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Tour dell’Alto Lazio e Ciociaria in camper

Tour dellAlto Lazio e Ciociaria in camper

Dieci giorni a zonzo in zone di rara bellezza, borghi caratteristici e luoghi davvero unici del Centro Italia, ce lo raccontano gli Amici di Vacanzelandi@ Daniele ed Anna con il loro diario di viaggio

In occasione della fine dell’anno, che con altri amici camperisti festeggeremo in un agriturismo di Montepulciano, abbiamo deciso di passare qualche giorno nell’alto Lazio e Ciociaria; una zona mai fatta prima.
Siamo una coppia di ultra sessantenni, residenti a Follonica (GR), a bordo di un Challenger 286 acquistato nel 2021 in sostituzione del nostro mitico Sharky che oramai di kilometri sul groppone ne aveva 200.000.
La partenza è il 30 dicembre pomeriggio con arrivo a MONTEPULCIANO (SI) all’ora di cena presso la comoda area di sosta di Piazza Nenni, parcheggio P5, coordinate N43.09642 E11.78703. C’è il carico e lo scarico delle acque, anche se questo un po’ scomodo come accesso, con 2 tariffe per camper, 5€ 6 ore o 10€ 24 ore.
Siamo già stati qui, ma visitare questa cittadina è sempre stimolante. Ceniamo in camper, e dopo cena facciamo una passeggiata per il centro storico, raggiungibile con una comoda scalinata che parte dalla piazza del parcheggio. Non c’è molta gente, quasi tutti i negozi sono chiusi, ma tutte le vie sono illuminate dalle decorazioni e la passeggiata risulta molto piacevole.

31 dicembre 2022 Sabato

La mattina torniamo in centro paese. Questa volta troviamo decisamente più gente ed i negozi sono tutti aperti. Nella piazza del duomo c’è anche il mercatino di Natale, con i classici prodotti del momento. È un profumo di sapori e colori a cui è difficile resistere. Passiamo così tutta la mattinata, acquistando alcuni prodotti locali, e verso l’ora di pranzo ci spostiamo a PIENZA (SI), dove dobbiamo incontrarsi con i nostri amici. Il paese è letteralmente invaso dai turisti, e le due aree di sosta che vi si trovano, sono strapiene.
Giriamo per un po’, poi alla fine riusciamo a ritagliarci un posto in una strada con molta, ma molta difficoltà. Anche i nostri amici hanno subito la stessa sorte, ma alla fine anche loro sono riusciti a parcheggiare. Dopo aver pranzato in uno dei locali del corso, a base di tagliere formaggi e salumi, passiamo il resto del pomeriggio girovagando per il paese. Siamo già stati diverse volte sia a Montepulciano che a Pienza, per cui più che visitare i monumenti già visti, ci dedichiamo alle atmosfere del periodo natalizio che si respirano in questi fantastici borghi.
Quando inizia ad imbrunire riprendiamo il camper in direzione nuovamente Montepulciano per andare all’Agriturismo dove festeggeremo l’ultimo dell’anno.
Si tratta dell’Agriturismo La Buca Vecchia, a circa 3 km da Montepulciano (coordinate N43.10212 E11.73687).

Il complesso dispone di 7 piazzole dedicate, ogni una con corrente e cannella dell’acqua (necessaria la prenotazione per accedervi).
La serata con i nostri amici nel ristorante dell’Agriturismo si svolge alla grande. Devo dire che il menù proposto è davvero speciale, oltre ad essere molto particolare, e vi invito a visitare il loro sito web perché un pasto in questo posto è davvero una piacevole esperienza.
Andiamo a letto molto tardi, ma del resto era scontato, dopo aver fatto baldoria che è continuata una volta tornati ai nostri camper.

mappa alto lazio ciociaria

1 gennaio 2023 Domenica

Dopo aver smaltito i postumi del cenone della sera prima e aver pagato il conto, 120 € il cenone per 2 persone e 30 per la sosta camper, in tarda mattinata ripartiamo alla volta di BOLSENA (VT).
Arriviamo intorno alle ore 12.00 e andiamo a parcheggiare nel grande spiazzo sterrato subito fuori dal paese a circa 700 metri dal centro (Parcheggio porto sala N42.639356, E11.991918). Non ci sono servizi, ma è illuminato, gratuito e pianeggiante.
Dopo un veloce pasto, affrontiamo la facile passeggiata che ci porta in paese. Facciamo prima una passeggiata sul lungo lago per godere della bella giornata di sole e del clima tiepido. Poi ci dirigiamo verso il centro storico affrontando la ripida salita per andare a vedere la Rocca Monaldeschi risalente al 1295. Salendo alla rocca apprezziamo il ben conservato nucleo storico e godiamo belle viste sul lago. Arrivati in alto visitiamo il museo ospitato all'interno dell'antica fortezza.

