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 da ALGHERO a PORTOVESME

Continuiamo fino ad ALGHERO FERTILIA - Da SS127 presso l’area di sosta AA Paradise Park. Spiaggia Le Bombarde a 800 metri, Lazzaretto a 1.700 metri 40.59085° > 008.25560° (Camping per 300 posti camper, 4 lavandini, 4 docce e 4 W.C alla turca a metà Settembre paghiamo € 40,00)

Alghero Denominazione Italo Catalana

Prossima tappa ALGHERO (SS) - U.T. Piazza Porta Terra 9. In questo magnifico parcheggio a pagamento d’estate, GRATUITO d’inverno o mezza stagione, dove esiste anche un pubblico WC con porta che si apre se viene inserita una moneta da € 0,50 Via Alberto Lamarmora 40.56250° > 008.31680°. Altro parcheggio comodo e sicuro 40.56000° > 008.31385° sulla banchina Dogana del porticciolo turistico Ne approfitto per vuotare la cassetta del Thetford e lavarla comodamente. Le Motonavi Freccia & Attilio Regolo collegano ogni giorno partendo dal Porto di Alghero banchina Garibaldi. • = h 8.00 → h 10.30 * • = h 10.45 → h 13.30 • = h 11.45 → h 14.30 • = h 13.45 → h 16.30 • = h 14.45 → h 17.30 • – h 17.45 → h 20.30 * • * solo gruppi organizzati
• – Costo delle motonavi 15 € adulti e 7 € bambini dai 5 ai 10 anni.

Questa è invece l’organizzazione ed il costo per raggiungere la grotta di Nettuno via mare. Alghero - Iniziamo la visita del centro storico cittadino dalla Torre di Porta Terra, antico ingresso della città proseguendo lungo il perimetro delle mura attraverso la visione delle torri cinquecentesche. Continuiamo la passeggiata con la visita alla cattedrale di Santa Maria e quelle di San Francesco e di San Michele, i palazzi delle storiche famiglie di Alghero, in modo particolare quelli che si affacciano in Piazza Civica. Ammirevole l’impegno della Giunta cittadina nell’aver fatto mettere delle tabelle informative ad ogni palazzo. Facciamo una scappata in questa miniera di bauxite vicina ad Alghero, ubicata nella Nurra a N-E rispetto al paese di Olmedo località Graxioleddu distante 25 Km da Alghero, per rivedere anziani compagni di lavoro.

bosa spiaggia torreLascio Alghero prendendo la SP105 verso BOSA (OR). Il tratto di 40 km che divide le due località è fra i più spettacolari della Sardegna. La costa è scoscesa per cui la statale resta molto alta sul mare, fino a raggiungere punti panoramici favolosi dove le montagne ora brulle ora coperte di verde erica fanno un tutt’uno con i colori del mare. Vicino Bosa dei singolari ed immensi tavolati di roccia si gettano placidamente in mare, a Bosa invece la sabbia è scura e non troppo fine, tipo quella di Montalto di Castro. A metà strada piazzale parcheggio sulla stessa statale 40.45340° > 008.38820° per foto. Poco prima di Bosa, al Km 38+200 prendiamo la stradina che in 800 metri ci porta al AA S'Abba Durche che in sardo vuol dire acqua dolce. € 5,00 al giorno in riva al mare, scarico cassetta WC 40.31645° > 008.47350° - Bosa Parcheggio per bus e camper in Via delle Concerie vicino al fiume Temo ed al centro 40.29480° > 008.49890° oppure Parcheggio nello sterrato Viale Mediterraneo sul lungomare alla fine di via Cristoforo Colombo 40.28460° > 008.48345°

Per visita castello sulla strada di accesso scalinata Via C. Gavino Nino 40.29640° > 008.50480° Cittadina graziosa dalle caratteristiche case colorate, con molti esercizi chiusi ebosa castello malaspina poca gente in giro, la crisi ha colpito duramente questa parte della Sardegna. Bosa sorge nella valle del fiume Temo, l’unico fiume navigabile in Sardegna per circa 5 Km dalla foce. La città è famosa per la lavorazione e l’esportazione del corallo, la lavorazione dei tessuti, i ricami, e per i cesti intrecciati con l’asfodelo. Il suo centro storico medievale ha meritato il riconoscimento di uno tra i borghi più belli d’Italia. Visitiamo il castello Malaspina che sovrasta l’abitato e che venne edificato nel 1.112 dai marchesi Malaspina, originari della Lunigiana. In seguito alla sua costruzione, gli abitanti dell’antica Bosa (Vetus), ubicata nei pressi della chiesa di San Pietro extra muros (fuori dalla città) si trasferirono sotto il castello e lì costruirono le proprie abitazioni per ottenere protezione, dando così origine al borgo tardo medioevale di Sa Costa, l’antica Bosa. Del castello originario oggi rimangono solo le mura di cinta, e l’unica struttura all’interno giunta ai giorni nostri è la Chiesa di Nostra Signora de Sos Regnos Altos, piccolo tempio compreso entro le mura del castello di Serravalle completamente ristrutturato che conserva al suo interno un interessante ciclo di affreschi della scuola Catalana, realizzati tra il XIV ed il XV secolo (il XV secolo inizia nell’anno 1401 e termina nell’anno 1500 incluso). Visita castello dalle 10:00 alle 19:00 biglietto € 4,00 Prima di lasciare Bosa, andiamo alla foce del fiume Temo per scattare foto alla torre Aragonese eretta nel XIII secolo a difesa del fiume e della costa per contrastare e scoraggiare le incursioni dei Saraceni. PS Marina di Bosa 40.27430° > 008.48480° Idoneo alla sosta notturna, illuminato, sulla strada Bosa Marina - Turas.

