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Motorhome and Caravan Show Birmingham: L'isola che c'è!

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e ri-tiriamo in ballo il sempreverde Edoardo Bennato, facendo una piccola modifica al suo testo: in questo caso l’isola c’è ed è la Gran Bretagna, dove la cultura della vita all’aria aperta assume delle sfumature diverse rispetto alla nostra ma anche a quella dei nostri amici del “continente”. Senza la pretesa di aver capito tutto (anzi) vi diciamo cosa abbiamo potuto percepire Lorenzo ed io nella giornata spesa alla fiera The Motorhome & Caravan Show di Birmingham

di Cesare Tomasini

La scorsa settimana vi avevo dato tutte le informazioni su come visitare il Motorhome & Caravan Show (che puoi trovare al seguente LINK) e ora vi lascio le mie impressioni su questa fiera inglese.

I modelli e le tipologie di mezzi

Eh no! l’articolo di Lorenzo (vedi qui) è talmente esaustivo che non mi metto proprio a scriverne un duplicato. Per i commenti in presa diretta vi rimando invece ai video pubblicati sul mio canale YouTube “Cesare Tomasini” (quando uno fa dell’originalità la propria cifra stilistica!!). Vi prego di considerare che i commenti fatti in diretta, soprattutto dopo ore di esplorazione, posso non essere del tutto ponderati ed obiettivi: come sapete non sono un giornalista che si prepara per giorni il programma, sono uno di voi che di fronte agli stimoli di una rassegna così fuori dall’ordinario magari sbarella un po’ e si fa prendere dalle iperboli. Mi sono reso conto di essere stato talvolta superficiale o di aver dato giudizi un po’ avventati sia nei confronti degli inglesi che nei confronti degli altri europei. È stato fatto tutto in diretta e in buona fede, abbiate pazienza.

      

   

Riguardo alla nostra visita devo un particolare ringraziamento ad alcune persone che ci hanno identificato come “anomali”, intrattenendosi qualche minuto con noi, come Mark Stevens, Direttore Generale della Danbury, che ci ha parlato della partnership con Pilote e ha voluto sapere i gusti dei camperisti italiani, il Direttore della Freedom Caravans (di cui mi sono purtroppo perso il nominativo) che è stato cortesissimo, mi ha parlato dei premi raccolti nel campo delle caravan superleggere e mi ha indicato anche la disponibilità sul mercato italiano (lo sapevo, ovviamente, ma è stato molto onesto nel darmi l’indicazione), un paio di simpaticissime signore che esponevano accessori e con le quali abbiamo parlato delle loro vacanze nella “Bella Italia” … insomma tante persone amichevoli che, sorprese dalla nostra presenza, si sono dimostrate ospiti molto cortesi.

Detto ciò, vediamo di approfondire alcuni aspetti!

L’importanza della consapevolezza

Nel paesi del centro-nord dell’Europa l’aspetto della informazione sul corretto uso dei prodotti è molto più sviluppato rispetto a quanto avviene nei paesi neolatini o slavi: noi in generale siamo abituati a cavarcela da soli o contando sui consigli degli amici, per esempio penso che pochissimi di voi abbiano l’abitudine di leggere il manuale d’uso di un oggetto prima di utilizzarlo. Ecco, al centro-nord è il contrario: chi decide di utilizzare un prodotto normalmente si informa prima dell’acquisto, cercando di incrociare fonti diverse ma tutte autorevoli.

In Gran Bretagna questo approccio è anche più spinto rispetto, per dire, alla Germania. Per fare degli esempi:

Come se tutto questo non bastasse, la disponibilità dei video tutorial sui social più diffusi è sconfinata, complice anche il fatto che l’inglese è la lingua franca dei nostri tempi.

Ma che questo atteggiamento sia profondamente radicato si vede da tante piccole cose, una per tutte nello stand Vango c’era un pannello che illustrava per passi come si fa a connettere una loro veranda ad un motorizzato: e questo è solo un esempio fra tanti, che potete vedere nel video relativo alle verande.

La socialità

Su questo noi mediterranei abbiamo ben poco da imparare: basta andare in un nostro campeggio per vedere allegre tavolate che si protraggono anche fino a tarda ora, per la gioia degli altri ospiti … In chiave anglosassone questa socialità si deve leggere sotto un aspetto più formale, e vedere in un contesto che non sempre garantisce perfette condizioni meteo per troppe ore di fila; di fatto la relazione è gestita in modo più simile a quella casalinga, quindi con inviti a bordo a cui seguono lunghe chiacchierate allietate da stuzzichini e bevande varie: assomiglia un po’ al nostro “fermarsi al caffè” in piazza piuttosto che ad una “festa banchetto”.