bolsena 1

bolsena 2

Tra le varie sezioni ci muoviamo tra i primi insediamenti umani risalenti alla protostoria, giungendo poi allo splendore dell'epoca etrusco-romana. Da non trascurare la sezione dedicata alla biologia del lago dove, in diversi acquari viene riprodotto l'ambiente lacustre.
Usciti dal castello ci sarebbe da visitare il presepe vivente, che è stato allestito proprio sotto il castello, ma noi andiamo dritti alla basilica di Santa Cristina, costituita da tre diverse chiese, unite tra loro ed erette su di una antica necropoli dove fu sepolta la patrona della città, e che a mio parere è uno dei siti architettonici religiosi più interessanti dell'alto Lazio.

bolsena chiesa santa cristina

L'interno, suddiviso in tre navate, custodisce pregevoli bassorilievi, dipinti e sculture. Nella cappella del Miracolo, protette in una teca, si trovano delle pietre dell'antico altare macchiate di sangue che sono la testimonianza di un miracolo eucaristico del 1263 che rese Bolsena famosa in tutto il mondo. La tradizione narra che un sacerdote dubitasse sulla verità della transustanziazione, ovvero sulla presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati. Durante la celebrazione della Messa le ostie sanguinarono lasciando indelebili tracce sulle pietre macchiando anche il corporale che fu portato a Orvieto dove nel 1290, per volere di papa Niccolò IV, fu edificato lo splendido duomo per custodirlo.
Le reliquie della santa sono conservate all'interno della basilica nella grotta di Santa Cristina da cui si accede alle catacombe paleocristiane, e che erano il luogo originario della sua sepoltura scoperto nel 1880. Purtroppo quando arriviamo noi sono chiuse per fuori orario (chiusura ore 17.00 in inverno). Siamo intanto giunti a fine giornata, e stanchi ma soddisfatti rientriamo in camper per consumare la cena e poi a nanna.

2 gennaio 2023 Lunedì

Partenza in direzione Viterbo, ma prima facciamo una sosta a MONTEFIASCONE (VT). L’idea era quella di andare a parcheggiare nell’Area attrezzata della Cantina Sociale di Montefiascone (Via dei Grilli 2, gratuita fornita di acqua, allaccio elettrico e scarico reflue), ma dato che non è proprio vicino al centro, optiamo per il parcheggio di Campo Boerio (N42.537053 E12.032443).

È un grandissimo parcheggio dove si dirigono anche i pulman, gratuito, e con il vantaggio di trovarsi direttamente sotto la cattedrale di Santa Margherita che si raggiunge grazie ad un comodo ascensore. Non ha servizi ma è l’ideale per la visita del paese e per il pernottamento.
La Cattedrale di Santa Margherita è su due livelli, che nel corso del Seicento, con il cardinale Marco Antonio Barbarigo, è stata uno dei poli culturali più importanti d'Italia. La sua meravigliosa cupola vanta di essere la terza per grandezza dopo quella di San Pietro a Roma e Santa Maria del Fiore a Firenze.

montefiascone cupola

Nella parte inferiore si trovano le spoglie della santa Lucia Filippini, dove molti cartelli esplicativi ne narrano la storia, e la tomba del cardinale Barbarigo. La parte superiore è la basilica vera e propria con la sua pianta circolare molto suggestiva. Usciti dalla cattedrale ci dirigiamo verso la Rocca dei Papi, l'antica fortezza eretta sotto Innocenzio III, dai cui giardini si gode di uno dei panorami più belli del lago e della Tuscia. Dai giardini della rocca è possibile ammirare da una posizione privilegiata anche la cupola della cattedrale di Santa Margherita.

montefiascone vista cupola

Si riparte per VITERBO, dove arriviamo in tardo pomeriggio. Ci sono diversi parcheggi, e qualche agriturismo dove poter sostare; la nostra scelta va all’area di sosta comunale di Piazza Lago di Monterosi – N42.41221 E12.10004. L’area di sosta sarebbe dotata di colonnine per la corrente e carico e scarico acqua, ma in realtà questi servizi sono in stato di abbandono e degrado già da diverso tempo. Comunque il parcheggio è illuminato, ed ha il vantaggio di essere comodo per raggiungere il centro a piedi, e non avendo bisogno di servizi, questa è la nostra scelta.
Abbiamo ancora qualche ora di luce, e decidiamo di dare un assaggio alla città. Percorriamo la cinta muraria ed entriamo dalla porta Romana andando a visitare la notevole chiesa di San Sisto, stile romanico e caratterizzata da una scala che porta al presbiterio che rimane molto in alto rispetto al piano della chiesa. Molto pregevole anche il campanile.