tinnura muralesDa qui proseguiamo per TINNURA (OR) Parcheggio 40.26990° > 008.54780° per visita e foto ai murales. Continuiamo sulla penisola del Sinis su SS292 Mi fermo a Torre del Pozzo, S'Archittu - Parcheggio cittadino 40.08955° > 008.49275° facile d'inverno o in bassaS Archittu Torre Su Puttu stagione per vedere e fotografare questo stupendo e famoso arco di mare. Mi sposto a Sa Mesa Longa - località di Putzu Idu, nel comune di SAN VERO MILIS (OR) 40.04290° > 008.39670° La spiaggia è decisamente selvaggia, l'arenile è un fondo di sabbia gialla rossastra, con tratti di roccia levigata. L'isolotto roccioso poco distante è il richiamo più suggestivo di questa spiaggia e ci si arriva passando su alcuni scogli piatti percorribili a piedi solo con bassa marea. Scogli con la forma di una lunga tavola (in sardo, mesa longa) che danno anche il nome alla spiaggia, confinante con le falesie di Capo Mannu.
Torre di Capo Mannu con isola di Sa Mesa LongaFaro Capo Mannu 40.03510° > 08.37795° (Comune di San Vero Milis). Mai stati con un camper in un deserto salato? Sulla ex SP10 questo è il posto giusto, e vi assicuro che sarà un’esperienza indimenticabile, provare per credere !!! Foto 40.02520° > 008.43640° allo stagno sale/sabbia Porcus.

Dopo questa esperienza, SP59 MARI ERMI (OR). Sosta su sterrato in riva al mare, tra Putzu Idu e Is Arutas, paese a 12 km, dispone di piazzole delimitate, CS, scarico anche per WC chimico, lavabi, docce calde a pagamento. Seguire le indicazioni per "Is Arutas". Appena prima dell'omonima spiaggia, cartello sulla destra con indicazioni per Agri campeggio, imboccare la strada sterrata di 1.5 km. Si arriva direttamente davanti ai tre campeggi Nardi.

Mari Ermi cartelloSono situati su prati ormai secchi aventi alle spalle il monte Muras. Sono dotati di docce dove non è possibile usare shampoo o bagnoschiuma e possibilità di fare acqua ma meglio evitare perché ferrosa e salata. Tutti e tre gestiti da tre fratelli in competizione tra loro. Tariffa € 15/20 al giorno, elettricità € 4,00 CS € 5,00 e doccia € 0,50. Ogni autunno devono togliere tutto perché ubicati in Parco Protetto. Posso scegliere quello che più mi aggrada al momento, o quello meno affollato tanto secondo noi non esistono differenze tra di loro. Il grande vantaggio o meglio dire la bellezza di questi Agri campeggi è che sono affacciati direttamente sulla bellissima spiaggia mari ermi spiaggiachiamata dei CHICCHI DI RISO. Quando mi affaccio sulla spiaggia mi sembra di essere ai Caraibi. La spiaggia è infatti caratterizzata da granuli grandi pochi millimetri, di un particolare colore bianco candido lucido. Si tratta di quarzo, perfettamente arrotondato dal mare che così produce un colore candido irripetibile. L’acqua cristallina del mare appare di un colore azzurro, celeste, unica nota dolente il mare degrada molto velocemente ed alla sera la costa è battuta, quasi sempre, dal vento di maestrale 39.96290° > 008.40150°
La spiaggia si estende per circa 2 chilometri e mezzo, non so il perché ma è poco frequentata anche in alta stagione. Incredibile il numero di cartelli che invitano a non portarla via!!! La spiaggia di Mari Ermi è un paradiso racchiuso nell’area Marina protetta dall’isola di Mal di Ventre, che si trova proprio di fronte alla spiaggia. Mari Ermi 39.96710° > 008.40050° idoneo alla sosta notturna, possibile anche a pagamento sul litorale con la caratteristica spiaggia di sassolini di quarzo bianco dove sono quasi d’obbligo gli occhiali da sole, come fosse neve. A soli 2 Km di distanza verso Sud, Camping Is Arutas 39.94920° > 008.40840° aperto da Maggio a Settembre, immerso nel verde, costituito in prevalenza da macchia mediterranea e piante di mimose, è inserito nella riserva naturalistica Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola di Mal Di Ventre. Tariffa € 20/30 al giorno per 2 persone con elettricità. A seguire verso Sud, lungomare da urlo! Fondali trasparenti e piccole scogliere per chiunque armato di pinne e maschera, incontrerà la più variopinta fauna marina, ampi parcheggi anche per la sosta notturna, StradaSan Giovanni di Sinis Maimoni 39.92090° > 008.39970° - THARROS (Oristano). A San Giovanni di Sinis, vige il divieto di transito ai camper, quindi per raggiungere l’accesso al sito archeologico vige l’obbligo di posteggiare e percorrere circa 500 metri in salita. Le possibilità di sosta sono due: all’inizio del paese, dove la carreggiabile allargandosi forma quasi una piazzetta sterrata e senza ombra 39.88410° > 08.43620°dove si può sostare e pernottare senza alcun divieto ed è GRATUITO, oppure circa 200 metri più avanti esiste un altro parcheggio asfaltato a pagamento, più vicino al sito archeologico 39.88390° > 008.43850° con pernottamento GRATUITO.