Questo modo di vivere la socialità è anche molto diverso da quello che ho osservato, per esempio, nei tedeschi: chiaro che non sto pensando alle feste della birra, né voglio fare di tutta l’erba un fascio, però in campeggio ho visto spesso che gli equipaggi germanici, anche se formalmente gentili, non attaccano facilmente bottone con altri e, quando lo fanno, spesso l’argomento collante è qualche dispositivo o attrezzatura particolare da spiegare (o vedere).

La tendenza alla socialità la si vede anche nella partecipazione entusiastica ai club: forse non c’avete mai fatto caso ma in italiano si dovrebbe usare il termine “circoli” o “associazioni” invece anche noi, e con noi tutto il mondo, usiamo la parola inglese e questo qualcosa vorrà pur dire. Nel Regno Unito ci sono due club principali: il “The Caravan and Motorhome Club” (precedentemente chiamato “The Caravan Club”) e il “The Camping and Caravanning Club”, ognuno caratterizzato da sfumature differenti che francamente andrebbero indagate in modo più approfondito. Entrambi offrono ai soci un sacco di eventi, pubblicazioni, servizi e gestiscono anche direttamente numerosi campeggi; sono molto influenti e costituiscono gruppi di pressione efficaci sia nei confronti delle associazioni di costruttori che nelle sedi della politica dove hanno la forza di farsi ascoltare grazie ai numerosi iscritti (e elettori …). Se ne avete voglia potete approfondire l’argomento sfruttando i loro siti web www.caravanclub.co.uk e www.campingandcaravanningclub.co.uk .

Oltre a questi grandi club poi fioriscono un’infinità di piccoli club che radunano persone con una qualsiasi comunanza: che sia la marca del mezzo, la tipologia, la zona d’origine … non importa, basta che ci sia una scusa per trovarsi in un qualche raduno! Personalmente ho vissuto un’esperienza simile anche in Italia, con il famoso forum Tuttocaravan e devo dire che i rapporti umani che si allacciano grazie a queste iniziative sono molto belli e duraturi.

L’abitabilità

La socialità ha ricadute molto visibili sulla conformazione dei mezzi: l’esigenza di riunirsi a conversare fa sì che tutti i mezzi siano pensati con spazi interni molto ampi e ariosi in confronto con i pari dimensione europei. Una parte da leone in queste piante la fanno sempre le grandi dinette con cuscini stra-comodi e comodi piani di appoggio sottomano: il tavolino da pasto non è mai fisso al suo posto, ma viene utilizzato solo all’occorrenza e poi riposto in un luogo predisposto dal costruttore, in modo che non intralci.

Quindi si chiacchiera a bordo o, quando il meteo lo permette (più spesso di quanto noi si creda), all’aperto dolcemente stravaccati su poltroncine; ovviamente per le caravan sono gettonatissime le verande, sempre super finestrate e ampie: nelle caravan più residenziali sono presenti portelli lato veranda con gli attacchi per gas, acqua, elettricità e anche supporti per la televisione.

Anche la cucina – sorprendentemente per noi – è in generale molto attrezzata e grande: la presenza del forno / grill a gas è uno standard, così come diffusissimo è il piccolo forno microonde nei pensili. Personalmente penso che questa particolarità sia dovuta ad alcuni motivi di base: la cucina britannica fa molto uso di preparazioni per le quali è necessario un forno, oltre all’uso quotidiano del grill per la preparazione della sostanziosa colazione; inoltre gli anglosassoni amano molto pasticciare ai fornelli, seguendo una pletora di corsi di cucina che ne dovrebbero fare uno dei popoli più forti nell’arte culinaria, a dispetto dei risultati reali …

Vivere all’aria aperta

Per noi mediterranei una giornata che non garantisca l’assenza totale di pioggia è una giornata persa, nella quale non si inizia neppure un’attività outdoor: nel Regno Unito, come in altri paesi del centro-nord d’Europa, la variabilità delle condizioni meteo è la normalità, per cui loro fin da bambini sono abituati a stare all’aperto a prescindere dal tempo e a prendere ogni scroscio d’acqua con filosofia, se non con allegria.

