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6 Maggio 2023 Sabato

Oggi tappa impegnativa. Ci alziamo di buona mattina e partiamo alla volta della Spagna. Destinazione il Parco Naturale di Bardenas Reales, in Navarra. Sono circa 500 km, che come al solito percorriamo per strade secondarie, senza fretta, attraversando i Pirenei grazie al Tunnel di Aragnouet.
Andiamo a sostare ad ARGUEDAS (E) (Navarra); l’area sosta è situata ai piedi delle Cuevas de Arguedas, le grotte di Arguedas (N42.17270 W1.59130 un parcheggio con carico e scarico delle acque; gratuito), che andremo a visitare domani prima di procedere per il parco Bardenas.

7 Maggio 2023 Domenica

Appena svegli ci dirigiamo verso le grotte. Le cuevas sono delle abitazioni scavate nella roccia che risalgono alla fine dell'Ottocento quando furono adibite ad abitazione dalla gente del posto che non potevano permettersi di comprare una casa; le stanze sono scavate nella roccia. Un sentiero porta all’ingresso di alcune di queste grotte, la maggior parte sono crollate o in procinto di farlo, ma qualcuna si riesce a visitare. Nel 1940 c'erano 50 famiglie che ancora vivevano in altrettante grotte. Furono abbandonate negli anni '60 grazie allo slancio dato all'edilizia sociale, con il comune che assegnò delle case popolari agli abitanti delle cuevas. Inutile sottolineare che, sia la storia che la tipologia, riporta ai nostri sassi di Matera. Las cuevas, la sera prima, erano state illuminate con un simpatico gioco di luci.

Cuevas de Arguedas

Terminato il nostro giro ci spostiamo verso il Parco Bardenas Reales raggiungendo il Centro Informazioni (N42.179459, E-1.533143) all’ingresso del parco.

L'Ufficio del Turismo in loco fornisce informazioni e cartine per il giro della Bardenas Reales che si svolge con un percorso ad anello della lunghezza di 34 Km, da fare a bassa velocità (tempo di percorrenza stimato 2 ore), che circonda tutta la Bardenas Real Blanca.

Il PARCO NATURALE BARDENAS REALES (NAVARRA), è un habitat scolpito dall'erosione nel corso di milioni di anni. È suddiviso in tre zone: il Plano, con terreni che sono coltivati e con alture meno pronunciate; la Bardena Blanca, cioè la zona circumnavigata dal nostro itinerario e che è naturalmente la più visitata; infine c'è la Bardena Negra, dove il paesaggio diventa più scuro data la presenza nella zona di boschi di pino. Non c’è un unico ingresso per entrare nel parco - alcuni dei quali autorizzati solo alle biciclette – ma i principali portano tutti al poligono di tiro. Nel parco ci sono molti punti sosta dai quali si possono ben focalizzare i diversi panorami. La strada è sterrata ma agevole, e la percorriamo senza problemi. Il sito più affascinante, e quindi il più fotografato, è il Cazabo de Castelditierra, che per la sua conformazione ricorda molto la Cappadocia, con il suo masso sorretto da un cono di arenaria. Qui c’è anche un canyon della lunghezza di 2 km, dove è possibile scendere e percorrerlo in tutta la sua lunghezza. In breve sembra quasi di essere in Arizona. Dalle notizie apprese all’ufficio informazioni, le Bardenas Reales erano di proprietà esclusiva della corona spagnola, diventate ora di proprietà della Comunità di Bardenas Reales, un ente pubblico, che nel 2000 è stato dichiarato Riserva Integrale della Biosfera.

parco Bardenas Reales

Bardenas Reales particolare

 

Siamo ormai a pomeriggio inoltrato, quando usciamo dal parco per dirigerci alla nostra prossima tappa: la citta di SORIA (E).