Tharros Rovine e Torre di San GiovanniOptiamo per la seconda soluzione e ci avviamo verso la città fondata dai Fenici. Il biglietto d’ingresso ridotto costa € 4,00 a persona e comprende anche la visita al museo di Cabras. Scegliere la visita guidata ad orario prefissato: si può essere sicuri di ottenere tutte le spiegazioni del caso. Alcune teorie riguardanti Tharros stabiliscono che la città fu fondata dai Fenici nel VII secolo. Questa ipotesi ultimamente sembra sia stata riveduta dopo ilTharros Le false colonne ritrovamento di alcune porzioni di muro di circa 100 metri che sarebbe una porzione di un vecchio porto di struttura ben più antica di quella fenicia. Tharros rappresentò sempre uno scalo sicuro lungo le rotte che univano l’Oriente con Marsiglia e la penisola Iberica, inoltre le acque sottostanti Tharros sono state chiamate Mar Morto, data la tranquillità delle loro correnti e proprio questa caratteristica delle acque ha favorito il commercio Fenicio. Le incursioni Saracene del IX secolo, causarono l’abbandono di Tharros per privilegiare la vicina Oristano. L’area attualmente è un museo a cielo aperto ed ancora oggi gli scavi sono in corso, ciò che possiamo vedere risale all’epoca romana o della prima cristianità. Tra le strutture più interessanti che si possono ammirare sono le terme, le fondamenta del tempio, una parte delle botteghe artigiane e delle case, Castellum Aquae (un serbatoio di distribuzione d’acqua in città) e la fognatura. Ma ciò che più affascina il visitatore curioso come me è l’immagine delle due colonne che s’innalzano stagliandosi sul mare turchese della baia retrostante infatti non a caso sono diventate il simbolo di Tharros. Tuttavia questo fascino si attenua quando apprendo dalla nostra guida che queste sono una riproduzione moderna di un tempio risalente al 50 a.C. Accanto a queste due colonne sorgono invece i resti del tempio dalle semicolonne doriche risalenti all’età punica (IV – III secolo a.C.) Questo è l’ultimo paese che s’incontra dirigendomi verso l’estremo sud della penisola del Sinis. È un ex-villaggio di capanne costruito secondo le usanze dei pescatori Oristanesi, per la verità di queste vecchie capanne ne sono rimaste solo pochissime, ma una di queste è tutt’oggi abitata da un vecchio pescatore. Casualmente vengo a sapere che il pescatore in questione è molto felice se i turisti passano a salutarlo ed è assai orgoglioso di far visitare la sua vecchia casa. Con malinconia ma orgoglio al tempo stesso il vecchio pescatore ci introduce nella sua Barracos. Si tratta di un monolocale rettangolare costruito con intelaiatura di canne, inchiodate e legate con giunchi e conficcate nella sabbia. Il tutto era rivestito con fascine di falasco, un erba palustre. Sul tetto l’inclinazione del rivestimento è maggiore sicuramente per permettere un più intenso scorrimento dell’acqua piovana. Rimaniamo affascinati da questa antica abitazione e se pur all’interno si notano alcuni oggetti moderni resta nel complesso molto autentica e mi rattrista pensare come tante di queste abitazioni siano andate perse o distrutte senza che sia stata attuata una qualsiasi forma di recupero.

Continuando la passeggiata troviamo al centro del paese la chiesa di San Giovanni di Sinis. È questa una delle più antiche chiese della Sardegna ed è tutt’oggi in uso. Risale probabilmente al V secolo, la sua prima struttura a pianta centrale con cupola (che ricorda un po’ le moschee arabe) fu ingrandita nel XI secolo con forme protoromaniche e l’interno diviso in tre navate, separate da archi bassi e pesanti pilastri, di cui le due laterali furono coperte con volte a botte mentre quella centrale e l’abside sono coperte da cupola. La chiesa conserva ancora la cupola centrale originaria. Continuo la passeggiata nel paese per scoprire un bel lungomare che corre tutto lungo il lato Ovest del paese ed un’accogliente piazza centrale. Altra area sosta anche per camper per visitare la chiesa, GRATUITO, dove volendo si può anche pernottare 39.88250° > 08.43910° Continuiamo il giro visitando la Torre costiera di San Giovanni ed infine 39.86040° > 008.43450°a piedi, fino a CAPO SAN MARCO (OR) (appendice Nord che chiude il Golfo di Oristano), per foto al promontorio ed al Faro.

Di ritorno verso Oristano, ci fermiamo a SAN SALVATORE DI SINIS (OR) 39.92140° > 008.45210° Questo piccolo paese costituisce il più tipico esempio di centro religioso temporaneo in Sardegna, disabitato per la maggior parte dell’anno, si anima in occasione del novenario e della festa in onore di Cristo Salvatore, tra la fine d’agosto ed i primi di settembre. Il villaggio è costituito da un quadrilatero di piccole case, dette Cumbessias, fatte in arenaria o in mattoni di terra cruda, in passato queste abitazioni venivano utilizzate dai proprietari non solo in occasioni del novenario ma anche in occasione della semina odella raccolta del grano. Al centro del villaggio si trova una suggestiva piazza in terra battuta con alberi e vi spicca la chiesa di San Salvatore. Questa chiesa fu edificata nel XVII secolo, sopra un ipogeo di epoca pre nuragica dedicato al culto dell’acqua e interamente scavato nella roccia. Nel periodo romanico si adoravano Venere, Marte ed Ercole Salvatore. Ora questo paese si anima solo nove giorni all’anno ed essendo ormai a fine settembre già le case iniziano a essere aperte per le pulirle e per essere rinfrescate, è così che riesco a sbirciare in alcune di esse. In questo piccolo villaggio si San Giovanni di Sinis set film western Dio perdona la mia pistola norespira un’aria misteriosa come se si venisse proiettati in un Paese diverso, infatti non a caso intorno alla piazzetta del paese durante gli anni sessanta del secolo scorso sono stati ambientati i film western all’italiana e pare che fino a pochi anni fa restassero alcune scenografie e ambientazioni, come la facciata del saloon e altri edifici pseudo americani poi distrutti in un incendio. Set per film western in realtà ne sono stati girati uno e mezzo: “Giarrettiera Colt”, e “Dio perdona la mia pistola no”. Il secondo finito di girare a Cinecittà.