Usciti percorriamo la via centrale fino a raggiungere la piazzetta di San Francesco, e poi verso il centro fino a piazza del Plebiscito con il palazzo dei Priori e una pista del ghiaccio dove pattinano i bambini.

3 gennaio 2023  Martedì

Questa volta entriamo da Porta del Carmine, più vicina al nostro parcheggio, e più diretta per raggiungere il duomo dove facciamo la free Card (36 €) che da diritto all’ingresso in vari musei cittadini. La prima visita è al complesso monumentale dei papi, dove si visita prima il palazzo, e poi la cattedrale. Ci viene fornito un’audioguida, che però troviamo abbastanza inutile, dato che ricalca pari pari i cartelli esplicativi esposti nelle varie stanza. La visita è comunque molto interessante, e merita tutto il tempo speso per effettuarla, che nel nostro caso è tutta l’intera mattinata.

viterbo scorcio

Al termine del giro si è fatta ora di pranzo, e decidiamo di concederci una piacevole sosta presso la “Cantina dei Papi”. È una taverna che serve piatti della tradizione romana, che troviamo gustosi e a buon prezzo e che non esitiamo a consigliare; le due paste al cacio e pepe e alla gricia sono davvero notevoli. Proseguiamo poi nella visita del museo della ceramica, il palazzo dei Priori ed il museo civico. Tutti molto interessanti e compresi nella carta, con una menzione per la piazzetta che si apre dietro il palazzo dei priori, che è un mondo a parte come essere in un’altra epoca. Unico cruccio non aver potuto vedere il museo dei facchini di santa Rosa perché in giorno di chiusura.

Qui sono raccolte le varie macchine di Santa Rosa, una sorta di monumento artistico che viene realizzato periodicamente a seguito di bando di gara del comune ed utilizzate per portare in processione la santa (queste macchine sono Patrimonio Unesco!). Inutile dire che passiamo in giro tutto il giorno, e quando ritorniamo verso il camper è già molto scuro.

Appena usciti dalla porta del Carmine, ci imbattiamo in una rosticceria/pizzeria: “La bottega del fornaio”, che ci attrae per i suoi profumi. Rapida consultazione, e per cena acquistiamo alcuni prodotti locali che consumiamo insieme nei nostri camper.

4 gennaio 2023 Mercoledì

La mattina salutiamo i nostri amici sui loro camper che tornano verso casa, mentre noi raggiungiamo il borgo di VITORCHIANO (VT), famoso per gli sfondi del film Brancaleone, con Vittorio Gassman. Qui c’è una bella area attrezzata con tutti i servizi, con colonnine della corrente, in posizione panoramica a 500 metri dal nucleo storico (N 42.471640, E 12.172110). Il costo sarebbe per i camper di 8€ per 24 ore, ma la macchinetta per il ticket è disattivata, non so se per volontà del comune dovuta a questi giorni di festa, o perché guasta. Parcheggiato il camper ci dirigiamo verso l’antica porta di accesso alla cittadina, l'antica Vicus Orchianus, fedelissima alleata di Roma, come dimostrano il simbolo della lupa capitolina sui portali e la scritta S.P.Q.R. che campeggia nello stemma comunale.

