, loro sapevano che andavano a morire.
Ho immaginato gli ultimi passi come quelli dell’ultima fatica, dell’ultima tragedia personale.
Non c’era oramai più nessuna speranza, qualunque sogno era rattrappito. Esisteva solo la consolazione di una liberazione da uno stato di detenzione diabolico e costretto a trattamenti disumani, dove veniva tolta ogni parte della propria dignità.
Ho ripercorso a piedi, lungo i binari, tutta la loro lunghezza, ho sostato nei punti di selezione e mi sono immaginato con loro. Ancora non sapevano cosa gli aspettava, sicuramente avevano tanta paura, ma restava in loro un sentimento pur flebile di speranza, di salvezza, e in alcuni casi di una nuova vita, perché così era stato detto alla partenza.
Ma sicuramente è bastato loro poco tempo, per capire che erano arrivati all’inferno degli uomini, animati da progetti diabolici, criminosi, per la creazione dei una nuova razza umana, quella ariana.
Ho maturato una nuova consapevolezza nella visita ad Auschwitz, che non basta essere contrari alla supponenza di una persona, di un gruppo, di un popolo, su un altro. Ho sentito il dovere di combattere veramente queste forme di oppressione con ogni forma e mezzo civili.
Portate ad Auschwitz i vostri figli, i vostri nipoti, o raccontatelo come farebbe un bravo maestro; per far conoscere, capire, crescere e non dimenticare.
PRAGA - 30/05/2014
Partiamo da Auschwitz (PL) di buon’ora (7.15) diretti a Praga (CZ), dove arriviamo alle 16 circa al campeggio “Caravan”, su un’isoletta del fiume Vltava, che attraversa la città.
Il campeggio è ben servito da ampie piazzole nel verde e i servizi sono adeguati, a 4 km. dalla città (24€/gg.). Ci sorprendono le docce, sono collettive, una per le donne e una per gli uomini.
Il percorso scelto attraversa la repubblica Ceca, nella sua parte più agricola e montana; fatto parte in autostrada, in strade veloci a due corsie e in strade nazionali. Lo stato delle strade è dovunque buono.
Grandi distese pianeggianti a prevalente coltivazioni di cereali: orzo, luppolo, frumento, avena ecc. Superfici mono coltivate a perdita d’occhio. Attraversiamo molti piccoli paesi di chiara vocazione agricola. La tipologia edilizia più diffusa è caratterizzata da case piccole con tetti spioventi, ma anche grandi fattorie e condomini nelle zone periferiche.
Zone industriali e artigianali diffuse, con marchi internazionali noti.
Ci coglie un tempo che alterna la pioggia al sole, rendendo così il percorso più limpido e brillante. Raggiungiamo anche una zona montana, e nella sommità di un passo, ci sono degli impianti sportivi invernali. Ci fermiamo per la sosta del pranzo.
Riprendiamo il viaggio verso Praga, scendendo in pianura. Incontriamo città più grandi e traffico più intenso. Agile l’anello che fa da circonvallazione di Praga, con i diversi accessi alle zone della città.
Al campeggio, veniamo forniti, dal gestore, a pagamento, di biglietti del tram (5.50€ cad.) e di pianta di Praga per facilitarne la visita.
Ottime le istruzioni per arrivare alla stazione del tram che specificano il numero di quelli da prendere e gli orari.
La stessa sera visitiamo il porte Carlo con tutte le statue in entrambi i lati, l’orologio astronomico e la Basilica di S. Giorgio.
Basilica di S. Giorgio |
Basilica di S. Giorgio e Orologio Astronomico
Un bagno di folla, stressante e disordinata.
Cerchiamo un buon ristorante per la cena, purtroppo il ristorante che avevamo individuato Kolkovna consigliato dalla guida Lonely Planet e da altri camperisti è al completo. Andiamo allora in un ristorante a caso, scelto da Walter che lo aveva adocchiato prima.
Consumiamo un primo (zuppe) e un secondo di carne, con gnocchi di pane tenerissimi che ben si inzuppavano nel sugo degli stufati, altri contorni e birra. Tutto rigorosamente della cucina locale.
Abbiamo cenato bene e a un costo modesto. Il tutto a 33 €. Soddisfatti rientriamo al campeggio.
31/05/2014
Con comodo, riprendiamo il tram a torniamo a Praga.
Il programma prevedere dapprima la visita del castello di Praga, ma una lunga fila di persone ci disarma. Leggiamo dopo che gli orari di visita sono dalle 5 del mattino alle 24.
Così decidiamo di visitare la Cattedrale di S. Vito, inserita nel complesso edilizio del castello.
La cattedrale, di stile gotico e barocco, è di notevoli dimensioni.
Il portale di accesso è stato terminato nel secolo scorso. Guglie rastremate verso l’alto, vetri colorati e facciate colorate da basso rilievi barocchi. Continuiamo la visita di altre parte del castello dall’esterno.