A TORRE GRANDE (Oristano) per scattare foto al grande torrione 39.90680° > 008.51660° Proseguiamo per CABRAS (OR), dove sosteremo pertorre grande torrione acquistare bottarga e visitare il museo visto che era compreso nel biglietto dell’area di Tharros. L’aggregato rurale di Cabras è attestato dalla fine del XI secolo con il nome di “Masone di Cabras” sulle rive dello stagno di Cabras i giudici Arborensi possedevano una residenza fortezza di cui oggi rimangono pochi ruderi. L’economia del paese si basa principalmente nella produzione vinicola, di frutta, foraggi per allevamenti ma soprattutto sulla pesca. Cabras è assai rinomata per la produzione della Bottarga di Muggine, è questa infatti un derivato della produzione ittica ed inoltre lo stagno su cui si adagia Cabras è ricco di muggini. L’attività principale è proprio la pesca e le acque del lago sono ricche di cefali, anguille, mormore e spigole. Un tempo la pesca veniva effettuata con particolari imbarcazioni realizzate con l’intreccio dell’erba della palude, detta fassonis, alcune di queste imbarcazioni ancora oggi le possiamo vedere ma penso vengono utilizzate solo per fini turistici. Finite le compere, mi dirigo al vicino museo Archeologico, situato vicino al bordo dello stagno offre una piacevole ed interessante vista sulle acque ed alla sua flora.

Peschiera Pontis IttiturismoIl museo è dedicato all’esposizione di reperti provenienti dai territori circostanti e dalla chiesa di San Giovanni di Sinis Il periodo nuragico è rappresentato da materiali recuperati con gli scavi nel villaggio di Cuccurru Is Arrius. Relativi all’età storica si trovano reperti provenienti dalla città di Tharros, inoltre sono esposti anche reperti Fenici e Punici. La visita è assai interessante perché unita alla visita di Tharros, ci permette una visione completa della storia e delle vicende di questa parte della Sardegna.

Sulla SP6 pranziamo all’ittiturismo Sa Pischera, ristorante dove producono e vendono la bottarga 39.91370° > 008.50860° Continuo per ORISTANO. L’area attrezzata camper è comunale, funzionale e GRATUITA molto grande, 39.89710° > 008.58930° si trova in Via Dorando Petri angolo Viale Cimitero, nella periferia Sud.

La città di Oristano, capoluogo di provincia dal 1974, si trova sul limite settentrionale della pianura Campidana, presso la foce del fiume Tirso ed è circondata da stagni molto pescosi. La sua origine risale al 1070 quando dalla vicina Tharros devastata dai Saraceni, la popolazione migrò in cerca di un nuovo insediamento. Oristano è anche la città della Vernaccia, vino pregiato prodotto da un vitigno autoctono e, secondo la tradizione, formato dalle lacrime di Santa Giusta protettrice di Oristano. Prossima destinazione Barumini.

barumini grande nuraghe

Lasciata Oristano (che non ha molto da offrire) prendiamo la SS131 Carlo Felice, Santa Anna, Uras, Sardara, Sanluri e lasciata la SS131 Carlo Felice a questa uscita 39.54410° > 008.91235° dopo 1 Km SS293 Villasanta, Furtei, Villamar, Las Plassas, BARUMINI (VS) Area sosta camper in Viale Su Nuraxi 39.70540° > 008.99315° 800 metri prima di entrare in paese. Costruito intorno al XII secolo a.C. Su Nuraxi si trova al lato della strada che da Barumini porta a Tuili. L’importanza del Nuraghe di Barumini, situato su un piccolo altipiano a circa 230 metri sopra il livello del mare, è dimostrata dalla sua complessità. Su Nuraxi ha un eccellente stato di conservazione; molto particolare è l’imponente fortezza, costituita da diverse torri. La torre centrale è circondata da un bastione con quattro torri, a loro volta circondate da sette torri in esagonale. Il vasto, labirintico villaggio con stretti sentieri e case a corte, pozzi, cisterne e capanne per le riunioni, racconta silenziosamente una misteriosa storia di 3500 anni fa. La torre centrale di forma tronco-conica, era alta in origine più di 19 metri, ed è costituita da tre Tholos sovrapposte (tipiche camere nuragiche).

TUILI (VS) - 39.71110° > 008.96170° Parcheggio a 4 Km di distanza da Barumini. Il parco Sardegna in Miniatura è aperto tutti i giorni dal primo Aprile ai primi giorni di novembre, dalle 9:30 alle 19:00. Per accedere al Parco Sardegna in miniatura acquistare un ticket il cui prezzo varia a seconda delle combinazioni richieste. Il ticket parco + mostre (comprendente il parco delle miniature e visite guidate al museo dell’Astronomia, il Planetario, la Biosfera, Darwin) costa € 15,00 nella versione intera, mentre il ridotto costa € 12,00 L’accesso base per visitare solo il Parco di Sardegna in miniatura, che comprende anche la riproduzione del villaggio nuragico, il giro botanico, la torre panoramica, parco giochi e tante altre cose, costa € 10,00 mentre il ridotto € 8,00 (meno di 11 anni).

Giara Cavallino di Tuili

 