Il borgo medievale è racchiuso fra mura merlate e abbarbicato a un costone di tufo con le case che si trovano a strapiombo sui due corsi d'acqua che incorniciano il paese.

vitorchiano

Arriviamo in Piazza Roma, dove si affaccia il Palazzo Comunale, con la particolare fontana in peperino (definita "a fuso" per la forma del fusto centrale) con una colonna recante i simboli dei quattro evangelisti.

vitorchiano fontana

È sicuramente piacevole girare per le viuzze medievali del borgo affacciandosi ai vari belvedere che si presentano sul tragitto. Tornando al camper non mancate di fare una foto al Moai, imponente scultura alta più di sei metri posta in fondo al piazzale di parcheggio e da cui si gode di una visione d’insieme del borgo. Il monumento mi dicono sia frutto del gemellaggio tra il Comune e Rapa Nui in Cile, unico esemplare al mondo fuori dalla stessa isola di Pasqua.

vitorchiano moai

Effettuate le operazioni di scarico e carico, partiamo per CAPRAROLA (VT). Ci sono diversi parcheggi dove sostare. Noi scegliamo quello di piazza Tamburini (N42.32177 E12.23217); si trova un po più defilato, a circa 1,5 km dal Palazzo Farnese che andremo a visitare, ma dato che abbiamo intenzione di passarvi la notte, è quello più in piano ed illuminato.
Venti minuti a piedi ed arriviamo in questo piccolo paese medievale che ha legato il suo nome alle vicende della \; entriamo nel possente palazzo pentagonale voluto inizialmente da Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, e portato a termine invece dal nipote cardinale nel momento di massimo splendore della casata (8 € il biglietto di ingresso perché i giardini chiudono alle 15.00).

palazzo farnese

Non c’è un’audioguida, ma ci sono tanti cartelli esplicativi che rendono la visita ben fruibile. Questa si svolge su due piani della struttura, le stanze al piano terra che racchiudono gli appartamenti estivi ed invernali, ed il piano nobile superiore, certamente più sontuoso. Davvero entusiasmanti gli affreschi e le decorazioni, soprattutto nel piano nobile e negli ambienti dedicati agli ospiti; eccezionale la scala interna a chiocciola, il salone con la grotta-fontana, la stanza con le cartografie geografiche del mondo conosciuto di allora (non c’è l'Oceania!).
Peccato non aver potuto visitare anche i giardini all'italiana (chiusi perché fuori orario) che mi hanno detto esserci una vera grotta dove a comando scende una pioggia rinfrescante!

caprarola palazzo farnese interno

palazzo farnese interno

Quando usciamo si è fatta sera, e torniamo in camper per la cena e un meritato riposo.

5 gennaio 2023 Giovedì

Riprendiamo il viaggio dirigendoci a SUTRI (VT). Grande parcheggio in via delle cassie N42.240953, N12.228889, proprio all’ingresso del paese, comodo anche per la notte. Siamo nel paese che accoglie una delle più spettacolari necropoli etrusche della regione, in quella che Tito Livio definì "la porta dell'Etruria". Prima di dirigersi nel vecchio paese andiamo direttamente all’area archeologica che si trova a circa 200 metri dal parcheggio dall’altro lato della via Cassia.
Visitiamo subito l'antico anfiteatro, interamente scavato nella roccia, di forma ellittica della fine del I secolo a.C., quando l'antica Sutrium prosperava grazie all'intenso traffico commerciale della consolare.

sutri

È un raro esempio di anfiteatro scavato interamente nella roccia, e la sua capacità di contenere 5.000 spettatori, testimonia l'importanza che doveva avere nell'antichità questa struttura che rimasta sepolta per secoli, fu completamente dissotterrata solo nel 1936. A tutela del sito è stato istituito il Parco Regionale Antichissima Città di Sutri, una piccola area protetta ma tra le più ricche per importanza storica e archeologiche: oltre alle necropoli e all'anfiteatro, l'area comprende un tesoro unico come il meraviglioso mitreo, un ipogeo costituito da tre tombe etrusche fra loro collegate, originariamente luogo di culto del dio Mitra poi trasformato dai cristiani nella chiesa della Madonna del Parto. Risulta come una chiesa a tre navate, con affreschi stupendi, che data la loro delicatezza è possibile ammirare solo per 7 minuti con orario imposto sul biglietto di ingresso (8 €).

sutri affresco

sutri2

Prima di uscire dal parco visitiamo un altro gioiello dell’architettura: il complesso della settecentesca Villa Savorelli, con il giardino all'italiana e l'annessa chiesa barocca di Santa Maria al Monte.
Usciti dal parco si attraversa la Cassia, e attraverso la Porta Vecchia ci introduciamo nel borgo, insignito con la Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano. Attraverso i suoi suggestivi vicoli raggiungiamo prima la Piazza del comune, e poi la cattedrale di Santa Maria Assunta con il suo bel campanile.
La costruzione, originariamente in stile romanico, fu innalzata su una preesistente chiesa di epoca carolingia probabilmente edificata su un antico tempio di epoca romana. Al suo interno ci colpiscono le belle colonne di varie epoche, il mosaico in stile cosmatesco sul pavimento della navata centrale e la cripta, la cui originaria architettura dalle colonne di stili ed epoche diverse è davvero un gioiello per gli occhi.