Andiamo a sostare al parcheggio lungo il fiume Duero (N41.75682 W2.45614) da dove avremmo dovuto iniziare la nostra visita, ma i due siti che meritavano la nostra attenzione, l’eremo di San Saturno e il monastero di San Jan de Duero, sono chiusi la domenica pomeriggio e tutto il Lunedì.

Digerita la delusione, decidiamo comunque di fermarci per la notte visto che questo parcheggio sulla riva del fiume è in un posto stupendo. Facciamo anche una breve passeggiata in paese, dove troviamo una non so quale festa, ma dove tutti cantano e ballano distribuendo sangria formaggi e altre leccornie. Non abbiamo ben capito cosa si festeggiava, ma ci siamo volentieri fatti trascinare.

8 Maggio 2023 Lunedì

Il nostro programma di oggi prevedeva la visita dell’abbazia di El Burgo di Osma e del castello di Pedraza. Ma da internet scopriamo che il Lunedi e il Martedì sono chiusi, pertanto siamo costretti a saltarli. L’altro sito che volevamo vedere era la Granja di San Ildefonzo, anch’esso chiuso il Lunedì, ma domani è aperto, quindi ci torneremo.
Ci dirigiamo perciò a SEGOVIA (E) andando a sostare al grande parcheggio di Plasa de Toros N40.94057 W4.10726. Gli stalli sarebbero da dimensioni auto, ma ci parcheggiano di traverso anche camper e pullman turistici con i vigili che tollerano tale comportamento grazie probabilmente alla grande capienza del parcheggio. C’è anche il pozzetto per lo scarico del wc e il carico dell’acqua, anche se quest’ultimo fa un po’ ridere; comunque tutto funzionante.

segovia scarico camper

Con una passeggiata di 1,5 km, o se preferite con il bus n.5 che passa sulla strada principale sopra il parcheggio, raggiungiamo SEGOVIA in 25 minuti. Non è possibile sbagliare strada, basta seguire l’acquedotto che parte da poco più in basso del parcheggio. Quando arriviamo nella piazza dell’Acquedotto, con questo che si offre in totale alla nostra vista, rimaniamo davvero affascinati. Costruito nel I sec sotto Traiano, è imponente ed elegante nello stesso tempo. A due ordini di arcate, nel punto più alto misura 28 metri. In conci di pietra perfettamente squadrati e, alimentato dal fiume Acebeda, portava l'acqua fino nel punto più elevato della città.

segovia acquedotto

Risaliamo Calle Cervantes, e Calle rio Bravo per arrivare in piazza Major dominata dalla cattedrale. La cattedrale, dedicata all'Assunzione di Maria Vergine e a San Frutos è stata costruita nei sec. XVI-XVIII, dopo la distruzione di quella precedente a seguito dei moti rivoluzionari dei Comuneros; è in stile gotico e in parte rinascimentale con una spettacolare altissima torre campanaria di 110 metri. Si accede all’interno pagando un ticket che dà il diritto di visitare anche il palazzo episcopale. All'interno le volte delle navate sono elegantissime, sostenute da poderosi pilastri.

segovia cattedrale

C’è anche un chiostro del XIV sec, con grandi aperture chiuse da colonnine e abbellite da arazzi in marmo traforato, in puro stile gotico. La nostra guida Planet dice che faceva parte dell'antica cattedrale gotica demolita, e che fu smontato pezzo per pezzo e trasportato presso la nuova. Molto bello anche il coro e l’altare maggiore con la statua della vergine in puro argento. Usciti continuiamo a camminare verso nord arrivando all'Alcazar. Si trova su uno sperone di roccia a strapiombo sulla valle dove anticamente c'era un fortilizio del XIII sec. Ma del vecchio edificio non rimane più niente, a seguito di un devastante incendio avvenuto nel XIX sec che ne distrusse la gran parte. Quello che vediamo oggi è un prodotto di fantasia in stile neogotico che conserva di originale solo la struttura delle torrette con il tetto in ardesia. Ridiscendiamo lungo la Calle Juan Bravo, ammirando la Casa de los Picos con l'originale facciata bugnata a punta di diamante, fino a ritornare all'acquedotto romano, da dove eravamo partiti.

segovia

Stanchi ma soddisfatti della giornata ritorniamo verso il camper. Prima di andare a nanna, ci concediamo una cena in un vicino ristorante, Lo Juventude, per assaggiare il piatto tipico a base di maiale tanto reclamizzato in questa zona: il cochinillo di asado, che in pratica è un arrosto di maialino da latte; veramente molto buono.