Tuili (VS) Dal Centro Servizi Jara a Tuili (capolinea dei bus) 39.71130° > 008.96165° Si parte in direzione del Parco della Giara, percorrendo le vie del centro storico; prima del ponte che porta fuori dal paese in direzione della Giara, si prende lo sterrato a sinistra e lo si percorre per 400 metri. Arrivati all’altro ponte, si gira a destra incominciando la Giara Ranunculus aquatilissalita su fondo asfaltato. Dopo 350 metri, c’è un bivio, si prende il sentiero a destra, indicato con il cartello “bia de Carros”, ovvero il percorso utilizzato in passato dai carri per salire sull’altopiano; lo si percorre in salita seguendo il fondo in selciato, da notare il panorama spettacolare sulla Marmilla, regione storica della Sardegna caratterizzata da dolci colline e coltivata principalmente a grano, mandorli e olivi, molti dei quali secolari. Al termine del sentiero “bia de Carros” si interseca una strada sterrata, la si prende in direzione destra e si prosegue la salita per 2,4 km fino a raggiungere la sommità dell’altopiano in località Nuridda. Il percorso prosegue sullo sterrato in piano a quota 580 fiancheggiando dopo 300 metri Pauli Piccia, uno degli stagni temporanei della Giara, solitamente punto di avvistamento dei famosi cavallini selvaggi che vivono sull’altopiano e che nei periodi primaverili si nutrono dei ranuncoli acquatici fioriti a pelo d’acqua. Il percorso prosegue su una stradina leggermente in salita fino ad arrivare ad un evidente recinto circolare “sa Cotti” sulla sinistra, costruito con la tradizionale tecnica “a secco” ed utilizzato per radunare gli animali. È consigliata una piccola deviazione, proseguendo sulla strada a sinistra per 500 metri, per raggiungere Pauli Majori, il laghetto temporaneo più grande dell’altopiano; costeggiandolo a destra per 150 metri, si raggiunge Sala Messi, una sorgente permanente che garantisce l’acqua agli animali dell’altopiano tutto l’anno e, volgendo lo sguardo a sinistra della sorgente, si osserva una delle tradizionali capanne dei pastori, le “pinnettas”. Si percorre a ritroso il percorso fino al recinto “sa Cotti” e si prosegue dritto, lasciando a destra la strada dalla quale si è arrivati, per circa 1,1 km, fino a raggiungere il nuraghe Tutturuddu sulla destra della strada, uno dei 23 nuraghi presenti sull’altopiano che testimoniano l’importante presenza dell’uomo nuragico nel territorio. Si prosegue sulla stessa strada per 500 metri e si costeggia il giardino botanico della Giara “Morisia” dove sono catalogate le specie botaniche presenti nel Parco. Proseguendo per ulteriori 400 metri si raggiunge il parcheggio in località MADAU 39.73190° > 008.9740° dove inizia la discesa su strada asfaltata per 5,5 chilometri, fino a raggiungere il ponte nel paese e rientrare nell’abitato di Tuili. Lungo tutto l’itinerario non sono presenti indicazioni se non nel paese ed all’imbocco del sentiero “bia de Carros”; il percorso non presenta difficoltà tecniche, ma è necessario un forte senso di orientamento.
Percorso A/R Km 9,00. Flora – sugheri (Quercus Suber), roveri, eucaliptus, peri selvatici, rovi, cisti, lentischi, mirti, corbezzoli, eriche, peonie, filliree, agrifogli, euforbie. Se avete bisogno di una guida esperta, contattare eventualmente Roberto Sanna della Cooperativa Jara di Tuili (070 9364277 oppure 348/2924983 sulla SP5.

TORRE CORSARI spiaggiaRitorniamo verso Oristano passando da Baradili, Gonnosnò Ales, (nel Parco del monte Arci) dove ci fermiamo per acquistare dell’ottimo miele di Corbezzolo dal conosciuto e premiato apicoltore Manias. Ripresa la SS131 verso Nord (Oristano), Sardara uscita Pabillonis-Mogoro, SP98 – SP64 – SP69 – SS126 S/Occ. per San Nicolò d’Arcidano, Terralba, Strada di Bonifica 3 Luri, SP69 Marceddi, stretto ponte dei pescatori a circolazione alternata, San Antonio di Santadì, quindi prendere a sinistra per TORRE DEI CORSARI. Il luogo prende nome dalla torre di Flumentorgiu, utilizzata dagli spagnoli nel XVII secolo come postazione di avvistamento contro le incursioni dei pirati saraceni. Arrivati in cima al promontorio ci appare un paesaggio unico: a Sud la splendida baia di Porto Palma dominata da alte falesie calcaree, mentre a Nord verso Pistis, la vista spazia su bellissime spiagge dominate da imponenti dune di sabbia. Il Parcheggio sottostante al promontorio, proprio in prossimità della spiaggia, ospita camper circondati da auto, quindi meglio arrivarci o al mattino molto preso o a tarda sera 39.68490° > 008.44970° È possibile una breve escursione alla Torre per foto con possibilità di pernottamento nel piazzale 39.68350° > 008.44620° Il paese è di nuova costruzione evidentemente sorto sull’onda dello sviluppo turistico, villaggio residenziale assai animato e dotato di ogni confort con una graziosa Piazzetta chiamata Stella Maris su cui si aprono negozi, farmacia, supermercato, pescheria, panetteria, pasticceria; lasciamo questo incantevole luogo della Costa Verde, conservando nella mente una caratteristica di questa costa che sono le DUNE, in special maniera nelle località di Piscinas, Scivu, Torre dei Corsari e Pistis che hanno dato luogo a fenomenitorre corsari punta sa rosa unici creando un vero e proprio ambiente sahariano. Lo scultore di queste opere è il vento di maestrale e la rifinitura viene eseguita dalla vegetazione che se pur in condizioni ostili, trova il modo di crearsi il proprio habitat: ginepro, lentisco, violacciocca giglio marittimo ed anche papaveri della sabbia.

funtanazza colonia bambini disusoA seguire Porto Palma, Marina di Montevecchio località FUNTANAZZA (a questo bivio a destra) 39.61850° > 008.47960° con i suoi 350 metri di lungomare ed un abbondante parcheggio 39.61380° > 008.46750° Funtanazza è il luogo dove la società mineraria di Montevecchio aveva costruito la colonia marina Francesco Sartori per ospitare i figli dei minatori. Oggi tutto è in totale abbandono, ma l’insenatura riparata dai venti di maestrale offre un bellissimo mare ed una spiaggia finissima. Da camperisti incontrati a Scivu, apprendiamo che è anche possibile sostare nel parcheggio dell’ex-colonia e pernottare. Tornati indietro, qui giriamo a destra 39.61815° > 008.48630° per arrivare nella Marina di Gutturu Flumini passando davanti al Bed and Breakfast Il Giardino. Seguo la costa, Marina di Arbus COSTA VERDE - Marina di Gutturu Flumini 39.60030° > 008.47165° c’è un parcheggio sulla SP4.21, oppure qui a Punta Campu Sali 39.59270° > 008.46655° su sterrato della spiaggia. La strada ora costeggia il mare, è molto più facile percorrerla, sempre sterrata, con un po’ di sabbia ma piana e larga. Sempre sulla SP4.21 arriviamo a Portu Maga 39.57660° > 008.46560° Parcheggio tra le dune del villaggio.