sutri cattedrale santa maria assunta

Tornati all'esterno, è ormai ora di pranzo. Prima di andare in camper ci fermiamo in una rosticceria lungo la strada centrale del paese, via Vittorio Veneto, per comprare uno dei prodotti tipici della zona: i fagioli detti della Regina, che mangeremo con le coppiette, della carne essiccata di maiale aromatizzata al rosmarino e peperoncino.
Ripreso il camper facciamo tappa al vicino paese di CASTEL SANT'ELIA (VT) le cui mura, ai margini della forra della Ferriera, vennero fatte ricostruire dai Farnese. Qui la meta più interessante è la basilica romanica di Sant'Elia: ma se, come noi, volete fare un percorso più emozionante, vi consiglio di andare a sostare il vostro mezzo nel parcheggio del moderno convento della Santa Croce di Sassonia (N42.250506, E12.374650). Da qui, dopo una breve escursione per il complesso, si può scendere lungo un tunnel (scavato nel tufo per decenni da un frate) che conduce alla spoglia grotta di Santa Maria ad Rupes (140 gradini), e successivamente, dopo aver chiesto il permesso per l’apertura di una grata ai frati, che altrimenti ne impedirebbe l’accesso, proseguire uscendo dal tunnel in un bel sentiero a sua volta scavato nella parete di tufo, che scende verso la basilica di Sant’Elia (se non volete effettuare questa escursione, davanti alla basilica c’è un comodo parcheggio N42.250506, E12.374650).

castel sant elia basilica

L’interno della basilica, ticket di 5 €, offre una serie di pregevoli affreschi d'ispirazione bizantina, oltre ad un'altra pregevole cripta dove trovano alloggio le tombe dei due santi Anastasio ed Annone.

castel sant elia basilica interno

Si è fatto buio, ma per risparmiare tempo ci dirigiamo alla nostra prossima meta, il borgo di CALCATA VECCHIA (VT).
In paese si può entrare solo a piedi, quindi andiamo a sostare nell’ampio parcheggio di Calcata Nuova, a pagamento il fine settimana, 42.216812, 12.426233.

6 gennaio 2023 Venerdì

La mattina partiamo per il bel percorso panoramico che parte proprio dal parcheggio, e che conduce al nucleo antico dall’intatta struttura medioevale. Il paese risulta aggrappato a un grosso sperone proteso nel vuoto.

calcata vecchia

Varcato l’ampio portale medioevale si attraversa una stretta e ripida salita di accesso e si arriva ad una pittoresca piazzetta abbellita da tre curiosi troni di tufo, opera dell’artista Costantino Morosin, e dalla Collegiata dei Santissimi Cornelio e Cipriano, risalente alla prima metà del Trecento.
Il tufo è la roccia vulcanica su cui è scolpita la storia di Calcata. La sua duttilità ha permesso nei secoli agli abitanti di scavare grotte e cunicoli sotto il livello di strade e piazze, per cui molte case nascondono cantine, depositi, cisterne che magari in passato furono tombe o antichi luoghi di culto. A ogni affaccio sui belvedere la vista che si apre è unica.
Calcata arriva alla cronaca nel 1935, quando a causa di alcuni cedimenti del masso tufaceo, venne dichiarato pericolante con un Regio Decreto che ne ordinava l’abbattimento. Iniziò quindi un lento e progressivo esodo che portò gli abitanti ad abbandonarlo e a costruire un nuovo insediamento, Calcata Nuova appunto.
Successivamente le abitazioni che si affacciano sulla valle furono dichiarate agibili in tempi recenti ed il paese ritornò a nuova vita. Oggi Calcata è conosciuta e ribattezzata come il paese degli artisti. Qui vivono infatti pittori, scultori, musicisti, attori, artigiani che qui hanno aperto laboratori, botteghe e locali. L’intero borgo si è trasformato in un centro culturale ricco d’iniziative, feste e mostre.

calcata scorcio

Da parte mia devo però dire che, nonostante l’atmosfera sia particolare e tutto sommato gradevole, il tutto da un retrogusto agrodolce, come se il tutto fosse più una cartolina per turisti piuttosto che vera atmosfera. Ma ripeto è una mia opinabile impressione, ed ogni uno di voi potrà meglio giudicare.