Questo ha portato, per esempio, ad un’offerta e diffusione di capi tecnici per l’outdoor molto ampia, ma ha anche avuto riflessi nel mondo del plein air: mi riferisco all’arcano mistero per il quale in Gran Bretagna, Olanda, Danimarca ecc. si vedano molte più famiglie e coppie, anche anziane, con un carrello tenda o con una tenda rispetto a quanto si vede da noi. Si parla di tende abitabili non di tendine da moto o trekking, oppure – appunto – di carrelli, comunque questa scelta pare incomprensibile a chi ha iniziato in un piccolo igloo e poi, in età più matura, è passato direttamente al camper o alla caravan, come hanno fatto molti italiani: in realtà il gusto del campeggiare in tenda è qualcosa difficile da spiegare, mette a diretto contatto con la natura, mette in discussione tante certezze che abbiamo, è un ritorno ad una condizione che era normale per gli esseri umani fino a pochissimi millenni fa (antropologicamente un nulla). Provare per credere.

La predilezione per la vita all’aria aperta porta direttamente alla questione dei campeggi, numerosi nelle isole britanniche e – soprattutto - molto diversi dai nostri: in generale sono veri posti natura, senza particolari fronzoli, animazioni e simili, dove spesso il blocco servizi non è proprio dietro l’angolo e comunque funzionale ma non particolarmente lussuoso (ho visto cose in Italia … sia in un senso che nell’opposto … ma lasciamo stare).

Ecco che questa caratteristica, unita al meteo non favorevolissimo, porta ad avere anche nelle caravan vani doccia degni di questo nome, anche separati dalla toilette: una cosa abbastanza standard per i motorizzati, che spesso devono garantire questo servizio anche in sosta libera, ma molte volte giusto solo abbozzati nelle nostre roulotte, tanto nella realtà si usano le docce dei servizi.

Non solo, c’è anche la necessità di trasportare grandi quantità d’acqua per lunghi tragitti e quindi gli anglosassoni usano un sistema particolarmente brillante, che gli permette anche di risparmiare spazio nei gavoni: si tratta di vere e proprie botti componibili, molto capienti, che vengono fatte rotolare dai servizi alla caravan, la quale è dotata di attacco esterno per la pompa ad immersione. Il serbatoio è quindi fuori dal mezzo, soluzione super-pratica rispetto ai nostri canestri, da trasportare e posizionare all’interno oppure rispetto ai serbatoi fissi che sono comodissimi nei camper, ma dei veri controsenso su caravan che magari stanno ferme anche più di una settimana.

Marioli d’oltremanica

Una nota velocissima rispetto a qualcosa che è chiaramente un problema per i nostri amici britannici: il furto dei veicoli, segnatamente quelli delle caravan. Vista la diffusione di questa tipologia di mezzi e il fatto che sia abbastanza facile rubarli (alla fine basta … agganciare!), abbiamo visto antifurto di diverso tipo spesso proposti come equipaggiamento di serie dai costruttori. Differentemente dal resto d’Europa, dove la dissuasione è principalmente legata alla testa di aggancio, con proposte di palle e lucchetti tesi a rendere impossibile il collegamento alla trattrice, in Gran Bretagna si tende ad utilizzare il blocco delle ruote, tipo ganascia per capirci, in modo che risulti impossibile girarla e svitarne i bulloni.

fiera motorhome caravan show 2019 01 accessori

Devo dire che questo tipo di antifurto mi ha molto convinto: quelli che si concentrano sulla testa di aggancio, infatti, non considerano che il telaio può essere comunque collegato ad una trattrice che abbia un paranco pensato all’uopo, in modo che il mezzo possa essere sottratto senza problemi e poi liberato dall’antifurto in una zona tranquilla per i ladri. Con i modelli che ho visto, i delinquenti devono liberarsi del dispositivo prima di allontanarsi e quindi il proprietario ha qualche chance in più per difendersi.

Conclusione

Non so se avete resistito a leggere fino a qui, però sono davvero poche righe rispetto a tutto quello che c’è da scoprire in questo modo così diverso dal nostro di vivere la passione per la vita all’aria aperta; io ho solo cercato, come sempre, di stimolare un vostro approfondimento personale, chissà quante cose non ho capito o percepito.

A questo punto tocca a voi!

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