COSTA VERDE: La Costa Verde si preserva ancora oggi intatta nella sua bellezza selvaggia essendo rimasta ancora non ben collegata con il resto della Sardegna. La viabilità stradale è ancora abbastanza difficoltosa e prevalentemente fatta di piccole strade strette con numerosi tornanti e quasi sempre sterrate, il che rende questo angolo di Sardegna non facilmente raggiungibile. Tuttavia qualche difficoltà nel tragitto viene poi ampiamente ripagata dalla bellezza dei luoghi. La strada percorre un bel tragitto in unsardegna costa verde guado camper verdeggiante saliscendi, molti i pascoli punteggiati da pecore che rendono il tutto molto bucolico ed affascinante. La strada diventa ora bianca e pure molto sconnessa e piena di buche con ripide salite che fanno slittare a volte le ruote di trazione. Arrivati al primo guado con acque rosse 39.54605° > 008.46535° dovuto all’ossidazione del minerale di ferro, abbastanza largo ma non molto profondo dopo una accurata ispezione del fondo, (circa 50 cm di acqua) lo attraversiamo con decisione. Continuiamo il tragitto sempre sconnesso con rapidi sardegna costa verde secondo guado campersaliscendi e velocità molto bassa. Arriviamo anche al secondo guado un po’ più profondo del primo 39.53410° > 008.46545° e con dei grossi sassi sul fondo che fanno sobbalzare i camper che, con qualche timore in più, viene brillantemente superato. Dopo 150 metri svoltiamo a destra sempre nello sterrato, ma con limite di larghezza a m.1,90, che in 1.600 metri ci porterà a scoprire la meravigliosa spiaggia Oasi di Piscinas.

Parcheggio a pagamento ad 1 Km a Nord della località chiamata Magazzini 39.54030° > 008.45190° nelle ore diurne € 5,00 al mattino ed altri € 5,00 per il pomeriggio. Servizi e docce presso i vicini Chioschi che gestiscono alcune aree della spiaggia. È possibile la sostacqua piscinasa notturna GRATUITA, a condizione di lasciare il parcheggio PRIMA delle ore 08:00 del mattino seguente. Località molto bella con grandi dune di sabbia e temperatura mite. In perlustrazione in Mountain Bike nello sterrato che dovrò affrontare per proseguire verso Ingurtosu e verso la SS126.

Paesaggio bello e singolare con grandi eucalipti ed una folta flora Mediterranea.

piscinas la spiaggia

I minerali venivano trasportati dalla laveria Brassey di Naracauli tramite vagoncini lungo un tratto ferroviario di pochi chilometri, i vagoncini sono ancora visibili nei pressi del piscinas museo cielo aperto minieraparcheggio della spiaggia. Giorno seguente, sosta nella AA Sciopadroxiu € 30,00 per SC e bucato. A seguire, visitiamo i resti di una vecchia miniera di zinco a cielo aperto, almeno quello che resta della laveria Brassey 39.51480° > 008.49340° quindi visita al pozzosardegna naraculi laveria Brassey Gal ed al museo della miniera di INGURTOSU (VS), il tutto all’interno di una gola di rocce molto scoscese. Al contrario della precedente, la strada è fattibile e dopo la miniera, la SP66 diventa addirittura asfaltata. L’ascesa sembra non finire mai, ma i paesaggi che incontriamo ripagano della fatica, a condizione di non soffrire le vertigini!!!

Percorriamo un’altra vallata con numerose e fatiscenti costruzione annesse agli scavi minerari e molti depositi di materiali di risulta derivanti dal lavaggio del minerale estratto con il risultato di una pesante deturpazione del paesaggio e credo anche delle falde acquifere. Dopo questa bellissima ed interessante sosta ad Ingurtosu, percorriamo la strada che costeggiata il riu di montevecchio miniera palazzo direzioneNaracauli fino alla vecchia miniera di Ingurtosu (Foto al monumento di Lord Brassey e chiesa di Santa Barbara), Seguo la strada sterrata SP66 Pozzo Casargiu, Pozzo Amsichora, strada tortuosa di montagna ed in cattivo stato grazie alla quale finalmente arriviamo a MONTEVECCHIO (VS) dove parcheggio il camper presso la locale villa padronale 39.55670° > 008.57060° Visiteremo con la guida abilitata questo ex centro minerario subito dopo aver acquistato il biglietto.

Montevecchio Piccalinna shaft

 

Dopo aver scelto che percorso seguire, la visita prosegue con il trasferimento tramite camper sul sito minerario 39.55590° > 008.57975°montevecchio miniera palazzo direzione salone blu per vedere e fotografare diverse strutture come le case dei minatori, l’officina, la falegnameria e l’argano che faceva scendere l’ascensore (ad orari stabiliti) con i minatori e risalire il materiale di estrazione. L’ottima guida è anche figlia di un ex minatore sopravvissuto alla vita di miniera. Visita lunga, dettagliata ma piacevole durata un paio d’ore.

SP68 Arbus, SS126. Nella discesa per avvicinarmi alla costa il panorama che si scorge su Portixeddu e Buggerru è spettacolare. Arrivati sulla costa, al bivio prendo a sinistra SP66 Guspini, SS196 che seguiamo fino a Gonnosfaradiga ed in questo punto 39.48760° > 008.72690° girare a destra per il parcheggio e visita cascata ‘Sa Spendula’ 39.46920° > 008.72530° con uno scarico per WC chimico ed una fontanina per l’acqua molto usata dagli abitanti del luogo. Visitiamo la bella cascata, il lavatoio e la chiesa. SA SPENDULA (VS) è composta da tre salti del torrente Coxinas, che prende poi il nome di Rio Seddanus.
È una meta frequentata nel periodo estivo in quanto poco distante dal centro del paese ed ubicata nelle immediate vicinanze di un parco ricreativo. Torniamo sulla costa passando da San Gavino Monreale, SS197 Guspini, Arbus SS126 quindi SP83 Portixeddu, Capo Pecora (circa 25 Km) con un bello spiazzo per i camper, dove la costa èsardegna punta pecora scoscesa.