Nuova tappa per andare a visitare la splendida Abbazia di Farfa, (Un parcheggio sopra il complesso permette la sosta - sconsigliata quella notturna- con un pozzetto di scarico purtroppo alquanto malconcio, ed un attacco per il rifornimento dell’acqua GPS N42.22172, E12.71633). Questa è sicuramente uno dei monumenti più significativi del Medioevo europeo, edificata su strutture risalenti all'epoca romana e patrocinata da Carlo Magno che nei 775 gli concesse l'autonomia da ogni potere civile o religioso.

abbazia farfa

Da quel momento l’Abbazia divenne uno dei centri più famosi dell'Europa medievale, raggiungendo un’estensione di 12.000 mq, fino alla decadenza dell'Impero carolingio e le incursioni Saracene che segnarono l'inizio del suo declino. Oggi è un complesso abbaziale ben restaurato che offre una piacevole meta per il visitatore. Noi effettuiamo la nostra, effettuando una visita guidata che ci ha portato sia nella basilica vera e propria, che anche negli altri ambienti monacali, come il chiostro rinascimentale, la bellissima biblioteca e la sala capitolare. Come ciliegina sulla torta, scopriamo che da queste parti il 6 gennaio si celebra la “Pasquerella”, una sosta di Festa dei Maggerini Toscani, con i musici vestiti in abiti pastorizzi, e con una processione del Bambino Gesù. E’ stato un gradito regalo.
Prima di riprendere il camper ci siamo concessi anche un’altra prelibatezza locale, uscita calda da uno dei vari negozi del complesso abbaziale: la pizza fritta dolce; da leccarsi le dita.
Ripartiamo per il LAGO di TURANO andando a passare la notte nel parcheggio direttamente sul lago alle coordinate N42.20894 E12.95005

7 gennaio 2023 Sabato

Appena svegli riprendiamo il camper e ci avviciniamo a CASTEL DI TORA (RI), che si trova dall’altra parte del lago, trovando parcheggio appena all’ingresso del paese, sulla provinciale N42.213821, E12.963980, presso l’ingresso della scuola di kayak. Castel di Tora è l’antica città sabino-romana di Thiora.

Per arrivare all’antico castello che domina il paese si deve affrontare una bella salita al 20 per cento che mette alla prova fiato e gambe. Il borgo è veramente molto bello, ed ha mantenuto alcune torrette semicircolari della vecchia cinta muraria: una di queste è ben visibile in Via Cenci, incorporata in un’abitazione.

casatel di tora scorcio
Tutto il nucleo storico si snoda intorno a Via Rocca, tra archi, scalinate e vicoletti, con molti punti di osservazione verso il lago sottostante. In Piazza San Giovanni visitiamo la chiesa omonima che custodisce una pala raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Evangelista, Rocco e Anatolia e due dipinti a olio che ritraggono San Giovanni Evangelista sull’isola di Patmos sulla sinistra, e Santa Anatolia, sulla destra. Nella piazzetta di fronte alla chiesa c’è la fontana del Tritone, che si trova a ridosso della ringhiera del belvedere, con bella vista sul lago.

castel tora veduta

Nota negativa il castello, che non abbiamo potuto raggiungere perché privato, con un cancello che ne interdice anche il solo avvicinamento. Riscendiamo sulla provinciale, per percorrere le poche centinaia di metri che ci portano al bivio che conduce alla piccola penisola collegata da un istmo, che porta su una altura rocciosa di forma conica dove si trovano i ruderi del Castello del Drago, ai piedi del quale ci sono i resti dell’antico borgo di Antuni. Ma anche qui troviamo la strada sbarrata da un cancello con un avviso che le visite sono possibili solo tramite guida comunale e solo nella giornata di Domenica.
Un po’ delusi riprendiamo il camper e ci dirigiamo verso la nostra prossima tappa: COLLALTO SABINO (RI). Qui non ci sono parcheggi; noi troviamo posto in uno slargo della carreggiata alle coordinate 42.136946, 13.046353. Saliamo poi verso il castello che con le sua mura merlate e la sua struttura imponente non può non lasciarci incantati. Per raggiungerlo attraversiamo una bella piazzetta con al centro una bella fontana ottagonale in pietra calcarea, e poi saliamo una scalinata che conduce al ponte levatoio e alla porta di accesso, sormontata dallo stemma dei Barberini con le tre api. Ma qui altra delusione. Sapevamo che il castello era privato, ma sapevamo altresì che l’accesso al parco era garantito, da dove si godeva di una splendida vista sul sottostante borgo in pietra.

collalto sabino castello

Parlando con un residente scopriamo che il castello è di proprietà di una multinazionale, il cui presidente maltese si trova nel castello con ospiti per passare le festività natalizie, e per questo l’ingresso è interdetto. Oggi non ne azzecchiamo una. Ridiscendiamo verso il camper consolandoci con la visita (solo dall’esterno perché anche questa chiusa) della bella Chiesa di Santa Lucia.