9 Maggio 2023 martedì

Come ci eravamo promessi, la mattina torniamo sui nostri passi di circa 10 Km per andare alla Granja de San Ildefonso, (l’area di sosta dedicata si trova alle coordinate N40.90465 W4.00650 completa di carico e scarico delle acque). Da qui con una tranquilla passeggiata di 1.5 Km raggiungiamo l’oggetto del nostro interesse: il Palazzo estivo reale, un grande complesso definito la Versailles Iberica, costruita su progetto di Teodoro Ardemans.

Granja de San Ildefonso

Filippo V, nipote del Re Sole, si ritirò in questo luogo nel 1724 e, durante i vent'anni seguenti, ingrandì i giardini ed il palazzo che fu usato come residenza estiva dai suoi successori sino ad Alfonso XIII, ultimo monarca spagnolo prima della dittatura di Franco. Si tratta di una costruzione grandiosa nata per ricevere gli ospiti della coppia reale. Nel palazzo, oltre al mobilio, quadri, statue ed opere settecentesche di alto valore artistico, vi risiede una delle collezioni di arazzi più belle del mondo. Dopo aver visitato il palazzo reale, muniti di audioguida in italiano, si passa ai giardini, realizzati dall'architetto francese René Carlier. Questi si estendono per 145 ettari e sono attraversati da oltre 30 Km di viali, con 26 monumentali fontane in piombo bronzato alimentate da un grande bacino artificiale e ispirate a soggetti mitologici (purtroppo la loro messa in funzione si limita ai soli mercoledì, sabato e festivi ore 17.30; peccato devono essere favolose).

Granja de San Ildefonso giardini

La visita prosegue poi con la Collegiata, il luogo dove la famiglia reale assisteva alla messa, con un magnifico retablo sopra l’altare. Nel tornare verso il camper, si incontra la sede della Fabbrica Reale del Vetro dove, secondo il dépliant illustrativo, noi non ci siamo stati, si vedono i vecchi macchinari per la produzione e lavorazione del vetro, oltre ad un museo nel quale è possibile osservare direttamente i maestri vetrai mentre realizzano le loro opere.

Partenza per raggiungere ÁVILA (E). Arrivo e sosta nel comodo parcheggio con area attrezzata (N40.66138 W4.70463), proprio sotto il centro storico a fianco della polizia municipale. L’area è recintata e sorvegliata, e vi si accede effettuando la prenotazione tramite internet al sito www.aparkarea.com. Dopo aver pagato con carta o con Paypal, ci viene inviato un codice di 4 cifre con cui è possibile aprire il cancello (15€ + l’eventuale 3 € per la corrente). All’interno troviamo tutti i servizi, compreso bagni e docce calde.
Sono le 16.00 e decidiamo di iniziare la visita della città.