Capo Pecora 39.45700° > 008.38320° nota agli anziani di Arbus con il nominativo di Perdas’ e Arlbas, rappresenta l’ipotetico confine Sud della Costa Verde, una lingua di granito che si tuffa nel mare, modellata dall’incensante azione del mare e del vento di Maestrale. È una località caratterizzata da alte scogliere a picco sul mare, da rocce granitiche, da una bassa vegetazione e dal vento. Un luogo che ti fa sentire lontano da tutto e da tutti ma nello stesso tempo ti fa sentire in perfetta armonia con la natura. Qui tutto appare incontaminato, aspro e desolato ma proprio per questo è assai suggestivo per chi come noi amanti del mare e della natura. La punta estrema del Capo appare “invasa da camper” che hanno o meglio sono riusciti a superare alcune cunette di sabbia e collocarsi proprio al limitare della scogliera. Memore di alcuni avvertimenti dei locali, in merito alla pericolosità di affondare nella sabbia col rischio di restarci, ho optato di parcheggiare circa 100 mt prima su disardegna punta pecora oggi uno spiazzo erboso sempre e comunque a ridosso della scogliera. Il luogo è alquanto solitario e sono conscio che quando le poche macchine parcheggiate se ne andranno, salvo l’arrivo di altri camper, rimarremo soli soletti, ma ciò non ci preoccupa affatto. Parcheggio il mezzo e mi dirigo verso la spiaggia sottostante per un bellissimo bagno in un’acqua veramente cristallina. La spiaggia qui è formata da sassi granitici la cui cromaticità rende ancora più notevole la trasparenza dell’acqua ed il verde della macchia mediterranea. Alle mie spalle il tramonto, l’ora più bella da vivere in riva al mare, si sta avvicinando così decidiamo di goderci lo spettacolo proprio in cima al Capo, dove un’altra meraviglia ci attende, la spiaggia è piena di gigli di mare un vero peccato camminarci sopra.
Il sole a poco a poco va a nanna, regalandoci scorci e panorami mozzafiato, emozionati per tanta armonia ci sentiamo molto grati nei confronti della natura.

buggerru bar e ufficio turisticoTorniamo indietro fino a Portixeddu, per raggiungere BUGGERRU (CI) seguendo la costa abbastanza agevolmente su SP83 una magnifica strada provinciale asfaltata di recente. A metà strada, incontriamo l’AA S. Nicolao, nota per le sue dune e dove si trova una piacevole area di sosta solo per 24 camper 39.41730° > 008.41150° (no carico/scarico) fatta a terrazzamento, vista mare e molto ma molto carina al prezzo di € 10,00 a notte, aperta tutto l’anno. Buggerru è un piccolo paese incastonato fra due ampi promontori e sviluppatosi in maniera insolita lungo una piccola vallata fino al porticciolo turistico, unico approdo sicuro della zona. Questa vallata in principio era conosciuta come Mungerru ossia luogo di mungitura poi in seguito all’apertura della miniera di Malfidano, si è formato il borgo cittadino, divenuto nella prima metà del XIX secolo un importante centro per le miniere di piombo e zinco. Dell’antica attività estrattiva oggi sono rimasti solo pochi ruderi ma recentemente recuperati e visitabili come la Galleria Henry, ci fermiamo quindi per visitarla.
Camper Service, ben segnalato, di fianco al porto, costo per solo C/S Euro 5,00 (€ 15,00 con sosta tutto compreso) 39.40250° > 008.40180°

La più importante opera della grande miniera di Planu Sartu è senza alcun dubbio la Galleria Henry. Scavata nel 1.865, consentiva il trasporto del minerale per mezzo di Buggerru e Ingersoll Randrotaie dai cantieri sotterranei alle distanti laverie. Posta a 50 metri sul livello del mare, al di sopra dell'abitato di Buggerru, attraversa per circa un chilometro l'altopiano di Planu Sartu. Questo tunnel scavato nella dura roccia si mostra imponente: le dimensioni furono determinate dall’impiego, nel lontano 1892, di una locomotiva a vapore. Questo ingegnoso sistema, grazie ad una avveniristica rete ferroviaria, soppiantò in un baleno i lenti e costosi trasporti con i muli ed altri animali da soma. La galleria è una sorta di suggestivo labirinto: dotata di molteplici indicazioni, è oggi accessibile in tutta sicurezza. La sua unicità è costituita da un perpetuo rapporto con la falesia sul mare che avviene per mezzo di gallerie minori e camminamenti scolpiti, come finestre ideali, nella roccia. Attraverso queste aperture luminose che si alternano con il buio del sottosuolo, possiamo gustare viste suggestive della costa a strapiombo sul mare e panorami mozzafiato. Le guide del parco geominerario ci accompagnano nella visita, impreziosendo l’esperienza con racconti sulle importanti vicende storiche e sociali della vita mineraria di Buggerru, celebre soprattutto per l’eccidio del 1904 in cui persero la vita quattro minatori e dal quale scaturì il primo sciopero nazionale in Italia. Visita di fine settimana solamente su prenotazione, prezzo ingresso € 8,00

cala domestica torreLascio Buggerru su SP38 e, dopo 7 Km a questo bivio 39.36830° > 008.39480° scendiamo verso CALA DOMESTICA (CI) 39.37230° > 008.38230° Insenatura incantevole, con sosta camper asfaltata senza scarico al costo di euro 10,00. Grande scarpinata con mia moglie verso la torre Aragonese, (SN baia) su un sentiero segnalato nell’itinerario come “miniere blu”.