COLLALTO SABINO

Ripartiamo, direzione ANAGNI (FR), dove andiamo a sostare nella bella area di sosta comunale, con scarico e carico acque, nei pressi del parcheggio per Bus turistici (vicino a cimitero), alla fine di via Giminiani, N 41.744530, E 13.162480.

8 gennaio 2023 Domenica

La località è celebre per aver dato ì natali a ben quattro pontefici: Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII. Il centro storico è un autentico gioiello medioevale. Noi iniziamo la nostra visita dal complesso della cattedrale intitolata a Santa Maria Annunziata.
Dal parcheggio camper si giunge direttamente in breve tempo alla piazza che ospita il campanile e la cattedrale in stile romanico.

anagni

Paghiamo il biglietto d’ingresso (8€) ed iniziamo la visita del museo della cattedrale dove sono conservati il tesoro, una ricca biblioteca e un lapidario, e della basilica vera e propria. Ma il vero gioiello è la cripta, conosciuta come la Cappella Sistina del Medioevo: ci si perde letteralmente nella meraviglia degli affreschi, tutti corredati di iscrizioni che ne descrivono le scene. Il tempo della visita della cripta, e dell’adiacente mitreo trasformato in cappella, è scandito in 20 minuti; tempo in cui vengono accese le luci per permettere di ammirare questi capolavori. Poi, per preservare gli affreschi, le luci si spengono e bisogna aspettare il successivo turno di illuminazione. Venti minuti possono sembrare molti, ma vi assicuro che quando sarete al cospetto di questi affreschi il tempo vi volerà.

anagni cappella sistina medioevo

Usciti dalla cattedrale ci dirigiamo verso Via Maggiore e il Palazzo di Bonifacio VIII dove è d'obbligo una visita. Qui il biglietto d’ingresso è di 5€, e muniti di audioguida effettuiamo la visita del palazzo e della famosa Sala delle Scacchiere, nota come "sala dello schiaffo": qui nel 1303 Bonifacio VIII subì il famoso oltraggio da Sciarra Colonna, inviato dal re di Francia Filippo IV detto il Bello, con il quale era in corso la disputa legata al potere temporale e spirituale della Chiesa. Ma tutto il palazzo è comunque interessante, e l’audioguida è fatta bene, facendoci immergere negli avvenimenti che ne hanno caratterizzato la sua storia.

anagni affresco

Usciti dal palazzo ci concediamo un buon pasto nel ristorante La Piazzetta, proprio nella piazza centrale del complesso monumentale. Una cucina tipica laziale che non tradisce le aspettative e che vi consiglio sicuramente.
Lasciamo Anagni dopo aver effettuato le dovute operazioni di scarico e carico, in direzione sud, ed in meno di quindici chilometri raggiungiamo FERENTINO (FR).
Non ci dirigiamo subito all’area di sosta attrezzata, ma andiamo a parcheggiare in uno stallo presso il parcheggio San Nicola (N41.690297, E13.252287), non lontano dalla bella Porta Sanguinaria, da dove iniziamo la visita della città.
Circondata da una possente cinta di mura megalitiche sulla quale si aprono dodici porte, la più suggestiva è sicuramente questa da dove siamo entrati. La cittadina fu probabilmente fondata dai Vosci, prima di finire sotto il dominio romano successivamente dominata dagli Emici e infine conquistata dai Romani. Nel Medioevo fu sede del legato pontificio e divenne capoluogo della regione; ed in questa epoca furono edificati bei palazzi, come quello di Innocenzo III che vediamo dall’esterno. Arriviamo poi al duomo, realizzato sui resti di un antico tempio, e quello che più ci colpisce, è il pavimento cosmatesco del XIII secolo che impreziosisce tutto il complesso.

ferentino duomo

L’interno è estremamente buio, ma è la forma a croce greca dell’esterno che colpisce di più l’occhio. Si è fatto buio, ed allora riprendiamo il camper per andare a pernottare nell’area attrezzata di Villa Adriana. N 41.687280, E 13.248780, che per 10 euro fornisce tutti i servizi compresa la corrente.