avila

Secondo la mitologia, la città deve il suo nome ad Abyla, moglie di Ercole, e rappresenta il miglior esempio di ciò che s'intendeva per città fortificata. Avila è anche il Capoluogo di provincia più alto della Spagna con i suoi 1.131 m sul livello del mare. La città, protetta dalle mura medievali che ne circondano il centro storico, vanta una storia millenaria e scandita dalle tre culture che vi hanno dominato: ebraica, islamica e cristiana. Iniziamo la nostra visita proprio dalle mura cittadine, entrando nella città vecchia dalla Porta del Carmen, la più vicina a noi. Alla Muraglia si accede dalla Casa de las Carnicería (vicina all'abside della cattedrale). Ha un perimetro quasi rettangolare di 2.526 metri, nove porte, quattro finestre, 88 cubi o torrette, 2.500 merli (non le ho contate, le ho lette sulla guida). E’ possibile percorrerle per circa 2 Km, offrono numerosi scorci sulla città e pregevoli punti di vista, e mettono in risalto il loro perfetto stato di conservazione; sono l’emblema mondiale della città di Avila. Ci dirigiamo poi alla basilica di San Vincente che si presenta come un’imponente costruzione gotico romana. Ma è all’interno che si trova il meglio del sito. Qui in bella mostra c’è il sarcofago cenotafio del santo e delle due sorelle, tutti e tre martirizzati. Le immagini sullo stesso raccontano proprio queste vicende in un pregevole stile gotico romano, il tutto sormontato da un baldacchino che impreziosisce il monumento (la visita si svolge con audioguida in italiano).

avila sarcofago

Prima di rientrare al camper ci fermiamo un una pasticceria a comprare il dolce tipico di Avila, gli Yemas: una sorta di gelatina dolce e un po’ gommosa ottenuta con una particolare lavorazione dei tuorli d’uovo ricordati dalla loro forma.

10 Maggio 2023 Mercoledì

Stamani andiamo a visitare la Cattedrale, consacrata a San Salvador è la più antica del gotico spagnolo. Si tratta di una chiesa fortificata dove i merli ed i camminamenti del percorso di ronda della muraglia si integrano nella sua struttura. All’interno ci viene consegnato un bar-code tramite il quale con il telefono è possibile scaricare il percorso di guida in italiano. L'abside della cattedrale è integrata nelle mura, per cui faceva parte dell’insieme difensivo della città. Ha due facciate: quella principale, con ai lati due torri, una delle quali incompiuta, che le conferiscono un aspetto di chiesa-fortezza, e quella laterale. La pianta è a croce latina. All’interno anche un pregevole coro e il chiostro, che risultano di costruzione posteriore, XVI secolo. Lasciata la chiesa ci dirigiamo verso la Porta del Alcàzar, che ha da un lato la piazza del Mercado Grande, e dall'altro il tempio di San Pedro con un bellissimo rosone sulla facciata. La porta di fattura romanica e davvero magnifica, affiancata da due enormi torri alte più di 20 metri, unite nella parte superiore da un ponte ad arco.

avila cattedrale

Ultima tappa il convento museo di Teresa da Avila costruito dove sorgeva la casa natale di Teresa. Si tratta di un’immersione spirituale nella vita della Santa, osservando le stanze dove ha esercitato la sua missione spirituale; la cella personale dove si ritirava per meditare. E’ tutto talmente suggestivo che anche se siete non credenti rimarrete comunque affascinati.

Ci apprestiamo a lasciare Avila, ma prima con il camper ci fermiamo appena fuori città, in un punto chiamato Los Cuatro Postes, punto dal quale in un unico colpo d’occhio si riesce a vedere tutta la muraglia di Avila nella sua completezza.

Arriviamo a SALAMANCA (E) intorno alle 18.00 andandoci a sistemare in un parcheggio sotto il Puente Sanches Fabres N 40.95929 W 5.67455: è sterrato e anche disconnesso, ma ha il vantaggio di essere vicinissimo al centro e tranquillo la notte.

salamanca

Abbiamo ancora energia da vendere, per cui tramite la pedonabile che parte dal parcheggio, attraversiamo il ponte romano sul fiume Tormes, costruito intorno al I secolo d.C, e andiamo in centro dirigendoci alla piazza Mayor, bellissima, anche se attualmente occupata da bancarelle per la fiera del libro, che ne limitano lo sguardo d’insieme. La piazza forma un irregolare quadrato porticato, circondato da palazzi tra i quali spicca quello dell'Ayuntamiento (sede municipale), in stile barocco. Facciamo un giro sotto gli 88 archi di questa piazza, osservando i medaglioni intagliati con il volto di personaggi celebri come lo scrittore Miguel Cervantes de Saavedra, autore del Don Chisciotte. Poi non possiamo esimerci dall’entrare nel Café Novelty, sotto il portico d'angolo, per fare una foto alla scultura dello scrittore Torrente Ballester.