Per pranzo, andiamo nella piazza adiacente la torre dell’orologio astronomico e consumiamo il famoso prosciutto di Praga, cucinato per strada, con contorno di crauti e patate. Chiaramente non ci facciamo mancare una buona birra. (23 €).
Nel pomeriggio siamo andati a visitare la piazza Venceslao, che si presenta con una notevole estensione. Larga circa 150-200 metri e lunga circa 800 metri, con giardini per tutta la lunghezza.
Molti artisti di strada, in tutte le piazze e posti caratteristici della città. Musicanti, ballerini, maschere, giocolieri, cantanti, gruppi musicali del jazz, del pop e musica classica.
Non mancano i pittori e i mercatini di ogni cosa possa essere un ricordo della città.
La piazza Venceslao, ha, ai lati più lunghi, edifici di notevole pregio architettonico e artistico, di stile barocco (banche, e negozi di abbigliamento grandi firme).
In cima alla piazza, che ha una pendenza dolce verso l’alto, un’imponente edificio di stile gotico, adibito a Museo Nazionale di Praga (non visitato).
In prossimità del museo, una lapide, in un giardinetto, intitolata a Jan Palach che ricorda la Primavera di Praga del 1967 (Rivoluzione del velluto).
Verso sera facciamo tappa alla birreria Konvikt Pub per una birra e la cena. (51€ piuttosto cari – cambio praticato sfavorevole).
Praga è sempre una bella città, sia per la sua organizzazione urbanistica, sia per l’aspetto architettonico e artistico, determinati dall’integrazione armonica di stili gotici e barocchi del tessuto edilizio, realizzati con colori tenui, quasi pastello, che la rendono come una città di fate e di fiabe.
Questa bellezza sta per essere stravolta e compromessa.
E’ chiaro che gli elementi architettonici ed artistici, come una volta, sono ancora là, ma sono offuscati da un forte cambiamento nel vivere e nel visitare oggi Praga.
Visitare la città oggi non è meno stressante che stare in una qualsiasi altra città europea, come: Londra, Parigi, Roma ecc.
La moltitudine di persone riempie le strade, i ponti, le piazze, e si muove in modo frenetico e disordinato, non permettendo più di fermarsi per osservare e gustare gli scorci più caratteristici.
Si è travolti da una fiumana che costringe ad un passo veloce, senza soste, disordinato e stressato. La causa di questo cambiamento, è da ricercare nella forte spinta al consumismo vorace, di qualsiasi cosa la città offra. Perfino l’approccio cortese ed attenti dei commercianti è cambiato. Oggi ogni esercente prende velocemente ogni cosa gli capiti a tiro, senza comprendere, più di tanto, le aspettative dei visitatori/clienti, che sono solo da spennare.
Nemmeno la correttezza sui prezzi, e non per la qualità dei prodotti offerti, ma ingannando i clienti con cambi della corona molto diversi fra loro, e distanti dal cambio ufficiale.
Insomma per ogni acquisto è necessario verificare il valore del cambio, se non si vuole essere truffati.
In altri termini non si può più godere di Praga, ma solo di consumarla.
01/06/2014
Partiamo da Praga (CZ) alle 09.30 e arriviamo nei pressi di Salisburgo (A) alle 17.40.
Buona l’area camper, Ben Reichenhall (13.50€).
Percorso in autostrada fino fuori Praga, dopodiché strade nazionali, attraversando ampie zone agricole, paesi e città. Il tempo è bello.
Molte mucche e cavalli al pascolo e fattorie grandi e piccole. Territorio pianeggiante.
Passiamo dalla Repubblica Ceca alla Germania, poi in Austria e di nuovo in Germania.
Ho fatto il conto di quante dogane avremo dovuto passare se non ci fosse l’Europa senza frontiere: n. 26! Su tutto il percorso fatto.
Quanto sarebbe stato il tempo perso per l’attesa alle dogane, magari con lunghe file di automezzi? Abbiamo apprezzato l’Europa senza frontiere.
02/06/2014
Partiamo presto per arrivare a casa nel pomeriggio con il sole ancora alto.
Autostrada fino a Spittal, poi percorriamo la Valle del Tirolo, fiancheggiando la Drava fino a Lienz. Qui facciamo l’ultimo rifornimento di gasolio, poi S. Candido e Dobbiaco.
Facciamo una breve sosta per un panino, qualche acquisto per poi ripartire per Belluno, dove arriviamo alle 16.
Terminato il ns. viaggio, impegnativo per i ritmi sostenuti, ma soddisfatti delle tante cose viste e delle emozioni provate, tutte da raccontare e da ricordare.
Totale Km. percorsi 2461 su 2359 previsti (+4%)
La pianificazione del viaggio è stata efficace.