9 gennaio 2023 Lunedì

La giornata è pessima. Effettuiamo le operazioni di carico e scarico, e ripartiamo. Ci dirigiamo ad ALATRI (FR), e andiamo a parcheggiare all’ampio piazzale vicino all'ospedale, (attenzione, il venerdi viene usato come piazza del mercato e non è quindi possibile sostare); senza servizi, illuminato, abbastanza tranquillo di notte. Dista 1,5 km dal centro storico N 41.735760, E 13.338910. Purtroppo il tempo è davvero pessimo, per cui decidiamo di passare una tranquilla giornata in campar e rilassarci. Rimanderemo la visita alla cittadina domani.

10 gennaio 2023 Martedì

Ci svegliamo con il sole, e dopo una buona colazione, ci incamminiamo per raggiungere il centro del paese. La passeggiata è in leggera salita, ma comunque non impegnativa. Anche questa cittadina è cinta da possenti mura, lunghe un paio di chilometri e interrotte da cinque porte. L'ingresso per la porta San Francesco, quello che prendiamo noi, è sicuramente il più suggestivo. Ci incamminiamo per gli stretti vicolo del paese, in salita, addentrandoci nel borgo medioevale. Arriviamo infine a Piazza Santa Maria Maggiore, su cui affacciano l'omonima collegiata del XIII secolo e la settecentesca chiesa; al centro sorge la monumentale Fontana Pia dedicata a papa Pio IX.

alatri fontana

alatri chiesa

Visitiamo la chiesa, e poi andiamo nella vicina Piazza Regina Margherita dove si trova la chiesa di San Francesco, che ha un bel portale gotico. Ma il motivo della nostra visita è però l'acropoli, chiamata Civita, risalente al II secolo avanti Cristo e costruita su una fortificazione ancora più antica. Provenendo dal centro della cittadina si giunge sul suo fianco settentrionale, che si presenta con un impressionante muraglione di enormi blocchi in pietra. Facciamo il giro delle mura, e raggiungiamo l’imponente Porta Maggiore, magnificamente conservata e retta da un architrave monolitico di cinque metri, che immette all'ampio spazio dell'acropoli. Qui oggi si trovano il duomo intitolato a San Paolo apostolo e dei giardini ben curati da cui si gode di una suggestiva vista sulla cittadina e sui Monti Emici.

Merita una visita questa chiesa, che all’interno custodisce il miracolo dell’ostia incarnata, avvenuto nel 1288 e certificato da una bolla papale di Gregorio IX.

alatri cattedrale

Ridiscesi al camper ripartiamo per l’ultima tappa di questo nostro tour: il borgo medievale di FUMONE (FR).

Troviamo parcheggio nella piazzetta all’inizio del paese (N41.728899, E13.285608), ma se il vostro mezzo è abbastanza compatto potete salire fino alla porta di ingresso del borgo che ospita un altro bel parcheggio (N41.727975, E13.289474).

Facciamo una bella scarpinata, tagliando per la via breve che evita la strada carrozzabile, ma in salita che ci fa arrivare con una buona mancanza di fiato. Ci gustiamo comunque l’atmosfera di questo borgo tutto costruito in pietra. Alle 15.00, orario di apertura, andiamo a visitare il bel castello che domina il borgo. È una costruzione privata appartenente ai marchesi Longhi che la possiedono dal 1550, periodo in cui lo acquistarono dal papato e che ancora lo abitano. Il costo è decisamente caro, 12 € per una visita guidata di 50 minuti nel primo piano del castello e dei suoi giardini, ma comunque interessante e che abbiamo fatto volentieri senza rimpianti.

Pezzo pregiato della visita, la mummia di un bambino, figlio della marchesa morto tragicamente in tenera età, che questa aveva fatto imbalsamare per poterlo avere sempre vicino a sè.

Terminato la visita ci attardiamo a gironzolare per le vie del borgo, tornando poi al nostro mezzo, che ci riporterà a casa, tristi che sia finita, ma soddisfatti di ciò che abbiamo visto. Pronti a ripartire presto per altri luoghi, sempre con il nostro camper, fedele compagno di viaggio.

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