salamanca scorcio

Proseguiamo la nostra visita passando da Plaza del Corrillo piena di negozi, quindi seguiamo la Rúa Mayor fino ad arrivare alla Casa de las Conchas (oggi biblioteca e sede Ufficio del Turismo). È un bel vedere, colpiti dall'originalità di questo palazzo tutto decorato con conchiglie che rappresentarono l'unione matrimoniale di due famiglie nobili. Il simbolo della conchiglia non è casuale, in quanto il costruttore del palazzo, Rodrigo Arias Maldonado, fu cancelliere dell’ordine di San Giacomo e le conchiglie richiamano la tradizione di portare con sé una conchiglia nel cammino di Santiago de Compostela. Del palazzo si può visitare il patio, che troviamo decisamente interessante.

11 Maggio 2023 Giovedì

Stamane dedichiamo la visita a due importanti monumenti della città. Ci rechiamo presso la bella piazza di Anaya con i suoi giardini, dove di fronte si trova l'impressionante Cattedrale Nuova della città ed alle spalle il Collegio di Anaya.

salamanca cattedrale

Salamanca è la città delle due Cattedrali. La Catedral Nueva fu iniziata nel 1513, durante il regno di Ferdinando II d’Aragona, e terminata nel 1733, e durante la costruzione sono stati aggiunti elementi rinascimentali e barocchi rispetto al progetto originale. La facciata principale è in stile gotico e formata da tre archi decorati. Il biglietto di ingresso prevede la visita alle due basiliche ed al palazzo episcopale (10 euro con audioguida). L’interno a tre navate con capitelli romanici è illuminato da 90 vetrate. Ci sono diciotto cappelle, tra cui la Cappella Dorata in bello stile barocco. Quello che però davvero impressiona sono i volumi dell’interno e le altezze; si rimani attoniti nel concepire la distanza tra il pavimento e il soffitto delle navate. Davvero imponente. Di notevole spessore anche il coro con gli scranni intarsiati, ed il retablo dell’altare maggiore. Terminata la visita si passa direttamente alla Catedral Vieja con accesso dall'interno di quella Nuova. Nonostante la cattedrale antica non sia grandiosa come la precedente, l'atmosfera medievale ne rende interessantissima la visita. Da qui e possibile salire sulla torre. Ultimo giro al chiostro, anche se non all’altezza del resto della visita.

Usciti dalla cattedrale andiamo a visitare il palazzo episcopale, che ospitata il museo di arte sacra. Forse complice un’audioguida non all’altezza, la visita risulta abbastanza noiosa e priva di emozioni.

Il successivo passaggio è all’Università di Salamanca: fondata nel 1218 da Alfonso IX di Leon, ed è l'università spagnola più antica. Prima di entrare, una piccola chicca; gli studenti in cerca di successo negli esami, sono soliti sostare davanti alla facciata monumentale, alla ricerca di una piccola rana scolpita nella pietra che, se trovata senza aiuti, porterà fortuna allo scopritore, come vuole una antichissima leggenda cittadina. Devo dire che ho impiegato un tempo notevole per trovarla, e solo grazie ad altri turisti che parlavano dicendo che la piccola rana si trovava sopra un teschio (lato Destro del Portone, la rana si trova sopra il teschio sinistro), altrimenti sarei ancora lì senza speranza.

 salamanca universita

L’interno dell’università è praticamente un chiostro a due piani dove si trovano le aule degli studenti e la cappella. Ho trovato la visita molto interessante e la consiglio, con una spiegazione cartellonistica esauriente, anche se solo in spagnolo, del significato dei vari luoghi. Assolutamente da non perdere l’aula Luis Ponce de Leon, che conserva intatto l’arredo del XVI secolo, con i banchi originali per gli studenti (una rarità visto che nelle altre università gli studenti sedevano per terra) e la cattedra a forma di pulpito, eredità di un’epoca in cui lo studio avveniva all’interno delle chiese. Dulcis in fundo, saliti al secondo piano, la biblioteca settecentesca, con un bellissimo soffitto ligneo.

