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Fulltimers: una famiglia in "strada facendo" Strada facendo

 Mamma, papà, Caterina e Ciaone... Fulltimers in camper per un anno

Redazionale di Vacanzelandia

Ecco l'intervista ad una famiglia che ha deciso di viaggiare e vivere un'esperienza on the road per un anno in camper.

Come siete arrivati a scegliere di vivere da fulltimer?

famiglia 05 sLa scelta di partire per un viaggio di questo tipo e di vivere da fulltimers è maturata piano piano. Sentivamo di essere insoddisfatti, i giorni passavano uno dietro l’altro senza controllo, gli impegni non finivano mai, i momenti per stare insieme erano sempre meno. Non sapevamo nemmeno più se il lavoro che facevamo fosse un’abitudine o una scelta. Nostra figlia cresceva e a volte ci pareva di non conoscerla nemmeno: stava diventando grande e non avevamo nemmeno il tempo di ascoltarla. Il tempo. Ci mancava il tempo.

Mi sta dicendo che avevate bisogno di una vacanza?

Abbiamo deciso quindi di prenderci una pausa. Non una vacanza, ma un periodo bello lungo che fosse in grado di segnarci per bene. Non sapevamo esattamente cosa volevamo ma sapevamo quello che non volevamo più. Non volevamo che fossero gli altri a dirci come vivere, che le nostre scelte fossero obbligate. Sembra una scelta difficile decidere di cambiare vita ma non lo è. È più difficile stare lì a veder scorrere via la vita facendo cose che per te non hanno più un senso.

Ma come mai un camper? Eravate già camperisti, o vacanzieri on the road?

Non abbiamo una storia di famiglie di camperisti alle spalle, è stata una scelta completamente nostra. Si, avevamo fatto campeggio da ragazzi, come quasi tutti. hymer s670 corrado helga02 sQuando abbiamo iniziato a lavorare sul progetto di questo viaggio non sapevamo niente di camper, sapevamo solo che ci affascinava questo modo di viaggiare lentamente portandosi la casa dietro. Prima di acquistare il nostro Hymer s670 del 1991, avevamo fatto una sola esperienza con un mansardato a noleggio, per un weekend. Tra l’altro piovve tantissimo, il camper ci dette diversi problemi ma non ci lasciammo spaventare. Decidemmo solo che il mansardato non faceva per noi. Volevamo un mezzo che ci consentisse di avere i letti sempre pronti, una buona vivibilità interna, spazio sufficiente per tre persone, un arredamento interno solido e tanta luce. Non ci serviva un mezzo veloce in quanto non era una vacanza quella che progettavamo ma un viaggio importante. Avevamo bisogno che avesse una buona dose di autonomia visto che volevamo essenzialmente spostarci fra aree di sosta e zone dove la sosta libera è consentita e che fosse affidabile, con un motore potente e dotato di ruote posteriori gemellate per aumentarne la sicurezza. Ci siamo documentati molto prima di iniziare a vedere dei mezzi e devo dire che siamo stati fortunati perché non appena abbiamo deciso il tipo di motorhome che volevamo abbiamo incontrato lui. Ci siamo innamorati del nostro subito, da una foto. 

Perché proprio lui e non un altro camper?

Troviamo che il suo aspetto vintage sia molto affascinante, lo abbiamo infatti soprannominato lo Sean Connery dei motorhome. Ti racconto un aneddoto.hymer s670 corrado helga10 s Quando siamo andati a vederlo la prima volta (lo abbiamo acquistato da un privato) siamo andati sulle colline di Firenze per incontrare il proprietario che ci ha guidati con il suo 4x4 su per delle strade dissestate in mezzo ai campi. Cominciavamo a temere di ritrovarci sul set di "Non ci resta che piangere", quando dietro una curva, inerpicato su un poggetto brullo lo abbiamo finalmente visto, bello come il sole. Fermo, immobile, solido. Mentre stavamo chiacchierando con il proprietario, dentro quello che poi sarebbe diventato il nostro Ciaone (eh sì, pare che i camperisti abbiano la mania di dare un nome al loro compagno di viaggio) sentiamo qualcuno che chiacchierando allegramente scende giù dal bosco confinante con un motorino. Dal set di "Non ci resta che piangere" ci siamo ritrovati sul set de "Il ciclone", il tipo che scendeva dal boschetto su di un ciao blu era proprio il Pieraccioni con la figlia che passando ci ha sorriso, salutandoci tranquillamente: “Ciao!” La situazione ci ha molto divertiti. Ripensandoci successivamente, fra ciao e ciaone... la cosa ci ha fatto sorridere.

La vostra famiglia è composta anche dalla piccola Caterina di 9 anni, come avete affrontato e risolto il problema della scuola?

famiglia 02 sPer quanto riguarda la scuola, le insegnanti e la preside sono stati molto comprensivi e hanno collaborato al progetto. Nostra figlia frequenta la quarta classe della scuola primaria, per la quale non v’è obbligo di frequenza ma di istruzione e ci hanno ritenuti idonei per provvedere direttamente. Non è sempre facile fare l’insegnante della propria figlia perché il rapporto è diverso, ma devo dire che questa sfida, seppur dura, è molto stimolante anche per noi.
E poi viaggiando abbiamo spesso l’occasione di osservare direttamente quello che abbiamo letto insieme sui libri. 
Abbiamo incontrato molti delta e molti estuari, colline, monti e pianure, mari, fiumi e laghi, dighe e turbine, colline intere di pale eoliche e pannelli fotovoltaici. Abitazioni diversissime a seconda del clima e latitudine ma anche della cultura. Abbiamo parlato della storia di ognuna delle zone che abbiamo attraversato. Ed abbiamo imparato anche qualcosa delle lingue e delle espressioni artistiche di ogni paese che abbiamo vissuto. Spero che a mia figlia rimanga almeno un po’ di tutto questo.

Da quanti mesi state viaggiando e quanti chilometri avete percorso?

Sono ormai trascorsi 8 dei 12 mesi di viaggio che avevamo pianificato e non siamo arrivati nemmeno a metà del percorso che volevamo fare. Attualmente siamohymer s670 corrado helga11 s in Portogallo e fra qualche giorno attraverseremo di nuovo il confine con la Spagna per proseguire verso il nord della Francia e poi su verso la Gran Bretagna. È nato come un progetto a termine. Siamo fulltimers a tempo determinato. A settembre nostra figlia riprenderà la scuola regolarmente, reintegrandosi nella sua classe. I compagni l’aspettano a braccia aperte, sono un bel gruppo. Poi riprenderà lo sport: gioca a pallavolo. Anche lì ha molte amicizie da riallacciare. Ma non torneremo con la solita testa, nessuno dei tre; non sappiamo ancora cosa ci riserva il futuro ma in fondo chi è che lo sa?

hymer s670 corrado helga12 sStiamo documentando questa esperienza attraverso il nostro sito www.stradafacendo.eu e i nostri canali social con foto, video e articoli. Non vuole essere un sito di viaggi, di quelli ce ne sono fin troppi. 
Nasce per essere il diario di viaggio di una famiglia che ha fatto una scelta poco comune ma non impossibile.
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