Ancora pochi Km, Acquaresi, MASUA (CI), ed il suo scenico attracco di Porto Flavia, davanti all’imponente scoglio chiamato Pan dimasua grande spiaggia Zucchero. Da lontano lo scoglio dona l’illusione ottica di essere unito al monte Nai, al quale si accede tramite l’ingresso di una miniera abbandonata che conduce direttamente sulle falesie a strapiombo sul mare. Nella caletta a sinistra c’è una piccola cascata d’acqua dolce che funge da doccia naturale per i bagnanti. Il parcheggio è comunque fornito di docce, ci si può rifornire di acqua ed alla sera vengono organizzate grigliate miste per i camperisti.

Area sosta aperta stagionalmente 39.33415° > 008.42040° Unica raccomandazione: arrivare con il frigo pieno e le acque scaricate, dopo di che non resta che godersi questo angolo di paradiso, in compagnia del vento di maestrale che in questa parte comincia a farsi sentire. Una buona strada sale rapidamente e poi in egual modo scende verso il mare incuneandosi in una stretta gola con vedute spettacolari sul mare fino ad arrivare ad una meravigliosa ed emozionante vista sull’antistante isolotto di Pan di Zucchero, troppo bello!!!

porto flavia pan di zucchero

Purtroppo la gioia dura poco perché la strada che sale verso l’area di sosta è ripida e molto dissestata. Con qualche raspamento di troppo il camper si arrampica, poi gira repentinamente a sinistra per prendere una ripida discesa che ci porta nell’AA. Possibilità di andare a fare un giro in barca o gommone con Warung boat tours, Località Masua, Nebida CI – Telefono +39 3928197964/3404606229 per visitare la Grotta Sardegna, il Soffione, L’Elefante, Il Drago ed infine l’enorme Pan di Zucchero.

L’isola di Pan Zucchero è un faraglione calcareo, alto 133 metri, caratterizzato da un colore chiaro e dalla superficie a gradini piatti. Le pareti Nord e Sud sono traforate da due grandi archi. Proprio questa sua forma massiccia e arrotondata richiama alla mente l’immagine del famoso Pao de Azucar della baia di Rio de Janeiro, da cui ne prende il nome. L’erosione dell’acqua piovana, con l’azione del solvente sulle rocce carbonatiche, ha prodotto due grotte a forma di galleria che si aprono sul livello del mare. Collegati allo scoglio i due faraglioni detti del Morto e di S’Agusteri. Tutto ciò si è formato in seguito all’erosione ed allontanamento dalla terraferma di Punta Is Cicalas. Il giorno dopo, con una piacevole passeggiata acquistiamo il biglietto direttamente all’ingresso, per visitare Porto Flavia, che non è una miniera, ma è un grande porto d’imbarco scavato con tanto di giganteschi silos, nella roccia del promontorio che domina Masua di fronte al Pan di Zucchero. Per capire quale fu veramente la rivoluzione del sistema, basti pensare masua museo macchineche fino al momento della sua realizzazione il materiale veniva trasportato mediante carri trainati da buoi fino ai magazzini posti sul molo vicino alla spiaggia di Masua. Da lì tramite ceste venivano caricate a mano dagli operai su piccoli vascelli a vela latina, chiamati Galanze o Bilancelle, navi a vela da 25 tonnellate. Queste imbarcazioni raggiungevano Carloforte, distante 10 miglia e dotata di un sicuro porto, scaricavano il minerale che successivamente veniva caricato nuovamente su piroscafi che lo portavano alle fonderie europee. Tutto ciò rendeva il costo del trasporto non competitivo per questo si pensò di risolvere il problema. Fu realizzato nel 1925, scavando la montagna per circa 600 metri, al fine di sopperire alla mancanza di un porto d’imbarco con un fondale abbastanza profondo da permettere di caricare le grandi navi da trasporto. Nella ripida falesia quasi di fronte al Pan di Zucchero, furono scavati 9 silos con una sezione di mt. 4 x 8 ed una altezza di 20, collegati a due gallerie sovrapposte entrambe affaccianti sul mare. La galleria superiore alla quota di circa 37 metri era la galleria di carico, che mediante una ferrovia era collegata alla miniera. I minerali veniva poi scaricati nei silos. La galleria inferiore all’altezza di circa 16 metri, era la galleria di scarico dotata di nastro trasportatore fisso sul quale, dai silos, venivano scaricati i minerali, e di un nastro trasportatore estensibile, il quale durante le fasi di carico delle navi veniva spinto all’esterno della falesia attraverso una finestra aperta nella falesia stessa. Una volta terminata l’operazione di carico, il nastro veniva reinserito all’interno della galleria e la finestra chiusa con un portellone esterno. Così si riusciva a caricare in poche ore ciò che prima era possibile fare in diversi giorni di lavoro. Visite guidate 10:30-11:30-12:30-14:30-15:30 Ingresso € 10,00 intero. Ragazzi e senior sopra i 65 anni = € 6,50

portoscuso torre spagnolaTerminata questa pausa felice, continuiamo ancora verso Sud, Nebida e, a seguire, la litoranea SP83 che scorre lungo la scogliera ricca di immagini da cartolina fino alle due attrezzate ed affollate grandi spiagge turistiche di Fontanamare e la pineta di Plagemesu nel Golfo di Gonnesa, spiagge di arenaria granulosa e sassolini circondate da scogli che rendono l’acqua ancora più limpida. A Guardia Pisano a destra per Capo Altano per fotografare una vecchia batteria costiera Parcheggio 39.22780° > 008.37460° Continuare a piedi per 600 meri fino alla batteria. Continuiamo sulla strada asfaltata di via Grazia Deledda sulla scogliera verso Punta Niedda, Portoscuso (parcheggio per torre Largo Gramsci 39.20470° > 008.37685° A PORTOVESME (CI) parcheggio sul grande piazzale vicino all’imbarco 39.19965° > 008.38980° nel grande piazzale davanti alla biglietteria.

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