Ripreso il camper ci dirigiamo verso CÁCERES (E), tappa impegnativa di 200 Km, andando a posteggiare al parcheggio alle coordinate N39.48056 W6.36646, vicino al centro e gratuito, con già una nutrita presenza di altri camper; restiamo poi tranquilli in camper rimandando la visita all’indomani.

12 Maggio 2023 venerdì

CÁCERES possiede natali antichi. L'area sulla quale sorge fu abitata già in epoca preistorica, come testimoniano i resti umani rinvenuti presso una cava nella grotta di Maltravieso: qui interventi successivi rivelarono anche la presenza di una serie di punti e di numerose impronte di mani sulla roccia. Resti di un'arte rupestre non più visibile in loco poiché, per ragioni di sicurezza, l'accesso non è consentito al pubblico che può comunque osservare i reperti presso il museo locale.

Nel corso dei secoli la città fu occupata da popolazioni celtiche, poi dai legionari romani e dagli Arabi. Fu questo avvicendamento di poteri a dare vita alle numerosi variazioni architettoniche che oggi possiamo ammirare e che proseguì nel Medioevo con i palazzi edificati intorno alle chiese e alla sinagoga. Cominciamo la nostra visita attraverso le strette stradine fitte dì negozi che dal parcheggio ci portano nella vasta Plaza Mayor, una delle più grandi di Spagna, costruita nel XII secolo per ospitare la fiera annuale e il mercato che si svolgeva all'ombra dei portici che contornano ancora oggi la piazza; vi si affaccia l'ottocentesco palazzo municipale, alla destra del quale si apre un ampio spazio un tempo occupato da una delle porte romane di accesso.

Ci addentriamo nella Ciudad Monumental (il centro storico) salendo la scalinata protetta dalla Torre de Bujaco - una fortificazione araba del XII secolo – che ci fa attraversare il quattrocentesco Arco de la Estrella superando così l'antica cinta muraria almohade. La strada conduce direttamente di fronte alla gotica concattedrale di Santa Maria, nella piazza omonima.

Caceres scorcio

All'interno la chiesa è costituita da tre navate, e la parte più interessante e data dal retablo dell’altare maggiore, con i suoi bassorilievi lignei, e l'immagine del Cristo Negro, nella cappella a lui dedicata. Si sale poi sulla torre campanaria per avere una visione della piazza sottostante. Tornati all'aperto ci facciamo sorprendere dagli imponenti edifici che contornano la piazza, architetture che come in tutto il centro storico hanno conservato la struttura originaria, caratterizzata dalla pietra a vista che assume un colore sempre più caldo al calar del sole. Di fronte abbiamo il Palacio Episcopal, dal grande portale bugnato incorniciato da colonne; sulla destra la Casa de los Ovando con il portale sormontato da un grosso medaglione araldico di pietra; più avanti il cinquecentesco Palacio de Carvajal, affiancato da una torre araba a pianta circolare: restaurata nel XX secolo è la sede attuale dell'ente del turismo. Dovunque guardiamo, c’è qualcosa che attira lo sguardo.
Continuiamo a girovagare per le strette vie del centro osservando le complesse elaborazioni di elementi gotici, rinascimentali e platereschi che ornano il Palacio de los Golfines de Abajo, che ospitava i re e i principi cattolici durante le loro visite a Caceres. Un po’ più in alto si trova la casa, costruita nel XV secolo sulle rovine dell'antico alcàzar, detta delle Veletas, ossia dei pinnacoli, in stile barocco. Le sale ospitano il museo cittadino: ma l'ambiente che più affascina è rappresentato dall’antica cisterna araba situata sotto il piano stradale, le cui arcate ancora si specchiano nell’acqua. Bellissimo!

caceres1

caceres2

Prima di lasciare Caceres facciamo un giro sulla torre del Bujaco, per fare alcune foto dall’alto della piazza Major.

Partiamo per MÉRIDA (E), nostra ultima tappa spagnola, andando a sostare all’area attrezzata per camper ed autobus, (€ 15,00 a notte con carico acqua, scarico, elettricità) di Calle Cabo Verde N°2 - N38.91905 - W6.33615.

È la città fondata dai Romani nel 34 a.C. La nostra prima visita è al Teatro ed Anfiteatro Romano. Centro di svago, divertimento e selvaggio intrattenimento di Augusta Emerita, città romana della grande Hispania ed antico nucleo di Mérida. L'anfiteatro accoglieva lotte di fiere, combattimenti tra gladiatori, e persino esecuzioni di schiavi. Dal parcheggio con una semplice passeggiata si giunge al monumentale teatro romano. Le colonne di marmo, le architravi, le sculture e persino la base dello scenario sono pezzi del teatro romano originario. Il teatro funziona ancora e nei mesi di luglio ed agosto ospita il Festival Internazionale del Teatro Classico.

Ci spostiamo poi in Piazza di Spagna, la più grande della città, e dopo un buon bicchiere di Sangria preso in uno dei numerosi bar, andiamo a visitare la Basilica e cripta di Santa Eulalia. All'ingresso un piccolo oratorio con un portico realizzato con pezzi di marmo appartenuti ad un tempio romano dedicato al dio Marte, e che sorge sul luogo dove la santa fu martirizzata. La visita alla cripta è assolutamente da evitare, al prezzo di 6 euro, si fa un tour sotto la basilica per vedere i resti di tre siti costruiti uno sull’altro, una casa romana, un cimitero cristiano, la vecchia basilica, e la nuova ricostruita sulle fondamenta della vecchia. Il prezzo del biglietto lo trovo eccessivo per quello che ci viene proposto; ma arrivati alla fine del percorso, e scoprire che per vedere la basilica vera e propria bisogna sborsare altri 2 € lo trovo particolarmente esoso.

Ultima tappa della giornata il ponte romano sul fiume Guadiana, e l'Alcazaba, un recinto militare arabo per il controllo della regione.

13 Maggio 2023 Sabato

Questa mattina, prima di partire, andiamo a visitare un monumento un po' più lontano, l'Acquedotto dei Miracoli, posto di fronte ad un ponte di origine romana.

Dal camper si fa una bella passeggiata lungo il fiume in un parco dove i locali fanno a loro volta corsa e attività fisica. In breve si arriva all’acquedotto romano, molto ben conservato, e di dimensioni ragguardevoli; vale davvero la passeggiata. Da apprezzare poi che su quasi tutti gli archi dell’acquedotto numerose famiglie di cicogne hanno fatto il loro nido. È davvero piacevole sentire il rumore dei becchi che battono, in questo ambiente rilassante. Rimaniamo molto tempo in zona, rilassati e tranquilli, prima di ritornare al camper.

acquedotto miracoli

Per uscire con il camper dall’area abbiamo avuto qualche difficoltà. L’ingresso in loco avviene in automatico, con una telecamera che rileva il numero della targa che memorizza il momento dell’ingresso. Al momento di uscire, in una macchinetta posta all’ingresso del parcheggio, si deve inserire il numero della targa e il sistema calcola il costo dovuto e si procede al pagamento. Il problema è che non sempre la lettura della targa è precisa, tanto che nel mio caso ha sbagliato addirittura una cifra e una lettera. Per farla breve ho dovuto chiamare tramite il numero di emergenza un addetto per scoprire l’arcano e permettermi l’uscita.

Risolto il problema ci siamo diretti verso il PORTOGALLO, non prima di aver fatto gasolio, dato che in Portogallo costa circa 10 centesimi più caro.

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